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La ripresa globale si consolida. Il rallentamento estivo si sta rivelando passeggero. Persistono instabilità e incertezza causate dai nodi irrisolti della crisi: disoccupazione elevata, sistemi bancari vulnerabili, conti pubblici da correggere, prezzi delle case elevati, impianti sottoutilizzati. Le fibrillazioni dei mercati valutari e finanziari rispecchiano e amplificano il sentimento di precarietà e accorciano l’orizzonte delle decisioni di famiglie e imprese. Il coordinamento internazionale non è adeguato a rinsaldare le aspettative e ridurre gli squilibri esterni. Le economie marciano in ordine sparso: bene USA e Germania; surriscaldati i principali emergenti; a rilento Giappone e alcuni Paesi europei. Ciò giustifica agende politiche, anche monetarie, ispirate soprattutto alle esigenze nazionali. Il disaccordo e l’indecisione, massimi in seno all’Europa, nell’affrontare le difficoltà globali costituiscono il rischio maggiore. L’Italia è in affanno, a riprova dei limiti competitivi sperimentati prima della crisi. Il quadro parlamentare non aiuta a varare e attuare le urgenti riforme strutturali. Colmare il grave ritardo nell’ICT è una priorità del Paese e delle imprese e offre un’opportunità di rilancio.