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Lo scenario globale mostra segnali di miglioramento negli Stati Uniti e in Cina. Anche se il loro ritmo di sviluppo rimarrà più lento che in passato, gli scambi mondiali ne trarranno beneficio. L’Eurozona è però ancora invischiata nella spirale della crisi finanziaria. Nei fatti non è stato reciso il legame tra bilanci bancari e conti pubblici. Permangono divisioni tra paesi, nonostante maggiore consapevolezza e cooperazione. La recessione accomuna tutti i paesi, con durata e intensità differenti anche per le diversità nelle politiche economiche e per gli ampi spread nei tassi di interesse. In Italia la contrazione di domanda di beni e servizi e attività produttive persiste. I bassi livelli di fiducia rivelano grande incertezza, aggravata dalle incognite sulle prossime elezioni che rendono più difficile la ripartenza di consumi e investimenti, in un contesto sempre poco competitivo e scoraggiante per l’attività di impresa.
La selettività del credito prosegue. Ha cause di lungo periodo legate a doppio filo con la bassa crescita dell’economia ed è accentuata dall’impatto regolatorio sul capitale delle banche e dalla frammentazione europea. Occorrono innovazioni per favorire la finanza d’impresa.