giovedì 16 Maggio 2024
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Confindustria ha predisposto un documento di osservazioni sullo schema di d.lgs. in materia di controlli amministrativi sulle attività economiche (Atto del Governo n. 150), di attuazione della delega di cui all’art. 27 della legge n. 118/2022, c.d. Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2021.
Il documento si compone di due parti:
- valutazioni di carattere generale, in cui si esprime una posizione critica sul provvedimento, in quanto poco concreto e incisivo e declinato secondo una concezione ormai superata del rapporto imprese-PA e del conseguente sistema dei controlli amministrativi. È stata, pertanto, indicata la logica – partenariale e collaborativa – su cui si ritiene debba basarsi la riforma del sistema dei controlli sulle imprese. È stata, inoltre, evidenziata la necessità di una maggiore valorizzazione dei comportamenti virtuosi attuati dalle imprese nelle attività di compliance, segnalando, al riguardo, le criticità del sistema di certificazione del livello di rischio basso che lo schema intende istituire. Tale sistema, infatti, ai fini della programmazione dei controlli, non valorizza ex se gli indici di compliance delle imprese (es. certificazioni già conseguite dalle imprese; adozione di modelli organizzativi), ma li subordina – sebbene su base volontaria – a un procedimento di certificazione per l’ottenimento del c.d. Report certificativo, traducendosi in onere, piuttosto che in una semplificazione, per gli operatori;
- valutazioni di dettaglio e proposte, in cui sono stati indicati i punti dello schema di d.lgs. sui quali sarebbe necessario intervenire e formulate proposte concrete in tal senso (es. chiarire la riconducibilità della regolamentazione europea nell’ambito di operatività della nuova disciplina dei controlli; rafforzare il processo attuativo delineato dallo schema, con tempistiche scandite e un sistema di chiusura certo, vincolante e immediato; prevedere forme strutturate di coordinamento e monitoraggio delle attività di controllo, come la stipula obbligatoria di accordi o di protocolli tra le PA coinvolte; prevedere il diritto dell’impresa di rifiutare il controllo o parte di esso nel caso in cui il funzionario procedente ecceda le proprie competenze o l’oggetto del controllo; potenziare le premialità conseguenti all’accertamento della conformità dell’impresa agli obblighi e agli adempimenti imposti dalla disciplina di riferimento; estendere l’istituto della diffida; rafforzare la disciplina dell’interpello, cadenzando le relative tempistiche, disciplinando le conseguenze di un mancato riscontro nei termini da parte della PA e potenziando l’efficacia delle risposte fornite a seguito di interpello).