COMUNICATI STAMPA

Confindustria: al via steering committee sul nucleare, per lo sviluppo del mix energetico nazionale e degli Small Modular Reactor (SMR)

Roma, 9 ottobre 2024 – Si è insediato oggi lo Steering Committee di Confindustria che analizzerà le potenzialità di produzione e utilizzo in Italia degli Small Modular Reactor, quale opportunità di sviluppo di vettori energetici decarbonizzati.
Lo Steering Committee, presieduto da Aurelio Regina, Delegato per l’energia del Presidente di Confindustria, è formato da personalità del mondo scientifico, accademico e industriale fra cui Gianluca Artizzu CEO di Sogin, Massimo Beccarello professore dell’Università Milano Bicocca, Federico Boschi Capo Dipartimento Energia del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Stefano Buono CEO di Newcleo, Roberto Cingolani CEO di Leonardo, Gilberto Dialuce Presidente ENEA, Lorenzo Fiorillo Chief Technology Officer di Eni, Daniela Gentile CEO di Ansaldo Nucleare, Antonio Gozzi Special Advisor per l’Autonomia Strategica UE, Piano Mattei e Competitività di Confindustria, Nicolò Mardegan Direttore Relazioni Esterne di Enel, Stefano Monti Presidente dell’Associazione Italiana Nucleare, Nicola Monti CEO di Edison, Lorenzo Poli Presidente di Assocarta, Agostino Re Rebaudengo Presidente di Elettricità Futura, Francesca Salvemini Capo Segreteria tecnica Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Agostino Scornajenchi AD di CDP Venture Capital, Giuseppe Zampini Past President Confindustria Genova.
Nello scenario attuale, l’opzione elettronucleare da fissione è di fondamentale importanza per garantire la competitività e la sicurezza energetica del sistema manifatturiero e del sistema energetico nazionale, garantendo, inoltre, il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione europei e nazionali.
“Le nuove tecnologie elettronucleari sicure e di taglia ridotta potranno giocare un ruolo importante per il sistema industriale – ha affermato Aurelio Regina, Delegato per l’energia del Presidente di Confindustria –, in quanto potranno essere installate nei siti produttivi gas ed energy-intensive (hard-to-abate) fornendo l’energia elettrica e il calore di processo di cui hanno bisogno”.
Il lavoro di Confindustria si concentrerà su aspetti giuridico–legislativi, tecnologici, economici e di ricerca e sviluppo, approfondendo la mappatura della filiera e il fabbisogno di competenze, i cui risultati saranno presentati nel 2025 con ENEA in qualità di knowledge partner. Confindustria, infatti, ha recentemente rinnovato il Protocollo d’intesa con ENEA che consentirà di condurre progetti e approfondimenti atti a fornire le basi tecnologiche, normative e di mercato per assicurare un percorso di transizione energetica stabile e competitivo.
Secondo Confindustria è necessario definire un mix energetico nazionale basato sulla neutralità tecnologica e sull’uso ottimale ed efficiente di tutte le tecnologie di decarbonizzazione già in uso e in via di sviluppo, nonché di interventi di ammodernamento e digitalizzazione del sistema di infrastrutture energetiche nazionali e, di conseguenza dell’intero sistema energetico nazionale. Come indicato dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC), il nucleare potrà contribuire al futuro del Paese e la filiera nazionale è pronta a fare la sua parte grazie alle molte competenze e capacità sviluppate, prevalentemente, nei progetti portati avanti all’estero.


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INTELLIGENZA ARTIFICIALE: IN EMILIA-ROMAGNA MERCATO A 48,5 MILIONI DI EURO NEL 2023

A PARMA L’ULTIMA TAPPA DEL ROADSHOW DI PICCOLA INDUSTRIA E ANITEC-ASSINFORM


La spesa per IA in Emilia-Romagna ha raggiunto 48,5 milioni di euro, con previsioni di crescita fino a 145 milioni di euro entro il 2027 e un tasso medio annuo di crescita del 31,7%. Il mercato digitale regionale ha raggiunto un valore complessivo di 6,06 miliardi di euro, registrando una crescita del 2,6% rispetto all'anno precedente.

Parma, 8 ottobre 2024Quattordicesima e ultima tappa a Parma, con l’Unione Parmense degli Industriali e il Comitato regionale Piccola Industria Emilia-Romagna, per il ciclo di incontri “Intelligenza artificiale e PMI: esperienze da un futuro presente”, organizzato da Piccola Industria Confindustria e Anitec-Assinform, in collaborazione con la rete dei Digital Innovation Hub e la media partnership de L’Imprenditore. Il roadshow - che fino a oggi ha visto la partecipazione di oltre 1100 imprese e più di 65 storie aziendali tra Verona, Bari, Firenze, Caserta, Torino, Cesenatico, Brescia, Genova, Castellanza, Cosenza, Catania, L’Aquila e Ancona – è giunto al traguardo nella città emiliana. In due anni ha toccato quasi tutte le regioni italiane, con l’obiettivo di sensibilizzare e informare le piccole imprese sulle opportunità offerte dall’intelligenza artificiale. Sono state le stesse imprese a raccontare le proprie esperienze e strategie di impiego dell’IA in azienda, presentando casi concreti e confrontandosi direttamente con i partecipanti.

L’intelligenza artificiale è oggi al centro del dibattito politico-economico, tuttavia rimane ancora scarsamente utilizzata dalle imprese italiane, in particolare in quelle di minori dimensioni: in base ai dati Eurostat del 2023, solo il 5% delle imprese con almeno 10 dipendenti ha dichiarato di utilizzare sistemi di Intelligenza artificiale, contro una media dell’8% nell’Unione europea (FIGURA 1). In particolare, la percentuale di piccole imprese italiane (10-49 dipendenti) si attesta al 4,4%, contro il 24% delle grandi imprese (oltre 250 dipendenti) (FIGURA 2).

Secondo Anitec-Assinform, l’Associazione che in Confindustria raggruppa le aziende ICT, la spesa per IA in Emilia-Romagna ha raggiunto 48,5 milioni di euro, con previsioni di crescita fino a 145 milioni di euro entro il 2027, con un tasso medio annuo di crescita del 31,7%  (FIGURA 3). La regione si conferma una delle leader in Italia per la trasformazione digitale. Nel 2023, il mercato digitale regionale ha raggiunto un valore complessivo di 6,06 miliardi di euro, registrando una crescita del 2,6% rispetto all'anno precedente. Le previsioni per il futuro sono persino più promettenti. Nel 2024 il mercato digitale in Emilia-Romagna è previsto in crescita del 4,1%, con un valore stimato di 6,3 miliardi di euro. Le proiezioni indicano un aumento costante anche per gli anni successivi, con una crescita del 4,9% fino a raggiungere i 7,3 miliardi di euro entro il 2027.

I Digital Enabler – tecnologie abilitanti come il cloud computing, l'Internet of Things (IoT), e l'Intelligenza Artificiale (IA) – stanno svolgendo un ruolo chiave nella trasformazione digitale della regione. Il cloud computing ha dominato la spesa tecnologica nel 2023, con un valore di 440 milioni di euro e una crescita media annua prevista del 15,4% fino al 2027.

L'Emilia-Romagna si conferma dunque un hub d’eccellenza per l’innovazione digitale e tecnologica, con Parma tra le protagoniste del processo di trasformazione digitale del sistema produttivo regionale: la città si posiziona, infatti, al quarto posto tra le province emiliano-romagnole per valore del mercato digitale nel 2023, con una quota dell'11,6% sul totale regionale. Il mercato digitale della provincia di Parma ha raggiunto nel 2023 un valore complessivo di circa 703 milioni di euro, con una crescita annua del 3,2% rispetto all'anno precedente. Il settore manifatturiero ha guidato la spesa digitale nella provincia, seguito dal settore agroalimentare, dove si registra un'adozione crescente di soluzioni basate su automazione e tecnologie IoT. Nel 2024, le previsioni indicano un'ulteriore crescita del mercato digitale di Parma del 5,1%, portando il valore complessivo a circa 739 milioni di euro. Gli investimenti sono destinati principalmente a software e soluzioni ICT (+5,2%) e servizi ICT (+7,8%), trainati dalla transizione digitale del settore agroalimentare e dalla crescente adozione di tecnologie innovative nelle PMI locali (fonte rapporto "Il Digitale in Emilia-Romagna 2024").

Guardando ai dati nazionali, secondo il Rapporto Anitec-Assinform "Il Digitale in Italia 2024", il mercato digitale italiano è in continua espansione, con previsioni di crescita che lo porteranno a raggiungere i 91,6 miliardi di euro entro il 2027. All'interno di questo scenario, i Digital Enabler rappresentano un fattore di stimolo fondamentale, con un tasso di crescita medio annuo stimato tra il 2023 e il 2027 del +11,1% per raggiungere un valore stimato di 33,3 mld di euro. Per quanto riguarda l’Italia il mercato dell’Intelligenza artificiale nel 2023 ha raggiunto un volume di circa 674 milioni di euro (+55% rispetto al 2022) ed è previsto che raggiunga i 1,992 mld nel 2027, con un tasso di crescita medio annuo del 31,1% (cfr. Rapporto Anitec-Assinform “Il Digitale in Italia 2024”).

Se guardiamo ai dati Eurostat relativi alle motivazioni che limitano l’utilizzo dell’IA, (FIGURA 4) le imprese del nostro Paese esprimono meno preoccupazioni della media europea, ma il freno maggiore consiste nella carenza di competenze adeguate.

“L'IA rappresenta una delle più grandi rivoluzioni tecnologiche del nostro tempo e ha il potenziale di trasformare radicalmente il modo in cui facciamo impresa” ha dichiarato Giovanni Baroni, presidente di Piccola Industria Confindustria. “È necessario promuovere una cultura dell'innovazione responsabile, che sappia coniugare opportunità, etica e sostenibilità. Per questo diventa centrale sollecitare il governo ad implementare un quadro normativo che favorisca l'adozione dell'IA nelle PMI, garantendo al contempo una concorrenza leale e la tutela dei diritti fondamentali. Sicuramente occorre facilitare le partnership tra piccole imprese, centri di ricerca e grandi aziende tecnologiche per democratizzare l'accesso a queste tecnologie. E per farlo bisogna anche investire nella formazione e nell'aggiornamento professionale per preparare i lavoratori alle nuove sfide. Con il roadshow che abbiamo portato avanti negli ultimi due anni in tutta Italia, e che si conclude oggi, abbiamo mosso i primi passi verso la creazione di un osservatorio permanente sull'IA nelle piccole imprese per monitorare sviluppi, condividere best practice e affrontare tempestivamente eventuali criticità. Non dobbiamo dimenticare che l’Intelligenza Artificiale non rappresenta solo una sfida, ma una straordinaria opportunità per le nostre piccole imprese di rinnovarsi e crescere. Insieme, con coraggio e visione, possiamo trasformare questa rivoluzione tecnologica in un motore di crescita per le nostre aziende e per l'intero Paese”.

Il presidente di Anitec-Assinform Massimo Dal Checco ha dichiarato: "L’intelligenza artificiale, insieme ad altre tecnologie digitali avanzate, rappresenta un elemento centrale per la competitività delle nostre imprese e per l’intero sistema economico nazionale. L'Emilia-Romagna, con il suo ecosistema innovativo e la presenza di distretti produttivi altamente specializzati, ha dimostrato di essere all’avanguardia nell’adozione di tecnologie digitali, diventando un modello di riferimento per altre regioni.  Per questo, è fondamentale promuovere iniziative che rafforzino le competenze, facilitino l’accesso a soluzioni innovative e consolidino partnership strategiche tra imprese, centri di ricerca e istituzioni locali. In questo modo, sarà possibile supportare le PMI”.

In soli due anni le aziende emiliano-romagnole che investono nell’ambito dell’intelligenza artificiale – ha aggiunto il presidente del Comitato regionale Piccola Industria Confindustria Emilia-Romagna Andrea Pizzardisono più che triplicate, dal 4,2% del 2022 a quasi il 15% previsto nel 2024.  La nostra è una delle regioni più innovative e digitalizzate a livello italiano ed europeo: questo risultato è il frutto di un lavoro comune del mondo imprenditoriale e delle Istituzioni per caratterizzare il territorio come Big Data Valley, con infrastrutture, competenze e potenza di calcolo molto avanzate. Abbiamo però ancora molta strada da fare, in particolare per soddisfare il crescente fabbisogno di professionalità ICT da parte delle imprese e diffondere le nuove tecnologie in tutte le dimensioni aziendali e in tutta la regione”.

Il contesto industriale parmense, caratterizzato dalla stretta sinergia tra le PMI e le grandi imprese manifatturiere e di servizi – ha aggiunto il presidente della Piccola Industria dell’Unione Parmense degli Industriali Lorenzo Zerbini – segna da tempo l’adozione di tecnologie innovative e abilitanti da parte anche di realtà piccole o medie che vogliono affrontare il mercato in modo distintivo. L’impiantistica, l’alimentare, l’automotive, la farmaceutica sono infatti settori molto performanti, che richiedono innovazione e fanno da volano per tutto il tessuto economico. Occorre continuare a mostrare i vantaggi dell’adozione di queste tecnologie anche nelle realtà di minore dimensione e in questo senso l’incontro di oggi sarà di stimolo”.

A raccontare le proprie esperienze e le strategie di impiego dell’IA in azienda, sono state le imprese Billoo, Flash Battery, Kedos con GoInfoteam, Maps Group e PBL.



Roma, 24 settembre 2024 – Con l’Energy release le imprese energivore possono ora abbattere i costi energetici fino ad un terzo dei loro consumi annui per i prossimi tre anni e investire in progetti rinnovabili. Sarà fondamentale una grande partecipazione delle aziende per estendere al massimo i benefici della misura.

La platea delle imprese energivore in Italia è di circa 3.800, di cui 400 grandi imprese e 3.400 di dimensione medio-piccola. Si tratta di una platea proveniente da diversificati comparti dell’economia: dall’alimentare, chimico-farmaceutico, automotive, ICT, petrolchimica e raffinazione fino al tessile, vetro, ceramica, cemento e alla lavorazione del legno, dei metalli, della gomma e della plastica.

Confindustria ha oggi presentato alle associazioni e alle aziende del Sistema confederale la tanto attesa misura Energy Release sulla cui definizione ha lavorato con il MASE e il GSE per dare alle imprese un meccanismo pluriennale di fornitura di energia pulita a prezzi competitivi.

I costi energetici elevati rappresentano, infatti, una barriera significativa per la competitività e la crescita industriale, in particolare per i settori ad alta intensità energetica europei, che hanno visto una riduzione della produzione del 10-15% dal 2021. Per preservare la resilienza dell’industria nel lungo termine, oltre a promuovere gli investimenti in tecnologie a basse emissioni di carbonio, servono anche e soprattutto prezzi dell’energia confrontabili con quelli degli Stati membri e dei Paesi extra-UE.

L’Energy Release è finalizzata a promuovere e accelerare gli investimenti in autoproduzione di energia rinnovabile nei settori a forte consumo di energia elettrica, tenuto conto degli obiettivi previsti dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima - PNIEC. Nello specifico la misura supporta la transizione energetica dei settori industriali esposti alla concorrenza internazionale e, quindi, a maggiore rischio di delocalizzazione, fornendo ai clienti finali energivori: una priorità nella concessione di superfici pubbliche per la realizzazione degli impianti in caso gli Enti concedenti ricevessero più richieste per le medesime aree; la facoltà di richiedere per 36 mesi (3 anni) una anticipazione del 50% dell’energia che verrà generata a seguito dei loro investimenti e delle relative Garanzie d’Origine.

“Oggi si sta verificando un preoccupante trend, secondo il quale i differenziali fra l’Italia e le altre borse elettriche europee si stanno allargando: lo scorso mese il prezzo elettrico italiano è stato pari a 128,44 €/MWh, 57% in più della Germania, 41% in più della Spagna e 135% in più della Francia”, ha affermato il Delegato del Presidente di Confindustria per l’Energia, Aurelio Regina, che ha poi ribadito come questo provvedimento possa alleggerire la pressione competitiva sulle aziende se risulterà sufficientemente partecipato: “Il lavoro di Confindustria si è concentrato sul dialogo con le Istituzioni per ampliare il più possibile la platea di beneficiari, perché vediamo l’energy release come un primo tassello della riforma del mercato elettrico. Procediamo nella direzione del disaccoppiamento del prezzo dell’energia green da quello dell’energia fossile come indicato anche da Draghi nel suo rapporto sulla Competitività Europea”.

Al convegno hanno partecipato anche il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin e il Presidente del GSE Paolo Arrigoni, per approfondire tutti gli aspetti della misura e fornire alle aziende il supporto necessario per partecipare al bando, in attesa delle regole operative che sono in via di definizione.

A testimonianza dei consumatori industriali è intervenuto Antonio Gozzi, Special Advisor per l'Autonomia Strategica Europea, Piano Mattei e Competitività – oltre che Presidente di Federacciai – il quale ha sottolineato l’importanza di renderla strutturale: “Questa misura rappresenta una novità di rilievo nella battaglia che il sistema manifatturiero da anni combatte per chiudere il differenziale di prezzo che ne mina la redditività e in prospettiva l’esistenza stessa. Ora chiediamo al governo uno sforzo per renderla strutturale. Oggi parliamo principalmente di fotovoltaico ma noi stiamo già immaginando a come estendere il razionale della misura ad altre fonti come quella idroelettrica, la rinnovabile italiana per eccellenza. Come disse De Gasperi, il nostro vero petrolio”.

Per mettere a terra la misura dell’energy release e, in generale, per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, sarà fondamentale lavorare sui temi del permitting degli impianti green e della disponibilità di superfici dove installarli. Norme come l’articolo 5 del DL Agricoltura, ripresa anche nel DM Aree Idonee, dovranno essere riconsiderate per permettere lo sviluppo degli impianti utility scale necessari per la transizione industriale sostenibile.


ITALIA-AZERBAIGIAN, OGGI IN CONFINDUSTRIA L’INCONTRO CON 60 IMPRESE. ENERGIA E INFRASTRUTTURE TRA I SETTORI FOCUS

Cimmino: “Paese crocevia tra Europa e Asia. Interscambio raddoppiato in 5 anni ma possiamo fare di più”
Regina: “Collaborazione su energia fondamentale a partire da raddoppio TAP”
Abdullayev: “Impegnati a rafforzare i legami economici con l'Italia”

Roma, 5 settembre 2024 – Energia (incluse le rinnovabili), infrastrutture e trasporti, agroindustria, macchinari, chimico e farmaceutico. Questi i settori focus protagonisti della "Tavola Rotonda Italy-Azerbaigian" che si è svolta oggi a Roma, presso la sede di Confindustria, con l’obiettivo di approfondire le opportunità bilaterali di collaborazione economica e industriale.
L'iniziativa, organizzata da Confindustria in collaborazione con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, il Ministero dell'Economia della Repubblica dell'Azerbaigian, l'Ambasciata della Repubblica dell'Azerbaigian presso la Repubblica Italiana e AzPromo, ha coinvolto circa 60 partecipanti tra imprese e associazioni italiane ed azere, interessate a sviluppare le relazioni già consolidate tra i due Paesi. I lavori sono stati aperti dagli interventi di Barbara Cimmino, Vice Presidente per l’Export e l’Attrazione degli investimenti di Confindustria, Aurelio Regina, Delegato del Presidente di Confindustria per l’Energia, Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Giorgio Silli, Sottosegretario di Stato al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e Mikayil Jabbarov, Ministro dell’Economia della Repubblica dell’Azerbaigian.
 
Nel corso dell’incontro Confindustria e AzPromo hanno firmato un Protocollo per migliorare la cooperazione bilaterale fra i due sistemi produttivi in un asse geografico molto significativo.
 
“L’Azerbaigian è il cuore del crocevia tra Europa e Asia e rappresenta una porta d'accesso privilegiata per le rotte commerciali internazionali. Si terrà infatti a Baku, a novembre, un appuntamento di rilevanza fondamentale che è la COP29”, ha detto Barbara Cimmino, Vice Presidente per l’Export e l’Attrazione degli investimenti di Confindustria. “L’interscambio commerciale tra Italia e Azerbaigian è raddoppiato in 5 anni, raggiungendo i 12 miliardi di euro, principalmente grazie all'impulso delle importazioni di energia che hanno reso l'Italia il primo partner commerciale dell’Azerbaigian. Ma ci sono le premesse per migliorarlo ancora, visto che l'Italia è una delle economie più complesse e diversificate al mondo, oltre a essere un importante esportatore globale e un paese trasformatore. La nostra manifattura è infatti apprezzata in tutto il mondo e quest’anno abbiamo raggiunto il 4° posto come esportatore mondiale. Il sistema produttivo nazionale vanta tecnologie e competenze all'avanguardia, spesso in posizioni di leadership mondiale, che permettono uno sviluppo significativo delle nostre esportazioni nel Paese che si sono attestate a 376 milioni di euro nel 2023, segnando un +23% rispetto al 2022, e con il 2024 che conferma questa tendenza con un ulteriore aumento, negli ultimi 5 mesi, di quasi il 40%”.
 
“La collaborazione tra l’Italia e l’Azerbaigian sul fronte dell’energia è fondamentale, a partire dal progetto di raddoppio della portata del TAP, infrastruttura strategica per la sicurezza energetica del nostro Paese. Anche sul fronte dell’energie rinnovabili la posizione dell'Azerbaigian offre opportunità uniche per una gamma di fonti alternative di energia, tra cui quella solare, eolica e geotermica. La COP 29 che si terrà a Baku a novembre sarà un appuntamento fondamentale per sostenere insieme politiche industriali per la decarbonizzazione, basate sulla competitività, neutralità tecnologica, sostenibilità del percorso di transizione, cooperazione industriale e partenariati pubblico-privati”, ha aggiunto Aurelio Regina, Delegato del Presidente di Confindustria per l’Energia.

"AZPROMO rimane pienamente impegnata a promuovere e rafforzare i forti legami economici tra l'Azerbaigian e l'Italia. Dalla nostra visita in Italia a luglio, abbiamo curato attentamente le 16 aziende azere che hanno partecipato alla tavola rotonda di oggi. L'obiettivo delle aziende azere è quello di facilitare lo scambio di esperienze e conoscenze, sostenere il trasferimento di tecnologie avanzate e lavorare a stretto contatto con le controparti italiane per stabilire ed espandere le loro linee di produzione. Siamo fiduciosi che le discussioni che si sono tenute oggi contribuiranno in modo significativo all'espansione delle opportunità commerciali e di investimento tra i nostri Paesi, facendo leva sull'esperienza dell'Italia in diversi settori e sulla posizione strategica dell'Azerbaigian e sul clima favorevole agli investimenti", ha dichiarato Yusif Abdullayev, Direttore Esecutivo di AZPROMO.




Roma, 31 luglio 2024 - “La sperimentazione 4+2 riconosce il ruolo educativo delle imprese e per questo Confindustria l’ha sostenuta fin da subito. La nuova legge disegna un quadro normativo che renderà la collaborazione scuola-impresa sempre più ampia e stabile, a beneficio degli studenti che scelgono i percorsi tecnico-professionali e di tutta la scuola italiana. Una scuola che può trovare nelle imprese un partner affidabile per integrare la didattica con il know-how di chi ogni giorno affronta la competizione globale. Accompagneremo la sperimentazione sui territori e saremo al fianco del Ministero e di Indire per fare in modo che diventi effettiva innovazione dell’intero sistema educativo”. Così Riccardo Di Stefano, Presidente dei Giovani Imprenditori e delegato all'Education e all'Open Innovation di Confindustria, commentando l’approvazione da parte della Camera del disegno di legge sull'istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale.


CINA, CONFINDUSTRIA-CAMERA DI COMMERCIO: RIEQUILIBRARE LA BILANCIA COMMERCIALE E FAVORIRE LE COLLABORAZIONI INDUSTRIALI

Cimmino: “grande spazio da colmare per export, 2,4 mld per i beni di consumo e 2mld per quelli strumentali”

Riccardi: “stock di investimenti diretti esteri italiani in Cina ammontano a oltre 15 mld euro”

Pechino, 29 luglio 2024 – Sono 115 le aziende e associazioni imprenditoriali italiane ad aver partecipato oggi alla tavola rotonda “Italy investing in China: trends and perspective” organizzata a Pechino da Confindustria e Camera di Commercio italiana in Cina (CCIC) nell’ambito del VII Business Forum Italia Cina svoltosi in occasione della visita del Premier Meloni. L’appuntamento ha approfondito le dinamiche di mercato per aumentare l'interscambio, in particolare per potenziare l'export italiano così da riequilibrare la bilancia commerciale, e per favorire le collaborazioni industriali.

“Servono relazioni mutualmente vantaggiose all’insegna della reciprocità per garantire uguali condizioni di accesso ai mercati, inclusa una più marcata convergenza degli standard e delle regolamentazioni tecniche, il cui divario comporta sensibili costi aggiuntivi soprattutto alle pmi. È anche per questo che le grandi aziende presenti in Cina possono svolgere il ruolo di business ambassador e di traino all’interno delle filiere, condividendo esperienze e network, l’accreditamento presso le autorità locali e altri elementi fondamentali per la lettura del mercato”, ha detto Barbara Cimmino, Vice Presidente per l’Export e l’Attrazione degli investimenti di Confindustria. “Basti ricordare che secondo il Centro Studi Confindustria il potenziale export che possiamo ancora colmare nel mercato cinese è di 2,4 miliardi di euro soltanto per i beni di consumo e 2mld per quelli strumentali”.

“La Cina continua a confermarsi strategica per l'export italiano: Pechino si colloca tra le prime destinazioni delle esportazioni italiane a livello globale, essendo il principale mercato in Asia e il secondo tra i Paesi extra-europei, dopo gli Stati Uniti”, ha dichiarato Lorenzo Riccardi, Presidente della Camera di Commercio italiana in Cina. “Il numero ed il valore crescente delle missioni istituzionali nel Paese promuovono in modo significativo le relazioni economiche tra Italia e Cina che contano su uno stock di investimenti diretti esteri italiani in Cina di oltre 15 miliardi di euro in base ai dati ISTAT, di cui oltre 1300 investimenti manifatturieri che contraddistinguono la maggioranza delle aziende presenti con 130.000 addetti e un fatturato di 33 miliardi di euro”.

Presenti alla tavola, a fare da capofila alle aziende dei vari settori, ANFIA, ASSICA, Farmindustria, FEDERMACCHINE e Sistema Moda Italia che hanno presentato visioni e prospettive nei rapporti con le controparti cinesi.

Per ANFIA era presente il presidente Roberto Vavassori, che ha illustrato alle controparti cinesi le competenze di filiera presenti nel nostro paese e le ragioni che suggeriscono un riequilibrio tra gli investimenti diretti, sin qui effettuati da aziende italiane in Cina, rispetto a quelli di aziende cinesi in Italia con un gap, in accordo con i dati forniti da ICE-Agenzia, di circa 5 miliardi di euro da colmare. Un dato che – secondo Vavassori – lascia spazio alla presenza di almeno un costruttore di veicoli in Italia.

ASSICA ha sottolineato che, nonostante il mercato cinese sia chiuso all’importazione di prodotti a base di carne suina a causa della peste suina africana, crede fortemente nel paese in cui fino a 2 anni fa ha esportato 60milioni di euro. L’auspicio è che si possa presto riprendere la possibilità di esportare in base a protocolli sanitari condivisi tra Italia e Cina con l’impegno delle istituzioni dei due paesi.

Farmindustria ha poi evidenziato che la Cina è per l’Italia il secondo partner extra europeo dopo gli USA nella farmaceutica e sta spingendo moltissimo sugli investimenti nel settore, garantendo anche una maggiore tutela brevettuale. In Cina sono attive da diversi anni importanti aziende italiane, che possono ulteriormente crescere. Anche per questo ha un’importanza strategica la missione in corso del Presidente Meloni.

Per FEDERMACCHINE la Cina nel 2023 è risultata il quarto mercato di sbocco con quasi 2 miliardi di euro di acquisti di macchinari. Nonostante un lieve calo dell’export italiano del comparto verso la Cina e di alcune politiche che non facilitano gli scambi, l’Associazione ha evidenziato le grandi opportunità offerte da questo mercato e dalla collaborazione con le aziende cinesi.

Sistema Moda Italia, infine, si è detta favorevole al “free trade” nel commercio internazionale in quanto pilastro della competitività, ma ha sottolineato l’importanza per il tessile abbigliamento di relazioni commerciali eque e vantaggiose per i produttori italiani, nel rispetto del “level playing field” e delle regole di sicurezza, tracciabilità e qualità dei prodotti importati, specialmente quelli e-commerce, così come definite dagli standard europei.


PIANO STRATEGICO ZES UNICA, CONFINDUSTRIA: BENE STRUTTURA E CONTENUTI

Mazzuca: “Incentivare dinamismo economia meridionale. Lavoriamo insieme per aumentare risorse credito d’imposta”


Roma, 26 luglio 2024 - “Valutiamo positivamente la struttura e i contenuti del Piano strategico sulla ZES Unica presentato stamattina dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dal Ministro per gli Affari Europei il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR, Raffaele Fitto. Così il Vice Presidente di Confindustria per le Politiche Strategiche e lo Sviluppo del Mezzogiorno, Natale Mazzuca

“In particolare, condividiamo l’individuazione delle filiere da rafforzare - con i relativi settori prioritari - e delle tecnologie da promuovere. Tra le prime - ha spiegato - l’Agroindustria, il Turismo, l’Elettronica-ICT, l’Automotive, il Made in Italy di qualità, la Chimica e farmaceutica, la Navale e cantieristica e l’Aerospazio. Le tecnologie da promuovere richiamano invece in larga parte le indicazioni del Regolamento europeo STEP, includendo Digitale, Cleantech e Biotech".

“Su questo, nell’ambito del costruttivo confronto avviato col Governo, c’è un’ampia convergenza rispetto ai contributi che abbiamo fornito nei mesi scorsi alla Struttura di Missione - ha osservato il Vice Presidente - che sottolinea come sia “molto rilevante” anche il focus dedicato agli investimenti infrastrutturali. Senza entrare nel dettaglio dei progetti, il Piano fornisce un chiaro indirizzo sulle priorità di intervento dei prossimi anni a valere sulle risorse disponibili, PNRR e Fondi di coesione in primis, nella consapevolezza che il divario infrastrutturale rappresenta uno dei principali gap per l’economia e l’industria meridionali “ - ha fatto notare Mazzuca.

“La sfida ora è l’attuazione, cui la nostra rete territoriale, nel suo ruolo di “facilitatore”, può dare un impulso forte, a partire dalla messa a terra delle autorizzazioni uniche. L’obiettivo è di rendere più fluido il processo, recuperando una logica di prossimità che agevoli insediamenti e investimenti coerenti con le linee strategiche del Piano.

Confidiamo che questa collaborazione possa essere un tratto fondante del lavoro congiunto volto a sostenere sviluppo e occupazione al Sud. Ma si tratta di obiettivi ambiziosi che necessitano di una visione organica, composta anche da una dotazione finanziaria adeguata.

Ecco perché ribadiamo che il credito d’imposta è una componente essenziale dell’operazione ZES Unica. Il dato dei giorni scorsi sulle richieste di agevolazione ha fotografato la fase di grande dinamismo che sta vivendo il sistema produttivo meridionale, legata anche a una maggiore propensione agli investimenti. È importante quindi sostenere e implementare questo trend positivo, mentre il recente provvedimento di riparto delle risorse per questa misura sta generando forti preoccupazioni” - ha affermato il Vice Presidente di Confindustria.

“Per questo, con il Governo, dovremo lavorare nei prossimi mesi per individuare la reale necessità di risorse e impegnarci per incrementare quelle disponibili, adeguandole il più possibile alla domanda delle imprese e sfruttando ogni strumento utile a tal fine. Al tempo stesso - ha aggiunto Mazzuca - occorrerà assicurare al credito d’imposta un orizzonte pluriennale, favorendo così una pianificazione degli investimenti che, da un lato, eviti la corsa a prenotare i fondi disponibili in un’unica finestra temporale e, dall’altro, assicuri alle imprese un quadro di certezza del diritto funzionale alla loro competitività.

In tal senso, accogliamo con favore le rassicurazioni fornite dal Governo in questi giorni- ha detto, incitando ad “un’azione coraggiosa e radicale, senza ideologia e pregiudizi, in cui la stella polare sia una visione strategica di lungo periodo, che faccia perno sul Mezzogiorno come fattore determinante per la crescita del nostro paese.

In un Paese che ha ancora divari così profondi al suo interno, il vero scatto di reni deve partire dal riequilibrio sociale ed economico dei territori”.



CREDITO IMPOSTA ZES UNICA, ORSINI: POSITIVO CHE LE IMPRESE MERIDIONALI ABBIANO RISPOSTO IN MANERA COSI’ VIGOROSA
“Ora serve lavorare insieme al Governo all’incremento dei fondi”


Roma, 24 luglio 2024 - "Il dato sulle richieste del credito d’imposta ZES Unica, che è di oltre cinque volte superiore rispetto alla dotazione prevista, testimonia la risposta straordinaria da parte delle imprese meridionali a questo strumento, che si riflette sulla maggiore propensione agli investimenti. Riteniamo che il credito d’imposta sia una componente essenziale dell’operazione ZES Unica, e lo stanziamento di 1,8 miliardi di euro è certamente il più alto di sempre. Tuttavia, chiediamo al Governo di mettere in campo il massimo sforzo per venire incontro a questa forte domanda. Ora bisogna valutare insieme quale potrebbe essere il fabbisogno reale per utilizzare al meglio questa straordinaria occasione e supportare il dinamismo e le aspettative del sistema produttivo meridionale", ha dichiarato il Presidente di Confindustria Emanuele Orsini.


ENERGIA, CONFINDUSTRIA: FIRMA DECRETO ENERGY RELEASE PASSAGGIO FONDAMENTALE

Regina: “E’ una risposta concreta per rendere competitivi i costi dell’energia. Ora dare attuazione al Gas Release per supportare le imprese nella transizione”

Roma, 23 luglio 2024 – “La firma del Decreto Energy Release è un passaggio fondamentale per il sistema produttivo italiano. Esprimiamo tutto il nostro apprezzamento al Ministro Pichetto Fratin per il lavoro svolto insieme al GSE, con cui ci siamo confrontati costruttivamente durante l’iter di approvazione del provvedimento”. Così Aurelio Regina, Delegato del Presidente di Confindustria per l’Energia.

“Il meccanismo era atteso da tempo dalle imprese energivore perché rappresenta una risposta concreta alla necessità di rendere competitivi i costi dell’energia e potrà supportarle nella transizione energetica. In particolare, il provvedimento prevede la facoltà di richiedere al GSE per 3 anni una anticipazione del 50% dell’energia a prezzi competitivi, che verrà generata a seguito dei loro investimenti per un ammontare di circa 12 miliardi di euro in impianti di energia rinnovabile, per i quali è concessa anche una priorità sull’utilizzo di superfici pubbliche” – ha osservato Regina, sottolineando che in Italia “i settori energivori consumano circa 65 TWh l’anno e questa misura potrebbe fornirgli circa 1/3  di energia a prezzi competitivi per i prossimi tre anni. Questo provvedimento – ha aggiunto - può rappresentare l’inizio di una nuova fase di sviluppo dei mercati dell’energia in cui il consumatore industriale, attraverso una sua partecipazione attiva e responsabile, è posto al centro di un più ampio percorso di decarbonizzazione, che garantisce alle imprese di affrontare il processo di decarbonizzazione senza minare la loro competitività. Ora è importante proseguire il lavoro con il Ministero per l’attuazione della misura Gas Release” - ha concluso il Delegato di Confindustria all’Energia.




Roma, 10 luglio 2024 – Garantire la massima partecipazione delle imprese del sistema industriale italiano a Expo 2025 Osaka. Questo il principale obiettivo del Protocollo d’Intesa siglato oggi da Confindustria e Commissariato Generale per l’Italia a Expo 2025 Osaka, a Roma nella sede di Confindustria. L’accordo permetterà inoltre di promuovere turismo e territori, sostenere l’internazionalizzazione delle filiere produttive e attrarre investimenti, valorizzando le nostre tecnologie e il saper fare italiano. L’accordo, firmato da Barbara Cimmino, Vice Presidente di Confindustria per l’Export e l’Attrazione degli investimenti, e da Mario Vattani, Commissario Generale per l’Italia a Expo 2025 Osaka, in vista dell’Esposizione Universale, consolida la collaborazione tra le due istituzioni nello sviluppo delle connessioni tra aziende italiane e nuovi potenziali partner esteri per facilitare lo sviluppo di relazioni economiche e accordi commerciali.
Presente all’incontro anche Matteo Zoppas, Presidente Agenzia ICE, per sottolineare l’impegno dell’Agenzia nella promozione delle attività imprenditoriali sui mercati esteri. Il supporto è fondamentale per valorizzare il Made in Italy e contribuire all’internazionalizzazione delle aziende nell’area asiatica di cui Expo 2025 Osaka sarà importante volano.
 
“Identificare progetti da coinvolgere, in stretto raccordo con le Associazioni del Sistema, privilegiando quelli più significativi in relazione all’Area Asia-Pacifico e ai Paesi considerati strategici, creare momenti di incontro e condivisione con le imprese associate, con gli enti, le istituzioni, le accademie con cui il Commissariato ha instaurato accordi di collaborazione, promuovere, in partnership con il sistema pubblico, l’organizzazione di missioni outgoing in Giappone e incoming per avviare collaborazioni dirette con enti e operatori dell’Area e favorire i contatti delle imprese italiane con le controparti di interesse. Questi alcuni degli obiettivi del Protocollo d’Intesa firmato oggi con il Commissario Generale per l’Italia a Expo 2025 Osaka, Mario Vattani, che ci vedrà impegnati per i prossimi mesi nel definire un piano condiviso di attività per facilitare l’aggregazione di risorse e competenze nel mondo imprenditoriale italiano, in cui le aziende saranno le vere protagoniste, in relazione ai temi e ai progetti della partecipazione italiana a Expo 2025”, ha detto la Vice Presidente di Confindustria, Barbara Cimmino.

“Per un semestre il Padiglione Italia a Expo 2025 Osaka sarà uno strumento efficace per promuovere le nostre eccellenze in Giappone e in Asia, regione caratterizzata da mercati giovani e in forte crescita” ha commentato il Commissario Generale per l’Italia a Expo 2025 Osaka, Amb. Mario Vattani. “Oltre a spazi dedicati nei quali è possibile presentare progetti e organizzare eventi, le imprese che verranno a Expo si troveranno supportate dai servizi offerti da una rete di Istituzioni e Associazioni di categoria con le quali in questi mesi abbiamo stretto accordi di collaborazione. La partnership con Confindustria è un elemento importante di questo percorso di internazionalizzazione”.

Per Matteo Zoppas, Presidente Agenzia ICE: “L’Expo 2025 Osaka è un evento che unisce promozione e sviluppo del Made in Italy, che rappresentano le principali attività dell’Agenzia ICE. L’Esposizione Universale è infatti una vetrina unica per le produzioni italiane e per la crescita delle esportazioni, non solo nel mercato locale ma anche in Giappone e in tutto il Continente asiatico. Agenzia ICE attraverso la sua rete di uffici potrebbe contribuire all’Expo di Osaka organizzando l’incoming di operatori e buyer qualificati con l’obiettivo di creare momenti di business matching e porre le basi per un ulteriore sviluppo delle aziende italiane nell’area. In Giappone l’Export Made in Italy nel 2023 ha raggiunto gli 8 miliardi di euro composto da prodotti di eccellenza dal punto di vista della qualità, dell’innovazione e della tecnologia con grandi prospettive di crescita. Expo 2025 Osaka sarà quindi un’occasione da non perdere per capitalizzare la capacità di attrazione del Made in Italy attraverso il contributo che tutto il Sistema Paese, rappresentato da ICE, Sace, Simest e Cdp, insieme al grande impegno del Governo, offrirà alle aziende e alle associazioni che vi parteciperanno. Il migliore ambasciatore all’Expo delle cose belle e ben fatte in Italia: il Made in Italy”.

Expo 2025 si terrà a Osaka dal 13 aprile al 13 ottobre 2025 sotto il tema “Disegnare la società del futuro per le nostre vite”. L’Italia si presenta con un Padiglione disegnato dall’architetto Mario Cucinella che ha come slogan “L’Arte rigenera la vita”. Sono previsti oltre 30 milioni di visitatori. Questa Esposizione Universale sarà un’importante opportunità di promozione integrata per le aziende italiane nell’area dell’Asia-Pacifico nel quale presentare “lo stato dell’arte” del nostro Paese: dal design all’agroalimentare, dalla moda alla tecnologia, dalle infrastrutture e dall’urbanistica all’energia, dalla scienza all’industria con approfondimenti su aerospazio, robotica, scienze della vita e alta tecnologia fino alla farmaceutica e al biomedicale.


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