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Il decreto-legge ha disposto una proroga dei termini previsti per l’entrata in vigore dell’obbligo per le imprese di assicurarsi a copertura dei rischi catastrofali e calamitosi, che sarebbe dovuto decorrere per tutte le imprese dal 1° aprile 2025. Tale intervento, che riguarda tutte le imprese, è stato in più occasioni sollecitato da Confindustria ed è quindi particolarmente apprezzato.
L’introduzione dell’obbligo per tutte le imprese italiane di assicurarsi a copertura dei danni derivanti da calamità naturali ed eventi catastrofali, rappresenta un cambiamento di portata epocale per il sistema produttivo italiano, in particolare per quanto riguarda le imprese di minore dimensione. Confindustria comprende la ratio di questa disposizione, ma ha sempre rimarcato la necessità che l’introduzione dell’obbligo avvenisse con tempi e modalità tali da consentire al sistema produttivo di adeguarsi. Per questo la richiesta di proroga, avanzata in più occasioni, è stata motivata dal fatto che un mese di tempo sarebbe stato del tutto insufficiente.
La proroga contenuta nel provvedimento in esame è dunque positiva e potrà permettere alle imprese soggette all’obbligo di approfondire le disposizioni contenute nel decreto, ma soprattutto di valutare, comparandole, le offerte di polizze sul mercato nonché di verificare le condizioni contrattuali proposte e valutare un’estensione delle coperture a rischi e beni ulteriori rispetto a quelli previsti dalla normativa.
È poi auspicabile che nel periodo di proroga previsto dal DL si completino alcune iniziative previste da norme di legge e ci sia la possibilità di ulteriori approfondimenti. In particolare, tra le altre cose, andrebbero chiariti alcuni punti anche nel contesto del tavolo tecnico sulle assicurazioni catastrofali presso il MIMIT, le cui FAQ recentemente pubblicate non esauriscono tutti i dubbi sollevati.
In conclusione, va messo in evidenza che l’introduzione dell’assicurazione obbligatoria dovrebbe rappresentare un tassello di un più ampio intervento nazionale, che preveda anzitutto investimenti pubblici per mettere in sicurezza il territorio, a partire da quelli da realizzare nelle aree del Paese a maggior rischio e a maggiore intensità di insediamenti produttivi.