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Orsini al Sole24Ore: Ricerca, urgente restituire certezza agli strumenti fiscali

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Orsini al Sole24Ore: Ricerca, urgente restituire certezza agli strumenti fiscali

23 settembre 2022 | Vice Presidente, Credito e Finanza


“Ricerca, urgente restituire certezza agli strumenti fiscali”. Così Emanuele Orsini, Vice Presidente di Confindustria per il Credito, la Finanza e il Fisco, in un’intervista al Sole 24 Ore. “Il Dl Aiuti ter amplia i termini per la restituzione dei crediti di imposta ReS utilizzati dal 2015 al 2019. Le imprese avranno un mese in più per valutare se hanno effettuato compensazioni indebite a causa di errori nel calcolo o nella selezione delle attività agevolabili. Abbiamo preso tempo ed era il minimo da fare. Il Ministro Giorgetti ha sostenuto questa nostra richiesta ma è solo un primo passo, ora la questione va affrontata nel merito”.


Orsini ha evidenziato quanto sia stata disastrosa la gestione del credito ReS, “nonostante le proposte avanzate da Confindustria per correggere la rotta. Sono state elaborate successive interpretazioni sulle attività agevolabili, in sede di accertamento, non sempre si è dato conto di queste evoluzioni interpretative, limitandosi ad applicare retroattivamente. A ciò si aggiunge una pesante risposta sanzionatoria, con risvolti penali, anche nei casi di meri errori nella identificazione delle attività agevolabili”. E, secondo il Vicepresidente, “non si tratta di frodi - quelle vanno perseguite con determinazione - stiamo parlando di errori, determinati da un quadro definitorio non del tutto limpido, in una materia che richiede competenze extra-fiscali. È nell'evidenza di tali criticità che, a fine 2021, è stata prevista la possibilità di restituzione del credito. Una sorta di "sanatoria" che appare come una resa incondizionata di fronte alle difficoltà gestionali esposte. Ne è seguito l'invio massivo di lettere di compliance da parte dell'agenzia delle Entrate: questo ha alimentato i dubbi dei contribuenti che hanno agito in totale buona fede”.  

Per Orsini si potrebbe intervenire e ci si aspetta che questo mese possa consentire uno spazio di riflessione vista “l'obiettiva incertezza in cui l'incentivo continua a gravitare. Mi riferisco all'urgenza di maggiore certezza sui confini applicativi dell'agevolazione, eventualmente con una circolare agenzia delle Entrate/ Mise che precisi l'applicazione nel tempo dei diversi orientamenti interpretativi. Per quanto concerne il futuro, penso ad un maggiore coinvolgimento del Mise anche nella fase di accertamento, senza lasciare all'Amministrazione finanziaria il compito di svolgere in autonomia valutazioni tecniche. Da questi ‘dettagli’ dipende il rispetto dei principi costituzionali del buon andamento della PA e del diritto alla difesa dei contribuenti”.


Queste misure risultano essere fondamentali perché “si tratta di veri e propri strumenti di politica industriale – ha ricordato il Vicepresidente - adottati oramai nella quasi totalità dei Paesi Ocse per rafforzare la competitività, favorire investimenti qualificati, valorizzare gli intangible”. Orsini ha osservato poi che queste misure, per essere efficaci, devono essere certe e strutturali. “Oggi, o meglio dal 2020, l'agevolazione agli investimenti in ricerca ha assunto una nuova veste (Legge 27 dicembre 2019 n. 160), ma quanto accaduto finora rischia di scoraggiare le imprese anche nell'utilizzo del rinnovato incentivo”.


“Le nostre imprese ora fronteggiano enormi difficoltà ma, come gli equilibristi, non dobbiamo fissare il baratro bensì tenere gli occhi fermi sulla meta e andare avanti. C'è bisogno di un sistema Paese all'altezza della sfida – ha detto Orsini -, che dimostri prontezza di intervento per ridurre il patologico grado di incertezza che stiamo vivendo. Ci vuole visione d'insieme e la volontà di costruire efficaci politiche industriali. Nel merito, credo che non si possa mai prescindere - sia nella fase ‘genetica’ sia nella gestione degli incentivi automatici fiscali - da una sinergia migliore tra le Amministrazioni, con un approccio necessariamente multidisciplinare che coinvolga diversi attori della PA e del mondo delle imprese”.


In conclusione, Orsini ha ricordato che “si tratta di un tema, forse più generale, di qualità della legislazione che, però, in ambito fiscale assume una connotazione peculiare, considerata la natura del rapporto giuridico d'imposta e l'ambito sul quale le norme incidono. L'auspicio è che i nostri appelli non cadano nel vuoto e che si cominci finalmente a fare ordine”.



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