Bonomi al Corriere della Sera: choc energetico, le imprese così non possono reggere. Il Governo intervenga subito

26 agosto 2022 | Presidente

“E’ da un anno che diciamo che l'energia è un problema. La guerra lo acuisce, ma non può essere una sorpresa. Quindi non possiamo continuare a raccontarci che tutto va bene, perché le difficoltà e le preoccupazioni sono enormi: sia sull'attività produttiva che per l'occupazione”. Dalle pagine del Corriere della sera il Presidente di Confindustria Carlo Bonomi è tornato a rilanciare l’allarme delle imprese dopo l’impennata di aumenti del prezzo del gas tra luglio ed agosto e i richiami alla necessità di un tetto al prezzo.

“Finora – ha detto Bonomi nel colloquio con Federico Fubini - le imprese italiane sono state abbastanza capaci e flessibili ma ora nell'industria abbiamo casi di bollette decuplicate, non possiamo reggere. In autunno arriveranno nuovi rincari energetici, mentre l'inflazione dei mesi scorsi sulle materie prime continuerà a scaricarsi sui prezzi al consumo. Ci saranno seri problemi su redditi e potere d'acquisto delle famiglie. Il grido di dolore delle imprese fin qui è stato un po' ignorato, ma ora c'è urgenza di nuovi interventi”.

E sulla campagna elettorale in corso in vista del voto del 25 settembre, con un Governo quindi in carica solo per gli affari ordinari, Bonomi ha rimarcato: “i partiti pensano alla campagna elettorale, che è su altri temi. Di fronte a questa emergenza nazionale, penso che Quirinale e Palazzo Chigi dovrebbero chiedere ai partiti uno sforzo immediato per varare nuove misure. I partiti devono essere responsabili, ma il Governo deve agire. Oggi c'è un terremoto economico, aspettare il prossimo Esecutivo ci farebbe perdere due mesi e non possiamo permettercelo”.

Sull’ipotesi di un eventuale Piano di razionamento in caso di interruzione delle forniture, Bonomi ha chiarito che non dobbiamo farci trovare impreparati. “Il razionamento può avverarsi. Chiediamo solo che si compiano delle scelte sulla base dei numeri, su criteri oggettivi e di mercato. Non delle constituency politiche. Vanno protette le imprese energivore e gasivore, ma anche altre filiere fondamentali e strategiche.”

Entrando nel merito delle soluzioni per far fronte alla crisi energetica, Bonomi è tornato a riproporre il tema dei certificati verdi e del meccanismo degli Ets, il cui prezzo è più che quadruplicato in meno di due anni. Chiedendo la sospensione temporanea del sistema europeo in questa fase di choc. “Abbiamo raggiunto la follia – ha sottolineato. Da una parte spinge a produrre più rinnovabili e obbliga le imprese a pagare per poter emettere CO2, ma dall'altra spinge a tornare alle fonti fossili per renderci indipendenti dal gas russo. Così il prezzo delle emissioni, non fa che salire”.

Bonomi ha ricordato le proposte di Confindustria sul tema energia per mettere in sicurezza il nostro paese e mantenere l’industria competitiva: “vanno sbloccate le pratiche ferme sui nuovi impianti di rinnovabili. Poi va sganciato il prezzo dell'elettricità da quello del gas, perché il 60% dell'elettricità non è prodotta da gas. Terzo, dobbiamo dedicare una quota della produzione nazionale da rinnovabili alla manifattura: come in Francia, a prezzi amministrati dallo Stato”.

Sono misure che hanno un costo, ma in conclusione dell’intervista con Fubini, Bonomi ha ricordato che: “l'industria è un tema di sicurezza nazionale e se c'è un'emergenza di queste dimensioni i partiti devono indirizzare lì le risorse. Sono in gioco il welfare e la coesione sociale del Paese”.


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