Stirpe al Corriere della Sera: Sulla riforma degli ammortizzatori sociali serve soluzione condivisa

25 gennaio 2021 | Vice Presidente, Lavoro e Relazioni Industriali



La riforma degli ammortizzatori sociali è in dirittura d’arrivo. “E’ stata illustrata ai sindacati il 25 gennaio e a Confindustria sarebbe dovuta essere illustrata il giorno successivo ma l'appuntamento è stato rimandato a data da destinarsi”. Così Maurizio Stirpe, Vice Presidente di Confindustria per il Lavoro e le Relazioni Industriali in un’intervista al Corriere della Sera.

 

“Ad oggi sono state autorizzate 375 milioni di ore di cassa Covid: il 46% sono andate ad aziende che avrebbero avuto diritto alla cassa ordinaria, e quindi versano già l'1,70% del monte stipendi se hanno fino a 50 dipendenti, il 2% dai 50 in su. Il 34% erano aziende che contribuiscono al Fis, il Fondo integrazione salariale, o ad altri fondi. In questo caso versano per gli ammortizzatori lo 0,45% fino a 15 dipendenti, lo 0,65% dai 15 in su. Per finire c'è un 20% di aziende che non avrebbe avuto diritto a nulla perché non ha mai fatto alcun versamento. Noi vogliamo sottolineare che se l'ammortizzatore deve essere universale, cioè uguale per tutti, allora tutti devono contribuire allo stesso modo. Altrimenti dobbiamo rinunciare a questa idea perché non si può chiedere a chi sta già pagando di più di finanziare gli ammortizzatori per le imprese che non hanno mai fatto un versamento” – ha sottolineato il Vice Presidente.

 

“Da tempo abbiamo sollevato il problema anche con le associazioni che rappresentano i piccoli. Ci piacerebbe parlarne ed arrivare ad una soluzione condivisa” – ha aggiunto.

 

E sul blocco dei licenziamenti, Stirpe ha affermato “quanto sia facile e popolare da parte dei sindacati chiedere il prolungamento del blocco ma non è la soluzione migliore per il Paese. Giusto prorogarlo per le attività che sono chiuse per decreto. E a queste lo Stato deve garantire, oltre agli ammortizzatori, la sospensione degli obblighi fiscali. Ma le altre devono potersi ristrutturare. Prima verrà data loro la possibilità di farlo, prima potranno ripartire. La nostra non è una posizione ideologica, cerchiamo solo soluzioni per uscire prima dall'impasse” ha fatto notare il Vice Presidente.

 

“Noi crediamo che una buona soluzione possa essere quella di migliorare il contratto di espansione, oggi disponibile solo per le imprese con più di 250 dipendenti. Per questo vorremmo che venisse esteso anche alle realtà più piccole, diciamo dai 15 dipendenti in su. Comunque si può discutere. Il problema è il metodo” – ha evidenziato Stirpe, rivolgendo contestualmente all’esecutivo la precisa richiesta di non convocare più incontri separati tra governo e sindacati e governo e imprese perché, per trovare soluzioni, occorre che i tre attori siedano tutti insieme allo stesso tavolo. “Il divide et impera non funziona” ha detto. “Inoltre, se c'è un testo di riforma degli ammortizzatori, ci venga consegnato prima, perché vogliamo arrivare all'incontro preparati” – ha chiarito Stirpe.  

 

Infine, il Vice Presidente ha parlato del contratto dei metalmeccanici, augurandosi che “si giunga a una conclusione in tempi ragionevoli e nel rispetto del "Patto della fabbrica".  I fatti hanno già dimostrato quello che abbiamo sempre detto fin dall'inizio: Confindustria non solo non ha mai remato contro il rinnovo degli accordi ma li ha addirittura favoriti. Se si guarda all'Ipca, i trattamenti minimi sarebbero dovuti aumentare del 2,1% mentre molti rinnovi sono avvenuti intorno al 4%. Nessuno può dire che Confindustria non abbia tenuto conto delle difficoltà del momento” ha concluso Stirpe.  



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