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Gli obiettivi nazionali fissati dal Governo, contenuti nel Piano Nazionale Integrato Energia e Clima – PNIEC 2024 pongono nuove sfide al settore elettrico italiano, entro il 2030, sarà necessario quasi triplicare la capacità fotovoltaica ed eolica, per raggiungere una penetrazione del 63% della quota di rinnovabili.
Come più volte evidenziato da Confindustria, incrementare notevolmente la produzione di energia da fonte rinnovabile è necessario non solo per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione fissati dal Green Deal ma anche per ridurre rapidamente la dipendenza energetica del nostro Paese dai combustibili fossili.
Confindustria da tempo ha espresso la necessità di razionalizzare e semplificare il complesso quadro delle misure per l’autorizzazione degli impianti FER.
Il decreto legislativo sui regimi amministrativi per la produzione di energia da fonti rinnovabili risponde a questa esigenza, tuttavia prevede anche l’introduzione di una serie di vincoli ed appesantimenti burocratici rispetto alle norme ad oggi vigenti, che rischiano di vanificare le finalità stesse del provvedimento, come ad esempio, la richiesta di idoneo titolo edilizio applicata in modo generalizzato anche a interventi oggi realizzati in edilizia libera, o la previsione di acquisire pareri dalle Soprintendenze anche per interventi di rifacimento e potenziamento di impianti, che hanno già ottenuto le necessarie autorizzazioni.
Mancano inoltre una disciplina sul transitorio, e la regolazione delle principali fattispecie di impianti di accumulo e le relative semplificazioni già previste.
Nel testo non è inoltre ancora prevista la possibilità di convocare, ai fini del rilascio dell’Autorizzazione Unica, la conferenza di servizi in modalità asincrona e semplificata; non viene infine introdotta una disciplina per i progetti autorizzati e non ancora realizzati e manca un coordinamento con la disciplina sugli espropri.