L’analisi dei Digital Innovation Hub di Confindustria basato su un test del Politecnico di Milano 

Roma, 19 luglio 2023 – La maturità digitale delle imprese è ad un buon livello: tocca quasi la media di 3 (2,85) in una scala da 1 a 5 (massima maturità digitale). Tuttavia, la dimensione delle imprese valutate è una variabile molto importante: il livello di digitalizzazione, infatti, aumenta al crescere delle dimensioni e questo significa che per le imprese più piccole il processo di innovazione è più lento, soprattutto per carenza di competenze.

È tra i risultati emersi da un’analisi realizzata dai Digital Innovation Hub of Confindustria - the network of 23 hubs at regional level based at the Confindustria associations, which aims to disseminate digital skills to enterprises, with a focus on SMEs - through a test conducted by the Politecnico di Milano on a sample made up of 58% of micro-small enterprises and 42% of medium-large enterprises. More than 2/3 of the realities analysed are located in the North, with a clear prevalence in the North-West, one fifth in the South and Islands and the remaining 11% in the Centre. The first three sectors in terms of the number of companies analysed (mechatronics and mechanics, metallurgy, chemicals, rubber and plastics) account for half of the sample considered and almost a quarter belong to the mechatronics and mechanics sector. 

Looking at the level of digitisation of the companies surveyed broken down by sectors, it emerges that, albeit with small differences, the most advanced sectors (index slightly above or close to 3) are: 1. Transport, mobility and logistics, 2. They are followed by: Life sciences and pharmaceuticals, Chemistry, rubber and plastics, agribusiness, metallurgy, paper and wood industry, textiles and fashion, trade, building and construction.

Companies in all sectors have digitised mainly the production and research & innovation phases.

The analysis on corporate strategy reveals some critical issues that highlight the need to implement the corporate culture and skills for the transition:

– Poco meno di 1/3 delle imprese considera Industria 4.0 parte delle proprie strategie aziendali;

– Solo 4 imprese su 10 riconoscono, sviluppano e premiano le competenze di Industria 4.0;

– Per 7 imprese su 10 Industria 4.0 non coinvolge gli attori della catena di fornitura interna ed esterna

– Poco meno del 50% delle imprese mappate ritiene matura la propria cultura aziendale su Industria 4.0

– Più di 6 imprese su 10 hanno sviluppato uno smart product

– Le strategie di Industry 4.0 sono definite da più della metà delle imprese dalla proprietà e per il 30% dalla direzione generale

With reference to the constraints that limit the start-up of digital transformation processes, companies report: Lack of skills (43%), cost of investment (42%), corporate culture (29%), knowledge of the market (24%), low propensity of the supply chain to integrate (18%), identification of external partners (18%), knowledge of incentives (13%), risk of failure (9%), lack of market maturity (8%), security (7%), legal aspects (3%).

“Le imprese sono nel pieno della cosiddetta twin transition, green e digitale, che sono anche i due grandi driver che guidano gli investimenti e la competitività dell’Italia e dell’Europa e sono tra loro strettamente connesse – ha affermato Agostino Santoni, Confindustria Vice President for Digital. This is why it is essential to accelerate digitisation and, above all, to decisively focus on the development of a Data Economy, which makes the most of the enormous amount of information collected by companies and public administrations through the Internet of Things, Artificial Intelligence, and the Cloud. This is the natural evolution of 4.0, but it must be supported with the creation of appropriate skills both through school and university courses and the upskilling and reskilling of the human resources already employed'. 

According to Maurizio Marchesini, Confindustria Vice President for Supply Chains and Medium-sized Enterprises: “Lo scenario che emerge dall’enorme lavoro svolto dai DIH di Confindustria indica con molta chiarezza le traiettorie da seguire nella revisione del Piano 4.0 di cui si parla in queste settimane. I risultati raggiunti sono certamente l’effetto delle politiche per la trasformazione 4.0, che hanno attivato investimenti e che in assenza del Piano non sarebbero stati realizzati con la stessa intensità. Ma il coinvolgimento delle PMI nei processi di innovazione, le competenze, gli investimenti in tecnologie 4.0, la creazione di una cultura digitale restano le priorità da affrontare. È poi evidente la necessità di accelerare sull’integrazione delle filiere che rappresentano la via italiana per la competitività e la transizione digitale ed ecologica del sistema produttivo: è proprio nelle filiere che tante piccole imprese trovano la strada per crescere. In questa cornice, vista la velocità dell’innovazione tecnologica, è fondamentale continuare a lavorare con una visione chiara, assicurando al sistema produttivo un Piano che ne supporti la competitività e un network di DIH che con il proprio know how continui ad affiancare le imprese in queste sfide”.