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All’inizio degli anni ’70 Confindustria si trasferì dalla storica sede di Piazza Venezia nel quartiere dell’E.U.R. a Roma, nel nuovo edificio commissionato agli architetti Luccichenti e Monaco, tra i più significativi interpreti dell’architettura razionalista italiana.
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In quegli anni, per il mondo industriale (alla cui guida tornò nel 1966 Angelo Costa) le difficoltà si accentuarono e, all'indomani dell'"autunno caldo" del 1969, le ondate di conflittualità operaia si susseguirono per un decennio nei principali stabilimenti, scuotendo le fondamenta del sistema d'impresa, e rendendo sempre più difficile la governabilità delle fabbriche.
Di fronte al pericolo di isolamento, e nel pieno di una pesante recessione economica dovuta al vertiginoso rincaro del petrolio e alla forte crescita del costo del lavoro, Confindustria reagì con una correzione di rotta in due direzioni: con la cosiddetta "riforma Pirelli" si propose di rafforzare le proprie strutture organizzative con una rappresentanza più equilibrata e partecipata delle associazioni territoriali e di categoria, e leve più giovani e piccole imprese, organizzatesi fin dal 1958 in vari gruppi locali, contribuirono significativamente ad un approccio innovativo.
Il disgelo nei riguardi del sindacato, avviato nel corso della presidenza di Renato Lombardi (affiancato dal 1970 da un manager esperto e di particolare talento, Franco Mattei), sfociò nel 1974, durante quella successiva di Giovanni Agnelli, nella proposta di un'azione comune contro rendite e parassitismi, con lo scopo di ridare slancio e vigore alle forze produttive dell'impresa e del lavoro.
In questo clima, e nell’intento di contribuire a un ritorno della pace in fabbrica, venne siglato con i Sindacati, nel gennaio 1975, l’Accordo sull’indicizzazione dei salari.
A presiedere la Confindustria nel periodo della “solidarietà nazionale” fra i partiti dell’arco costituzionale, intesa a fronteggiare l’offensiva del terrorismo, venne chiamato per la prima volta un personaggio che non proveniva dalle file dell’imprenditoria: l’ex governatore della Banca d’Italia, Guido Carli. Durante il suo mandato (dal 1976 al 1980), che vide alla direzione dell’Associazione un autorevole economista come Paolo Savona (a cui si deve l’avvio operativo del Centro Studi), venne formulata da Confindustria la proposta di uno “statuto dell’impresa”, in grado di affrancare il sistema imprenditoriale da “lacci e lacciuoli” politici e burocratici.