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Nel roadshow sull’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale, che si tiene a Caserta, emerge che da parte delle Pmi con almeno 10 addetti il Mezzogiorno fa meglio della media Italia: 7,6%, vicino alla media Ue dell’8%. “È un dato che non deve sorprendere se si pensa al cluster delle Pmi dell’aerospazio della Campania che sono ad alto valore tecnologico. E proprio la Campania, che pure ha ancora un livello di digitalizzazione inferiore alla media nazionale, ha fatto registrare il maggiore incremento tra 2022 e 2021: +13,3% rispetto al +9,6% del dato Italia. Sono numeri sicuramente interessanti ma complessivamente ancora modesti, al Nord come al Sud, a riprova del fatto che c’è ancora tanta strada davanti a noi” così in un’intervista su Il Mattino il Presidente della Piccola Industria Giovanni Baroni impegnato con Anitec-Assinform a girare l’Italia per approfondire con le imprese dei territori le opportunità offerte dall’Intelligenza artificiale.
E sui rischi legati all’AI Baroni ha detto: “non percepiamo segnali di allarme o preoccupazione dai nostri imprenditori: anzi, c’è molta curiosità e i numeri dei partecipanti al nostro roadshow lo dimostrano. A Caserta portiamo in sala oltre 150 imprenditori campani. Non c’è alcun dubbio che l’utilizzo dell’Intelligenza artificiale dev’essere regolamentato. Ma al tempo stesso non credo che in un mondo globalizzato si possa pensare di bloccare certi processi. Pensiamo all’energia nucleare che si può prestare ad utilizzi positivi e negativi ma la cui applicabilità è riconosciuta ormai in tutte le politiche energetiche. E’ vero che per alcune categorie di lavoratori ci possono essere dubbi di natura occupazionale, e del resto in ogni epoca l’automazione e le nuove tecnologie hanno portato alla scomparsa di molte figure professionali: ma tante altre ne sono nate e la crescita economica ha permesso comunque un generale miglioramento delle condizioni di lavoro".
Mentre sugli ultimi dati Istat sulla produzione industriale in calo ha sottolineato: “la crescita industriale è in leve flessione, è vero, ma i dati trimestrali sono comunque superiori alle aspettative. E lo stesso, del resto, si può dire a proposito delle previsioni sul Pil 2023: le cose stanno andando meglio del previsto anche per via dell’impatto meno negativo di quanto si temeva dei prezzi energetici”.
Baroni ha poi ribadito la posizione del Presidente Bonomi sull’opportunità di destinare alle imprese i fondi non spesi del Pnrr: “è il privato a garantire il miglior successo al Paese nello scaricare a terra gli investimenti e nel realizzare i progetti. Quindi o i soldi non spesi devono essere restituiti o è meglio che li investano le imprese: non dimentichiamoci che più del 50% dei soldi ricevuti dall’Ue sono un prestito che dovrà essere restituito. Pensare di spendere risorse investimenti senza avere un ritorno in termini di crescita è assurdo.
Per quanto riguarda l’allarme sull’aumento del costo del denaro deciso dalla Bce il Presidente della Piccola Industria ha spiegato: “è sicuramente un problema rilevante. Dopo anni di denaro a tassi azzerati, i continui rialzi di questi mesi ci preoccupano. Non solo perché riducono la marginalità delle imprese ma anche perché frenano i nuovi investimenti: se alcuni Stati, come gli Usa, si sono attivati per evitare questo rischio per le loro imprese, bisogna che anche noi ci muoviamo in questa direzione. Perché se accettiamo l’aumento dei tassi senza mettere in campo iniziative per stimolare gli investimenti privati, il problema si aggraverà parecchio, rischiando di pregiudicare l’attuazione del Pnrr. Ricordo che il sostegno per gli investimenti 4.0 prevedeva incentivi anche al 150% e i risultati degli ultimi due anni confermano che questa misura è stata funzionale alle imprese che hanno rinnovato le fabbriche e investito in ulteriore innovazione. Ora però è stata depotenziata e in questo scenario non è sicuramente una buona notizia. Per le imprese e per il Paese”.