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Non mancano tuttavia degli elementi di criticità ed emergono quindi possibili linee di intervento. Sin dalla fase istitutiva, infatti, sarebbe opportuno valorizzare le sinergie tra amministrazione e cittadini/imprese: di qui l’importanza delle associazioni di categoria, del mondo accademico, degli operatori del settore, nella produzione di testi legislativi di qualità. In tal senso, il confronto con le associazioni di categoria assume un ruolo determinante anche nella verifica dell’efficacia di alcune misure e nella programmazione degli eventuali interventi di rettifica.
Negli anni abbiamo assistito a un crescente polimorfismo del credito di imposta che, da strumento fiscale in senso stretto, ha assunto anche ruoli diversi: da un canto, è diventato strumento di politica industriale per indirizzare e sostenere specifiche tipologie di investimenti delle imprese; dall’altro, una variegata congerie di crediti di imposta ha popolato la legislazione emergenziale, attivata per fronteggiare le difficoltà connesse, dapprima, alla pandemia e, successivamente, alla crisi energetica.
In termini generali, Confindustria è certa che anche l’attuazione della delega di riforma fiscale costituirà una valida occasione per sistematizzare quel coacervo di agevolazioni fiscali consolidatosi nel tempo. Validi spunti giungono anche dall’obiettivo, declinato espressamente nella legge delega, di una codificazione tributaria, nell’auspicio che questa possa portare anche a un “codice” delle agevolazioni, un riferimento chiaro e univoco per i cittadini, le imprese, gli investitori che censisca l’esistente e garantisca piena e tempestiva conoscibilità delle possibilità di sostegno fiscale esistenti.