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Bene ridurre le imposte ma la priorità è tagliare i contributi non l'Irpef. La Legge di Bilancio era e resta un’occasione per il rilancio del Paese. Purtroppo, se verrà confermato questo impianto, compresa la manovra sulle tasse, rischia di essere un’occasione persa.
Così si apre l’intervista del Presidente Carlo Bonomi oggi al Corriere della Sera, nella quale espone le valutazioni di Confindustria sulla Manovra.
“Durante la pandemia abbiamo contratto un debito emergenziale molto forte, che si aggiunge al precedente, già su livelli record. Per poterlo ripagare, è necessaria una crescita solida e strutturale – ha continuato Bonomi.
Quest’anno assistiamo solo a un rimbalzo del PIL, nel senso che stiamo recuperando quanto perso, ma la vera sfida è dal 2023 in poi. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza può darci una crescita aggiuntiva di un punto e mezzo, ma è necessario mettere in campo subito provvedimenti finalizzati alla ripresa del PIL, sapendo che forse questa è l’ultima Legge di Bilancio che ci consente di fare ancora largo ricorso al deficit.
Ma in questa Manovra le misure per spingere questa crescita non le vediamo. A partire dal fisco”.
Gli interventi fiscali previsti nella Legge di Bilancio, a partire dallo stanziamento di risorse per 8 miliardi, presentano delle criticità che il Presidente ha illustrato nel corso del colloquio con Enrico Marro.
“8 miliardi sono pochi, ne servirebbero almeno 13. Inoltre, si sono messe insieme le richieste dei partiti in un quadro slegato dalla delega per la riforma complessiva del fisco, quando invece su decisioni come queste sarebbe stato meglio che il ministero dell’Economia avesse dato il proprio indirizzo di riforma”.
Bonomi ha chiarito inoltre l’inefficacia, dal punto di vista di Confindustria, dell’intesa raggiunta fra i partiti che prevede di tagliare di 7 miliardi il prelievo Irpef e di 1 quello Irap.
“Se prendiamo l’Irpef non c’è un reale sostegno alle fasce più deboli mentre lo sconto maggiore si concentra sulla fascia di reddito tra 40 e 45mila euro” ha spiegato il Presidente sottolineando come, inoltre, per le imprese non sia stato previsto alcun intervento fiscale di rilievo.
“Per le imprese non c’è nulla. Anzi, nel resto della Manovra ci sono una serie di interventi che minano la crescita delle aziende. Mi riferisco al decalage su Transizione 4.0, all’abolizione del patent box, alla modifica del riallineamento patrimoniale degli asset delle imprese. Tutto il contrario dello stimolo agli investimenti funzionali alla transizione verde e digitale, come indicato nel PNRR.
Non solo - ha aggiunto Bonomi - non c’è nulla per i giovani e le donne, ma si dà il grosso delle risorse per il taglio delle tasse a fasce sociali che non sono le più deboli.
Secondo il Presidente i 5 miliardi aggiuntivi che servirebbero a rendere più efficace il taglio delle tasse, che Confindustria stima in un ammontare complessivo di 13 miliardi “ci sarebbero, se ci fosse la volontà di andare nella direzione giusta che, secondo noi, è quella di un taglio del cuneo riducendo di due terzi i contributi a carico dei lavoratori e di un terzo quelli sulle imprese.
In questo modo il beneficio sarebbe universale, si alzerebbe il netto in busta paga, spingendo la domanda, e si ridurrebbe il costo del lavoro migliorando la competitività, tanto più che ora le imprese manifatturiere sono gravate dall’aumento dei prezzi delle materie prime e dell’energia” - ha sottolineato Bonomi.
“Se poi si volesse essere ancora più selettivi - ha aggiunto - abbiamo anche detto che il taglio del cuneo si potrebbe concentrare su giovani e donne. Invece le risorse sono state messe su prepensionamenti e reddito di cittadinanza.
Le imprese continueranno a fare il loro dovere per competere sui mercati, ma ci dispiace che ancora non si sia compreso quali sono le componenti per spingere la crescita”, ha affermato il Presidente.
“Non è il caso di mettere ciascuno le proprie bandierine”, ha osservato Bonomi in merito al commento della Cgil sulle misure in Manovra a favore delle imprese.
“Basti dire che noi abbiamo proposto un taglio delle tasse che appunto vada per i due terzi a vantaggio dei dipendenti. Invece, ripeto, si disperdono risorse.
Faccio un esempio: i soldi per i prepensionamenti si potrebbero spendere meglio per i giovani, sia sostenendo fiscalmente la previdenza complementare sia favorendo la loro occupabilità. Possibile che nella Manovra non si pensi a due milioni di poveri assoluti? Loro bisogna renderli occupabili, non dipendenti dai sussidi”, ha fatto notare.
Riguardo la richiesta di incontro urgente che Confindustria ha avanzato al Governo, Bonomi ha chiarito: “L’incontro ha senso per noi se è congiunto con tutte le parti sociali. Non vogliamo incontri separati. Insistiamo poi sulla necessità di cambiare approccio e di non perdere un’occasione storica. Purtroppo, vediamo invece un certo nervosismo nei partiti, connesso con la partita per il Quirinale, che finisce per condizionare le scelte, guardando più a esigenze di consenso elettorale che alle necessità di lungo periodo del Paese.
Il governo Draghi ha le idee ben chiare su cosa fare e sta tentando di farlo, ma se i partiti continuano a fare la gara su chi piazza più bandierine, tutto diventa più complicato”.
Per quanto riguarda il PNRR, le riforme e le misure necessarie per attuarlo, Bonomi ha detto: “Il Presidente Draghi ha dato al Piano una visione su dove portare il Paese per renderlo moderno e inclusivo. Una visione che ci ha entusiasmato. Poi, già con le tensioni per le elezioni amministrative, abbiamo visto un rallentamento dell’azione riformista.
Entro la fine anno dell’anno dobbiamo fare 23 riforme, inoltre ci chiediamo come le stazioni appaltanti delle Regioni e dei Comuni riusciranno a scaricare a terra gli investimenti. Insomma, abbiamo grandi aspettative, ma ora siamo preoccupati perché vediamo una politica sempre più distratta dalle scadenze elettorali” ha concluso Il Presidente.