Regina al Sole24Ore: Decarbonizzare ma senza pregiudicare la competitività delle imprese

25 luglio 2024 | Energia, Politiche Industriali


Il via libera del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica al Decreto Energy Release è stato un risultato fortemente voluto da Confindustria. “Il provvedimento è fondamentale per il sistema produttivo italiano ed è un tassello importante nel percorso di decarbonizzazione. Le imprese energivore lo attendevano da tempo ed è frutto di un lavoro sinergico col Ministero dell’Ambiente e con il Gse”. Così Aurelio Regina, Delegato del Presidente di Confindustria per l’Energia, in un’intervista al Sole24Ore, ha commentato l’approvazione del decreto legge.

 

Ora però è necessario lavorare ad altri interventi per affrontare la complessa questione energetica, sia in Italia che in Europa. Per questo, secondo Regina, occorre un mercato unico europeo dell’energia, con un prezzo unico per le imprese al fine di evitare la concorrenza tra gli Stati membri: la competizione “non è, né deve essere, tra i confini dell’Europa, ma verso le altre potenze economiche, a partire da Usa e Cina”.

 

Altrettanto necessario, per il percorso di decarbonizzazione, è il mix energetico, per dare stabilità e sicurezza ai prezzi e all’approvvigionamento. Per questo, occorre “aumentare le rinnovabili, consentire i grandi investimenti sull’idroelettrico, lavorare per la decarbonizzazione del gas e sul nucleare valutando le centrali di ultima generazione, piccoli reattori che sarebbero molto funzionali alla nostra realtà dei distretti”, ha detto Regina, ricordando che abbiamo una filiera di grande valore in questo settore, che oggi lavora all’estero e spesso per i nostri competitor diretti. Inoltre, deve essere garantita la neutralità tecnologica "per raggiungere i target fissati. Altrimenti Italia ed Europa non saranno più competitive”.

 

Secondo il Delegato del Presidente, l’industria italiana è convinta della necessità di perseguire obiettivi ambiziosi in campo ambientale ma bisogna farlo nei tempi e nei modi corretti. “Per le imprese la decarbonizzazione rappresenta un’opportunità e, allo stesso tempo, un processo virtuoso per sviluppare nuove filiere produttive legate alla transizione energetica. Sul tema ambientale – ha proseguito Regina -, la nostra industria ha una sensibilità molto forte e siamo ben posizionati anche in termini di produttività energetica: siamo a 111 euro, contro i 106 della Germania, 103 della Francia, 93 della Spagna e 93 della media europea. Quindi, a parità di energia, produciamo più valore e questo significa che la utilizziamo nel modo più efficiente”.

 

Nel corso dell’intervista, parlando del Clean Industrial Deal, proposto dalla Von der Leyen, che ha posto l’obiettivo di ridurre le emissioni del 90% al 2040, Regina ha evidenziato che si tratta di un target forse anche tropo sfidante. Bisogna capire come si concretizzerà senza perdere capacità competitiva. Inoltre, serviranno molte risorse e le imprese, così come gli Stati membri, non possono essere lasciati soli. “Le politiche energetiche – ha detto il Delegato del Presidente - dovrebbero basarsi su tre pilastri: la competitività, e quindi la necessità di un mercato unico europeo e di un unico prezzo dell’energia; la sicurezza, che significa certezza degli approvvigionamenti; la decarbonizzazione, che va realizzata attraverso dotazioni tecnologiche che solo l’industria può garantire”. Questi elementi vanno tenuti insieme, agendo in modo coerente e coordinato sia in Italia che in Ue, altrimenti si creano squilibri di competitività tra i singoli Stati.

 

Un’altra misura fondamentale, secondo Regina, è il Gas Release poiché molte imprese utilizzano il gas: a regime, dovrebbe rappresentare una percentuale di circa il 30% dei volumi consumati complessivamente dalle imprese gasivore. In questa fase di transizione tutte le tecnologie sono importanti, dalle rinnovabili a quelle tradizionali.

 

In questo quadro, resta l’urgenza, “di una revisione del sistema ETS - ha affermato il Delegato per l’Energia -, che da incentivo si è trasformato in una tassa. Inoltre, esistono disparità tra paesi sul modo in cui vengono redistribuite le risorse di compensazione: in Germania vengono restituiti alle imprese 3 miliardi, in Italia 140 milioni (300 nel prossimo anno). Occorre una gestione europea dei proventi delle aste dei certificati della CO2 per compensare le imprese”. Poi, “va rivista la direttiva Cibam (Carbon Border Adjustment Mechanism): il meccanismo di valorizzazione della CO2 alle frontiere dell’UE, che per come congegnato rende più conveniente importare prodotti extra-UE che produrre in Europa”.

 

Queste evidenziate da Regina sono solo alcune delle problematiche che hanno caratterizzato la precedente legislatura europea e che andrebbero superate favorendo gli investimenti delle imprese nel rispetto della neutralità tecnologica. “Ci aspettiamo che il nuovo corso istituzionale europeo agisca in questa direzione”.

 

Infine, per la transizione, all’Italia occorrono circa 1.100 miliardi, quindi, sono necessari fondi comuni e un sistema di regole snello e di facile applicazione. In questo modo, secondo il Delegato del Presidente: “potremmo centrare un duplice obiettivo: quello climatico e quello industriale. Siamo convinti che sia possibile coniugare lo sviluppo produttivo con le politiche a tutela dell’ambiente, che non sono in contrasto tra loro ma, anzi, sono assolutamente complementari e funzionali a rafforzare la competitività dell’Europa”.



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