AUDIZIONI PARLAMENTARI

Dlgs Codice crisi di impresa

02 maggio 2022

Affari Legislativi

Affari Legislativi

Il documento di Confindustria, condiviso anche con il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, evidenzia la necessità di garantire un maggiore ordine e chiarezza degli interventi, al fine di rendere il contesto di riferimento più intellegibile per tutti i soggetti a vario titolo coinvolti: debitori, creditori, professionisti e magistrati.

Infatti, il succedersi di provvedimenti, cambiamenti e integrazioni del quadro normativo, senza una meditata visione di insieme, sta generando un diffuso disorientamento e rischia di non centrare gli obiettivi di semplificazione degli istituti e di valorizzazione dell’autonomia privata a cui la Direttiva mira.





DL Energia 2

14 aprile 2022



La crisi dovuta al conflitto in Ucraina incide su un quadro già in peggioramento per il perdurare della pandemia, per le pressioni al rialzo sui prezzi e per la scarsità di varie commodity, con conseguenti rallentamenti su alcune catene di fornitura.

In questo contesto, il decreto-legge interviene varando misure volte a contenere i prezzi dell’energia e a fronteggiare la situazione di eccezionale instabilità nel sistema nazionale del gas naturale. Confindustria ha tuttavia segnalato nell’audizione la necessità di interventi più strutturali e ambiziosi, avanzando una serie di proposte atte a rafforzare la portata e gli effetti del provvedimento.


DEF 2022

13 aprile 2022



Lo scenario economico appare in netto peggioramento. La guerra in Ucraina aumenta l’incertezza in un contesto già reso difficile dal perdurare della pandemia, delle pressioni al rialzo sui prezzi dell’energia e di varie commodity e dai colli di bottiglia in alcune catene di fornitura globali.

La manifattura del nostro Paese va considerata una leva essenziale della sicurezza nazionale. Occorrono misure strutturali per sostenere l’industria, analoghe a quelle assunte in altri Paesi UE.

In questa situazione è importante compiere in sede europea e nazionale scelte decise a tutela delle imprese, dalla sterilizzazione dei rincari dei prezzi energetici alla riduzione del costo del lavoro. Tutti ambiti in cui Confindustria ha già da tempo avanzato proposte risolutive, che appaiono oggi sempre più pressanti.


PdL Tirocinio curricolare

14 marzo 2022

Formazione

Formazione

In Italia, così come nella maggior parte dei paesi europei, il tirocinio è presente come strumento di formazione sul lavoro, rigorosamente distinto da un rapporto di lavoro e sussiste una distinzione tra tirocini curriculari (previsti o riconoscibili dai piani formativi di un’istituzione formativa) e tirocini extra-curriculari.

Confindustria intende sottoporre all’attenzione del Legislatore tre questioni fondamentali:

1. Quadro complessivo degli strumenti di formazione sul lavoro in Italia. La riflessione sul tirocinio curriculare potrebbe rappresentare l’occasione per dare avvio ad una più generale riflessione su come inserire questo e altri strumenti in un quadro più ampio, entro il quale imprese e istituzioni formative collaborano per la crescita formativa e professionale delle nuove generazioni.

2. Partnership impresa-istituzione formativa. Un progetto di riforma del tirocinio dovrebbe partire dalla necessità che in Italia nascano reti strutturate tra imprese e istituzioni formative per costruire un campo di azione entro il quale inserire tutte le attività di collaborazione tra imprese e istituzioni formative, dalla semplice testimonianza aziendale fino all’apprendistato.

3. Indennità e liberalità dei tirocini curriculari. La gratuità del tirocinio curriculare è una realtà in tutta Europa, in alcuni casi è previsto un rimborso spese per il tirocinante. Tuttavia, bisognerebbe far salva l’ipotesi della “liberalità” da parte delle imprese, incentivando tale possibilità attraverso appositi sgravi fiscali.


DL Energia - Sostegni quater

11 marzo 2022

Politiche Industriali

Politiche Industriali

L’audizione ha fornito un’ulteriore occasione per sottolineare, a livello istituzionale, come la crisi energetica in atto, aggravata dal conflitto russo-ucraino, delinei ormai uno scenario drammaticamente insostenibile per le imprese, di fronte al quale servono risposte immediate e adeguate nell’intensità, da parte delle Autorità europee ed italiane.


DL Sostegni ter

16 febbraio 2022

Affari Legislativi

Affari Legislativi

Il DL Sostegni ter contiene misure volte a contenere l’eccezionale incremento dei costi dell’energia elettrica, nonché disposizioni a sostegno dei settori economici e lavorativi più direttamente interessati dalle recenti misure restrittive.

Pur intervenendo con alcuni interventi apprezzabili, il provvedimento non appare del tutto soddisfacente, poiché mancano alcuni “capitoli” urgenti e, rispetto a quelli oggetto delle nuove norme, l’intensità e gli effetti degli interventi appaiono inferiori alle attese.

In primo luogo, sul tema energia, la criticità principale delle misure contenute nel decreto riguarda il reiterarsi di un approccio temporaneo alla soluzione del problema e la mancanza di interventi strutturali.

E’, in secondo luogo, necessario, in questa drammatica fase congiunturale, un intervento che favorisca la rinegoziazione dei contratti pubblici di servizi e forniture, per compensare l'eccessiva onerosità economica e finanziaria dei contratti in corso, nonché per far fronte dell’aumento del costo delle materie prime.

Occorre, infine, un ripensamento di alcune misure che, incidendo sulla continuità delle azioni intraprese dal Governo, ledono il legittimo affidamento riposto dalle imprese nelle azioni adottate, mettendo a rischio gli investimenti effettuati o programmati. Il riferimento è, in particolare, alla disposizione volta a precludere, nell’ambito del Superbonus 110% e degli altri bonus edilizi, ai soggetti primi cessionari la successiva cessione del credito ricevuto.


DdL Concorrenza

09 febbraio 2022

Affari Legislativi

Affari Legislativi

Confindustria apprezza che il Governo e il Parlamento abbiano avviato la discussione sul disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza 2021. Infatti, la rivitalizzazione di questo veicolo normativo, oltre a rispettare un impegno assunto col Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), risponde a esigenze di funzionamento efficiente dei mercati e di tutela del nostro sistema socioeconomico, specie nell’attuale fase emergenziale.

Il disegno di legge interviene su alcuni ambiti rilevanti per l’economia, a cominciare dalla rivisitazione delle modalità di gestione dei servizi pubblici essenziali; dall’istituzione di un sistema di monitoraggio delle concessioni di beni pubblici; dalla velocizzazione delle procedure per la realizzazione di nuove infrastrutture digitali; nonché dalla semplificazione dei regimi amministrativi e dei controlli sulle attività private.

Gli interventi sono in larga parte condivisibili, sebbene non manchino elementi di criticità, tra i quali:

  • la necessità di garantire un’effettiva parità di trattamento tra operatori pubblici e privati in alcuni ambiti, come quello sanitario, prevedendo requisiti di trasparenza che non creino situazioni di svantaggio competitivo per taluni operatori;
  • l'esigenza di prestare maggiore attenzione agli investimenti delle imprese, tenuto anche conto dell’attuale congiuntura, rivedendo alcune modalità di calcolo degli indennizzi per gli investimenti effettuati dai gestori uscenti, come nel caso delle concessioni di distribuzione del gas naturale, nonché garantendo l’effettiva tutela degli investimenti in innovazione, come nel caso dei farmaci equivalenti;
  • in campo antitrust, l’adeguamento ai principi eurounitari andrebbe accompagnato da una più puntuale verifica del level playing field, al fine di evitare disallineamenti regolatori in danno delle imprese che operano in Italia.
Infine, in chiave propositiva, il perimetro del provvedimento potrebbe essere esteso a ulteriori ambiti, come quello dei servizi professionali e dell’innovazione nel mercato dei contratti pubblici.



PdL Emissioni odorigene

26 gennaio 2022

Politiche Industriali

Politiche Industriali

Confindustria ritiene condivisibile la ratio della PdL di voler portare chiarezza e certezza di un’uniforme applicazione sull’intero territorio nazionale della disciplina sulle emissioni odorigene. Tuttavia, al di là delle considerazioni tecniche, è importante considerare che il mercato di confronto delle aziende è internazionale e che pertanto l’eventuale introduzione di un quadro di riferimento, soprattutto in termini di limiti emissivi, più stringente rispetto a quelli vigenti in altri Paesi, possa determinare inevitabilmente un indebolimento della posizione competitiva delle aziende italiane sul mercato.

Occorre inoltre valutare che, data la carenza di riferimenti tecnici specifici e di precisi limiti tabellari univoci fissati a livello comunitario, sarebbe più opportuno definire in prima istanza “valori obiettivo”, anziché “valori limite di emissione”, il cui superamento non determina sanzioni ma solo eventuali ulteriori azioni di mitigazione.

In ogni caso, eventuali valori obiettivo dovranno risultare compatibili e raggiungibili secondo la fattibilità tecnica e la sostenibilità economica. Tale raccomandazione è avanzata per non introdurre elementi penalizzanti per la produzione in ambito nazionale ed elementi distorsivi della libera concorrenza prevista dalla normativa comunitaria.


DdL Bilancio 2022

22 novembre 2021

Affari Legislativi

Affari Legislativi

A giudizio di Confindustria, la Manovra di bilancio, nonostante alcuni interventi positivi, non fa segnare un passo avanti significativo verso la modernizzazione del Paese.

Infatti, la sua impostazione risponde certamente all’esigenza di accompagnarlo lungo il sentiero di uscita dalla crisi, ma non sembra in grado di sostenere quelle istanze trasformative, dell’economia e della società italiane, che sono alla base anche di NGEU.

Per questo, il nostro auspicio è che il dibattito parlamentare contribuisca ad avviare una riflessione su temi come la ricomposizione delle filiere produttive alla luce dell’impatto che su di esse avranno le transizioni, come le politiche attive del lavoro, ma anche la struttura finanziaria delle imprese. E che si trovi il modo per rimediare a scelte sbagliate, come la soppressione del patent box e la revisione della disciplina di rivalutazione degli asset d’impresa. E, ancora, che il Parlamento possa contribuire a definire alcuni indirizzi di fondo, a partire dalla riduzione della componente contributiva del cuneo fiscale in direzione di una maggiore partecipazione al lavoro di giovani e donne.

In sostanza, confidiamo che il significativo sforzo finanziario richiesto dalla Manovra, lungi dall’assecondare interessi di parte e visioni di breve termine, sia l’occasione per rilanciare la crescita e la produttività dell’economia italiana.

DdL Delega riforma fiscale

18 novembre 2021

Politiche Fiscali

Politiche Fiscali

In linea generale, Confindustria condivide gli obiettivi recati dalla legge delega di riforma fiscale, orientati alla crescita dell’economia italiana, strettamente connessa alla necessaria riduzione del carico fiscale sui fattori produttivi e ad una accorta opera di semplificazione del sistema fiscale e contrasto a evasione ed elusione fiscale.

Suscitano, tuttavia, alcune preoccupazioni l’impostazione di metodo della riforma ed il capitolo delle risorse a supporto.

Quanto al metodo, il provvedimento delinea criteri di indirizzo dell’attività riformatrice del Governo alquanto vaghi, al punto che, nella formulazione di alcuni articoli, sembra concretizzarsi un rischio di “eccesso di delega”, che potrebbe comportare il rischio di impugnazione dei decreti legislativi adottati.

In merito alla dotazione finanziaria, gli ambiziosi obiettivi declinati nel progetto di riforma, non trovano - al momento - riscontro in un adeguato supporto in termini di risorse.

Con riguardo alla riforma complessiva dell’IRPEF, pur comprendendo le ragioni che hanno portato alla scelta del modello di tassazione duale, è prioritario che siano evitati incrementi del prelievo fiscale sui fattori produttivi, sul capitale e sul lavoro.

Con riferimento, poi, alla tassazione delle imprese, nonostante gli apprezzabili riferimenti alle esigenze di semplificazione e razionalizzazione dell’IRES, sembra mancare un disegno di riforma organico del tributo, che tenga anche conto delle più recenti evoluzioni in campo europeo ed internazionale. La legge delega contiene anche una opportuna previsione di superamento dell’IRAP  senza, tuttavia, fornire alcun dettaglio in merito.

L’auspicio conclusivo è che il percorso della legge delega possa prevedere alcuni correttivi per non perdere l’occasione di una riforma complessiva, equa e orientata alla crescita e alla progressiva semplificazione degli adempimenti e del sistema nel suo complesso.


PdL Lavoro agile

16 novembre 2021

Capitale Umano

Capitale Umano

Confindustria ha accolto con favore la legge n. 81/2017 che ha disciplinato, per la prima volta, il “lavoro agile” come una “modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato stabilita anche mediante accordo tra le parti”, per i suoi molteplici aspetti innovativi, primi fra tutti la particolare valorizzazione dell’accordo individuale e la disciplina “elastica” dell’orario di lavoro.

Il complesso delle nuove proposte di legge sul lavoro agile, pur nella loro ben differenziata impostazione, rischia di essere eccessivamente pervasivo. A nostro avviso, infatti, l’attuale disciplina non necessita di un ulteriore intervento legislativo ampio e complessivo, bensì eventualmente di alcuni interventi mirati e specifici, come ad esempio quelli volti al riconoscimento di incentivi alle imprese che si impegnano a fornire dotazioni informatiche adeguate ai loro dipendenti; alla precisazione di alcuni aspetti della disciplina della salute e sicurezza dei lavoratori agili; alla semplificazione della disciplina delle comunicazioni telematiche.

Per tali ragioni, Confindustria ha salutato con favore la recente iniziativa del Ministro Orlando che ha convocato le parti sociali invitandole a verificare se vi siano i presupposti per la definizione di un Accordo quadro che orienti l’intervento della contrattazione collettiva in materia di lavoro agile nella disciplina di varie tematiche come, ad esempio: la disconnessione, l’indicazione dei luoghi più opportuni dove svolgere il lavoro agile; la disciplina delle fornitura delle dotazioni informatiche alla formazione; il riconoscimento del pieno esercizio dei diritti sindacali, la parità di genere e di trattamento economico e la tutela dei lavoratori fragili.


Politiche attive del lavoro

10 novembre 2021

Capitale Umano

Capitale Umano

Confindustria esprime la sua condivisione riguardo ai contenuti della risoluzione. Le politiche relative al mercato del lavoro devono essere orientate maggiormente a favore delle politiche attive, piuttosto che delle c.d. “politiche passive” ed è fondamentale introdurre un’azione di attento monitoraggio e misurazione degli effetti delle attività poste in essere, anche al fine, come correttamente evidenziato nella risoluzione, di apportare tempestivamente eventuali correttivi agli indirizzi delle scelte effettuate.

Particolarmente opportuna poi è la misurazione del valore pubblico generato, anche per consentire una corretta partecipazione dei privati all’attuazione delle politiche attive. La partecipazione delle Agenzie per il lavoro private al programma di sviluppo delle politiche attive in Italia è infatti cruciale, dato il costante rapporto che esse intrattengono con il mondo delle imprese.

E’ infine essenziale che ogni iniziativa in tema di implementazione delle politiche attive sia accompagnata da un superamento dell’eccessiva frammentazione delle Istituzioni, anche attraverso la creazione di un sistema informativo unico che possa mettere effettivamente e rapidamente in contatto tutte le Istituzioni interessate.


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