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Boccia alla Stampa - Un maxi piano per evitare le macerie dopo questa guerra | Confindustria

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Boccia alla Stampa - Un maxi piano per evitare le macerie dopo questa guerra

21 marzo 2020 | Presidente

"Abbiamo capito che il picco potrebbe essere entro metà aprile. Ma cambia poco: per quanto rapida sarà la fine dell'emergenza, ci sono migliaia di imprese che avranno difficoltà ad andare avanti. Sarà un anno molto, molto difficile". Così il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia oggi in un'intervista alla Stampa, dopo la presentazione del lungo documento di ieri in cui chiede al governo misure straordinarie contro la crisi.

"Occorre rifarsi alle risorse del fondo salva-Stati senza alcuna condizionalità", per evitare che dopo questa "guerra" restino solo "macerie", spiega Boccia.

"L'emergenza va affrontata in chiave italiana ed europea. Questa crisi porterà a un livello prossimo a zero della domanda salvo che per i beni essenziali - osserva - il decreto del governo va bene per gestire l'emergenza. Le aziende sono già di fronte ad una crisi di liquidità: occorre una sospensione dei termini fiscali e contributivi, evitare che debbano anticipare la cassa integrazione, intervenire immediatamente per superare la fase di transizione. Questo consentirà di evitare danni irreversibili".

"La sospensione del Patto di Stabilità dimostra che sono tutti consapevoli della gravità della crisi - rileva Boccia - occorre un 'whatever it takes' a favore delle imprese: piccole, medie e grandi. Per realizzarlo occorre uno strumento che garantisca liquidità. La nostra proposta è quella di permettere l'accesso a un fondo di garanzia da estinguere su base trentennale. Siamo di fronte ad uno choc della domanda. Ci vorranno mesi per riassorbirlo. Siamo dentro una guerra, anche nei comportamenti. Ci vorrà tempo per tornare alle abitudini di prima. E nel frattempo occorre evitare che restino solo macerie".

"Se il governo deve fermare tutto in alcune zone del Paese, lo faccia - conclude - non spetta a noi deciderlo. Sia però chiara una cosa: stiamo combattendo una guerra, e per non trovarsi solo con macerie bisogna occuparsene ora".

Qui l’intervista integrale.


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