Perché di fronte alla crisi iraniana Roma non può stare a guardare - L’editoriale di Andrea Montanino su La Stampa

01 agosto 2019 | Centro Studi


La decisione dell’amministrazione Trump di abbandonare l’accordo sul nucleare, dopo poco più di due anni, ha determinato una serie di reazioni da parte iraniana e il futuro è incerto e pericoloso.

Nel suo editoriale di oggi per La Stampa Andrea Montanino, Capo economista di Confindustria, analizza perchè le vicende iraniane devono interessare il nostro Paese dal punto di vista economico.

Dopo la firma degli accordi del gennaio 2016, in Iran avevano cominciato ad affluire capitali esteri e l’Italia aveva avuto un ruolo da protagonista: circa il 45% degli investimenti provenienti dai 28 paesi dell’Unione Europea erano italiani, a dimostrazione della capacità delle nostre aziende di muoversi rapidamente e in contesti difficili. 

Dopo la decisione americana i flussi di capitale estero verso l’Iran sono nuovamente crollati penalizzando presumibilmente le aziende italiane che avevano creduto nel possibile sviluppo del Paese.

In questo contesto, un'opzione riguarda l’Instex, una sigla che identifica un sistema di pagamento alternativo che alcuni paesi europei hanno costituito e che potrebbe permettere di continuare a commerciare con l’Iran senza incorrere nelle sanzioni americane. L’Italia sembra stia ancora valutando come agire mentre, in occasione della riunione del 16 luglio dei i Ministri degli Esteri UE,  sette governi si sono detti interessati a partecipare al veicolo finanziario (Belgio, Olanda, Spagna, Slovenia, Svezia, Austria e Finlandia).

Tuttavia, l’avvio di questo sistema di pagamento dovrebbe tenere in considerazione eventuali reazioni americane che potrebbero indebolire ulteriormente le relazioni transatlantiche. Sarebbe quindi auspicabile riportare al tavolo gli Stati Uniti.

Ma il problema non è solo l'Iran. Infatti, una destabilizzazione del Medio Oriente porterebbe conseguenze geoeconomiche ben più vaste.

L’Italia è riuscita a mantenere saldamente la sua quota di mercato in quest'area mentre nostri principali competitor hanno perso terreno. Abbiamo ancora un vantaggio importante nell’esportazione di macchinari, che rappresentano un terzo del nostro export nel Medio Oriente, e in tutti i prodotti tipici del Made in Italy.

Inoltre, l'Iran è un mercato che offre un discreto potenziale, anche grazie a una classe media in espansione e una popolazione mediamente giovane, che generalmente ha una propensione al consumo più alta.

In una fase storica di crescita economica intorno allo zero, dovremmo quindi presidiare tutte le opportunità di maggiore espansione e guardare a questi paesi per interesse nazionale.


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