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Carlo Robiglio a Il Mattino: liberare la forza delle PMI con una nuova politica industriale | Confindustria

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Carlo Robiglio a Il Mattino: liberare la forza delle PMI con una nuova politica industriale

11 dicembre 2019 | Politiche Industriali, Piccola Industria

La crisi della politica e la perdurante instabilità dei governi, per Carlo Robiglio, Presidente Piccola Industria e Vice presidente di Confindustria, sono alla base della preoccupante fragilità del sistema industriale del Paese.

In un’intervista a Il Mattino Robiglio ha sottolineato come dopo gli spiragli del 2016-17, che avevano fatto recuperare un po' di fiducia agli imprenditori, oggi siamo ritornati nelle secche. E sono proprio le PMI ad avvertire maggiormente questa situazione, dalla stretta nell'accesso al credito alla stagnazione dei consumi.

Il Paese è fermo, gli investimenti frenano e la madre di tutto questo è l'instabilità politica. Si sono succeduti da anni governi che hanno sottovalutato la necessità di progettare una politica economica di medio e lungo termine e sono apparsi più interessati spesso a provvedimenti di breve respiro, legati a emergenze di vario genere e non a una visione sempre più necessaria dello sviluppo. E nemmeno la Legge di Bilancio sembra indicare una prospettiva di crescita meno incerta: sembra una manovra per sopravvivere, siamo ben lontani da una politica industriale di ampio profilo.

Riguardo all’ipotesi di far tornare intervento pubblico al centro della politica industriale, quello che serve per Robiglio non è un nuovo assistenzialismo ma far lavorare le imprese. Perché l'Italia rimane pur sempre il secondo Paese manifatturiero d'Europa. E la forza delle piccole e medie imprese va liberata, non frenata.

Per quanto riguarda l’ex Ilva bisogna guardare alla situazione attuale con un certo pragmatismo, la priorità per Taranto è impedire che vengano lasciate a casa migliaia di persone se la trattativa con il gruppo ArcelorMittal non andasse a buon fine. Non va dimenticato, poi, il peso delle centinaia di piccole aziende dell'indotto che danno lavoro a migliaia di persone e che sono indispensabili al funzionamento dell'intera filiera dell'acciaio.

Questo preoccupa moltissimo perché se il Paese non cresce e non si ragiona in termini di politica industriale, sarà inevitabile l'implosione di settori strategici.

Sul lavoro il Presidente della Piccola ha ricordato come il Patto della Fabbrica firmato da Confindustria, Cgil, Cisl e Uil rimane fondamentale ma senza un'adeguata politica industriale sarà difficile la ripresa.


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