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La crescita italiana ha sorpreso in positivo nel 2023, arrivando allo 0,9%, grazie agli investimenti, ancora trainati dalle costruzioni, e il recupero dei sevizi. Guardando avanti ci sono due potenti stimoli: il taglio dei tassi di interesse, che i mercati ipotizzano a giugno, al più tardi a luglio, e l'attuazione del Pnrr. Di contro vari fattori tenderanno a frenare il pil italiano nel biennio (pur con un effetto netto positivo): il costo dell'elettricità, le strozzature mondiali nei trasporti, la graduale uscita dal superbonus.
Se sulla crescita e sul rientro dal deficit il Centro Studi Confindustria conferma quanto indicato dal quadro di finanza pubblica, meno in linea è la previsione sul debito: per il Csc è al 139,1% del pil nel 2024, 1,8 punti di pil in più rispetto al 2023, e a 141,1% nel 2025. Per il governo rispettivamente 137,8 e 138,9.
Da Confindustria sono inoltre arrivate alcune proposte su temi specifici, fra i quali: riforma fiscale; attuazione del PNRR; misure per attenuare i costi dell’energia per le imprese italiane e ridurre la dipendenza estera; Piano Transizione 5.0; soppressione definitiva di plastic e sugar tax.