start portlet menu bar

La Vice presidente Mattioli all'Eco di Biella: serve un’Europa più forte e coesa | Confindustria

Display portlet menu
end portlet menu bar

La Vice presidente Mattioli all'Eco di Biella: serve un’Europa più forte e coesa

06 giugno 2019 | Vice Presidente, Affari Internazionali

Confindustria ha sempre sostenuto l’importanza strategica dei Grandi Corridoi Europei, convinta che una rete europea di trasporto interconnessa e sostenibile rappresenti una precondizione e uno strumento essenziale all’integrazione economica e sociale dell’Unione Europea.

Così la vicepresidente Licia Mattioli in un’intervista all’Eco di Biella a tutto campo su TAV, Europa e crescita delle imprese sui mercati globali, Made In e Brexit.


Tav e infrastrutture

Noi rifiutiamo l'idea di un'Italia periferia d'Europa immaginandola invece centrale tra Europa e Mediterraneo. Per farlo abbiamo bisogno di infrastrutture che colleghino periferie a centri e il nostro Paese al mondo. La Tav Torino-Lione non è un’opera locale, ma una tratta essenziale dell’intero Corridoio Mediterraneo che va dal Portogallo all’Ungheria, fino alla Cina.

 

Internazionalizzazione

La diversificazione dei mercati è una scelta strategica per le imprese perché, la dipendenza da uno o due paesi, è un fattore di rischio troppo elevato che un imprenditore non si può più assumere. Per questo stiamo portando avanti iniziative, insieme alle nostre associazioni, per incentivare le imprese a crescere, prerequisito essenziale per poter diversificare e quindi essere più solide sui mercati globali.


Protezionismo e dazi Usa-Cina

Il quadro internazionale è molto complesso e la spirale di restrizioni non fa bene a nessuno, nemmeno agli Stati Uniti, la cui industria utilizza in larga parte componenti e semilavorati che provengono da altri Paesi. Tutte le analisi internazionali indicano che l’escalation dei rapporti tra USA e Cina comporterà effetti negativi su entrambi i mercati, sulla crescita e sul commercio mondiali. Per questo, se ci sarà un accordo, i vantaggi non saranno solo bilaterali.


Brexit

Una Brexit senza accordo sarebbe un grosso problema per tutta l’Unione ed avrebbe ripercussioni a livello globale. Ma un accordo, anche in extremis, ne ridurrebbe l’entità e quello negoziato nei mesi scorsi è realmente l’unico possibile. Per gli scambi industriali significherebbe tornare ai dazi tra le due sponde della Manica e a numerose altre costose complicazioni, a partire dal riconoscimento degli standard tecnici e di sicurezza dei prodotti penalizzando catene del valore consolidate negli anni.


Elezioni europee

Al di là degli orientamenti politici dominanti nell’assemblea elettiva la UE dovrà compiere scelte fondamentali per non essere marginalizzata nella competizione globale. Ciò significa anzitutto una politica industriale seria e coerente con al centro la manifattura. L’Unione dovrà saper coniugare l’attenzione verso le PMI, nervatura del nostro sistema industriale, con gli interessi delle grandi aziende, traino delle filiere e avamposto per fronteggiare la concorrenza sui mercati internazionali. Per questo auspichiamo la creazione di grandi gruppi industriali europei e che l’Unione adotti una legge sulla golden power a livello comunitario.


Dove siamo
Complementary Content
${loading}