COMUNICATI STAMPA

Roma, 19 giugno 2014 - Oggi l'Assemblea straordinaria di Confindustria ha approvato il nuovo Statuto che rende operative da subito le linee guida della Riforma del sistema associativo approvata dalla Giunta lo scorso ottobre.



Dopo soli 15 mesi dall'insediamento della Commissione Pesenti e dai lavori del Comitato di implementazione guidato da Antonella Mansi, quella del 2014 è la terza riforma in più di 100 anni di storia, dopo la Riforma Pirelli del 1970 e la Mazzoleni del 1991, e consegna al sistema una struttura più snella, più efficace, meno costosa.



“È un giorno storico per noi - ha commentato il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi nel corso del suo intervento all'Assemblea - siamo di fronte a una vera e incisiva trasformazione del sistema. Oggi nasce la Confindustria di domani e nasce grazie alla volontà e al coraggio delle associazioni e dei territori che sono la nostra vera ricchezza. Confindustria non può e non vuole fare a meno delle sue peculiarità settoriali e delle sue eccellenze produttive. Abbiamo realizzato una spending review di sistema, mirata, che ci consentirà, grazie ai processi aggregativi, di essere più autorevoli ed efficaci. Noi ce l'abbiamo fatta - ha concluso Squinzi - e sono orgoglioso di dire che siamo un esempio per tutte le istituzioni e la politica, alla quale diciamo: fate anche voi le vostre riforme, altrimenti il Paese non vi crederà più”.



Tra le principali novità introdotte: il passaggio dagli attuali 3 livelli degli organi direttivi a 2: il Consiglio di Presidenza (attuale Comitato di Presidenza) composto da 10 membri (incluso il presidente). Ne fanno parte di diritto il Presidente di Piccola Industria, il Presidente dei Giovani Imprenditori e il Presidente del Consiglio delle Rappresentanze Regionali e per le Politiche di Coesione Territoriale, raccordo tra il centro e le istanze del territorio (il cui presidente sarà alternativamente un imprenditore del Nord e del Sud; il primo sarà di diritto del Sud). Il Consiglio Generale (che sostituisce la Giunta) sarà composto all'incirca di 160 membri, diminuendo di oltre il 30% rispetto all’attuale composizione. Può essere costituito, ad avviso del presidente, un Advisory Board, organo consultivo di elaborazione strategica per la presidenza di Confindustria. Viene soppresso il Consiglio Direttivo.



Tutte le associazioni di sistema partecipano all’Assemblea dei Delegati (attuale Assemblea Generale).



In tre anni, inoltre, si dimezzerà il numero delle associazioni (oggi 258), portando a compimento un percorso verso l’aggregazione e la razionalizzazione (con fusioni, patti federativi e altre formule organizzative) che è già partito con una vitalità superiore ad ogni più ottimistica previsione coinvolgendo ad oggi circa il 70% delle associazioni.



Sarà rafforzata la presenza in Europa, operativa da subito, anche in vista del semestre europeo: a Roma si aggiunge la sede di Bruxelles e una nuova struttura che funzionerà di raccordo con le Confindustria estere e per tutte le attività di internazionalizzazione.



L'Assemblea straordinaria ha anche approvato il nuovo Codice Etico di Confindustria che aggiorna, integra e rafforza il sistema etico-valoriale codificato per la prima volta nel 1991 per riaffermare quanto il rigoroso rispetto della legalità sia patrimonio imprescindibile del sistema.



Il Codice è suddiviso in una Carta dei valori e dei principi valida per l’intero sistema associativo, una Carta degli impegni per orientare l’attività del sistema e lo sviluppo delle relazioni con gli stakeholder e infine un Codice di condotta che enuclea specifici impegni per gli imprenditori associati e le principali componenti del sistema.



Rimangono in vigore la direttiva del 1992 (che disciplina le sanzioni, decadenza e sospensione dalle cariche associative e da incarichi esterni, per gli imprenditori in ipotesi di reati contro la PA) e la direttiva del 2010, che ha introdotto una normativa indirizzata esclusivamente alle associazioni del Mezzogiorno (recepita volontariamente anche da associazioni del Centro-Nord) per sanzionare, con la sospensione e nei casi più gravi con l’espulsione, ogni tipo di comportamento legato a infiltrazioni malavitose di stampo mafioso.



La nuova normativa, che sostituisce interamente la precedente, adegua l’impianto etico-valoriale di Confindustria all’attuale contesto, estendendo la Carta dei valori e dei principi alla sostenibilità, all’innovazione e alla competitività e implementando gli orientamenti comportamentali per ogni associazione o individuo coinvolti nell’agire di Confindustria. 

Oggi il presidente Giorgio Squinzi ha incontrato il ministro Giuliano Poletti, cui ha presentato le proposte di Confindustria sul mercato del lavoro.

 

Roma, 21 maggio 2014 – Oggi il presidente Giorgio Squinzi ha incontrato il ministro Giuliano Poletti, cui ha presentato le proposte di Confindustria sul mercato del lavoro
 

Confindustria ha ribadito al ministro la sua disponibilità per costruire un mercato del lavoro moderno impegnandosi pure a collaborare fattivamente al progetto Garanzia Giovani, anche attraverso i Fondi interprofessionali. 
 

Il mercato del lavoro italiano è anacronistico e non aiuta la ripresa dell’occupazione che è la vera grande emergenza da affrontare. I giovani vivono una condizione drammatica, tagliati fuori dal mercato del lavoro: dobbiamo cambiare le regole. 
 

Occorre ripensare con coraggio il modello del contratto a tempo indeterminato, in modo che le imprese siano incoraggiate a utilizzarlo. Le proposte riguardano anche il tema degli ammortizzatori sociali. Le imprese devono poter reagire molto rapidamente alle difficoltà affrontando i processi di ristrutturazione con maggiore velocità, e vanno costruite condizioni migliori per l'occupazione dei giovani e degli anziani. La riforma della contrattazione va completata. Le regole sulla rappresentanza vanno applicate coerentemente. L'obiettivo rimane quello di avere un quadro di regole certe ed esigibili che permetta di proseguire quel processo di decentramento della contrattazione collettiva che si riscontra in Europa e che in Italia è governato dal contratto collettivo nazionale di categoria. La contrattazione aziendale va favorita, ma a condizione di legare i salari ai risultati di redditività e produttività.

                  

                                           

                                                                                


 
Roma, 17 maggio 2014 – 80 aziende, 6 associazioni imprenditoriali e 4 istituti bancari, per un totale di 200 partecipanti. Questi i numeri della 34ma Missione di sistema che fa tappa a Maputo, dal 19 al 21 maggio, con l’obiettivo di approfondire le opportunità di business per le imprese italiane nei settori agroindustria, infrastrutture ed energia.

 

La missione è promossa dai Ministeri dello Sviluppo Economico e degli Affari Esteri ed è organizzata, nell’ambito della Cabina di Regia per l'Italia internazionale, da Confindustria, ICE-Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, ABI, Unioncamere, RETE Imprese Italia e Alleanza delle Cooperative Italiane. L’iniziativa è guidata dal Vice Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, insieme a Paolo Zegna, Presidente del Comitato tecnico per l’Internazionalizzazione di Confindustria, Roberto Luongo, Direttore Generale dell’Agenzia ICE e Guido Rosa, rappresentante del Comitato di Presidenza ABI con delega per l’internazionalizzazione.

 

In programma, oltre al Forum Istituzionale alla presenza del Ministro dell’Industria del Mozambico Armando Inroga, seminari di approfondimento e incontri bilaterali tra le imprese italiane e le controparti locali, facilitati anche dall’Ambasciata d’Italia a Maputo.

 

Per  Abi  e  le  banche quella in Mozambico è la prima missione in un paese dell'Africa  Subsahariana, a conferma delle grandi potenzialità di crescita che  il  settore vede in questo mercato. La delegazione bancaria è composta da  quattro dei principali gruppi italiani, che rappresentano oltre la  metà  del  settore  in  termini  di  totale  attivo  (Intesa  Sanpaolo, Unicredit,  UBI Banca e Banca Popolare di Vicenza). Durante gli incontri di business  le  banche  saranno  a  disposizione  delle  imprese  italiane  e mozambicane  per  supportarle al meglio nell'individuazione delle soluzioni finanziarie  più adatte a realizzare eventuali progetti di investimento nel paese. 

 

La presenza dell’Alleanza delle Cooperative conferma l’impegno ultradecennale della cooperazione italiana nei progetti di sviluppo in Africa. In Mozambico sarà dedicato un forum di presentazione delle numerose best practice realizzate, nei distretti di Sofala, Caia, Maputo e Cabo Delgado, nella formazione e assistenza nei settori del microcredito e microrisparmio, agricoltura e sviluppo rurale, turismo e pianificazione urbanistica. L’obiettivo è estendere il modello cooperativo anche in altri distretti del Mozambico, che ha imboccato un importante trend di sviluppo e di crescita.

 

Il Mozambico registra un aumento del PIL reale tra i più elevati del continente africano (8% in media all'anno) e la sua economia continuerà a crescere anche nei prossimi anni, stimolata dal dinamismo del settore del carbone e dai nuovi investimenti infrastrutturali.

L’industria estrattiva (gas, carbone, minerali) è un importante volano per i settori più dinamici dell'economia, mentre agricoltura e pesca contribuiscono per circa il 30% alla formazione del PIL e impiegano oltre l’80% della forza lavoro.

L’Italia è il quarto paese cliente del Mozambico - dopo Sud Africa, Belgio e Cina - con una quota del 12,3% sul totale dell’export mozambicano. Ad oggi, sono presenti in Mozambico circa 90 aziende italiane attive nei settori di punta dello sviluppo del paese: idrocarburi, infrastrutture, biocombustibili, agro-industria, turismo, trasporti e servizi, oltre ad una serie di realtà imprenditoriali locali gestite da italiani.

 

Roma, 16 aprile 2014 - Presentare best practice italiane e olandesi su settori strategici altamente innovativi e rafforzare la collaborazione tra Italia e Olanda anche in vista di Horizon 2020 (nuovo programma quadro europeo per la ricerca e l’innovazione). Questi gli obiettivi dell’Innovation Forum che si è tenuto oggi in Confindustria. Un evento, organizzato in collaborazione con l’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi in Italia, al quale sono intervenuti tra gli altri, Alberto Baban, Presidente Piccola Industria Confindustria, Emanuele Fidora, Direttore Generale per la Ricerca del MIUR, Jasper Wesseling, Vice Direttore Generale Imprenditoria e Innovazione del Ministero olandese per Affari Economici e l’Ambasciatore dei Paesi Bassi in Italia, H.E. Michiel den Hond.
 

Nel corso della giornata sono stati presentati i distretti italiani e olandesi più innovativi, con  workshop tematici e interattivi dedicati ai settori della High Tech Mobility, dell’Agrofood Processing e del Life Sciences & Health. Inoltre sono state delineate azioni concrete di follow-up volte a rafforzare ulteriormente la collaborazione tra i due paesi come partner nell’innovazione.
 

“L’Olanda è uno dei paesi leader nell’innovazione a livello mondiale e l’Italia vanta delle eccellenze nei settori hi-tech - afferma Alberto Baban, Vice Presidente Confindustria e Presidente Piccola Industria Confindustria – penso per esempio al settore bio-medicale o a quello della robotica e meccatronica. I cluster italiani sono apprezzati su scala mondiale per la tecnologia e la qualità dei loro prodotti e rappresentano una componente del nostro settore industriale viva e capace di essere sempre più protagonista. Favorire un interscambio di conoscenze ed esperienze con un paese come l’Olanda, in questa fase, può contribuire a rafforzare quella cultura dell’innovazione oggi indispensabile per il rilancio economico e la crescita.
 

Gli fa eco l’ambasciatore Den Hond: “Sono piacevolmente sorpreso dal livello di interesse e partecipazione che durante questo forum sia le autorità che il settore privato italiani hanno dimostrato verso le conoscenze e le esperienze olandesi. È la dimostrazione che il modello olandese della stretta collaborazione tra autorità, istituti di ricerca, università e aziende,  si può estendere anche a una fruttuosa cooperazione con i nostri partner italiani.”
 

L’Olanda è uno dei paesi più innovativi con distretti molto tecnologici: il Brainport Eindhoven (nominata nel 2011 la regione più intelligente a livello mondiale e più favorevole per gli investimenti dell’Europa dell’Ovest), la Food Valley NL a Wageningen e il Leiden Bio Science Park. I Paesi Bassi – secondo l’indice di competitività economica internazionale stilato dal World Economic Forum - si posizionano all’ottavo posto, confermando il ruolo di attore globale anche nel campo della ricerca e dell’innovazione in settori specifici, con ben 8 università nella classifica delle top-100.
 

Anche per l’Italia i comparti altamente tecnologici e sostenibili rappresentano punte di eccellenza. Il nostro paese, infatti, mira al rafforzamento di collaborazioni con partner stranieri anche nell’ottica del perseguimento di obiettivi europei (Horizon 2020) puntando allo sviluppo di cluster nazionali fortemente innovativi. Le autorità italiane e il settore privato guardano con molto interesse alle conoscenze e alle esperienze olandesi in questi settori in virtù anche della stretta collaborazione tra autorità, istituti di ricerca, università e aziende, una delle chiavi di successo del modello olandese.
 

Ufficio Stampa Reale Ambasciata dei Paesi Bassi
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Roma, 15 aprile 2014 –  Rendere obbligatoria a livello europeo l'indicazione del paese di origine sui prodotti di consumo è un passo fondamentale se si vuole puntare alla crescita e al rilancio del manifatturiero, in Italia come in Europa.



Così Confindustria in seguito all’approvazione avvenuta oggi pomeriggio da parte del Parlamento europeo della Relazione dell’On. Schaldemose sulla proposta di Regolamento sulla sicurezza dei prodotti di consumo che contiene all’articolo 7 l’obbligo di indicazione di origine. 



Confindustria esprime particolare soddisfazione per il sostegno che il Parlamento europeo ha dato alla proposta di introdurre un “made in” obbligatorio a livello UE presentata dalla Commissione europea su impulso del Vice Presidente Tajani e si augura che in Consiglio si riesca a raggiungere rapidamente un accordo politico perché l’approvazione dell’art. 7 sul “made in” da parte del Parlamento europeo rappresenta un risultato di fondamentale importanza per il Sistema Italia, reso possibile grazie al contributo delle associazioni di settore italiane ed europee ed alla mobilitazione degli eurodeputati italiani maggiormente coinvolti in questo dossier. 



Confindustria auspica che sulla proposta di Regolamento approvata oggi in prima lettura dal Parlamento europeo il Consiglio possa trovare una convergenza in tempi brevi, in vista anche del semestre di Presidenza italiana dell’UE.

Fare di più su costo del lavoro e investimenti
 

Roma, 9 aprile 2014 - Il Documento di Economia e Finanza approvato ieri dal Consiglio dei Ministri, in base alle informazioni al momento in nostro possesso, traccia una salutare accelerazione riformatrice per il paese, a partire dal riassetto istituzionale, coerente con gli indirizzi annunciati dal Governo al momento del suo insediamento. L'attuazione sarà ora il banco di prova fondamentale e richiederà un impegno deciso del Governo affinché le misure programmate non finiscano nel limbo degli annunci e possano dare vita ad un progetto di sviluppo e di cambiamento realmente strutturale.


Andranno inoltre rafforzate le misure per la competitività delle imprese. Confindustria ritiene, infatti, un passo troppo timido la riduzione dell'Irap pari al 10% annuo a regime, e dunque ad un importo minore nel 2014. Non può che essere un primo segnale, cui dovrà necessariamente seguire una riduzione strutturale e sostanziale del costo del lavoro pagato dalle imprese, vero nodo da sciogliere per favorire la ripresa. Resta, inoltre, il timore che l'aumento della tassazione sulle rendite finanziare a copertura del taglio dell'Irap possa penalizzare l’accesso delle imprese a canali di finanziamento alternativi a quello bancario, in una fase di persistente contrazione del credito.

 

E proprio per riattivare la liquidità, sarà decisivo il capitolo dei pagamenti dei debiti PA. Va al più presto completata l’operazione di smaltimento dell'arretrato e posti paletti affinché non si ripetano mai più simili situazioni. Su questo punto è degno di nota l'impegno del Governo ad impiegare ulteriori 13 miliardi, che andrebbero ad aggiungersi ai 47 già stanziati, e a definire meccanismi per assicurare che i debiti delle imprese siano pagati integralmente. Occorrerà però verificare se le misure allo studio siano sufficienti. 
 

Confindustria valuta positivamente l’attenzione dedicata al Fondo di Garanzia per le pmi, alla nuova Sabatini, allo sviluppo di strumenti finanziari alternativi al credito e la proposta di promuovere la patrimonializzazione delle imprese in particolare rifinanziando l'ACE. Bene anche la flessibilità sull'utilizzo dei Fondi strutturali a sostegno degli investimenti. 
 

Non sembra, invece, esserci un analogo impegno nel settore degli investimenti pubblici in infrastrutture in cui non si registrano sostanziali segnali di inversione di tendenza rispetto alla notevole riduzione delle risorse verificatasi negli scorsi anni . Anche nel settore dello sviluppo sostenibile le misure previste non appaiono coerenti con gli obiettivi di efficienza energetica e di crescita della green economy previsti dai target europei per il 2020. 
 

Infine, è positivo l’impegno del Governo a rendere la spending review un esercizio permanente, in grado di portare a una riduzione strutturale della spesa pubblica, attraverso un miglioramento dei processi e delle organizzazioni delle PA.

Roma, 22 gennaio 2014 – Sostegno convinto di Confindustria all’Industrial Compact annunciato oggi dal Vice Presidente della Commissione Ue Antonio Tajani, cui va riconosciuto merito e determinazione.
Si tratta di un chiaro segnale della volontà dell’Europa di puntare sull’industria. Occorre ora andare avanti e tradurlo, al più presto, in misure concrete per un effettivo rilancio della crescita e dell’occupazione, possibili solo attraverso il manifatturiero. Confindustria si augura che la futura Presidenza italiana – insieme alle istituzioni e ai governi europei – raccolga questa sfida e faccia proprie queste proposte.

Nel merito, prendiamo atto che è stata accolta la nostra richiesta di mantenere valida la lista dei settori a rischio di carbon leakagefino al 2020 e di non modificare l’assetto normativo dell’Emissions Trading Scheme fino a tale data, ma restiamo fortemente preoccupati per il quadro delle politiche climatiche ed energetiche da qui al 2030.

Un obiettivo europeo unilaterale vincolante di riduzione delle emissioni di CO2 del 40% al 2030 rischia di essere irrealistico e autolesionista in una fase critica come l’attuale e di avere gravi effetti sulla competitività dell’industria italiana ed europea, senza produrre i risultati sperati. Questa scelta potrebbe portare a un aumento del prezzo dell’energia elettrica all’ingrosso tra il 15 e il 20%, incrementando ulteriormente il gap rispetto all’industria americana che oggi già paga l’energia oltre il 50% in meno dell’industria europea.

L’applicazione ai soli Stati membri della Ue implica ulteriori, pesanti sforzi di riduzione delle emissioni da parte dell’industria, a fronte dell’indifferenza degli altri Paesi. La sfida ambientale va sostenuta, è una grande opportunità di crescita anche per la nostra industria, che è per altro all'avanguardia nei settori della tecnologia per l'efficienza energetica, ma porre obiettivi vincolanti significherebbe tarpare le ali allo sviluppo della filiera tecnologica italiana dell'efficienza, costringendo all’uso di tecnologie non valide né sul piano economico né su quello ambientale.

Roma, 22 gennaio 2014 - Confindustria accoglie positivamente il differimento della scadenza dell'autoliquidazione INAIL dal 16 febbraio al 16 maggio 2014 comunicato oggi dai Ministri dell'Economia e delle Finanze e del Lavoro e Politiche Sociali. Si da così il via all'intervento di riduzione del costo del lavoro, fortemente sostenuto da Confindustria, disposto dall'ultima legge di stabilità.

L'iniziativa di oggi recepisce una richiesta delle imprese, che potranno beneficiare della riduzione dei premi INAIL già nel corso del 2014 (senza dover procedere a conguagli nel 2015) e di una maggiore liquidità nei primi mesi dell'anno.

Roma, 20 marzo 2014 – Presentare nuovi modi per accedere ai mercati africani e mostrare le molteplici opportunità d’affari che possono cogliervi le imprese italiane. Questi i temi del Business Forum Italia-Africa e della Country Presentation del Mozambico, ospitati oggi da Confindustria e a cui hanno assistito oltre 200 partecipanti tra aziende, associazioni, banche e istituzioni.

Presenti, tra gli altri, Paolo Zegna, Presidente del Comitato Tecnico per l’internazionalizzazione di Confindustria, Carlo Calenda, Vice Ministro per lo Sviluppo Economico, ed i vertici del Ministero degli Esteri, dell’ICE e delle principali istituzioni operanti nei mercati africani. Ospite d’onore il Ministro dell’Industria e Commercio del Mozambico, Armando Inroga. 

Nel corso della giornata, il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi ha firmato un memorandum d’intesa tra Confindustria e CPI (Centro di Promozione degli Investimenti Mozambico), CTA (Confederazione delle imprese mozambicane), IPEME (Istituto PMI mozambicano) e IGEPE (Istituto per la Gestione delle Partecipazioni dello Stato) con l’obiettivo di dare il via a iniziative sistemiche tra Italia e Mozambico per sviluppare il settore dell’agroindustria attraverso progetti interfiliera. Tali progetti intendono contribuire alla riduzione della povertà nelle aree meno sviluppate del Mozambico, creando occupazione, trasferendo know how, utilizzando fornitori locali ed incoraggiando relazioni di business durature e sostenibili con partner mozambicani.

“In Africa è in corso un enorme processo di sviluppo e diversificazione economica – ha affermato il Vice Ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda - con previsioni di crescita dei consumi che già oggi impongono alle nostre imprese di posizionarsi su alcuni mercati dell’area. L’Africa sta cambiando. Crescono i consumi pro-capite e l’urbanizzazione, ma alcuni paesi stanno compiendo passi importanti anche nella costruzione di un moderno settore manifatturiero. L’Italia si pone quindi come partner ideale per queste economie, grazie alla forza del nostro export, dai beni di consumo a quelli strumentali, e all’esperienza maturata in Africa dalle nostre imprese nel settore delle infrastrutture. Per promuovere gli scambi e gli investimenti in questa regione – ha aggiunto Calenda - abbiamo varato insieme al Ministero degli Affari Esteri un Piano Africa, la cui prima iniziativa sarà la missione imprenditoriale del sistema Italia il prossimo 19-21 maggio in Mozambico”.

“Lo sviluppo economico dei paesi africani - ha spiegato Paolo Zegna, Presidente del Comitato Tecnico per l’internazionalizzazione di Confindustria - verrà trainato dalle risorse naturali largamente presenti, che avranno però necessità, per essere sfruttate appieno, di infrastrutture collegate. Un approccio interfiliera può fornire un valore aggiunto sostenibile e duraturo. In questa logica, sul Mozambico, Confindustria sta lavorando per la promozione di progetti di sviluppo del settore agricolo, nell’ottica di offrire al Governo locale iniziative che prevedano un trade off tra i redditi derivanti dalle scoperte di gas e lo sviluppo di un settore che occupa l’81% della popolazione”.

Secondo i dati della Banca Mondiale ben 11 nazioni africane figurano nella lista dei primi 20 paesi per tassi di crescita previsti tra il 2013 ed il 2015. Tra queste il Mozambico offre interessanti opportunità, soprattutto nei settori dell’agroindustria, delle infrastrutture e dell’energia, su cui si concentrerà la missione di maggio.

Oggi il Consiglio Direttivo di Confindustria ha approvato un documento sulle riforme istituzionali. Per Viale dell’Astronomia esse rappresentano il primo banco di prova di quello spirito costituente e di rinascita su cui si gioca il futuro del Paese. Obiettivi: istituzioni più moderne, regole migliori, un’organizzazione amministrativa più efficiente. Tutti presupposti imprescindibili per rilanciare la crescita e la competitività ed essere al passo con le altre Regioni d’Europa.


La revisione del Titolo V deve essere il cuore della riforma costituzionale, passando per l’ampliamento della competenza esclusiva dello Stato, la reintroduzione del principio dell’interesse nazionale, una cabina di regia unitaria in materia di politica industriale che non neghi il ruolo chiave delle Regioni nello sviluppo dei territori.In linea con le proposte del Governo, il documento propone di rivedere l’assetto parlamentare e il procedimento legislativo, in modo da superare il bicameralismo perfetto e istituire un Senato delle Autonomie.

Per Confindustria è poi necessario snellire una macchina pubblica ormai elefantiaca. Questo significa abolire le Province, istituire le Città metropolitane e fissare una soglia minima per i Comuni a 5mila abitanti. Infine, è prioritario recuperare il buono stato delle finanze di Regioni ed Enti locali. Ciò significa tagliare in modo drastico il numero di società partecipate ed enti pubblici intermedi, portare a termine il federalismo fiscale con i fabbisogni e i costi standard e introdurre meccanismi severi per responsabilizzare gli amministratori locali.

 

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