COMUNICATI STAMPA

Oltre 700 le aziende coinvolte e 30.000 i partecipanti all’iniziativa promossa da Piccola Industria

Oltre 700 le aziende coinvolte e 30.000 i partecipanti all’iniziativa promossa da Piccola Industria
 

 

Le piccole e medie imprese di Confindustria incontrano i giovani nella quinta edizione del PMI DAY, l’iniziativa promossa da Piccola Industria in collaborazione con le Associazioni di Confindustria. 

 

Sarà il 14 novembre la giornata di apertura delle PMI per visite aziendali e incontri che potranno svolgersi anche in date successive. Oltre 700 le imprese coinvolte su tutto il territorio nazionale e 30.000 gli studenti e gli insegnanti che parteciperanno all’iniziativa, aperta anche alle famiglie, ai rappresentanti di enti  locali e ai giornalisti. Un dato significativo che si somma ai 100.000 giovani coinvolti complessivamente nelle 4 precedenti edizioni.

 

Un giorno in azienda, nel cuore dell’attività produttiva, per vedere come nasce un prodotto e conoscere da vicino i protagonisti dell’impresa. In questa edizione sono parte del progetto a fianco delle Associazioni territoriali anche ANIMA e ASSOSISTEMA-AUIL, una Federazione e una Associazione di settore di Confindustria e AdottUp, il programma di Piccola Industria, con alcune delle startup adottate da PMI. 

 

 

“Anche quest’anno - afferma il Presidente di Piccola Industria Confindustria, Alberto Baban - portiamo i giovani a diretto contatto con la realtà delle imprese, per mostrare loro che il nostro lavoro è fatto di impegno  concreto e di passione, a fianco ai nostri collaboratori e con lo sguardo sempre rivolto al cambiamento e aperto al nuovo. Vogliamo dire ai ragazzi che devono guardare al futuro con ottimismo, divenendone protagonisti. Portiamo i giovani nelle fabbriche - prosegue Baban - per promuovere la diffusione della cultura d’impresa, ma anche perché riteniamo di poter contribuire in questo modo ad avvicinare sempre di più scuola e lavoro. In questa fase la crescita dell’occupazione giovanile è la grande sfida che abbiamo di fronte”.

 

L’edizione di quest’anno del PMI DAY si svolgerà nella stessa giornata di Orientagiovani, l’appuntamento di Confindustria dedicato all’orientamento, nella logica di un percorso comune tra le attività dedicate alle nuove generazioni e volte a rafforzare la collaborazione e il dialogo tra mondo dell’istruzione e mondo dell’impresa. Proprio per dare continuità al rapporto con i giovani, l’iniziativa di Piccola Industria non si esaurisce nella Giornata Nazionale ma diviene un progetto più ampio e permanente che raccoglie sotto la cornice di Industriamoci tutte le iniziative che Piccola Industria con i tanti Comitati territoriali organizza nell’arco dell’anno.

 

La Quinta Giornata Nazionale delle Piccole e Medie Imprese è inserita nell’ambito della XIII Settimana della Cultura d’Impresa organizzata da Confindustria e nella Settimana Europea delle PMI promossa dalla Commissione europea.      

Urgente definire le misure per i settori manifatturieri

“Bene l'accordo politico raggiunto, ma ora è necessario puntare sulla competitività dell'industria europea". Così Confindustria commenta le conclusioni del Consiglio Europeo sugli obiettivi climatici ed energetici per il 2030.

 

“Confindustria esprime apprezzamento per il ruolo svolto dal Governo italiano durante il difficile negoziato, per assicurare che gli obiettivi di sostenibilità ambientale siano perseguiti salvaguardando la competitività delle imprese. A questo proposito è positivo che sia stata accolto l'appello dell'industria europea ad adottare un unico obiettivo vincolante, quello relativo alla riduzione delle emissioni, lasciando flessibilità agli stati membri nella scelta delle soluzioni tecnologiche piu efficienti ed efficaci. Questo consentirà di valorizzare al meglio le specificità dei sistemi industriali nazionali sul fronte delle rinnovabili e dell'efficienza energetica.

 

Quest’ambizioso obiettivo, richiederà una riduzione del 43% nei settori industriali ETS e del 30% nei settori non-ETS. Uno sforzo quest’ultimo particolarmente penalizzante per l’Italia in ragione del PIL procapite.

 

Per l’industria italiana si tratta di un sacrificio ulteriore mentre il Paese ancora fatica ad uscire dalla crisi economica. Per questo è importante che sia stato assicurato un impegno politico per ridurre gli impatti diretti e indiretti sull’industria energivora esposta a rischio di delocalizzazione. Tuttavia è essenziale che la Commissione garantisca una gestione armonizzata degli strumenti per evitare distorsioni nella concorrenza tra i paesi Ue.

 

Confindustria ribadisce che la lotta ai cambiamenti climatici deve essere perseguita a livello globale. Per questo auspica che nella Conferenza di Parigi 2015 si raggiunga un accordo per ristabilire condizioni di equità sul mercato internazionale, imponendo alle altre maggiori economie gli stessi obiettivi climatici dell’Ue, che oggi conta per l’11% delle emissioni globali.

 

Adesso è fondamentale definire le misure per le industrie energivore, in modo da evitare un’ulteriore perdita di competitività di questi settori e delle relative filiere rispetto ai concorrenti dei paesi extra Ue”.

Bolla: “Il dialogo scalfisce la cultura del sospetto. Per far ripartire gli investimenti serve ridurre l’imposizione sulle imprese, ma anche certezza, prevedibilità e affidabilità del sistema fiscale. Al via un tavolo di confronto nazionale sulle attività all’estero”

 

Orlandi: “E’ nostro dovere preservare le imprese che lavorano nel rispetto delle regole, garantendo la certezza del loro operato e concentrando i controlli sulle grandi frodi”

 

Zuccato: “In Veneto imprese ed amministrazione finanziaria regionale hanno instaurato un dialogo costante per affrontare i casi più complessi. L’obiettivo semplificazione e l’interpretazione “saggia ed equilibrata” delle norme rimangono sempre centrali”  

 

Riparte dal Veneto, con il nuovo direttore dell’Agenzia delle Entrate,  il ciclo di incontri sul territorio tra Confindustria e Agenzia delle Entrate. Il presidente del Comitato Tecnico Fisco di Confindustria Andrea Bolla insieme al presidente di Confindustria Veneto Roberto Zuccato e alle imprese venete hanno incontrato a Venezia il direttore Rossella Orlandi e i vertici dell’Agenzia delle Entrate. L’iniziativa vuole avvicinare l’Amministrazione finanziaria e il tessuto produttivo per ristabilire un clima di fiducia reciproca  e dissipare la logica del sospetto.

 

Bolla: “Il fisco può diventare volano di crescita – osserva Andrea Bolla, presidente del Comitato Tecnico Fisco di Confindustria – ma oltre a una riduzione delle imposte che gravano sulle imprese, a partire dall’IRAP, è necessario un cambiamento culturale. Il dialogo con l’Agenzia delle Entrate è essenziale per scalfire quella cultura del sospetto che a volte orienta l’attività del legislatore. Le incomprensioni che nascono dalle attività di accertamento sono l’emblema di un sistema in crisi, che va riequilibrato migliorando i metodi di controllo e colpendo l’evasione nei settori in cui è endemica, nell’interesse di tutti. Se si vogliono far ripartire gli investimenti e l’occupazione, certezza, prevedibilità e affidabilità del sistema fiscale sono fattori imprescindibili. Ma è anche necessario che le aziende possano operare in un clima sereno. Per non danneggiare le imprese che ogni giorno sfidano i mercati internazionali, abbiamo proposto all’Agenzia delle Entrate di avviare a livello nazionale un tavolo di confronto sulle attività internazionali, che spesso finiscono sotto la lente del fisco. Mi riferisco in particolare – continua Bolla – alla tematica del transfer pricing. Le nostre imprese hanno bisogno dei mercati internazionali per crescere. Se i rapporti con l’estero scatenano sospetti, il sistema si blocca”.

 

Orlandi: “Le imprese sane rappresentano un elemento di competitività e di sviluppo per l’intero sistema Paese. E’ nostro preciso dovere incentivare e preservare questo patrimonio, concentrando gli sforzi, in termini di controlli, su quei fenomeni, come le grandi frodi, che sono al contrario un deterrente alla crescita e un ostacolo alla libera concorrenza. Nel mio percorso all’interno dell’Amministrazione finanziaria, ho avuto modo di conoscere il tessuto produttivo italiano a più livelli: dalle piccole realtà aziendali alle imprese di grandi dimensioni. Ho seguito da vicino la nascita del tutoraggio, che garantisce alle aziende certezza del loro operato e all’Agenzia la possibilità di intercettare a monte i comportamenti pericolosi, senza disturbare inutilmente chi lavora nel rispetto delle regole. Proprio a vantaggio delle imprese oneste l’Agenzia delle Entrate riconosce ormai in via automatica i rimborsi Iva a fronte di bassi indici di rischio”.


Zuccato:“Siamo lieti di ospitare l’incontro tra Confindustria e Agenzia delle Entrate e il nuovo Direttore Rossella Orlandi, assieme ai suoi dirigenti più stretti. L’obiettivo è quello di agevolare il dialogo e la conoscenza diretta dei problemi che le imprese vivono quotidianamente. Sono convinto che solo dal confronto diretto si possano trovare soluzioni condivise. Questo è lo spirito che ha animato l’intesa sottoscritta da Confindustria Veneto con la Direzione Regionale delle Entrate nel 2011, che recita, tra le altre cose: “nel caso di dubbi o divergenze applicative, le parti si impegnano a confrontarsi per trovare soluzioni condivise”. Una raccomandazione mi sento di fare al Direttore dell’Agenzia: la sua struttura contribuisca, grazie all’alta qualità professionale dei suoi componenti, a tradurre in norma amministrativa e procedurale, le leggi economiche e fiscali, avendo come stella polare la semplificazione e come finalità inscindibile gli interessi dello Stato, ma anche i diritti dei contribuenti: imprese e cittadini”.
 
 

I presidenti Squinzi e Gattaz ricevuti da Padoan 

 

I vertici di Confindustria e del MEDEF (la Confindustria francese) si sono incontrati oggi a Roma per discutere la situazione economica, politica e sociale alla luce delle grandi sfide che accomunano Italia e Francia nel perdurante contesto di crisi. Oltre ai presidenti delle due associazioni, Giorgio Squinzi e Pierre Gattaz, alla vicepresidente di Confindustria con delega per l’Europa, Lisa Ferrarini e al presidente per l’Europa e l’Internazionalizzazione, Bernard Spitz, hanno preso parte al confronto anche il presidente della FeBaf, Luigi Abete e il presidente di Cassa Depositi e Prestiti, Franco Bassanini.

 

Nel corso dell'incontro, focalizzato sulle riforme strutturali necessarie per rilanciare la crescita nei due Paesi, le delegazioni si sono confrontate anche su alcuni dossier chiave per la competitività di Francia e Italia: semplificazione, crisi internazionali, commercio estero e Trattato Transatlantico su commercio e investimenti (TTIP), Made ine credito d’imposta per investimenti in ricerca e innovazione.

 

Confindustria e MEDEF si sono impegnate a strutturare in modo duraturo le loro relazioni attraverso l’attivazione di gruppi di lavoro ad hoc su alcune priorità comuni, in particolare: finanziamento a lungo termine dell’economia; politica energetica e climatica; riforma del mercato del lavoro e misure a favore di R&I. A partire dal 2015, inoltre, verrà organizzato un Forum annuale tra le due organizzazioni.

 

Al termine della mattinata i presidenti Squinzi e Gattaz sono stati ricevuti dal Ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, per un confronto sulle priorità economiche del Governo nell’ambito del semestre italiano di Presidenza della Ue.

 

"I comportamenti illegali danneggiano prima di tutto le imprese"

Il Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi e Antonello Montante, Delegato di Confindustria per la Legalità, hanno incontrato Raffaele Cantone, Presidente dell'Autorità Nazionale Anticorruzione.

 

Dopo l'invito di Cantone a estendere ai fenomeni di corruzione la battaglia intrapresa da Confindustria contro la mafia e la criminalità organizzata, il Vice Presidente Antonello Montante ha risposto anticipando la decisione di introdurre provvedimenti anticorruzione nel Codice Etico di Confindustria.

 

Oggi Confindustria e Autorità sono pronte a lavorare insieme per intensificare gli sforzi nella lotta contro ogni forma di corruzione e illegalità. "I comportamenti illegali danneggiano prima di tutto le imprese - ha commentato il presidente Squinzi - perché creano una forma di concorrenza sleale che frena lo sviluppo della competitività e inquina la società civile.

 

Non bisogna avere nessuna tolleranza per chi ricorre a facili scorciatoie. Confindustria è decisa a impegnarsi per costruire cultura della trasparenza a tutti i livelli. Col presidente Cantone abbiamo registrato grande sintonia: noi ci siamo, pronti a collaborare e a fare la nostra parte" ha concluso Squinzi.

Più informazione, più dialogo e condivisione di esperienze a sostegno delle sfide competitive dell’universo associativo

Più informazione, più dialogo e condivisione di esperienze a sostegno delle sfide competitive dell’universo associativo: questo l’obiettivo del nuovo portale di Confindustria, presentato ieri a Milano dal vice presidente per l’Organizzazione, Antonella Mansi, e dal presidente e amministratore delegato di IBM Italia, Nicola Ciniero.

 

Realizzato su piattaforma IBM WebSphere Portal e integrato con i servizi applicativi IBM Connections - tecnologia leader a livello mondiale, secondo le rilevazioni di IDC - lo strumento costituisce il primo passo per lo sviluppo di un’ecosistema web, gestito via cloud, che introduce le logiche di influenza reciproca tipiche dei social network e favorisce migliori livelli di cooperazione, con strumenti e modalità operative unificate. La creatività web, il layout e l’interfaccia del sito sono stati sviluppati dall’agenzia di comunicazione Emporio Adv.

 

Al ruolo di fonte autorevole per tutti gli stakeholder esterni, confindustria.it unisce quello di ‘comunità a rete’ il cui modus operandi fa perno sullo scambio dinamico di informazioni e contenuti, messi a fattor comune attraverso il coinvolgimento e l’inclusione.

 

"Confindustria si sta rinnovando: lo abbiamo fatto sul piano organizzativo con la riforma Pesenti, lo intendiamo fare anche dal punto di vista della comunicazione aprendoci alle nuove dinamiche del web», dice Antonella Mansi, Vice Presidente per l’Organizzazione di Confindustria. «Abbiamo voluto aggiornare e ridisegnare il sito internet della nostra organizzazione per coinvolgere in modo più efficace e completo le associazioni del sistema e per semplificare il nostro modo di comunicare e di informare, rendendolo più veloce ed efficiente anche verso l’esterno. Il portale è un work in progress, è destinato a evolversi, ma l’intenzione è di farne subito un modello per tutti coloro che quotidianamente si impegnano nei territori e nelle aree professionali di riferimento. È un vantaggio anche per tutte le nostre associazioni che possono così sentirsi parte attiva e connessa al sistema".

 

"In una fase di mercato così complicata  - aggiunge Nicola Ciniero, presidente e amministratore delegato di IBM Italia - l’adozione di piattaforme digitali può fare da stimolo ai processi di trasformazione delle imprese, facilitando lo sviluppo di un’economia collaborativa. Se assicuro centralità alla relazione tra le persone e promuovo l’accesso e il coinvolgimento pongo le basi per rinnovare il modo in cui affronto i mercati, interpretando meglio ciò che clienti e consumatori oggi chiedono. Come ci ha testimoniato il 90% dei manager di 20 settori d’industria, nello studio ‘The Customer Activated Enterprise’ condotto in 70 paesi, allargare la cooperazione all’interno e all’esterno è ormai un imperativo per chiunque abbia a cuore l’innovazione e la propria capacità competitiva. Ecco perché, affiancare in questa direzione la principale associazione italiana di rappresentanza delle imprese manifatturiere e dei servizi, significa dare un contributo a quella ripresa di cui tutti abbiamo bisogno".

 

La struttura del nuovo portale, ancora in fase di sperimentazione, è articolata ma la navigazione risulta fluida, scorrevole e intuitiva attraverso azioni di scroll della home page, sia in senso orizzontale sia verticale. Le attività dell’associazione hanno una vetrina unica, chiara e accessibile, mentre la natura policentrica viene valorizzata attorno a 10 temi cardine con contenuti forniti dalle istituzioni, dalla comunità di sistema e dai media. L’alberatura principale conta invece su 5 sezioni poste in colonna.

 

Le informazioni risultano personalizzate in base al profilo dell’utente, mentre le comunità di discussione, orizzontali e verticali, sono aggregate intorno a ogni area tematica. Pur restando indipendenti con i propri contenuti specifici e una gestione autonoma, i portali territoriali possono contribuire in termini di contenuti che vengono evidenziati in home page.

 

Le funzionalità di IBM Connections sono il cuore innovativo del portale, con gli strumenti web 2.0 che vanno dai profili alle community, dai forum di discussione alla messaggistica istantanea, dal tagging al file sharing e che ne fanno un vero e proprio "social network" a disposizione delle associazioni di Confindustria e degli imprenditori con cariche associative.

 

 

“Costi minimi ostacolano concorrenza, necessario modificare normativa nazionale”

Soddisfazione per la sentenza della Corte di Giustizia Europea sui costi minimi di esercizio dell'autotrasporto merci. Così Confindustria commenta la pronuncia dei giudici Ue, che ha dichiarato illegittime le norme introdotte dall’art. 83 bis della legge 133/2008 in quanto restrittive della concorrenza nel mercato interno.

 


La sentenza della Corte – continua la nota di viale dell’Astronomia -  adottata a seguito del rinvio disposto dal TAR Lazio sul ricorso presentato da Confindustria, da numerose Federazioni, Rappresentanze di categoria, aziende aderenti e da altre importanti organizzazioni del settore, ha confermato quello che le imprese avevano contestato fin dall'introduzione della normativa nazionale: non esistono collegamenti tra i costi minimi e l'obiettivo della sicurezza stradale, invocata in modo strumentale per giustificare l'adozione di un regime tariffario obbligatorio per i servizi di autotrasporto.

 


Confindustria e l’Autorità Antitrust – fanno notare gli industriali - avevano indicato che la sicurezza stradale va perseguita con misure appropriate, peraltro già in vigore, ma più efficaci e non restrittive della concorrenza, come ad esempio quelle sui tempi di guida e di riposo e quelle relative al controllo tecnico degli autoveicoli. La pronuncia della Corte, nel confermare questi rilievi, è di assoluta rilevanza poiché consentirà al mercato dell'autotrasporto, nel pieno rispetto della sicurezza stradale e della concorrenza, di definire liberamente i prezzi dei servizi.

 


Confindustria – conclude la nota - anche a seguito di questa pronuncia,  resta disponibile a dialogare con le Associazioni di autotrasporto e con il Governo per modificare la normativa nazionale coerentemente con la disciplina comunitaria e per formulare proposte di politica industriale volte al rilancio del settore.

Pil in calo di 47,7 miliardi di euro; quasi 32mila imprese in meno; oltre 600mila posti di lavoro perduti; 114mila persone in cassa integrazione; quasi 2 giovani meridionali su 3 disoccupati: questa la fotografia della crisi dal 2007 ad oggi secondo il Check Up Mezzogiorno elaborato da Confindustria e SRM sullo stato di salute dell’economia meridionale.

 

È racchiusa in pochi dati la durezza degli effetti della crisi sull’economia del Mezzogiorno, che ha conosciuto nel 2013 il suo punto più basso. E i primi mesi del 2014 confermano purtroppo questa tendenza negativa: il saldo tra imprese iscritte e cessate è negativo per oltre 14mila unità. Dall’inizio dell’anno hanno infatti cessato la propria attività 573 imprese meridionali al giorno, con i fallimenti in crescita del 5,7% rispetto allo stesso periodo del 2013.

 

L’Indice Sintetico del Checkup elaborato da Confindustria e SRM-Studi e Ricerche per il Mezzogiorno (centro studi collegato al gruppo Intesa Sanpaolo) è sceso nel 2013 al di sotto del minimo registrato nel 2009. A deprimere l’Indice è soprattutto il dato degli investimenti pubblici e privati, diminuiti di quasi 28 miliardi tra il 2007 e il 2013: un calo di oltre il 34%, con punte di quasi il 47% nell’industria in senso stretto e del 34% nell’agricoltura e nella pesca, che pure sono settori in cui è forte la specificità del Mezzogiorno. In particolare, frenano gli investimenti pubblici: tra il 2009 e il 2013, infatti, la spesa in conto capitale nel Mezzogiorno si è ridotta di oltre 5 miliardi di euro, tornando ai valori del 1996, contribuendo alla riduzione del numero e del valore degli appalti pubblici. In calo di numero, ma soprattutto di valore (da 8,6 miliardi a poco più di 5) sono anche le gare di partenariato pubblico-private bandite nel Mezzogiorno. Si realizzano, dunque, sempre meno investimenti pubblici, sia che lo Stato li finanzi direttamente sia che li promuova indirettamente. E ciò è paradossale, se si considerano le difficoltà economiche che suggerirebbero l’opportunità di un’azione pubblica decisamente anticiclica.

 

Segnali parzialmente in controtendenza vengono dalle esportazioni meridionali: l’export è, infatti, l’unica variabile il cui valore al 2013 è superiore (+2,4%) a quello del 2007. Tuttavia, tale recupero sembra essersi fermato nel 2013 e nei primi mesi del 2014, o meglio differenziato: scende l’export di idrocarburi, oscilla l’export di acciaio, si rafforzano settori come l’aeronautico/automotive, la meccanica, la gomma/plastica, l’agroalimentare. Così come si rafforza l’export dei principali poli produttivi e dei distretti meridionali.

 

Non sono i soli segnali timidamente positivi: cresce il numero delle società di capitali (+3,2% rispetto a un anno fa), delle imprese aderenti a contratti di rete (oltre 1.600), delle nuove imprese condotte da giovani (50mila nel solo 2013); tornano a crescere, in alcune regioni meridionali, i turisti stranieri.

 

Segnali contradditori vengono dalle dinamiche creditizie. Gli impieghi nel Mezzogiorno continuano a scendere (8,4 miliardi di euro in meno rispetto al 2012), mentre i crediti in sofferenza hanno ormai raggiunto i 35 miliardi di euro. Tuttavia, nei sondaggi più recenti le imprese segnalano una lieve attenuazione della restrizione nelle condizioni di accesso al credito. Non si è ancora verificata un'inversione di tendenza nella dinamica dei prestiti, ma la riduzione sembra accennare a frenare.

 

Sono alcuni timidi segnali di vitalità dell’economia meridionale (che trovano riscontro in un clima di fiducia che torna lentamente a crescere), che tuttavia non sono ancora sufficienti a compensare l’onda lunga degli effetti della crisi. È necessario e urgente un robusto intervento per amplificare al massimo questi segnali positivi attraverso due azioni convergenti.

 

È necessaria la decisa attuazione delle riforme istituzionali e strutturali (fisco, energia, semplificazione, riduzione strutturale dei tempi di pagamento della PA) di cui l’Italia, in particolare il Mezzogiorno ha estremo bisogno, non solo per i benefici effetti sulla competitività, ma anche perché la loro effettiva definizione è la strada obbligata per dimostrare l’affidabilità del nostro Paese a livello europeo.

 

A queste riforme deve accompagnarsi una politica economica chiaramente orientata allo sviluppo.

 

Se è vero che la spesa corrente ha ripreso la sua corsa (+5,7% nel Centro-Nord; +3,2% nel Mezzogiorno nel 2012), notevole è stata soprattutto la compressione della spesa in conto capitale (-9,5% al Sud). Di fronte a una caduta degli investimenti come quella osservata, la partita decisiva per il Sud si gioca perciò attorno a un pieno ed efficace impiego delle risorse della politica di coesione.

 

L’esclusione dal Patto di Stabilità europeo delle spese cofinanziate e, di conseguenza, l’allentamento del Patto di Stabilità interno, rappresentano un nodo decisivo, per sciogliere il quale la credibilità del Paese è condizione fondamentale.

 

Nel recente Consiglio europeo di Ypres l’Italia ha posto con forza il tema della flessibilità nell’attuazione del Patto, ma entro l’autunno i meccanismi concreti con cui la flessibilità può essere applicata devono essere definiti, per non lasciare che questo primo risultato resti solo una petizione di principio.

 

È obbligatorio, per gli stessi obiettivi di credibilità del Paese, non perdere nemmeno un euro delle risorse già a disposizione, e ancora di più far sì che ogni euro speso costituisca un effettivo volano di sviluppo. Secondo una stima di massima, utilizzando a pieno tutte le risorse per la coesione, comunitarie e nazionali, si potrebbero mobilitare nel Mezzogiorno oltre 14 miliardi di euro l’anno per i prossimi 9 anni, per favorire la competitività del tessuto produttivo e la propensione a investire, la sua apertura internazionale e la sua capacità di innovare, per migliorare la dotazione infrastrutturale e di servizi, per sostenere l’istruzione e le competenze dei cittadini meridionali; per recuperare e valorizzare un patrimonio naturale e culturale che costituisce insieme la maggiore risorsa inutilizzata e una delle migliori carte da giocare.

 

La riattivazione di un flusso di investimenti così impegnativo su tematiche così ampie rappresenta un impegno enorme, per affrontare il quale la neonata Agenzia per la Coesione dovrà rapidamente svolgere un ruolo decisivo, favorendo il miglioramento strutturale della capacità delle pubbliche amministrazioni del Mezzogiorno. È un impegno non più rinviabile su cui non sono ammissibili colpi di mano: l’idea che il risanamento dei conti pubblici possa essere messo, ancora una volta, a carico delle risorse per gli investimenti contribuirebbe a condannare, non solo il Mezzogiorno, ma tutto il Paese, a una lunga stagnazione.

 

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Avrà delega su infrastrutture, logistica e mobilità

 

Oggi la Giunta di Confindustria, su proposta del presidente Giorgio Squinzi, ha votato la nomina di Vittorio Di Paola alla presidenza del Comitato tecnico infrastrutture, logistica e mobilità. Di Paola entra così a far parte della squadra di presidenza.

 

67 anni, abruzzese, laureato in ingegneria, Di Paola è presidente onorario di Astaldi Spa, gruppo nel quale ha iniziato a lavorare nel 1972 e dove è cresciuto fino a ricoprire i ruoli di amministratore delegato, vice presidente esecutivo e presidente.

 

Sotto la sua guida l’Astaldi ha raggiunto un notevole sviluppo industriale con la quotazione in Borsa nel 2002 e l’acquisizione di nuovi mercati nel mondo, fino a diventare General Contractor tra le prime 30 società del settore in Europa e leader in Italia.

 

Ha legato il nome dell’Astaldi anche al sostegno di istituzioni culturali e sociali quali l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, il Fai e l’Ospedale Bambin Gesù di Roma. Dal giugno 2006 è Cavaliere del Lavoro per gli alti meriti acquisiti nel settore delle costruzioni. 
 

 

                                                                                

 

Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, e Diana Bracco, presidente Expo 2015 e Commissario per il Padiglione Italia, hanno firmato oggi un accordo di collaborazione per la partecipazione di Confindustria all’Expo 2015.

 

Confindustria diventa così partner istituzionale di Padiglione Italia: potrà contribuire a sviluppare il tema dell’Expo "Nutrire il pianeta, Energia per la vita" realizzando una serie di iniziative all’interno di Padiglione Italia, promuovendo produzioni e tecnologie dell’industria italiana, collaborando al progetto educativo-culturale sull’alimentazione sostenibile e allestendo una mostra permanente “Il Cibo dei desideri”, che sarà una delle principali attrazioni di Padiglione Italia nei sei mesi espositivi.

 

“Abbiamo creduto nell’Expo fin dall’inizio quale primo grande evento che può contribuire alla ripartenza del Paese. E’ un’occasione imperdibile per promuovere l’Italia e il Made in Italy nel mondo, una grande sfida che sosterremo con tutte le nostre forze. Tra 316 giorni apriranno i cancelli. Quel che vedranno i visitatori non sarà solo una grande mostra tematica: sarà l’Italia che vuole farcela. Con Expo l’industria italiana farà venire appetito al mondo”. Così Giorgio Squinzi, presidente Confindustria.

 

“L’Expo può e deve diventare un progetto che aiuti il Paese a ritrovare speranza e unità, mostrando al mondo che l’Italia si sa rinnovare e rigenerare. Per questo lo slogan che abbiamo voluto abbinare al logo del nostro Padiglione è “Orgoglio Italia”. – Ha affermato Diana Bracco, presidente Expo 2015 e Commissario per il Padiglione Italia” – che ha poi aggiunto -  “Il fatto che Confindustria abbia deciso di tenere la sua Assemblea Generale del 2015 proprio a Milano durante l’Expo ha una straordinaria valenza simbolica. La partnership con Confindustria è poi particolarmente importante anche perché permetterà di mostrare al mondo un’Italia all’avanguardia, capace di costruire il futuro puntando su Ricerca & Innovazione”. 

 

L’esposizione sarà curata dal Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano (MUST) secondo le linee guida di Marco Balich, direttore artistico di Padiglione Italia, e si estenderà su due piani per una superficie di 900 mq. L’allestimento sarà progettato per attirare in modo creativo, ma rigorosamente puntuale, i visitatori di tutto il mondo con un percorso tecnologico altamente emozionale che farà vivere la complessità dell’intera filiera agroalimentare: dal seme nel campo al prodotto nel piatto.

Per presentare la cultura della sostenibilità alimentare e il contributo della tecnologia industriale italiana alla food safety e alla food security il Must si avvarrà della collaborazione di un Comitato Scientifico di esperti, professori universitari e rappresentanti delle Associazioni partner che, insieme a Confindustria, sosterranno l’iniziativa. Ad oggi se ne contano 9: Federalimentare, Federchimica, Assolombarda, Acimit (Associazione Costruttori Italiani di Macchinari per l'Industria Tessile), Anie (Federazione Nazionale imprese elettrotecniche ed elettroniche), Anima (Federazione Associazioni Nazionali dell'Industria Meccanica varia e affine), Assica (Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi), Assocomaplast (Associazione Nazionale Costruttori macchine e Stampi per materie plastiche e gomma) e Ucimu (Associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot, automazione e di prodotti ausiliari).

In coerenza con il concept “Vivaio” scelto da Padiglione Italia Confindustria ha deciso declinare  l’edizione di quest’anno del progetto "Confindustria per i Giovani" in chiave Expo, selezionando 50 migliori neolaureati per stage presso le Associazioni del Sistema e Padiglione Italia. Un’iniziativa che contribuirà aiutare talenti a “germogliare” nel campo del lavoro.

 

Dal prossimo anno nel sito dell’Esposizione Confindustria organizzerà anche alcuni eventi. Il primo sarà l’Assemblea Generale, che dopo oltre 60 anni si sposterà dalla storica location di Roma a Expo.

 

Confindustria e le sue Associazioni contribuiranno alle iniziative di Padiglione Italia dedicate alle start up e all’innovazione e collaboreranno all’organizzazione di incontri bilaterali internazionali (B2B) per promuovere affari con le delegazioni straniere che saranno ospitate.

 

Confindustria sarà attiva per tutto il Sistema offrendo assistenza e supporto alle oltre 147.000 imprese associate.

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