start portlet menu bar

Regina a Repubblica: costi energetici alti fino al 2023. Agire su prezzi e approvvigionamento o l’industria è a rischio

Display portlet menu
end portlet menu bar

Regina a Repubblica: costi energetici alti fino al 2023. Agire su prezzi e approvvigionamento o l’industria è a rischio

20 febbraio 2022 | Vice Presidente, Politiche Industriali

“Nella seconda parte dell'anno avremo bisogno di un altro intervento per famiglie e imprese, visto che la fiammata delle bollette proseguirà fino alla fine del 2023”. Così Aurelio Regina, delegato di Confindustria per l'energia, ha commentato in un’intervista a Repubblica il decreto da quasi 6 miliardi varato dal Consiglio dei Ministri per raffreddare la bolletta energetica. E ha anticipato alcuni dati che Confindustria presenterà a breve: “nelle prossime settimane presenteremo al governo uno studio declinato sulle filiere in cui calcoliamo che serviranno 1.100 miliardi di qui al 2030, quindi 120 miliardi all'anno. Se non interveniamo rischiamo di non realizzare la transizione e sacrificare la produzione, con impatti gravi sull'occupazione e rischi sulla tenuta sociale”.

Secondo Regina, il provvedimento è positivo sopratutto per quanto riguarda le misure sul gas “il Governo ha avuto coraggio a superare anni di dibattiti ideologici e ad adottare un provvedimento per incrementare l'estrazione del gas italiano da rilasciare alle imprese a prezzo calmierato. Era una delle nostre proposte”. Regina ha promosso anche gli sgravi di imposta, mediante il taglio degli oneri di sistema sul gas e l'aumento della capacità di stoccaggio: “la direzione è certamente quella giusta”, ha detto, anche se “il credito di imposta al 15% solo sul primo trimestre andava esteso a tutto il 2022 per creare un “ponte” mentre vengono avviate le nuove estrazioni di gas”.

Per quanto riguarda invece il settore elettrico, Regina ha sottolineato che manca un intervento strutturale: “avevamo registrato un consenso trasversale alla nostra proposta di cessione da parte del Gse di 25 terawattora a 50 euro al megawatt per due anni alle aziende a rischio chiusura e delocalizzazione, contro un impegno delle stesse a investire 13 miliardi nella decarbonizzazione. Un meccanismo virtuoso che coniuga un impegno del governo a preservare la competitività e incentiva le imprese a investire. Non è stata recepita, ma contiamo che il Parlamento la recuperi”.

Il mercato energetico, dopo la tempesta, si assesterà su livelli doppi rispetto al 2019”, ha continuato Regina confrontando la situazione dell’Italia con quanto fatto finora dai principali partner europei: “la Germania ha compresso gli oneri di sistema da 22 a un miliardo. La Francia conta sul nucleare e ha abbassato il prezzo medio di approvvigionamento a 42 euro a megawattora, contro i 200 pagati da noi che, a differenza dei francesi, abbiamo chiesto aiuti ma abbiamo assicurato investimenti”.

A proposito dell’idea che i grandi produttori beneficiati da extraprofitti per i rincari li condividano con la popolazione come auspicato da Draghi, Regina ha osservato: “qualche riflessione da fare c'è. Ma attenzione a non bloccare gli investimenti. Vanno cambiate le regole di mercato per evitare che il minor costo di produzione delle rinnovabili sia valorizzato al prezzo degli impianti a gas. Ma una prima risposta si può dare intervenendo sul meccanismo Gse, visto che ritira energia prodotta da rinnovabili sussidiate a prezzo basso e la rivende a 200 euro. Chiediamo maggiore equità, che passa per una riforma del mercato elettrico”.

Regina ha poi evidenziato come per le aziende, in particolare le PMI, fosse difficile non tutelarsi dal rischio rincari con contratti a lungo visto che per prassi “i contratti si fanno per un anno, massimo due”. Anche se “in generale è stata sottovaluta la transizione, da parte di tutti. Non abbiamo messo in sicurezza il Paese, garantendo energia sufficiente a prezzi equi e un approvvigionamento al riparo da rischi inflattivi e geopolitici. Senza questi due elementi l'Italia rischia di non centrare la transizione e distruggere l'assetto industriale in un anno”.

Possiamo recuperare il tempo perso”, ha concluso Regina, “ma non basta mettere i pannelli sui tetti, dobbiamo accelerare sulle aree idonee e sollecitare le Regioni sui grandi campi di fotovoltaico”.

Infine il Delegato di Confindustria all’energia, ha evidenziato come serva una visione unica di politica industriale ed energetica e per questo i Ministeri della Transizione e dello Sviluppo Economico dovrebbero essere accorpati in futuro


start portlet menu bar

Programmi europei a gestione diretta 2014-2020

Display portlet menu
end portlet menu bar
Dove siamo
Complementary Content
${loading}