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Promotore
Flessibilità del lavoro con sicurezza sociale, certezza del diritto e infrastrutture moderne, meno tasse e più concorrenza, innovazione e capitale umano adatti alla nuova frontiera della conoscenza, poca burocrazia e molta sicurezza del territorio.
In tre parole: cambiare per crescere.
Negli ultimi vent’anni l’Italia è scivolata indietro nelle classifiche internazionali di reddito, competitività, istruzione, benessere. Dal 1988 a oggi il PIL per abitante italiano ha perso oltre il 10% contro la media di Eurolandia. Nel 2006 la Spagna ci ha superato e ora siamo incalzati dalla Grecia, mentre Francia e Germania sono sempre più lontane.
Questa perdita è il simbolo di un arretramento che si osserva in molti ambiti della vita civile e sociale. Per non cadere ancora più in basso e risalire la china occorre un nuovo impegno di tutti.
Servono riforme profonde e partecipate che mettano al centro la priorità della crescita attraverso il valore del merito e la cultura d’impresa. Solo così può essere generata quella ricchezza che si traduce in maggiori retribuzioni, consumi, solidarietà.