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AL
VIA “NEXT GEN DAYS” IL PRIMO PROGRAMMA DI FORMAZIONE ORGANIZZATO DALL’ADVISORY
BOARD INVESTITORI ESTERI DI CONFINDUSTRIA PER LO SVILUPPO DEI GIOVANI TALENTI
18 le
multinazionali aderenti. BASF Italia, Novartis Italia, Gruppo Nestlé in Italia
e Kering Italia le prime aziende a incontrare i giovani selezionati
Roma,
15 marzo 2023
– Al via la prima edizione di “Next Gen Days”, il programma pluriennale promosso dall’Advisory Board Investitori Esteri (ABIE) di Confindustria che mira ad accrescere le competenze professionali e di leadership dei giovani
talenti aziendali attraverso giornate di formazione e di networking con i colleghi di altre imprese. Nell’attuale contesto lavorativo sono infatti sempre di più le aziende che collaborano e condividono competenze per favorire una visione integrata e strategica. Il capitale umano, quindi, per le multinazionali è una leva decisiva per lo sviluppo del business, e per questo ritengono prioritario investire sulla formazione, soprattutto dei più giovani.
“Uno dei temi centrali trattati dall’ABIE è la crescita della competitività dell’Italia. Crescita che passa anche dall’attenzione posta allo sviluppo delle competenze delle risorse umane con riflessi che vanno ben oltre i vantaggi per le aziende stesse”, afferma la Vice Presidente per l’Internazionalizzazione di Confindustria e presidente dell’Advisory Board Investitori Esteri Barbara
Beltrame Giacomello. “Da questa idea nasce il progetto sperimentale Next Gen Days che auspichiamo possa allargare la sua sfera di azione nel tempo, coinvolgendo sempre più imprese e talenti”.
“Fin dall’inizio abbiamo creduto nel valore di fare incontrare giovani talenti provenienti dalle nostre aziende – dichiara Lorenzo Bottinelli, Vice Presidente e Amministratore Delegato del gruppo BASF in Italia e coordinatore del progetto Next Gen Days per l’ABIE - Pensiamo sia una modalità per investire sul capitale umano rappresentato dai giovani che lavorano nelle multinazionali presenti nel nostro Paese. Un’occasione di scambio di best practice, di networking e di crescita professionale dedicata ai potenziali manager del futuro. Per queste ragioni siamo orgogliosi di ospitare il primo evento nei nostri siti di Cesano Maderno e di Fino Mornasco”.
Sono 18 le aziende italiane a controllo estero riunite in ABIE che hanno aderito a “Next Gen Days” selezionando due giovani talenti tra i propri dipendenti da coinvolgere nel progetto. Ogni azienda si è, inoltre, impegnata ad ospitare a rotazione le sessioni formative. Per quest’anno sono previsti 4 incontri che si svolgeranno in BASF Italia, Novartis Italia, Gruppo Nestlé in Italia
e Kering Italia. Ogni appuntamento prevede una formazione ad hoc su quattro macroaree ritenute fondamentali per affermarsi nell'odierno contesto lavorativo: manufacturing, leadership, sustainability e business
management. Durante ogni sessione sono previsti momenti di networking e di confronto informale fra colleghi, utili a stimolare lo scambio di esperienze e best practice.
I talenti coinvolti nel progetto avranno la possibilità di sviluppare le loro competenze direttamente sul campo, con l’obiettivo di declinarle e implementarle. Allo stesso modo avranno l’opportunità di scoprire e sperimentare ambienti di lavoro in settori differenti, con colleghi esperti in funzioni diverse dalle proprie.
Le 18 aziende coinvolte sono: ABB ITALIA, ACCENTURE, COGNE ACCIAI SPECIALI S.p.A., BASF ITALIA, AVF GRUPPO BELTRAME, GRUPPO HITACHI, KERING ITALIA, GRUPPO NESTLÉ IN ITALIA, NOVARTIS FARMA S.p.A., BIRRA PERONI s.r.l., PHILIP MORRIS ITALIA, PROCTER&GAMBLE, SANOFI ITALIA, SIEMENS Spa, STMicroelectronics S.r.l, TITAGARH FIREMA S.p.A., TOYOTA MATERIAL HANDLING ITALIA, VOLKSWAGEN GROUP ITALIA S.p.A.
ECONOMIA
DEL MARE: CONFINDUSTRIA INCONTRA I VICEMINISTRI GAVA E RIXI
Lorusso:
“Settore volano di crescita per l’intero Paese. Valorizzarlo attraverso
confronto costante e rigorosa azione ci coordinamento”.
Grassi:
“Italia ponte naturale con Nord-Africa e Medioriente. Zes e Zls strumenti per
cogliere questo vantaggio competitivo”.
Roma, 14 marzo
2023 - Oggi si è riunito in Confindustria il Tavolo confederale dell’Economia del Mare, presieduto dal Vicepresidente per l’Economia del Mare, Pasquale Lorusso, alla presenza di Vito Grassi, Vice Presidente di Confindustria e Presidente del Consiglio delle Rappresentanze Regionali e per le Politiche di Coesione Territoriale di Confindustria, e composto dai rappresentanti di tutte le principali categorie coinvolte in questo settore. Alla riunione hanno partecipato il Viceministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, On. Vannia Gava, e il Viceministro per le Infrastrutture e i Trasporti, On. Edoardo Rixi, per un confronto tra il sistema industriale e le Istituzioni, in un’ottica di collaborazione tra sistema pubblico e privato. Il Vicepresidente Lorusso ha condiviso con i Viceministri il “Progetto Mare”, il documento che illustra le linee strategiche di Confindustria sull’Economia del Mare e le priorità individuate in quattro specifici ambiti: Riforme e Governance, Infrastrutture e intermodalità; Politiche industriali, Coesione territoriale.
“L’Economia del Mare è un cluster estremamente complesso e articolato, centrato sulla valorizzazione di risorse naturali come il mare e le coste. Le numerose e diffuse infrastrutture portuali di diversa dimensione, rilevanza economica, funzione e integrazione logistica e produttiva, oltre alle coste, con la loro valenza ambientale, naturalistica, paesaggistica, turistica e ricreativa, costituiscono un volano di sviluppo per tutto il Paese”, ha affermato il Vice Presidente di Confindustria per l’Economia del Mare, Pasquale Lorusso. “Infatti, si tratta di un settore che genera un impatto positivo non solo sulle attività economiche comprese nel proprio perimetro, ma si estende su tutta la filiera. Un esempio di politica industriale “dedicata” su cui puntare per la ripresa e la crescita dell’Italia. L’Economia del Mare ha un enorme potenziale che occorre liberare e sviluppare, anche grazie al sostegno delle ingenti risorse messe in campo dall’Europa per affrontare la doppia transizione ambientale e digitale e aumentare la coesione”, ha osservato Lorusso. “È quindi necessario avere una visione ampia sull’Economia del Mare, fondata sulle opportunità industriali, terziarie, turistiche e ambientali offerte dall’utilizzo e dalla valorizzazione della “risorsa mare”, che è certamente la prima leva in grado di proiettare l’Italia al centro del Mediterraneo come piattaforma logistica. In questo senso - ha concluso il Vice Presidente Lorusso - occorre ragionare in una prospettiva di medio-lungo periodo, di cui un’interlocuzione diretta e semplificata con le varie Istituzioni interessate, attraverso un confronto periodico e una costante e rigorosa azione di coordinamento tra le istanze delle diverse anime del comparto, costituisce l’asse portante”.
Per il Vice Presidente Vito Grassi, “la posizione geografica dell’Italia è un ponte naturale con il Nord Africa e con il Medio-Oriente e, di conseguenza, è al centro dell’interscambio commerciale tra “Far East” ed Europa. La natura ci ha dato un vantaggio competitivo, che ora sta a noi valorizzare per rendere il nostro Paese un hub logistico ed energetico per l’intera Europa. In questo senso, è indispensabile puntare sullo sviluppo delle Zone economiche speciali e delle Zone logistiche semplificate. Si tratta, infatti, di strumenti fondamentali per sviluppare le connessioni tra manifattura, logistica ed economia del Mare in un’ottica sia territoriale, che nazionale ed europea, e interventi di carattere più generale e, al tempo stesso, dedicati al settore”.
Roma, 7 marzo
2023 – Confindustria,
insieme ad altre sue componenti associative, Anita, e altre associazioni
dell’autotrasporto merci FAI e FEDIT, presentano appello sul giudizio di
irricevibilità espresso dal Tribunale europeo in merito al ricorso depositato
dalle Associazioni sulle limitazioni unilaterali al transito stradale di mezzi
pesanti imposte dal Tirolo lungo l’Asse del Brennero. Le Associazioni continueranno
quindi l’azione legale avviata a livello europeo ritenendo che sussistano i
presupposti giuridici per consentire ai privati di agire. In questo modo, si
porrebbe fine alla reiterata violazione da parte dell’Austria dei principi di
libera circolazione delle merci e sarebbe garantita una concorrenza equa tra i
confini dell’Unione. Le Associazioni ritengono che l’operato della Commissione
Europea in questa vicenda sia stato inefficace e, al tempo stesso, carente.
Occorre, quindi fare immediata chiarezza.
La questione del
ricorso dei privati, su cui decide il Tribunale europeo, va tenuta distinta da
quella del ricorso di uno Stato membro, che invece è di competenza della Corte
di giustizia. Va quindi chiarito che il pronunciamento è stato espresso dal
Tribunale e non dalla Corte. A nostro giudizio, inoltre, la decisione del
Tribunale si basa su criteri di giurisprudenza datati, senza tener conto delle
sentenze più aggiornate da parte della Corte, che invece avrebbero accolto
analoghe richieste da parte dei privati. Senza contare che il Tribunale non si
è espresso sulla legittimità delle limitazioni. Per questi motivi le
Associazioni presentano appello contro l’ordinanza del Tribunale che non limita
l’azione dello Stato italiano di rivolgersi alla Corte di giustizia europea per
chiedere l’apertura di una procedura di infrazione nei confronti dell’Austria.
ZES, CONFINDUSTRIA: STRUMENTO FONDAMENTALE PER
SVILUPPO SUD, NECESSARIO CONFRONTO PERMANENTE
Pronti a
collaborare con il Ministro Fitto
Roma, 23
febbraio 2023 -
Si è tenuto oggi nella sede di Confindustria l’incontro tra Vito Grassi, Vice
Presidente di Confindustria e Presidente del Consiglio delle Rappresentanze
Regionali e per le Politiche di Coesione Territoriale di Confindustria,
Pasquale Lorusso, Vice Presidente di Confindustria per l’Economia del Mare, e
Giuseppe Romano, Commissario Straordinario di Governo delle ZES Campania e
Calabria, sul tema delle Zone Economiche Speciali (ZES). Nel corso
dell’incontro c’è stata totale convergenza nel confermare che le ZES
rappresentano uno strumento imprescindibile per coniugare sviluppo produttivo e
logistico del Sud e imprimere impulso agli investimenti pubblici e privati, trasformando
il Mezzogiorno in una piattaforma logistica europea al centro del Mediterraneo.
Proprio per questi motivi e visti i risultati positivi, Confindustria auspica
che si renda permanente la collaborazione con le Istituzioni volta a
condividere esperienze e valutazioni sulle opportunità e le criticità legate al
funzionamento delle ZES. Chiediamo quindi al Ministro per gli Affari Europei,
il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, la massima
attenzione ad uno strumento così importante per lo sviluppo del Meridione,
dando seguito al dialogo già avviato.
“Le ZES
rappresentano un volano potenziale di sviluppo per il Mezzogiorno, ma anche uno
strumento che incentiva la collaborazione pubblico-privata. E’ stato proprio il
lavoro congiunto tra Istituzioni, Sistema Confindustria e Commissari
Straordinari ZES a favorire il consolidamento del quadro normativo, che rende
ormai le ZES finalmente operative e in grado di sostenere l’insediamento e lo
sviluppo delle imprese al Sud. Per questi motivi, l’auspicio di Confindustria è
di intensificare il confronto con il Ministro Fitto e proseguire nel ruolo di
affiancamento e consolidamento del ruolo delle ZES, supportarle nel fare rete
tra loro e con gli stakeholder e, in ultima analisi, contribuire in maniera
attiva e produttiva alla crescita del Mezzogiorno e alla riduzione dei divari
territoriali” – ha detto il Vice Presidente Vito Grassi.
“Le Zes
rappresentano uno strumento privilegiato per sviluppare e potenziare l’Economia
del Mare, in particolare nel Mezzogiorno che, con oltre il 45% del totale delle
imprese e un terzo del totale degli addetti, ha un ruolo strategico per la
crescita dell'intero Paese. Per ogni euro investito nell’Economia del Mare,
infatti, si arriva mediamente ad attivarne quasi il doppio, quindi è
fondamentale proseguire sulla strada già intrapresa per valorizzare al massimo
questo strumento” – ha affermato il Vice Presidente Pasquale Lorusso.
Per il
Commissario Straordinario di Governo delle ZES Campania e Calabria, Giuseppe
Romano,
"la sinergia con Confindustria è fondamentale nel percorso di attrazione
di investimenti che passa anche attraverso l'attenta opera di informazione che
congiuntamente poniamo in essere. Le autorizzazioni uniche già rilasciate nelle
diverse ZES sono il segno evidente dell'attrattività determinata dalla
semplificazione burocratica oltreché dalle agevolazioni fiscali”.
SOSTENIBILITA’: RICHIESTI 4 MILIONI DI LAVORATORI CON GREEN SKILL ENTRO IL 2026
Un’impresa su due sta investendo in processi di trasformazione sostenibile. Al via il progetto di Confindustria, Federmanager e 4.Manager.
Venezia, 10 febbraio 2023 – Parte oggi a Venezia, Capitale mondiale della Sostenibilità, il progetto di Confindustria e Federmanager, promosso con 4.Manager, incentrato sulla figura strategica del Sustainability Manager. L’iniziativa ha l’obiettivo di rilevare il fabbisogno delle imprese di competenze manageriali specifiche, evidenziando le skill di questa professionalità emergente e strutturando un percorso di formazione ad essa dedicato. L’azione punta anche a sensibilizzare territori e istituzioni sulla necessità di introdurre politiche di incentivazione a supporto delle imprese che si dotano di competenze manageriali nel campo.
Secondo i dati dell’Osservatorio 4.Manager, che ha sondato un panel di oltre 4.000 imprese, il nostro sistema industriale ha aumentato del 5% ogni anno la richiesta di manager dotati di competenze sempre più precise nel settore green, oltre che qualificati in materia di criteri ESG, un mercato che dal 2021 è cresciuto del 19%. Complessivamente, le aziende prese in esame hanno dichiarato di aver acquisito nel corso degli ultimi 3 anni: competenze manageriali (64%); competenze scientifiche (45%); competenze tecniche (73%). A tale riguardo, il Rapporto rivela che oltre il 50% delle Grandi e Medie imprese sta elaborando una strategia di trasformazione in funzione della sostenibilità, cercando professionisti in grado di comprendere tutti i processi aziendali, migliorando al contempo la pianificazione e la gestione.
La maggior parte delle imprese, incluse quelle scarsamente orientate all’innovazione, sono consapevoli che solo la trasformazione sostenibile eviterà limiti operativi di accesso ai mercati e al credito. Entro il 2030 le aziende non sostenibili rappresenteranno la parte residuale di un mercato nel quale beni e servizi “sostenibili” saranno la norma.
Dai dati raccolti su LinkedIn, nell’ultimo anno si osserva in Italia la costante richiesta e crescita di alcune qualifiche professionali dell’area sostenibilità, tra cui il ruolo di Responsabile sostenibilità (+52%), seguito dal ruolo di Sustainability Specialist (+43%) e dal ruolo di Consulente sostenibilità (+34%). Le principali tre città che registrano la più alta concentrazione di questi professionisti sono: Milano, Roma e Torino.
Tra il 2023 e il 2026, tanto le imprese quanto la PA avranno necessità di circa 4 milioni di lavoratori con competenze green di alto e medio profilo. In tale contesto, diviene fondamentale l’inserimento in azienda di una figura professionale dotata di competenze trasversali in materia di ESG.
Per questo, Confindustria, Federmanager e 4.Manager hanno individuato e profilato nel dettaglio le caratteristiche e le competenze delle figure manageriali per la sostenibilità emergenti: sustainability manager, environmental manager, social manager, governance manager (si veda Sintesi allegata).
“Per rendere la transizione una grande opportunità di sviluppo e innovazione, il fattore
competenze svolge un ruolo fondamentale” – ha affermato Katia Da Ros,
Vicepresidente di Confindustria per l’Ambiente, la Sostenibilità e la Cultura, in occasione della prima tappa odierna. “Potenziare le competenze dedicate alla sostenibilità vuol dire anche agevolare lo sviluppo e l’inserimento di figure dedicate in azienda, come quella del sustainability manager, che possono rivestire un ruolo strategico per le imprese, anche in funzione dei criteri ESGs. La sostenibilità è l’unica dimensione possibile per continuare a crescere. Per questo siamo impegnati a supportare il nostro Sistema in questo percorso – ha aggiunto Da Ros –, con l’obiettivo di potenziare le competenze e migliorare le strategie di comunicazione, e capitalizzare così gli sforzi compiuti finora per rendere e far percepire l’industria sempre più consapevole del valore di essere sostenibile. Per accompagnare le imprese in questo cambio di paradigma del fare impresa, dove il concetto di industria 4.0 – principalmente orientato all’innovazione – sta evolvendo verso una soluzione 5.0 e dove l’innovazione si fonde con le componenti della transizione sostenibile, è assolutamente necessario avviare un nuovo, ambizioso piano di politica industriale che valorizzi e incentivi gli investimenti dedicati alla transizione verde e sostenibile, includendo gli aspetti della formazione e delle competenze”.
“La crescita della domanda di competenze manageriali con green skill e di figure come il Sustainability Manager dimostra non solo che innovazione e sostenibilità sono intrinsecamente connesse ma soprattutto che la sostenibilità ha assunto un ruolo strategico per lo sviluppo del Paese, anche in risposta alle esigenze del mercato energetico e degli investimenti del PNRR”, ha commentato Stefano Cuzzilla, Presidente 4.Manager e Federmanager. “Per questo è importante che le istituzioni sostengano, anche sotto forma di incentivazione, tutte le aziende che inseriranno al loro interno figure specializzate in temi di ESG che, grazie al loro know-how, saranno in grado di traghettare il nostro Paese verso un'economia della sostenibilità non solo ambientale ma anche economica e sociale”.
Ospite della giornata il Vice Ministro della Transizione ecologica On. Vannia Gava che ha detto: “La transizione ecologica può e deve essere una opportunità di crescita economica e di sviluppo dentro il solco della sostenibilità. Tuttavia, il raggiungimento degli obiettivi green è possibile solamente governando nella maniera corretta il processo di transizione che stiamo vivendo, che deve sicuramente essere affrontato con le giuste tempistiche ma anche, e soprattutto, con strumenti adeguati. I risultati che siamo riusciti a raggiungere sono anche il frutto dello stimolante confronto tra Istituzioni e i vari stakeholders, tra tutti il Sistema industriale rappresentato da Confindustria. Tale confronto – ha continuato Gava - ha incentivato il dialogo, lo scambio di informazioni e la sinergia tra le parti, mettendo a fuoco le innovazioni che maggiormente contribuiranno all’evoluzione in chiave sostenibile del nostro Paese. L’auspicio è quello di riuscire a mantenere e continuare questo dialogo sano e leale che si è andato a consolidare nel tempo e portare avanti azioni condivise per il raggiungimento di obiettivi comuni. La direzione intrapresa, vale a dire quella della interlocuzione, infatti, è il modo corretto per portare avanti la sostenibilità, non solo ambientale, ma anche sociale ed economica” ha concluso il Vice Ministro.
L’evento è stato ospitato da Confindustria Veneto Est, rappresentato da Vincenzo Marinese, Vicepresidente Vicario di
Confindustria Veneto Est delegato per Venezia e
Walter Bertin, Vicepresidente di Confindustria
Veneto Est delegato ESG che affermano: “Il successo dei progetti di sostenibilità nelle aziende richiede sempre più un capitale umano con le giuste competenze, a partire da specifiche figure manageriali. Almeno tre quarti delle assunzioni programmate dalle imprese del Veneto richiedono competenze green, e in una percentuale significativa figure con alta specializzazione in questo ambito. Al tempo stesso, rimane elevata la difficoltà di reperimento. In Confindustria Veneto Est investiamo da anni nella relazione con le scuole e le università per avviare specifici programmi sulla sostenibilità e diffondere un sapere condiviso che poi diventi parte del bagaglio di competenze dei giovani che entrano nel mondo del lavoro. E c’è grande bisogno di figure manageriali dedicate che affianchino gli imprenditori nei complessi processi di transizione alla sostenibilità in cui le aziende stanno investendo, per sviluppare consapevolezza all’interno, comunicare verso gli stakeholder, costruire un piano strategico sostenibile. Una fase di trasformazione nelle aziende e nelle comunità, che è impegnativa e al tempo stesso necessaria, per la quale il capitale umano è la risorsa essenziale”.
Infine,
Cristina Bombassei, presidente del Gruppo Tecnico Responsabilità
Sociale d’Impresa di Confindustria, promotore dell’intero progetto ha commentato:
“Negli ultimi anni il contesto in cui si sono mosse le imprese è profondamente mutato e, con esso, sono cambiati anche i bisogni e le richieste delle aziende, che si sono fatte via via più complesse e articolate. In questo scenario, abbiamo una missione importante da svolgere: dobbiamo sensibilizzare le imprese sui mutamenti in corso e orientarle verso percorsi innovativi. Questo processo – ha aggiunto Bombassei – richiede anche un diffuso e radicale rinnovamento delle competenze manageriali, sia nelle imprese impegnate nella trasformazione dei loro modelli di produzione, sia in quelle interessate ad operare nei business direttamente collegati alla green economy. Si tratta di sviluppare non solo competenze di tipo tecnico, ma anche, e soprattutto, di tipo gestionale e di networking, per poter interconnettere opportunamente tutte le realtà che si interfacciano con le logiche di sostenibilità, fornendo valore aggiunto al processo produttivo. Promuovere le competenze in materia di sostenibilità, assume, inoltre, un valore strategico soprattutto per le piccole e medie imprese, che dovranno integrare sempre di più questi aspetti nelle proprie strategie di crescita anche in funzione dei criteri ESGs e degli standard e certificazioni sempre più richiesti anche per operare in filiera”.
Bonomi:
“L’industria italiana garantisce il proprio impegno al popolo ucraino nella
ricostruzione del Paese”
Roma, 12
gennaio 2023 – Confindustria dà seguito alla firma del Memorandum of understanding e oggi inaugura ufficialmente gli uffici di Confindustria a Kiev. Siglato il 21 giugno dello scorso anno da Confindustria e dal Governo ucraino, l’accordo prevede l’attuazione di progetti congiunti volti a ricostruire l’economia del Paese, ripristinare le infrastrutture distrutte dalla guerra, attrarre investimenti e intensificare la cooperazione economica e industriale tra Italia e Ucraina. Gli uffici della nuova sede, situati all’interno dell’Ambasciata d’Italia
, garantiranno a Confindustria ed ai propri associati una propria rappresentanza diretta volta a coordinare tutti i progetti congiunti che prenderanno avvio dal MOU.
“La ricostruzione dell’Ucraina ha una portata ed un significato che vanno ben oltre i soli interessi economici poiché si tratta di sostenere un Paese che ha visto ledere la propria sovranità territoriale e di creare basi solide per concretizzare il processo di adesione all’Unione Europea. L’importanza di questo impegno impone un approccio unitario, coordinato e coerente da parte di tutti i protagonisti e per questo Confindustria sta collaborando con il Governo nella definizione di strumenti e priorità nella logica di “fare sistema”. Così il Presidente
di Confindustria Carlo Bonomi, oggi in missione a Kiev insieme al Ministro
delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso per incontrare Andrey
Yermak, Capo dell’Amministrazione Presidenziale; Oleksandr Kubrakov, Ministro
delle Infrastrutture; Julia Svurydenko, Vice Primo Ministro e Ministro
dell’Economia e Dmytro Kuleba, Ministro degli Affari Esteri.
“L’apertura dei nostri uffici presso l’Ambasciata d’Italia in Ucraina, resa possibile dalla disponibilità del Ministero degli Esteri e personale del Ministro Tajani e dell’Ambasciatore Zazo, è una testimonianza concreta della volontà di lavorare in squadra. Si tratta di una piccola ma significativa rivoluzione nel sistema di promozione degli interessi imprenditoriali italiani all’estero, che potrebbe presto essere replicata altrove” – ha continuato Carlo Bonomi.
“L’internazionalizzazione delle imprese è al centro dell’azione di Confindustria e oggi, con la nostra rappresentanza in Ucraina, abbiamo a disposizione uno strumento in più per imprimere impulso alla competitività delle aziende italiane sullo scacchiere globale. La nostra Associazione è la prima ad aver espresso direttamente l’impegno di migliaia di imprese a sostegno del popolo ucraino e auspica che vengano ripristinate al più presto le condizioni di pace per il benessere del Paese e dei suoi cittadini e per il ruolo economico che l’Ucraina riveste nel mondo” – ha affermato il leader degli industriali che, nel corso dei colloqui ha nuovamente espresso alle autorità ucraine il proprio cordoglio per le vittime di un conflitto che Confindustria, insieme alle Istituzioni italiane ed europee, ha sempre condannato con fermezza.
“Il sistema industriale italiano, in accordo con il Governo italiano, garantisce il proprio impegno per la ricostruzione del grande patrimonio industriale ed edilizio distrutto dalla guerra, per contribuire al rafforzamento della volontà ucraina di difendere e ampliare il suo ruolo nel commercio con l’Europa e con il mondo intero e per assicurare e potenziare le sue catene logistiche e di fornitura” – ha concluso Bonomi.