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L'Italia non sfidi l'Europa per un piatto di lenticchie - L’editoriale di Marcella Panucci su Huffington Post | Confindustria

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L'Italia non sfidi l'Europa per un piatto di lenticchie - L’editoriale di Marcella Panucci su Huffington Post

28 maggio 2019 | Europa, Direttore Generale

Calato il sipario sulle elezioni europee e avendo una prima idea di quali potranno essere i pesi e le appartenenze alle famiglie politiche del Parlamento Europeo, è il momento di fare un punto sulle questioni più rilevanti e urgenti su cui i nostri parlamentari europei e il governo italiano dovranno confrontarsi a partire da stasera.

Nel suo editoriale di oggi per Huffington Post Marcella Panucci, Direttore Generale di Confindustria, analizza i dossier centrali che l’Italia dovrà affrontare per il futuro dell’Unione.

Innanzitutto la governance delle istituzioni europee, di cui la presidenza della BCE è il tassello più rilevante, perché da qui passeranno le scelte di politica monetaria.

Il passaggio è collegato ovviamente alle altre nomine, a partire da quella del Presidente della Commissione europea.

L’Italia deve puntare a un portafoglio economico all’interno della Commissione: concorrenza, mercato interno, industria, commercio sono strategici. È una partita essenziale su cui giocare bene le nostre carte.

Al completamento dell’Unione Bancaria, e a una golden rule che consenta di scorporare in maniera temporanea e straordinaria la spesa per investimenti dai limiti del Patto di Stabilità e Crescita per recuperare il gap accumulato in questi anni.

Occorre poi un bilancio dell’eurozona dotato di strumenti comuni per gestire gli shock economici e di investire su un piano massiccio di investimenti in infrastrutture transeuropee.

Dobbiamo fare attenzione al prossimo Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027, il bilancio dell’Unione, per rafforzare i capitoli su innovazione e ricerca, potenziando gli strumenti a favore delle PMI, e i fondi per la coesione.

Ma soprattutto non continuiamo a parlare di sforare il 3% del rapporto deficit/PIL o a sfidare l’UE sulla procedura di infrazione. Non troveremo nessuno che vorrà condividere questa battaglia e faremo solo danni: lo spread che ha raggiunto oggi i 290 punti è un segnale di allarme da non sottovalutare.

Cerchiamo di essere pratici e combattere le battaglie che servono e non quelle di impatto mediatico, anche perché la campagna elettorale – per fortuna – è finita e i risultati in Europa, è bene ricordarlo, dipendono non dai pugni battuti sul tavolo, ma dalla credibilità che un Paese si costruisce anche attraverso una assidua partecipazione alle riunioni istituzionali, una qualificata ed efficace presenza di tecnici nei luoghi dove si decide (anche la composizione dei gabinetti dei futuri commissari ha una grande rilevanza) e, soprattutto, attraverso le giuste alleanze.

 

 


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