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Confindustria è da sempre in prima linea nella tutela, valorizzazione e promozione del Made in Italy ad ogni livello: nazionale, europeo e internazionale. Una fondamentale leva di competitività per il Made in Italy è costituita dalle eccellenze italiane tra i beni finali di consumo, cosiddetti “belli e ben fatti” (BBF, con particolare riferimento ai comparti della moda, dell’alimentare, dell’arredamento, della ceramica, della cosmetica, della nautica e dell’industria automobilistica), che sono tali poiché racchiudono peculiari tratti distintivi legati a design, cura nei dettagli, qualità dei materiali e delle lavorazioni.
Si tratta di prodotti che oltre a rappresentare una quota significativa dell’export italiano nel mondo, operano da volano per tutte le esportazioni italiane, avendo un valore non solo economico, ma anche immateriale.
I prodotti italiani, oltre ad essere tra i più richiesti, sono anche tra i più imitati. Risulta inoltre preoccupante il fenomeno dell’Italian sounding, specialmente nel settore agroalimentare, in termini di perdita di quote e danno di immagine.
La lotta alla contraffazione, sulla quale è noto il costante impegno di Confindustria, non può prescindere inoltre da una corretta valorizzazione dei titoli di proprietà intellettuale, che costituiscono il reale valore economico di un’impresa e, al contempo, il principale fattore di competitività di un paese a livello globale.
Le pratiche lesive del Made in Italy hanno ricadute negative sull’innovazione, sull’occupazione, sul bilancio dello Stato e sulla competitività dell’industria nazionale. In questa prospettiva, Confindustria ritiene che il patrimonio tangibile e intangibile inscritto in questa dicitura vada oltre la sua accezione doganale, ma che quest’ultima sia fondamentale laddove si intendano configurare sistemi di certificazione della sua autenticità.