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In un passaggio delicato per l’economia europea, la riforma del Quadro Finanziario Pluriennale proposta dalla Commissione rischia di indebolire la Politica di Coesione e di ridimensionare il ruolo di industria e territori, che oggi chiedono stabilità e risorse per programmare investimenti.
È il messaggio rilanciato da Annalisa Sassi, Vice Presidente di Confindustria e Presidente del Consiglio delle Rappresentanze Regionali, intervenuta all’evento “The MFF: A Tool to Unlock European Competitiveness”, organizzato da BusinessEurope al Parlamento europeo. La partecipazione si è inserita nel panel dedicato alla voce delle Federazioni nazionali nel dibattito sul futuro Quadro Finanziario Pluriennale.
La coesione come pilastro dell’Ue e leva per le imprese
L’iniziativa, a invito, ha riunito rappresentanti del Parlamento europeo, delle Presidenze del Consiglio, della Commissione e delle organizzazioni imprenditoriali europee, con l’obiettivo di approfondire come il prossimo QFP possa sostenere la competitività e garantire investimenti stabili, efficaci e orientati alla crescita.
Nel suo intervento, Sassi ha ricordato che la coesione “non è soltanto una politica di investimento, ma un pilastro fondamentale dell’UE”, essenziale per ridurre i divari territoriali e sostenere le condizioni che permettono alle imprese di crescere.
Le criticità della proposta della Commissione
La Vice Presidente ha poi espresso forte preoccupazione per la proposta della Commissione sul nuovo QFP, evidenziando tre criticità principali:
- l’accorpamento di Politica di Coesione, PAC, pesca e altre aree strategiche in un unico Piano di Partenariato;
- il rischio di un ruolo regionale indebolito nella programmazione;
- la totale assenza di criteri chiari per la ripartizione delle risorse.
Sassi ha sottolineato come la fusione tra fondi strutturali, PAC e altri strumenti “rappresenti un cambio di paradigma che può ridurre drasticamente la capacità delle regioni di sostenere le politiche industriali”, mentre la mancanza di allocazioni predefinite “crei un livello di imprevedibilità incompatibile con le esigenze di programmazione”.
I rischi per territori e imprese
Il rischio, ha avvertito, è duplice: un indebolimento delle politiche territoriali e un freno agli investimenti delle imprese, che in molti casi trovano proprio nella coesione la principale leva di sviluppo.
“L’incertezza è il vero nemico delle imprese – ha ribadito – e un QFP senza regole chiare mina il riequilibrio territoriale e la competitività europea”.
Le richieste di Confindustria
Pur riconoscendo alcuni elementi positivi della proposta, come l’introduzione di un approccio basato sulla performance e una maggiore attenzione alla qualità della spesa, Sassi ha evidenziato le molte criticità dell’impianto complessivo. Da qui le richieste di Confindustria: una netta separazione tra Coesione e PAC, maggiore chiarezza sulle risorse destinate ai territori e più autonomia regionale nella definizione degli interventi.
“Le imprese europee devono far sentire la loro voce per garantire che la coesione resti una leva di competitività e non una variabile residuale della politica di bilancio”, ha concluso. Da qui l’invito alle istituzioni a “correggere la rotta” affinché il prossimo QFP assicuri investimenti stabili, mirati e capaci di generare crescita, opportunità e fiducia in tutta l’Unione.















