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"Comprendiamo la difficoltà del governo a gestire impegni gravosi, presi da altri, che stanno dimostrando di avere effetti imponenti sul bilancio dello Stato. Ma un aspetto non possiamo accettare, in questo e in qualsiasi altro caso: la retroattività di un provvedimento. Una scelta del genere crea un clima di sfiducia e mina le fondamenta di uno dei capisaldi principali del fare impresa: la certezza del diritto" così Maurizio Marchesini, vice presidente di Confindustria per le Filiere e le Medie imprese e vice presidente in pectore per le Relazioni industriali, ha commentato in un'intervista sul Sole24Ore le dichiarazioni del ministro Giorgetti sullo spalmacrediti relativo al Superbonus.
Marchesini ha richiamato l'attenzione del governo sulla necessità di avviare subito un confronto: "ci auguriamo che il governo riconsideri le proprie intenzioni valutando con attenzione l'impatto devastante che avrebbero sul settore e su tutta la sua lunga e articolata filiera. Ripeto, comprendiamo bene le difficoltà del governo per impedire che la coda dei crediti da Superbonus metta a rischio il deficit programmatico dell'anno in corso, indicato dal Def e approvato in Parlamento. Ma in nome della certezza del diritto non condividiamo l'eventuale retroattività. Noi abbiamo un'esigenza non negoziabile: dobbiamo portare a termine i contratti in essere, che prevedono, ad esempio, acconti già versati e altro. Detto questo siamo pronti a dialogare e chiediamo con forza un confronto con il governo”.
Secondo il vice presidente "l'impatto coinvolgerebbe tutto il sistema imprenditoriale, perché la filiera è molto ampia e va dai materiali agli infissi ai macchinari. Si verificherebbe un contagio a catena, dalle dimensioni enormi, su tutte le articolazioni dell'immobiliare. Il mondo delle costruzioni è ovviamente in allarme, ma il fatto che abbia reagito anche quello del credito e della finanza la dice lunga sugli effetti dell'eventuale provvedimento".
Infine, Marchesini ha concluso affermando: “Migliaia di imprese, e di cittadini, devono poter vivere in uno Stato in cui la certezza del diritto consenta ragionate scelte d'investimento pluriennali, non modificabili da interventi retroattivi. Altrimenti si mettono in seria difficoltà le famiglie e le imprese, che hanno preso impegni attenendosi a norme che non hanno di certo scritto e introdotto loro, ma, di fatto confermate dall'attuale esecutivo. La certezza del diritto è uno dei pilastri del programma del presidente designato, Emanuele Orsini, e dovrà essere alla base delle prossime misure. È in gioco la fiducia tra imprese e istituzioni. Il momento per il Paese è cruciale, c'è bisogno di investimenti e chili fa deve potersi fidare”.