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Confindustria ha posto l'attenzione su alcune misure contenute nel DDL che rischiano di creare incertezze, compromettere l’armonizzazione del diritto consumeristico e disincentivare l’innovazione.
In particolare, il riferimento è:
Inoltre, appaiono problematiche le norme in tema di parti di ricambio e quelle che introducono sanzioni penali per gli operatori che ricorrono a pratiche di obsolescenza programmata, nonché le nuove attribuzioni in termini di vigilanza e controllo al Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti.
Confindustria suggerisce di attendere gli sviluppi del dibattito europeo sull’obsolescenza programmata prima di introdurre una disciplina nazionale sul tema. A livello UE, infatti, i confronti sul tema sono in corso e mancano ancora indirizzi consolidati al riguardo.
Infine, si segnala che sia sul fronte consumeristico, sia su quello ambientale, i concetti di durabilità e riparabilità dei beni hanno già assunto una rilevanza strategica in termini di qualità e sostenibilità. Pertanto, appare opportuno promuoverne la più ampia diffusione anche al fine di favorire un consumo responsabile e disincentivare fenomeni di obsolescenza programmata.