COMUNICATI STAMPA


PNRR: SERVE VISIONE STRATEGICA SU FILIERE CENTRALI DELLA MANIFATTURA. PIU' SPAZIO AI PRIVATI, NO RIFORMA WELFARE PER COMPARTIMENTI STAGNI

Def: riduzione prevista 8 punti di deficit/PIL in 2022-24 credibile solo con tassi di crescita sostenuti. Per evitare azzardi, prevedere interventi per una crescita solida

 

Roma, 20 aprile 2021 – Il quadro macroeconomico proposto dal Documento di Economia e Finanza, le misure più urgenti per le imprese e il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Questi i temi al centro dell’incontro tra il Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, e il Presidente del Consiglio, Mario Draghi.

Gli effetti della pandemia sull’economia, sul lavoro e sui redditi sono diseguali nel mondo e tra Paesi avanzati. In questo quadro, l’Europa rischia di restare indietro e l’Italia più indietro dell’Europa stessa. Per un anno Confindustria ha sottolineato l’esigenza di coinvolgere tutte le forze economiche e sociali per convogliare l’ingente mole di risorse europee su finalità credibili e condivise. Ma il tempo per le imprese è trascorso invano e ora, nel confermare la disponibilità a collaborare con il Governo, Confindustria pone l’accento su tre punti cruciali.

Il primo è il DEF . Il documento prevede, dall’11,8% sul PIL di quest’anno, una discesa del deficit pubblico superiore a 8 punti di PIL in 36 mesi, tra il 2022 e il 2024. Ma questo obiettivo può essere raggiunto solo con interventi per innalzare la crescita e renderla solida e duratura. 

Il DEF si fonda sull’ipotesi che i 4 pilastri della risposta europea al COVID (sospensione del Patto di Stabilità, acquisti senza limiti della BCE, sospensione del divieto di aiuti di Stato e Next Generation EU considerato solo come l’inizio di una progressiva espansione del debito europeo) restino in vigore per molti anni. Ma nessuno oggi può prevederlo.

Considerato che il debito pubblico dell’Italia è previsto superiore al 150% del PIL per anni, sarebbe auspicabile proporre in Europa un piano B, solido e credibile, di rientro del debito.

In questo modo, peraltro, famiglie e imprese sarebbero più propense a orientare la massa di risparmio cresciuta con la crisi (di circa 110 mld) verso investimenti produttivi, poiché sarebbe scongiurato il rischio di stangate fiscali volte a ridurre l’eccesso di debito. 

Il secondo tema riguarda le necessità più urgenti per le imprese: liquidità, patrimonializzazione, ristori, lavoro. Le misure emergenziali varate nel 2020 hanno alleviato i colpi della crisi, ma hanno altresì determinato un forte aumento del debito delle imprese. Sulle imprese industriali grava inoltre la sensibile crescita dei prezzi delle materie prime che riducono ulteriormente i cash flow.

Servono dunque alcune misure prioritarie, a partire da un più rapido recupero dell’IVA versata sui corrispettivi non incassati, dalla compensazione tra crediti e debiti fiscali e contributivi, dall’allungamento dei tempi di restituzione da sei a non meno di quindici anni dei debiti emergenziali contratti. Bene la proroga della moratoria, ma non è sufficiente.

Vanno inoltre scongiurati interventi di aumento dell'imposizione fiscale, a partire dall’introduzione di nuove imposte come plastic e sugar tax, e andrebbe consentita l’immediata deducibilità dalla base imponibile IRAP degli oneri finanziari, in attesa di una riforma fiscale organica.

Queste misure andrebbero accompagnate da interventi volti al rafforzamento patrimoniale delle imprese, come un vigoroso incentivo a favore degli aumenti di capitale.

Inoltre, per evitare un’ondata di fallimenti fuori controllo, serve rinviare di un anno l’entrata in vigore del Codice della crisi d’impresa o, quantomeno, delle procedure di allerta e composizione assistita della crisi.

Sul capitolo ristori, registriamo il cambio di passo nell’annuncio di voler superare la logica dei contributi calcolati solo sulle perdite di fatturato, inserendo anche i costi fissi nella valutazione dei sostegni da erogare.

Per quanto riguarda il lavoro, i numeri delineano un’emergenza assoluta: tra febbraio 2020 e febbraio 2021, abbiamo perso 945 mila occupati, soprattutto giovani, donne, occupati a tempo e autonomi, nonostante il blocco dei licenziamenti assunto solo in Italia.

Serve quindi agire lungo due direttrici. La prima è scaricare meglio a terra gli strumenti già esistenti, riducendo la soglia d’accesso al contratto di espansione portandola a 50 dipendenti dagli attuali 250, collegando questa misura ai bonus per l’assunzione di giovani e donne, e rimuovendo contestualmente le causali previste nel DL Dignità sui contratti a tempo determinato.

La seconda riguarda le riforme strutturali, la riforma degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive del lavoro. Già a luglio 2020 abbiamo presentato proposte tecniche senza ricevere finora alcun riscontro. Serve un ammortizzatore universale basato su formazione e rioccupabilità, e analoghe politiche attive del lavoro aperte anche alle APL private, e non più solo basate sui centri per l’impiego pubblici.

Il terzo tema riguarda il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza su cui, non conoscendo ancora i dettagli, Confindustria ribadisce alcuni auspici di ordine generale, già formulati al Governo precedente.

Primo: un sistematico coinvolgimento delle parti sociali nell’attuazione del Piano, in linea con le indicazioni europee. Una vera e propria “rete” nazionale, composta da soggetti pubblici e privati, per monitorare ed elaborare costantemente i dati e le informazioni necessari ad accompagnare l’esecuzione dei progetti.

Secondo: una governance del Piano snella, la cui cabina centrale presso il MEF si occupi non solo della gestione dei flussi finanziari e rendicontazione dei progetti, ma dia supporto operativo alla gestione del PNRR ed elabori, in caso di ritardi, azioni correttive.

Terzo: serve una visione industriale strategica. Nel precedente PNRR non mancavano solo cronoprogrammi, costi e impatti, come invece richiedono le guidelines europee. Mancava qualunque approfondimento per le filiere centrali della nostra manifattura, automotive, siderurgia, componentistica, automazione industriale, chimica, farmaceutica, tessile-moda, alimentare.

Così come era del tutto assente l’obiettivo di aumento della concorrenza e della produttività, due temi strettamente correlati tra loro perché la produttività negativa che l’Italia registra da 25 anni, è dovuta anche al fatto che oltre la metà del PIL nazionale proviene da comparti esclusi da criteri pienamente concorrenziali. Confidiamo che l’attuale governo accolga e traduca in interventi concreti le proposte dell’Antitrust: dalla energica diminuzione dei servizi in house delle controllate locali, all’abbattimento delle deroghe di durata delle concessioni pubbliche.

Nella versione precedente del PNRR, prevaleva inoltre la scelta di fondo di puntare solo sugli investimenti pubblici sia nel campo dell’energia e dell’ambiente che in quello del mercato del lavoro. Ma mancavano completamente misure concrete di partenariato pubblico-privato, chieste invece dalla Ue

A questo proposito, Confindustria ha presentato al Governo tre progetti coerenti alla nostra visione sinergica. Il primo relativo al capitale umano, il secondo sull’economia circolare, e il terzo riferito all’economia del mare.

 

Serve insomma una visione generale per la ripresa dell’Italia . La pregiudicata sostenibilità sociale del nostro Paese merita risposte ispirate allo stesso senso di emergenza che ci vede impegnati contro la pandemia. Sono le fratture sociali in continua crescita a richiedere una revisione generale dell’intervento dello Stato in alcuni pilastri fondamentali del nostro vivere come comunità. A partire dalla modifica dell’offerta formativa pubblica, la revisione generale della sanità, il riequilibrio della previdenza, una riforma organica del fisco e delle procedure pubbliche e l’abbandono di criteri elettoralistici e assistenziali.

Nel rinnovare la disponibilità di Confindustria al coinvolgimento di ogni risorsa privata nella costruzione di una nuova Italia, auspichiamo che, con il nuovo PNRR, il Governo sappia utilizzare al meglio le risorse europee destinate al nostro Paese.


Confindustria, Ance e Confindustria Assoimmobiliare chiedono una profonda revisione del DDL sulla Rigenerazione Urbana: necessaria una disciplina semplice, chiara ed efficace della trasformazione urbana, per promuovere la resilienza, la sostenibilità e la vivibilità delle nostre città e l’iniziativa pubblica e privata 


I Presidenti di Confindustria Carlo Bonomi, di Confindustria Assoimmobiliare Silvia Maria Rovere e di ANCE Gabriele Buia esprimono forte preoccupazione in merito al testo di legge unificato sulla rigenerazione urbana in esame presso la Commissione Territorio e Ambiente del Senato. 

La rigenerazione è un tema di straordinaria rilevanza sociale ed economica, che deve diventare una grande occasione per trasformare le aree urbane e offrire ai cittadini servizi moderni, sostenibili e digitalizzati e per rilanciare filiere produttive e tecnologiche di primaria importanza. Occorre finalmente trasformare le buone intenzioni in prassi e regole concrete capaci di raggiungere questi obiettivi.

Per questa ragione è necessaria una disciplina flessibile e semplice in grado di valorizzare il ruolo del privato nelle varie realtà territoriali e di soddisfare rapidamente le esigenze di una società in continua evoluzione, sia dal punto di vista socioeconomico che tecnologico e ambientale. 

Il testo di legge adottato dal Senato, al contrario, disegna un sistema di regole rigido, lento e che finirà per scoraggiare gli investimenti dei privati, anche perché non prevede misure di agevolazione e di semplificazione urbanistiche ed edilizie adeguate, ponendo ulteriori vincoli sui centri storici, con il rischio di aumentarne il degrado, anziché di favorirne la rigenerazione e il recupero.

Un’impostazione, inoltre, anche più restrittiva rispetto alle migliori leggi regionali (tra cui quelle di Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna, Piemonte, Veneto) e che può dare adito a dubbi di tenuta costituzionale, basata su una disciplina eccessivamente dettagliata e su un processo attuativo estremamente lungo e farraginoso, che rischia di paralizzare le nuove iniziative e di rallentare quelle già avviate o in procinto di partire, sia quelle più complesse che quelle puntuali individuate dai Comuni. 

Per questi motivi, Confindustria, Ance e Confindustria Assoimmobiliare chiedono una revisione radicale del testo di legge unificato sulla rigenerazione urbana, definendo al più presto regole che rendano possibile un vero processo di trasformazione sostenibile delle città in linea con gli obiettivi prefissati dall’Europa e dal Governo italiano in materia di resilienza, tutela del suolo e del territorio, e determinante per le prospettive di rilancio economico e sociale del Paese.



SCUOLA: GLI ITS POP DAYS AI BLOCCHI DI PARTENZA, A MAGGIO LA PRIMA FIERA VIRTUALE DEGLI ISTITUTI TECNICI SUPERIORI
Un evento di Confindustria, Umana e Indire per l’orientamento nelle Accademie del Made in Italy


Roma, 19 aprile 2021 – Diffondere e implementare la conoscenza degli Istituti Tecnici Superiori (ITS), evidenziandone il valore e l’efficacia come vere e proprie “officine del sapere tecnico” ad alto contenuto tecnologico e anche come garanzia per l’occupabilità dei giovani.

È questo lo scopo degli ITS POP DAYS, la prima fiera virtuale degli ITS, organizzata da Confindustria, Umana e in collaborazione con Indire che si svolgerà dal 5 al 7 di maggio in formato interamente online sul sito www.itspopdays.it

Sarà una tre giorni dedicata all’orientamento di queste vere e proprie Accademie del Made in Italy del sistema terziario professionalizzante, una sorta di “città digitale”, che opererà attraverso una piattaforma online appositamente progettata. Sarà possibile navigare tra gli stand virtuali di 92 Fondazioni ITS iscritte con cui dialogare in diretta tramite live chat, oltre alla possibilità di partecipare a incontri e webinar tematici sulla formazione, sul lavoro e sul futuro delle nuove generazioni.

Con l’arrivo dei fondi del Recovery Plan, l’Italia è a una svolta e i primi driver su cui indirizzare i progetti e le risorse europee sono quelli della formazione e dell’occupazione giovanile. Gli iscritti agli ITS sono ancora troppo pochi rispetto al fabbisogno delle imprese e per questo è necessario promuovere la scelta degli Istituti Tecnici Superiori come investimento sul futuro. Secondo il monitoraggio Indire, infatti, l’83% dei diplomati in queste eccellenze del territorio ha trovato lavoro a un anno dal diploma, di cui il 92% in un’area coerente con il percorso concluso e, in alcuni percorsi, l’occupazione ha raggiunto il 100% dei diplomati.

Si tratta di percorsi terziari professionalizzanti dove la competenza tecnologica si sposa con la pratica aziendale. Sono correlati a 6 aree tecnologiche:

1.        Efficienza energetica
2.        Mobilità sostenibile
3.        Nuove tecnologie della vita
4.        Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali – Turismo
5.        Tecnologie dell’informazione e della comunicazione
6.        Nuove tecnologie per il Made in Italy (Servizi alle imprese; Sistema agro-alimentare; Sistema casa; Sistema meccanica; Sistema moda).

Il legame strutturale con la manifattura e i servizi collegati sono la chiave del sistema ITS. Grazie alla partecipazione attiva delle imprese sia nella co-progettazione didattica che nella governance stessa degli Istituti, rappresentano un accesso privilegiato al mondo del lavoro.
Gli ITS POP DAYS saranno l’occasione per conoscere e avvicinarsi a un percorso formativo che può costituire un trampolino di lancio per il futuro dei nostri giovani.



DEF: CONFINDUSTRIA, BENE LA PROROGA MORATORIA PMI
Orsini: “Indispensabile anche misura per allungare i tempi di rientro dal debito”


Roma, 15 aprile 2021 – “L’estensione della moratoria per le PMI va esattamente nella direzione indicata da Confindustria ed è indispensabile che sia automatica. Bene anche la proroga delle garanzie.

A livello europeo resta comunque essenziale un ripensamento complessivo delle regole per assicurare continuità alle moratorie per tutto il tempo che sarà necessario.  

E’ necessario, inoltre, consentire a tutte le imprese di allungare i tempi di restituzione dei finanziamenti garantiti dagli attuali 6 anni fino a 15 anni. L’impatto di questo intervento sugli investimenti sarebbe estremamente positivo, con un effetto sul Pil 2021 pari ad almeno lo 0,3%. Per questo serve trovare una soluzione in Europa”. Così Emanuele Orsini, Vicepresidente di Confindustria per il credito, la finanza e il fisco in merito alla proroga della moratoria e delle misure di garanzia indicata nel documento di Economia e Finanza.



VACCINI, CONFINDUSTRIA: ACCORDO SU PROTOCOLLI IMPORTANTE PASSO AVANTI. LE IMPRESE POTRANNO CONTRIBUIRE IN MODO CONCRETO ALLA CAMPAGNA

Aziende potranno diventare sia hub sia attivare piani di vaccinazione per i dipendenti

 

Roma, 7 aprile 2021 - “Un passo avanti importante che consentirà alle imprese di poter contribuire in modo concreto e in sicurezza alla campagna di vaccinazione”. Questo il commento di Confindustria in merito all’accordo siglato stanotte con le parti sociali, alla presenza del Ministro del lavoro e del Ministro della salute, in cui è stato definito sia il Protocollo per le vaccinazioni in azienda che l’aggiornamento di quello relativo alle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus siglato l’anno scorso. “Sono state definite linee di indirizzo unitario a livello nazionale, che delineano un quadro regolatorio univoco, in cui le imprese potranno collaborare attivamente alla realizzazione del piano vaccinale. E potranno farlo non solo attraverso la messa a disposizione di propri spazi aziendali hub vaccinali per l’intera popolazione, ma se lo vorranno, anche attuando  piani vaccinali per i dipendenti, rispettando regole e procedure definite nel Protocollo e nei documenti che questo richiama. Inoltre, per le aziende che non ritenessero di assumere direttamente l’onere organizzativo della procedura vaccinale, sarà anche possibile fare ricorso a forme convenzionali con strutture sanitarie private”. Il protocollo tuttavia precisa sia la recente norma che esclude la responsabilità per l’uso dei vaccini sia il fatto che la vaccinazione negli ambienti di lavoro, anche se affidata al medico competente o ad altri sanitari convenzionati con il datore di lavoro, resta una iniziativa di sanità pubblica e non interferisce, quindi, con la disciplina della sicurezza nei luoghi di lavoro. 

 

“Ora quindi – aggiunge Confindustria - non appena la disponibilità dei vaccini lo consentirà sarà possibile dare un forte impulso alla campagna vaccinale. Le quasi 7500 imprese che si sono rese disponili potranno mettersi al fianco delle comunità per contribuire attivamente a questo grande sforzo che coinvolge l’intero Paese. Con spirito di coesione e senso di responsabilità Confindustria supporterà questa sfida”.

 

“Quanto al secondo Protocollo sono state inserite le novità intervenute in questo anno, mantenendo inalterato l’impianto di quelli del 14 marzo e 24 aprile 2020 che, come dimostrano anche i dati forniti da INAIL sono stati molto efficaci nel contenimento e nel contrasto alla diffusione del virus nei luoghi di lavoro. 

Esprimiamo, infine, soddisfazione per il fatto che abbia trovato conferma e condivisione il principio fondamentale secondo cui la pandemia ha natura di rischio biologico generico ed esogeno all’impresa. In questo senso, il contrasto al virus viene valutato dalle autorità pubbliche e viene attuato attraverso i provvedimenti ed i protocolli, escludendo, quindi, la necessità per le aziende di effettuare la valutazione dei rischi e l’aggiornamento del relativo documento di valutazione”. 


UE: I VERTICI DI CONFINDUSTRIA INCONTRANO I DEPUTATI ITALIANI AL PARLAMENTO EUROPEO

Bonomi: “Le scelte dell’Europa sulla sostenibilità saranno determinanti per il destino delle imprese italiane”
 
 

Roma, 25 marzo 2021 - Le priorità dell’industria italiana sui principali dossier europei. Dalla transizione ecologica, al piano vaccinale, fino all’aumento dei prezzi delle materie prime, che sta registrando un’impennata fortissima. Questi i temi al centro dell’incontro, che si è tenuto oggi in videoconferenza, tra il Presidente di Confindustria Carlo Bonomi e il Delegato di Confindustria per l’Europa Stefan Pan, con i deputati italiani al Parlamento europeo. L’appuntamento si è svolto sulla scia del dialogo consolidato tra Confindustria e i rappresentanti delle Istituzioni europee per promuovere le istanze del mondo industriale italiano.

“Le scelte che verranno prese nei prossimi mesi, in particolare sul tema della sostenibilità, saranno determinanti per il destino di molte imprese italiane” – ha affermato il Presidente Carlo Bonomi aprendo i lavori. “Mi riferisco alle decisioni sulle politiche ambientali e, più nello specifico, sull’economia circolare. Si tratta di temi che Confindustria condivide ma c’è la sensazione che a livello europeo non ci sia la consapevolezza degli impatti che alcune decisioni potranno avere sull’industria manifatturiera italiana” – ha fatto notare Bonomi, spiegando che “se l’obiettivo è quello di interpretare le nuove normative con un’idea di crescita economica e di rilancio della competitività, Confindustria è la prima a sostenerle. Invece, rileviamo come alcune componenti in Ue abbiano un approccio ideologico anti-industriale su queste tematiche” – ha osservato il leader degli imprenditori, ricordando l’impegno dell’industria italiana nei processi di transizione ecologica. “Per il terzo anno consecutivo, l’Italia è prima in Europa nel riciclo dei rifiuti urbani e speciali e seconda nel tasso di utilizzo circolare di materia. Siamo molto avanti rispetto ai nostri competitors manifatturieri, per questo scongiuriamo l’adozione di provvedimenti lineari che penalizzerebbero la competitività e i modelli di business del tessuto industriale europeo, che invece sta investendo proprio in questo settore. “Il level playing field è la bussola per tutte le strategie UE che hanno un impatto diretto sul mondo della manifattura” – ha indicato il Presidente Bonomi.  

 

Secondo il numero uno di Confindustria questo approccio dovrà essere scongiurato anche sui dossier relativi al clima e all’energia, che fanno riferimento al Green new deal e alla plastica monouso, che impattano su filiere molto importanti del nostro paese. “Se parliamo di sostenibilità sociale e ambientale, che Confindustria sostiene con convinzione, dobbiamo tenere conto che possiamo farlo solo se c’è la sostenibilità economica – ha fatto notare Bonomi – perché, se non generiamo le risorse non avremo la capacità di dare risposte a queste tematiche. Quindi occorre prima di tutto parlare di transizione  normativa, in modo da elaborare norme che non impattino sul tessuto produttivo producendo effetti deleteri sulle filiere industriali”- ha sottolineato Carlo Bonomi, che ha dedicato l’ultimo passaggio del suo intervento al piano vaccinale europeo e agli effetti distorsivi che sta generando sul sistema produttivo. 

“A breve si parlerà del green digital pass europeo, un tema importantissimo perché ormai è sotto gli occhi di tutti che stiamo uscendo in maniera asimmetrica dalla crisi economica. Alcune economie stanno accelerando e la disponibilità dei vaccini sta diventando un tema geopolitico” – ha osservato Bonomi, rilevando come questo stia determinando alcuni impatti speculativi sulle materie prime, causando effetti molto pesanti specie per un Paese trasformatore come l’Italia. “Nel secondo trimestre abbiamo registrato aumenti impensabili sulle materie prime e ne sta venendo meno anche la disponibilità”.



VACCINI: CONFINDUSTRIA CHIUDE LA MAPPATURA CON OLTRE 7.000 ADESIONI

Ora sarà il Commissario a valutare i siti. Definire con urgenza un protocollo nazionale per le vaccinazioni sui luoghi di lavoro



Roma, 19 marzo 2021 – Sono oltre 7.000 le imprese che in soli nove giorni hanno aderito su base volontaria alla mappatura promossa da Confindustria. Una risposta che conferma lo spirito di servizio del mondo produttivo verso il Paese. Dopo aver condiviso il progetto con il Commissario Straordinario all’emergenza, Generale Figliuolo, Confindustria si è attivata immediatamente per individuare le imprese disponibili a integrare la campagna vaccinale con i loro siti. L’adesione ha investito tutto lo stivale: il 75% delle imprese sono dislocate nel nord del Paese, il 13% al centro e il 12% tra il sud e le isole. Inoltre, nell’85% dei casi, si tratta di imprese del Sistema Confindustria, ma si sono candidate anche realtà al di fuori dal perimetro associativo.

Hanno risposto all’appello tutti i settori, mettendo a disposizione dai capannoni agli uffici, dai terminal aeroportuali ai porti, dalle stazioni ferroviarie agli alberghi, fino agli ippodromi e alle palestre. Si tratta di oltre 10mila locali offerti anche per periodi superiori a 3 mesi. 

Auspichiamo quindi che, non appena la fornitura di vaccini sarà adeguata, venga attivata rapidamente la rete capillare di imprese che ha offerto la propria disponibilità. Migliaia di comunità di lavoratrici e lavoratori potrebbero così essere vaccinate simultaneamente, rafforzando la rete nazionale e accelerando in maniera decisiva la corsa verso l’immunità diffusa. 

Confindustria invierà tutte le informazioni raccolte al Commissario straordinario che provvederà a individuare le realtà da coinvolgere in via prioritaria, in attesa che venga definito un protocollo nazionale per le vaccinazioni in fabbrica, così da essere pronti quando la fornitura di vaccini andrà finalmente a regime.

Le imprese sono, ancora una volta, al servizio del Paese, consapevoli che per sconfiggere la pandemia serve uno sforzo comune. 




 

 

Roma, 10 marzo 2021 – Confindustria, in attesa delle determinazioni e dei protocolli specifici che la gestione commissariale straordinaria ha annunciato alle parti sociali, ha intanto avviato una ricognizione sull’intero sistema associativo. Le Associazioni di tutto il territorio nazionale hanno ricevuto un questionario volto a identificare le imprese concretamente disponibili alla funzione di "fabbriche di comunità", quindi idonee per essere configurate come siti vaccinali e moltiplicare così quelli già attivi nel nostro Paese. Secondo Confindustria è assolutamente prioritario procedere alla copertura più ampia possibile della popolazione nella maniera più rapida ed efficiente. Solo così l’Italia potrà sconfiggere la pandemia, ridurre drasticamente il tragico bilancio di vittime e consentire la più veloce e solida ripresa delle attività economiche, del lavoro e del reddito di tutti gli italiani.    



VACCINI: CONFINDUSTRIA, OBIETTIVO DEVE ESSERE TRACCIARE LA STRADA PER IL RITORNO ALLA NORMALITÀ
Imprese pronte a essere parte attiva della campagna vaccinale pubblica


Roma, 4 marzo 2021 - Nel corso dell’incontro di oggi convocato dal Ministro Orlando, Confindustria, rappresentata dal Direttore Generale Francesca Mariotti, ha ribadito la disponibilità delle imprese a collaborare in modo attivo alla campagna pubblica di vaccinazione. L’obiettivo è supportare le Istituzioni e favorire un graduale ritorno alla normalità. Le imprese mettono a disposizione della “macchina” organizzativa pubblica i luoghi di lavoro che le Autorità sanitarie riterranno adeguati.

La delicatezza del tema affrontato, le gravi ma necessarie scelte di salute pubblica e i loro effetti sull’economia impongono decisioni tempestive e trasparenti, nel quadro di una regia unica nazionale. 

Con circa 5,5 milioni di dipendenti delle imprese associate a Confindustria è possibile raggiungere un bacino di circa 12 milioni di persone, considerando i nuclei famigliari, garantendo un supporto fondamentale allo sforzo del Paese. 

L’obiettivo delle imprese è avere tempi e condizioni certi per un graduale ritorno alla normalità. Per questa ragione Confindustria ha da tempo presentato a Governo e sindacati una proposta operativa che individua tempi e strumenti per affrontare gli effetti, diretti e indiretti, della pandemia sul mercato del lavoro. Non è più sufficiente limitarsi a preservare l’esistente e gestire l’emergenza, occorre imboccare la strada della ripresa.


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CONFINDUSTRIA, ENEL X E 4.MANAGER PREMIANO I BEST PERFORMER DELL’ECONOMIA CIRCOLARE

Oggi la cerimonia finale della seconda edizione del concorso. Nove le aziende scelte dal Comitato Tecnico Scientifico del progetto


Roma, 2 marzo 2021 - Calabra Maceri e Servizi, Daikin, Dal Maso Group, Gruppo Società Gas Rimini, Maire Tecnimont, Mapei, Rete Horeca Group, Sisifo e TM Italia. Sono queste le nove realtà aziendali vincitrici, ciascuna per la propria categoria di riferimento, del concorso “Best performer dell’Economia Circolare”. Giunta alla sua seconda edizione e ideata da Confindustria (Sistemi Formativi Confindustria) ed Enel X, con la collaborazione di 4.Manager, la manifestazione si è conclusa questa mattina, con la cerimonia di premiazione online avvenuta nel corso di un webinar. Con 210 aziende partecipanti, quest’anno la manifestazione ha registrato un netto incremento rispetto all’edizione precedente, che aveva visto l’iscrizione di 160 realtà. 

L’obiettivo del concorso è quello di far emergere e valorizzare le imprese che più hanno saputo cogliere lo spirito e le opportunità di business offerte dal modello economico circolare nelle diverse fasi del ciclo produttivo (approvvigionamento, design, produzione, distribuzione, consumo, recupero, riciclo). Una testimonianza che conferma come anche per realtà imprenditoriali operanti in settori produttivi diversi tra loro, l’economia circolare sia una sfida per conseguire un vantaggio competitivo che genera un impatto positivo anche in termini ambientali, energetici ed economici.

Infatti, i best performer sono quelle imprese che, nell’arco temporale degli ultimi tre anni 2018-2020, hanno intrapreso azioni finalizzate allo sviluppo di un modello di business o all’attivazione/aggiornamento del processo produttivo, in un’ottica di transizione elaborata nella “logica circolare”. Al termine del percorso di valutazione, coordinato dal Comitato Tecnico Scientifico del progetto di cui fanno parte esperti di provenienza accademica, imprenditoriale ed istituzionale, sono stati individuati e premiati i “Best performer dell’economia circolare”.

Le aziende premiate riceveranno il Circular Economy Report, sviluppato da Enel X e certificato da enti indipendenti. Il report ha come obiettivo di analizzare lo stato di maturità circolare del business nell’ambito dei processi produttivi, logistici e amministrativi e individuare i gap e le opportunità. Infatti, l’analisi di circolarità non rappresenta il punto di arrivo, ma uno strumento di lavoro per individuare ulteriori soluzioni, misurabili e concrete che, una volta implementate, permetteranno alle imprese di ottenere un vantaggio competitivo proprio grazie alle numerose opportunità offerte dall'economia circolare. L’obiettivo è condividere il know how circolare che Enel X ha sviluppato negli anni e fornire un contributo utile all’esigenza condivisa di stimolare e valorizzare l’impegno delle aziende verso un livello di sostenibilità sempre maggiore.

La collaborazione tra Confindustria, Enel X e 4.Manager è nata grazie all’impegno che ormai da tempo queste realtà hanno dimostrato sul tema dell’Economia circolare, per individuare le aree di miglioramento e supportare le imprese negli investimenti nel campo della sostenibilità ambientale.

Sono ancora in corso le candidature per la terza edizione del concorso, relativa al 2020-2021. Le iscrizioni avranno termine il 31 marzo e tutti i dettagli sono online su http://economiacircolare.confindustria.it/.


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