COMUNICATI STAMPA

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SOSTENIBILITA’: RICHIESTI 4 MILIONI DI LAVORATORI CON GREEN SKILL ENTRO IL 2026

Un’impresa su due sta investendo in processi di trasformazione sostenibile. Al via il progetto di Confindustria, Federmanager e 4.Manager.

Venezia, 10 febbraio 2023 – Parte oggi a Venezia, Capitale mondiale della Sostenibilità, il progetto di Confindustria e Federmanager, promosso con 4.Manager, incentrato sulla figura strategica del Sustainability Manager. L’iniziativa ha l’obiettivo di rilevare il fabbisogno delle imprese di competenze manageriali specifiche, evidenziando le skill di questa professionalità emergente e strutturando un percorso di formazione ad essa dedicato. L’azione punta anche a sensibilizzare territori e istituzioni sulla necessità di introdurre politiche di incentivazione a supporto delle imprese che si dotano di competenze manageriali nel campo.

Secondo i dati dell’Osservatorio 4.Manager, che ha sondato un panel di oltre 4.000 imprese, il nostro sistema industriale ha aumentato del 5% ogni anno la richiesta di manager dotati di competenze sempre più precise nel settore green, oltre che qualificati in materia di criteri ESG, un mercato che dal 2021 è cresciuto del 19%. Complessivamente, le aziende prese in esame hanno dichiarato di aver acquisito nel corso degli ultimi 3 anni: competenze manageriali (64%); competenze scientifiche (45%); competenze tecniche (73%). A tale riguardo, il Rapporto rivela che oltre il 50% delle Grandi e Medie imprese sta elaborando una strategia di trasformazione in funzione della sostenibilità, cercando professionisti in grado di comprendere tutti i processi aziendali, migliorando al contempo la pianificazione e la gestione.

La maggior parte delle imprese, incluse quelle scarsamente orientate all’innovazione, sono consapevoli che solo la trasformazione sostenibile eviterà limiti operativi di accesso ai mercati e al credito. Entro il 2030 le aziende non sostenibili rappresenteranno la parte residuale di un mercato nel quale beni e servizi “sostenibili” saranno la norma.

Dai dati raccolti su LinkedIn, nell’ultimo anno si osserva in Italia la costante richiesta e crescita di alcune qualifiche professionali dell’area sostenibilità, tra cui il ruolo di Responsabile sostenibilità (+52%), seguito dal ruolo di Sustainability Specialist (+43%) e dal ruolo di Consulente sostenibilità (+34%). Le principali tre città che registrano la più alta concentrazione di questi professionisti sono: Milano, Roma e Torino.

Tra il 2023 e il 2026, tanto le imprese quanto la PA avranno necessità di circa 4 milioni di lavoratori con competenze green di alto e medio profilo.  In tale contesto, diviene fondamentale l’inserimento in azienda di una figura profes­sionale dotata di competenze trasversali in materia di ESG.

Per questo, Confindustria, Federmanager e 4.Manager hanno individuato e profilato nel dettaglio le caratteristiche e le competenze delle figure manageriali per la sostenibilità emergenti: sustainability manager, environmental manager, social manager, governance manager (si veda Sintesi allegata).


“Per rendere la transizione una grande opportunità di sviluppo e innovazione, il fattore competenze svolge un ruolo fondamentale” – ha affermato Katia Da Ros, Vicepresidente di Confindustria per l’Ambiente, la Sostenibilità e la Cultura, in occasione della prima tappa odierna. “Potenziare le competenze dedicate alla sostenibilità vuol dire anche agevolare lo sviluppo e l’inserimento di figure dedicate in azienda, come quella del sustainability manager, che possono rivestire un ruolo strategico per le imprese, anche in funzione dei criteri ESGs. La sostenibilità è l’unica dimensione possibile per continuare a crescere. Per questo siamo impegnati a supportare il nostro Sistema in questo percorso – ha aggiunto Da Ros –, con l’obiettivo di potenziare le competenze e migliorare le strategie di comunicazione, e capitalizzare così gli sforzi compiuti finora per rendere e far percepire l’industria sempre più consapevole del valore di essere sostenibile. Per accompagnare le imprese in questo cambio di paradigma del fare impresa, dove il concetto di industria 4.0 – principalmente orientato all’innovazione – sta evolvendo verso una soluzione 5.0 e dove l’innovazione si fonde con le componenti della transizione sostenibile, è assolutamente necessario avviare un nuovo, ambizioso piano di politica industriale che valorizzi e incentivi gli investimenti dedicati alla transizione verde e sostenibile, includendo gli aspetti della formazione e delle competenze”.

“La crescita della domanda di competenze manageriali con green skill e di figure come il Sustainability Manager dimostra non solo che innovazione e sostenibilità sono intrinsecamente connesse ma soprattutto che la sostenibilità ha assunto un ruolo strategico per lo sviluppo del Paese, anche in risposta alle esigenze del mercato energetico e degli investimenti del PNRR”, ha commentato Stefano Cuzzilla, Presidente 4.Manager e Federmanager. “Per questo è importante che le istituzioni sostengano, anche sotto forma di incentivazione, tutte le aziende che inseriranno al loro interno figure specializzate in temi di ESG che, grazie al loro know-how, saranno in grado di traghettare il nostro Paese verso un'economia della sostenibilità non solo ambientale ma anche economica e sociale”.

Ospite della giornata il Vice Ministro della Transizione ecologica On. Vannia Gava che ha detto: “La transizione ecologica può e deve essere una opportunità di crescita economica e di sviluppo dentro il solco della sostenibilità. Tuttavia, il raggiungimento degli obiettivi green è possibile solamente governando nella maniera corretta il processo di transizione che stiamo vivendo, che deve sicuramente essere affrontato con le giuste tempistiche ma anche, e soprattutto, con strumenti adeguati. I risultati che siamo riusciti a raggiungere sono anche il frutto dello stimolante confronto tra Istituzioni e i vari stakeholders, tra tutti il Sistema industriale rappresentato da Confindustria. Tale confronto – ha continuato Gava - ha incentivato il dialogo, lo scambio di informazioni e la sinergia tra le parti, mettendo a fuoco le innovazioni che maggiormente contribuiranno all’evoluzione in chiave sostenibile del nostro Paese. L’auspicio è quello di riuscire a mantenere e continuare questo dialogo sano e leale che si è andato a consolidare nel tempo e portare avanti azioni condivise per il raggiungimento di obiettivi comuni. La direzione intrapresa, vale a dire quella della interlocuzione, infatti, è il modo corretto per portare avanti la sostenibilità, non solo ambientale, ma anche sociale ed economica” ha concluso il Vice Ministro.

L’evento è stato ospitato da Confindustria Veneto Est, rappresentato da Vincenzo Marinese, Vicepresidente Vicario di Confindustria Veneto Est delegato per Venezia e
Walter Bertin, Vicepresidente di Confindustria Veneto Est delegato ESG
che affermano: “Il successo dei progetti di sostenibilità nelle aziende richiede sempre più un capitale umano con le giuste competenze, a partire da specifiche figure manageriali. Almeno tre quarti delle assunzioni programmate dalle imprese del Veneto richiedono competenze green, e in una percentuale significativa figure con alta specializzazione in questo ambito. Al tempo stesso, rimane elevata la difficoltà di reperimento. In Confindustria Veneto Est investiamo da anni nella relazione con le scuole e le università per avviare specifici programmi sulla sostenibilità e diffondere un sapere condiviso che poi diventi parte del bagaglio di competenze dei giovani che entrano nel mondo del lavoro. E c’è grande bisogno di figure manageriali dedicate che affianchino gli imprenditori nei complessi processi di transizione alla sostenibilità in cui le aziende stanno investendo, per sviluppare consapevolezza all’interno, comunicare verso gli stakeholder, costruire un piano strategico sostenibile. Una fase di trasformazione nelle aziende e nelle comunità, che è impegnativa e al tempo stesso necessaria, per la quale il capitale umano è la risorsa essenziale”.


Infine, Cristina Bombassei, presidente del Gruppo Tecnico Responsabilità Sociale d’Impresa di Confindustria, promotore dell’intero progetto ha commentato: Negli ultimi anni il contesto in cui si sono mosse le imprese è profondamente mutato e, con esso, sono cambiati anche i bisogni e le richieste delle aziende, che si sono fatte via via più complesse e articolate. In questo scenario, abbiamo una missione importante da svolgere: dobbiamo sensibilizzare le imprese sui mutamenti in corso e orientarle verso percorsi innovativi. Questo processo – ha aggiunto Bombassei – richiede anche un diffuso e radicale rinnovamento delle competenze manageriali, sia nelle imprese impegnate nella trasformazione dei loro modelli di produzione, sia in quelle interessate ad operare nei business direttamente collegati alla green economy. Si tratta di sviluppare non solo competenze di tipo tecnico, ma anche, e soprattutto, di tipo gestionale e di networking, per poter interconnettere opportunamente tutte le realtà che si interfacciano con le logiche di sostenibilità, fornendo valore aggiunto al processo produttivo. Promuovere le competenze in materia di sostenibilità, assume, inoltre, un valore strategico soprattutto per le piccole e medie imprese, che dovranno integrare sempre di più questi aspetti nelle proprie strategie di crescita anche in funzione dei criteri ESGs e degli standard e certificazioni sempre più richiesti anche per operare in filiera”.


INTELLIGENZA ARTIFICIALE: MERCATO CRESCE DEL 22% ANNUO, VARRA’ 700 MILIONI NEL 2025. AL VIA ROADSHOW DI PICCOLA INDUSTRIA E ANITEC-ASSINFORM SUL TERRITORIO

Solo il 6,2% delle imprese italiane utilizza sistemi di Intelligenza artificiale, contro una media Ue dell’8%. La percentuale di piccole imprese si attesta al 5,3%, contro il 24,3% delle grandi imprese. 


Verona, 9 febbraio 2023 – Prima tappa a Verona, con Confindustria Veneto e Confindustria Verona per il ciclo di incontri “l’Intelligenza Artificiale a servizio delle PMI: use cases e ambiti di sviluppo”, organizzato da Piccola Industria Confindustria e Anitec-Assinform, in collaborazione con la rete dei Digital Innovation Hub. Si tratta di un roadshow che in due anni toccherà tutte le regioni italiane con l’obiettivo di sensibilizzare e informare le piccole imprese associate a Confindustria sulle opportunità offerte dall’intelligenza artificiale. Saranno le imprese stesse, a raccontare le proprie esperienze e strategie di impiego dell’IA in azienda, grazie alla presentazione di casi concreti e al confronto diretto con i partecipanti.  

L’intelligenza artificiale, di cui si discute da oltre 50 anni, è oggi al centro del dibattito politico-economico. Big data, elevate capacità computazionali e algoritmi più performanti ne permettono un impiego diffuso, capace di incidere nella vita quotidiana di imprese e individui in maniera ancora più profonda rispetto alle innovazioni precedenti. 
Tuttavia, nonostante le sue potenzialità, l’IA rimane ancora scarsamente utilizzata dalle imprese italiane, in particolare quelle di minori dimensioni: secondo dati ISTAT del 2021, solo il 6,2% delle imprese ha dichiarato di utilizzare sistemi di Intelligenza artificiale, contro una media dell’8% nell’Unione europea; in particolare, la percentuale di piccole imprese si attesta al 5,3%, contro il 24,3% delle grandi imprese. Positivo però l’aumento che, secondo dati OCSE, continuano a registrare gli investimenti in capitale di rischio, la ricerca e il numero di talenti riferiti all’intelligenza artificiale, pur se, anche in questo caso, molto inferiori a paesi limitrofi come Germania o Francia.
 
Secondo Anitec-Assinform, l’Associazione che in Confindustria raggruppa le aziende ICT, in Italia il mercato dell’Intelligenza artificiale ha raggiunto nel 2022 un volume di circa 422 milioni di euro (+21,9%) e, tra il 2022 e il 2025, è previsto che l’AI raggiunga i 700 mln nel 2025 con un tasso di crescita medio annuo del 22% (cfr. Il Digitale in Italia 2022 v.2). L’Intelligenza artificiale, insieme ad altri abilitatori del mercato (Digital Enabler) come ad esempio Cybersecurity, Big Data e Cloud, sarà un elemento di traino straordinario per lo sviluppo del mercato digitale italiano. Nonostante le prospettive positive, in Italia il mercato dell’IA resta meno sviluppato rispetto agli altri Paesi più industrializzati: per questo è fondamentale avere una visione strategica che consenta di accelerare e potenziare gli investimenti delle imprese, rafforzare le competenze digitali dalla scuola al mondo del lavoro e acquisire maggiore consapevolezza e conoscenza delle potenzialità dell’IA.

“L’intelligenza artificiale applicata all’impresa, nell’immaginario comune, è spesso associata ad attività legate ai giganti del settore tech” ha dichiarato Giovanni Baroni, presidente Piccola Industria di Confindustria. “È invece importante comprendere come questa disciplina sia alla portata di tutte le imprese. Infatti, può essere applicata in ogni realtà industriale, a prescindere dalla dimensione, e assicurare benefici in termini di minori costi e maggiore efficienza, contribuendo anche al raggiungimento di criteri ESG sempre più richiesti dal mercato e dagli investitori. Per cogliere questa opportunità è necessario però supportare le nostre Pmi nella transizione digitale – ha osservato il leader delle PMI. Si tratta di un processo complesso, elaborato attraverso tecnologie interdipendenti e soprattutto competenze, attitudine mentale e capacità di trasformarsi. In questo quadro, poi, il ritardo italiano in termini di professionisti e studenti in materie STEM è un gap che non possiamo più permetterci e che rischia di pesare sempre di più sullo sviluppo e la crescita del Paese, sottraendo alle imprese il capitale umano necessario per essere competitive”.  

Marco Gay, Presidente di Anitec-Assinform, ha commentato: Gli investimenti negli abilitatori di trasformazione digitale, come l’Intelligenza Artificiale, sono vitali per l’innovazione, per sostenere la resilienza delle imprese e abilitare nuovi modelli di business nonché trasformare filiere ed ecosistemi in tutti i settori. I Digital Enabler, da un lato, consentono alle imprese di conoscere e monitorare al meglio i processi e, dall’altro, di produrre prodotti evoluti e con nuove funzionalità grazie a una profonda integrazione tra fisico e digitale. Le PMI rappresentano il 99% del nostro tessuto imprenditoriale, ma investono ancora troppo poco nel digitale, con una crescita inferiore rispetto ad altri segmenti business: dobbiamo cogliere questo momento e le opportunità del PNRR per spingere l’acceleratore sull’innovazione, per recuperare punti di produttività, rafforzare le nostre filiere industriali e restare leader industriali nel mondo. Siamo convinti che partendo dal territorio, dal confronto diretto e concreto tra e con le piccole e medie imprese si possa fare la differenza e incoraggiare un’adozione consapevole dell’IA”.


ENERGIA: CONFINDUSTRIA, GOVERNO INTERVENGA SU PREZZI DI RIFERIMENTO PREVISTI DA “ELECTICITY RELEASE”
E’ cambiato lo scenario, i prezzi di mercato sono scesi

Roma, 8 febbraio 2023 - Tra soli tre giorni per le imprese italiane scadrà il termine per sottoscrivere il contratto di cessione, una misura volta a ridurre il costo dell’energia, prevista dall’“Electricity Release”, introdotta dal Governo Draghi e pubblicata lo scorso ottobre. 
Il provvedimento sulle assegnazioni di energia rinnovabile a prezzi calmierati, rappresenta per l’industria un importante strumento per l’anno 2022 e prevede un costo di cessione di € 210 Mwh, stabilito però nel momento in cui il prezzo di mercato oscillava tra i 350 e 400 Euro. Oggi lo scenario è profondamente cambiato e il mercato ha già registrato un forte ribasso. Il provvedimento, inoltre, prevede anche la possibilità di ridurre il prezzo di cessione a € 180 a Mwh, non appena sia entrato in vigore il meccanismo di CAP al prezzo delle rinnovabili previsto dal Regolamento europeo n. 1854 del 2022.
Confindustria auspica quindi che il Governo intervenga con urgenza per modificare il prezzo di riferimento, rendendo la misura coerente con gli impegni previsti dal provvedimento e in linea con i prezzi previsti dai Regolamenti europei.


MARINA MILITARE E CONFINDUSTRIA SIGLANO UN PROTOCOLLO D’INTESA

Al centro dell’accordo l’innovazione, la ricerca scientifica, la formazione e l’occupazione.

Civitavecchia, 25 gennaio 2023 - Si è tenuta nella mattinata di oggi, a bordo della nave Caio Duilio, la firma dell’accordo di collaborazione tra la Marina Militare e Confindustria. A siglare l’intesa il capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio di squadra Enrico Credendino, e il presidente di Confindustria, dottor Carlo Bonomi.
L’accordo testimonia la collaborazione tra le parti per l’affermazione di una cultura d’impresa attraverso progetti di ricerca, sviluppo e innovazione soprattutto nell’ambito del Piano Nazionale di Ricerca Militare (PNRM) con particolare attenzione alla Cyber Defence, alla cantieristica, all’innovazione tecnologica, alle Emerging & Distrupting Technologies, con specifico riferimento a quelle subacquee.
L’intesa si pone anche un importante obiettivo sociale ed economico: quello dell’orientamento e del ricollocamento di militari congedati, attraverso l’implementazione di sportelli informativi di Forza Armata presso i Comandi Marittimi e una piattaforma dedicata denominata “Sistema Informativo Lavoro Difesa” (SILDifesa), realizzata per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro.
L’ammiraglio Credendino ha sottolineato che “Questa intesa rappresenta un passo importante per rafforzare la nostra identità di Paese marittimo: c’è bisogno di investire in maniera sinergica e concreta per sviluppare una visione congiunta che, attraverso la valorizzazione di idee e progetti condivisi, consentirà all’industria di contribuire allo sviluppo capacitivo dello strumento marittimo del Paese”.
“Questo accordo con la Marina Militare italiana, orgoglio delle nostre forze armate, va nella direzione auspicata da Confindustria, che vede nel “fare sistema” il valore aggiunto per sostenere e implementare la crescita del Paese. A maggior ragione in un settore dalle enormi potenzialità come quell’economia del mare, in cui le nostre imprese sono leader a livello mondiale. Siamo convinti che la collaborazione con la Marina Militare rappresenti un’importante occasione per mettere a fattor comune le rispettive competenze e sviluppare sinergie in particolar modo sulla formazione, sull’innovazione e sulla sicurezza” - ha dichiarato il presidente di Confindustria Bonomi.


ITALIA-ALGERIA: CONFINDUSTRIA FIRMA PARTNERSHIP STRATEGICA CON CREA

Bonomi: per le imprese italiane ruolo decisivo per lo sviluppo di relazioni economiche tra Europa, Africa e Mediterraneo

Roma, 23 gennaio 2023 - Il Presidente di Confindustria Carlo Bonomi, in occasione della prima visita ufficiale del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni in Algeria, ha firmato oggi un Memorandum di intesa con CREA - Consiglio di Rinnovamento Economico Algerino - che prevede una partnership strategica volta a favorire la cooperazione industriale tra imprese italiane e algerine. Nei primi 10 mesi del 2022 l’interscambio commerciale Italia-Algeria è cresciuto di circa il 160%, grazie anche al significativo aumento delle importazioni italiane di gas, ma la cooperazione tra i due paesi non si basa su un solo asset. Infatti, le risorse che l’Algeria ottiene dall’esportazione di idrocarburi finanzieranno ambiziosi piani di diversificazione economica che renderanno accessibili nuovi settori per esportatori ed investitori italiani, come previsto dal nuovo Codice sugli investimenti esteri varato dal Parlamento algerino. “Questo accordo rappresenta un “ponte” per favorire le relazioni economiche e sociali tra i due paesi e supportare le nostre imprese nell'espansione della propria rete in Algeria - ha affermato Bonomi. Inoltre, la sinergia tra le due comunità imprenditoriali può dare un contributo decisivo per lo sviluppo di relazioni economiche tra Europa, Italia, Algeria, le sponde del Mediterraneo e la più la vasta area dell'Africa subsahariana, mercati che da sempre Confindustria considera prioritari. Grazie alle intese raggiunte con CREA e gli altri partner locali - ha spiegato il Presidente di Confindustria - si aprono nuove opportunità di collaborazione in diversi settori che spaziano dall’agroalimentare al farmaceutico, dalla cosmetica al turismo, dall’edilizia alla meccanica, dalle infrastrutture alle costruzioni, con attenzione anche alla ricerca e sviluppo ed alla formazione tecnica e professionale del capitale umano. La nostra strategia mira a promuovere partnership in cui il sistema industriale italiano può esprimere tutte le sue potenzialità nel contesto della diversificazione economica algerina, che prevede ampi margini per una più radicata penetrazione del nostro Made in Italy e delle sue filiere produttive. L’Algeria, infatti, vede nell’Italia anche un modello di riferimento per lo sviluppo delle piccole e medie imprese. E non solo per quanto riguarda le aziende attive nei settori tradizionali - ha aggiunto - ma di realtà sempre più innovative, alla ricerca di potenziali partnership e opportunità condivise nell’ambito di due sistemi produttivi complementari con molte affinità”.



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Bonomi: “L’industria italiana garantisce il proprio impegno al popolo ucraino nella ricostruzione del Paese”


Roma, 12 gennaio 2023 – Confindustria dà seguito alla firma del Memorandum of understanding e oggi inaugura ufficialmente gli uffici di Confindustria a Kiev. Siglato il 21 giugno dello scorso anno da Confindustria e dal Governo ucraino, l’accordo prevede l’attuazione di progetti congiunti volti a ricostruire l’economia del Paese, ripristinare le infrastrutture distrutte dalla guerra, attrarre investimenti e intensificare la cooperazione economica e industriale tra Italia e Ucraina. Gli uffici della nuova sede, situati all’interno dell’Ambasciata d’Italia , garantiranno a Confindustria ed ai propri associati una propria rappresentanza diretta volta a coordinare tutti i progetti congiunti che prenderanno avvio dal MOU.  
“La ricostruzione dell’Ucraina ha una portata ed un significato che vanno ben oltre i soli interessi economici poiché si tratta di sostenere un Paese che ha visto ledere la propria sovranità territoriale e di creare basi solide per concretizzare il processo di adesione all’Unione Europea. L’importanza di questo impegno impone un approccio unitario, coordinato e coerente da parte di tutti i protagonisti e per questo Confindustria sta collaborando con il Governo nella definizione di strumenti e priorità nella logica di “fare sistema”.  Così il Presidente di Confindustria Carlo Bonomi, oggi in missione a Kiev insieme al Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso per incontrare Andrey Yermak, Capo dell’Amministrazione Presidenziale; Oleksandr Kubrakov, Ministro delle Infrastrutture; Julia Svurydenko, Vice Primo Ministro e Ministro dell’Economia e Dmytro Kuleba, Ministro degli Affari Esteri.
“L’apertura dei nostri uffici presso l’Ambasciata d’Italia in Ucraina, resa possibile dalla disponibilità del Ministero degli Esteri e personale del Ministro Tajani e dell’Ambasciatore Zazo,  è una testimonianza concreta della volontà di lavorare in squadra. Si tratta di una piccola ma significativa rivoluzione nel sistema di promozione degli interessi imprenditoriali italiani all’estero, che potrebbe presto essere replicata altrove” – ha continuato Carlo Bonomi.
“L’internazionalizzazione delle imprese è al centro dell’azione di Confindustria e oggi, con la nostra rappresentanza in Ucraina, abbiamo a disposizione uno strumento in più per imprimere impulso alla competitività delle aziende italiane sullo scacchiere globale. La nostra Associazione è la prima ad aver espresso direttamente l’impegno di migliaia di imprese a sostegno del popolo ucraino e auspica che vengano ripristinate al più presto le condizioni di pace per il benessere del Paese e dei suoi cittadini e per il ruolo economico che l’Ucraina riveste nel mondo” – ha affermato il leader degli industriali che, nel corso dei colloqui ha nuovamente espresso alle autorità ucraine il proprio cordoglio per le vittime di un conflitto che Confindustria, insieme alle Istituzioni italiane ed europee, ha sempre condannato con fermezza.
“Il sistema industriale italiano, in accordo con il Governo italiano, garantisce il proprio impegno per la ricostruzione del grande patrimonio industriale ed edilizio distrutto dalla guerra, per contribuire al rafforzamento della volontà ucraina di difendere e ampliare il suo ruolo nel commercio con l’Europa e con il mondo intero e per assicurare e potenziare le sue catene logistiche e di fornitura” – ha concluso Bonomi.

 


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Roma, 20 dicembre 2022 - Dall’analisi congiunturale dell’edizione 2022 del Check-Up Mezzogiorno, elaborato da Confindustria e SRM (Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo), emergono segnali contrastanti.

Il Mezzogiorno aveva intrapreso un difficile percorso di recupero post pandemico cui si sono aggiunte le tensioni geopolitiche, economiche e commerciali associate al conflitto in Ucraina che si sono trasferite al nostro sistema produttivo attraverso una serie di effetti che, ancora una volta, hanno evidenziato la profonda eterogeneità del nostro tessuto produttivo e le differenti esposizioni delle economie locali.

Ciò nonostante, dalle analisi emerge che l’economia meridionale sta mostrando una inaspettata tenuta, anche se su molti degli indicatori oggetto dell’analisi conserva e, anzi, a volte accresce, il divario rispetto al Centro-Nord.

L’Indice sintetico dell’economia meridionale continua a crescere dopo il crollo registrato nel 2020. La prima stima per il 2022 porta a registrare un valore pari a 503,6, oltre 27 punti in più rispetto al precedente anno. Per la prima volta negli ultimi 15 anni, si torna a superare il livello del 2007.

Tutti i singoli indicatori sono in risalita e per tutti si è colmata la perdita legata agli ultimi eventi con dei valori superiori a quelli registrati nel 2019; unica eccezione è il dato sull’occupazione, comunque prossimo al traguardo.

•        Andamento dell’economia

Le previsioni sull’andamento del Pil meridionale per il 2022 convergono su un +3,2%, a fronte di un +3,8% a livello nazionale. Invece, per quanto riguarda il 2023, le stesse prospettano un rallentamento sia in Italia che nel Mezzogiorno, ma confermando anche nel prossimo anno un differenziale di crescita tra le aree del Paese. Un dato legato soprattutto alle conseguenze degli eventi geopolitici più recenti, che hanno portato ad un persistente caro-energia e ad un’inflazione record.

Al 3° trimestre 2022 le imprese attive nel Mezzogiorno sono più di 1 milione e settecentomila e in leggerissima crescita (+0,2%) rispetto all’anno precedente. Le imprese di capitali al Sud sono ormai più di 390 mila, con una crescita del 4,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, che equivale a circa 16 mila nuove imprese di capitali in più. È evidente una maggiore dinamica imprenditoriale per le imprese di capitali nel Mezzogiorno per questa tipologia di imprese, soprattutto in Campania (+5,3%) e Sicilia (+4,8%).

Nei primi 9 mesi del 2022 il Mezzogiorno ha realizzato un export totale pari a 48,6 miliardi di euro (il 10,7% del valore nazionale) e la quota principale è associata al manifatturiero (45,8 miliardi). Le variazioni tendenziali mostrano una ripresa a livello territoriale con una crescita del 31,8% a fronte di un +19,9% per il Centro-Nord. Se guardiamo al solo settore manifatturiero si registra per il Sud un +31,7% contro un +19,4% per il Centro-Nord. I settori merceologici del Mezzogiorno con le variazioni più rilevanti sono quello del coke e prodotti petroliferi raffinati (+104,3% al Sud e +92% al Centro-Nord) e quello dei prodotti chimici (+31,3% al Sud e +24,1% al Centro-Nord).

Pur con alcune differenziazioni a carattere settoriale, l’export si conferma alla base dell’attuale processo di ripresa economica.

Altalenante è l’andamento del credito erogato alle imprese del Mezzogiorno: i valori mostrano, infatti, per il Sud una lieve contrazione nell’ultimo trimestre dopo una, seppur breve, fase di crescita. Allo stesso tempo si evidenziano dinamiche differenti a livello nazionale, con gli impieghi per le imprese del Nord-Est in crescita negli ultimi due trimestri e quelli per le imprese del Centro in calo.

•        Lavoro e Occupazione

Il ricorso alle varie forme di sostegno al reddito nel Mezzogiorno è aumentato in modo esponenziale a partire da aprile 2020, attestandosi su livelli mai registrati in precedenza. Per tutto il 2021 si sono registrati volumi notevolmente più alti rispetto al periodo pre-pandemico; mentre con il 2022 il trend mostra un calo verso volumi decisamente più bassi. Nel dettaglio, nei primi dieci mesi dell’anno in corso e nel complesso delle tre tipologie di ammortizzatori sociali (Cassa integrazione Ordinaria, Straordinaria e In Deroga), le ore autorizzate sono pari a meno di un terzo di quelle registrate per l’analogo periodo del 2021.

I dati sull’occupazione mostrano che nel terzo trimestre 2022 nel Mezzogiorno è concentrato il 26% dell’occupazione totale nazionale e il 22% di quella femminile, quote decisamente più basse se rapportate alla quota della popolazione che vive al Sud. Guardando all’andamento del terzo trimestre 2022 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, l’occupazione al Sud diminuisce, seppur lievemente (-0,5%), in contrasto con l’andamento delle altre macroregioni che fanno registrare una variazione positiva (soprattutto il Centro, con +2,6%).

•        Politica di Coesione Europea, Nazionale e PNRR  

Sono forti in questo momento le aspettative generate dalla ingente quantità di risorse messe a disposizione dai programmi europei e nazionali.

Per consolidare i dati positivi dell’economia meridionale e superare le principali criticità risulterà fondamentale fare buon uso di tutte le risorse di cui si potrà contare ora e nei prossimi anni. A partire dal PNRR e dagli investimenti complementari fino ad arrivare alla politica di coesione europea, il nostro Paese, e soprattutto il Mezzogiorno, ha a disposizione per i prossimi anni le risorse necessarie per consolidare il proprio percorso di crescita.

Con riferimento al PNRR, la maggior parte delle tappe ad oggi raggiunte è di tipo normativo ed il cambio di passo è atteso per il prossimo anno, con un incremento rilevante delle spese correlate ai nuovi progetti. Il 2023 è visto, quindi, come l’anno in cui l’attuazione del piano dovrebbe entrare a pieno regime e ci si auspica che ciò avvenga.

Per quanto riguarda la politica di coesione, invece, è necessario che tutte le risorse delle diverse fonti programmatiche (ciclo 2014-2020, 2021-2027, FSC), siano protagoniste di un processo di rapida attuazione, con un coinvolgimento di tutti gli attori coinvolti, dalle Amministrazioni titolari degli interventi ai beneficiari.

In conclusione, è necessario che tutte queste risorse vengano sfruttate programmando gli interventi in maniera sinergica tra loro e coerente con le esigenze di sviluppo dei territori, ponendo al tempo stesso una grande attenzione alla capacità attuativa degli stessi.


Scarica il Rapporto Check-up Mezzogiorno 2022 in allegato


 
Di Stefano: “Innovazione driver di crescita delle imprese. Destinare più risorse in legge di bilancio e Pnrr a questo capitolo”
 
Roma, 16 dicembre 2022 - Startup, digitale, Venture Capital e blockchain sono le parole chiave del confronto organizzato dai Giovani di Confindustria, tra imprenditori, grandi corporate e startup per presentare i risultati del programma TALENTIS e dare visibilità al mondo dell’innovazione in tutte le sue declinazioni. 

TALENTIS è il programma di Confindustria Giovani dedicato alle startup italiane costituite da meno di 5 anni, iscritte alla prima edizione tramite REGISTRY, la piattaforma tecnologica di RetImpresa che, grazie a open innovation e blockchain, permette l’accesso affidabile e sicuro a un ecosistema digitale integrato, in cui sono attive 428 imprese con 241 progetti imprenditoriali. 

Tra questi, sono ben 150 le startup che hanno partecipato a Talentis nel 2022: la maggior parte (il 25%) ha presentato  progetti connessi al settore industriale e alle tecnologie 4.0, mentre il 18% delle startup è impegnato nell’Economia circolare e nelle Smart cities, il 14% nei Servizi alla persona, l’11% nei settori delle Life sciences, del Marketing e dell’internazionalizzazione, l’8% in Cultura, svago e turismo, il 7% nella Finanza e il 6% nel Welfare aziendale. 
“Si tratta di realtà innovative provenienti dalle tre macroaree del nostro territorio: Nord 46%, Centro 17%, Sud 37%”, ha spiegato il Vicepresidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria, Andrea Marangione.
Sul tema dell’open innovation, collaborazione virtuosa tra imprese strutturate e startup individuate come forma di investimento alternativa, hanno portato la loro testimonianza 3 grandi corporate, TeamSystem, a2a e Telepass. La loro esperienza, rispettivamente con le startup SkyLab, PayDo e Wash Out, ha l’obiettivo di rendere le imprese sempre più competitive e vicine alle esigenze del mercato.
Fabio Mondini de Focatiis, Founding Partner GrowthCapital ha approfondito lo stato dell’arte del venture capital in Italia, sempre più vivo e in crescita, presentando i dati sui volumi di investimento di capitale di rischio in imprese innovative ad alto potenziale. Il manager ha fatto notare come “gli investimenti complessivi in Italia siano saliti a quota 527 milioni di euro nel terzo trimestre 2022, e superano 1,5 miliardi nei primi nove mesi dell’anno, una somma superiore agli investimenti dell’intero 2021. Un dato interessante - ha osservato - riguarda poi l’attrattività italiana rispetto agli investitori stranieri: nel 2022 gli investitori esteri hanno partecipato al 30% dei round di investimento, contro il 25% nel 2021”. 
Un’analisi dell’ecosistema innovativo italiano, con particolare riferimento agli investimenti digitali, è stata tratteggiata da Marco Gay, Presidente di Digital Magics, che ha sottolineato la capacità di investimento in tecnologie innovative dei settori più tradizionali, a beneficio anche dei parametri di sostenibilità ESG. 
“La crescita del nostro sistema industriale passa ineludibilmente dall’innovazione che, senza il coraggio e la visione degli imprenditori, diventa un concetto vuoto” – ha commentato Riccardo Di Stefano, Presidente dei Giovani Imprenditori e Vicepresidente di Confindustria. “All’Italia manca ancora una “strategia Paese” per affrontare la quinta rivoluzione industriale, che combina digitale e green. Solo con la collaborazione tra imprese e istituzioni possiamo affrontare la doppia transizione e trasformarla nella più grande occasione di sviluppo. Per questo, è importante stanziare quante più risorse possibili in legge di Bilancio e utilizzare al meglio i fondi del PNRR su questo capitolo. Ripristinare Industria 4.0, puntare sugli incentivi per ricerca e innovazione, ammodernare la Pubblica Amministrazione, sono passi necessari per cogliere appieno questa opportunità”. 
 
Approfondimento:
Le due startup vincitrici di Talentis: Adaptronics e BonusX
Adaptronics, una deep-tech startup che sviluppa dispositivi meccatronici adattivi per renderle la logistica più sostenibile sulla Terra e nello Spazio reinventando l’azione di presa robotica di oggetti di qualsiasi forma, dimensione e materiale grazie ad una tecnologia proprietaria a film sottile che diventa adesiva quando attivata elettricamente, con una densità di forza impressionante e un peso irrilevante e un consumo energetico minimo.
BonusX, una delle prime startup in Italia dedicata all’e-government. Ha sviluppato una piattaforma digitale, accessibile su bonusx.it, che semplifica la richiesta di bonus, agevolazioni fiscali e servizi finanziari. Gli utenti possono incrementare il proprio reddito netto grazie a bonus pubblici e ottimizzazione fiscale e, allo stesso, risparmiare tempo e ridurre il margine di errore su un’ampia tipologia di pratiche.
“Talentis – GI Startup Program 2022”: una serie di eventi, incontri e contest dedicati alle startup, promosso dai Giovani Imprenditori di Confindustria, in particolare dal Comitato Triregionale dei Giovani Imprenditori e dal Comitato Interregionale per il Mezzogiorno dei Giovani Imprenditori, con la partnership tecnica di RetImpresa. Talentis è un percorso che si svolge su tutto il territorio nazionale in cui le startup presentano idee di business. Durante la preselezione, una giuria di esperti seleziona le più meritevoli che si contendono la vittoria nei due contest all’interno dei grandi eventi nazionali, il Convegno di Rapallo e il Convegno di Capri.




ENERGIA, CONFINDUSTRIA PRESENTA LA PROPOSTA DI RIFORMA DEL MERCATO ELETTRICO
Costo dell’energia rinnovabile sganciato dalle fonti fossili. Necessario un dibattito Europeo sul Mercato Unico


Roma 12 Dicembre 2022 -
Confindustria ha presentato oggi la sua Proposta di riforma del mercato elettrico italiano, nell’ambito di un seminario che ha visto la partecipazione del Ministro dell’Ambiente e della sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin e del Presidente di ARERA Stefano Besseghini e, tra gli altri, di Aziende e Associazioni coinvolte nella proposta, che già lo scorso 25 ottobre insieme al Presidente Carlo Bonomi era stata presentata alle Commissioni del Parlamento europeo.

Nei prossimi anni dovremmo gestire un’accelerazione senza precedenti degli investimenti in energia rinnovabile. Questo sviluppo richiede un cambio radicale di paradigma nel mercato elettrico: in tutti i Paesi europei, sul piano strutturale, passeremo da un modello di generazione centralizzata a un modello di generazione diffusa sul territorio.

In questo contesto, Confindustria ha ritenuto necessario anticipare e proporre la riforma del mercato elettrico, ormai datato (D. Lgs. Bersani 79/99), vista la forte necessità di individuare un nuovo modello adatto alla trasformazione ecologica. La sfida più difficile dei prossimi anni sarà il percorso di transizione dalle vecchie alle nuove regole di mercato garantendo il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione senza inefficienza sul piano tecnico ed economico e garantendo al contempo la tutela della concorrenza.

La Proposta che Confindustria presenta vuole superare questi problemi: favorire lo sviluppo delle rinnovabili e il loro potenziale sul piano della competitività costruendo un modello di mercato in grado di separare la loro valorizzazione dal costo del gas.

Per realizzare tali obiettivi, è necessario:

-        costruire una nuova piattaforma di mercato per lo sviluppo della produzione rinnovabile in grado di “separare” il valore della tecnologia rinnovabile dai costi opportunità della produzione di elettricità da fonte fossile

-        creare un mercato dell'energia rinnovabile in grado di valorizzare tutti gli elementi di costo ancillare per rendere compatibile i profili di domanda con i profili di produzione.

“In una fase in cui, durante l’estate, il prezzo del gas ha raggiunto picchi di aumento di oltre 12 volte il prezzo del gennaio 2021 e di circa 10 per il settore elettrico, invece che solidarietà e approccio comune In Europa abbiamo assistito a una concorrenza spietata per l’acquisto autonomo di rigassificatori e soluzioni autonome per l’approvvigionamento.” - Ha commentato Aurelio Regina Presidente del Gruppo tecnico Energia di Confindustria- “In definitiva esattamente l’opposto del progetto iniziale europeo per il mercato dell’energia. La Proposta Di Confindustria – ha aggiunto- non è solo un contributo tecnico ma vuole essere soprattutto una linea di intervento strutturale per la soluzione di questa drammatica congiuntura che non possiamo demandare alla sola fiscalità generale. Riteniamo infatti che serva più Europa e un mercato unico dell’energia per garantire ai cittadini e alle imprese europee maggiore efficienza e sicurezza sul piano geopolitico.”

La Proposta di Confindustria ha anche la finalità di fornire un contributo al dibattito europeo che porterà alla proposta del nuovo Regolamento per la riforma dei mercati elettrici attraverso le consultazioni e le proposte della Commissione. Questo lavoro di approfondimento sul tema è stato coordinato dagli uffici tecnici di Confindustria con i rappresentanti di Elettricità Futura, dei Consumatori Industriali - Assocarta, Assofond, Assomet, Assovetro, Confindustria Ceramica, Consorzi Energia, Federacciai, Federbeton, Federchimica -  e della Federazione ANIE) avvalendosi della società di consulenza - scelta dalle parti - AFRY. Allo studio ha preso parte anche Terna.


Leggi il rapporto sul sito di Confindustria: https://bit.ly/3WcOEJI



Obiettivo è avviare un confronto con la scuola per raccontare l’impresa italiana alle nuove generazioni

Roma, 7 Dicembre 2022 - Parte da Più libri più liberi la proposta di un progetto comune di Confindustria e Associazione Italiana Editori (AIE) per una relazione più stretta tra i giovani e l’impresa già a partire dalla scuola e dai libri. E’ quanto emerso durante l’incontro dal titolo “A scuola di impresa” che si è svolto oggi alla Nuvola e che ha visto la partecipazione del Ministero dell’Istruzione e del Merito, di esponenti del mondo della scuola, autori, editori scolastici e mondo delle imprese che si sono interrogati su come avviare un percorso per migliorare in modo strutturale questa relazione. Confindustria, tramite il Gruppo Tecnico Cultura e l’Associazione Italiana Editori, intendono sviluppare un programma d’azione, che prende avvio proprio dalle aule scolastiche, per seminare una maggiore fiducia e una migliore conoscenza dell’impresa tra le giovani generazioni.

“Impresa è futuro. Quindi, progresso, innovazione, visione – Ha dichiarato Antonio Alunni, Presidente Gruppo Tecnico Cultura Confindustria - In questo momento di particolare complessità, le nostre ragazze e i nostri ragazzi hanno bisogno di vedere e di sapere che le imprese, e il mondo del lavoro in generale, sono luoghi in cui è possibile crescere e costruire il proprio sé, professionale e personale. Ma per poter guardare con positività al futuro, devono anzitutto conoscere davvero le imprese e il loro agire nella società. Per farlo, si devono sviluppare racconti e parole nuove. E quale mezzo migliore dei libri e delle scuole per avviare questa grande operazione culturale?”

Attraverso il pieno coinvolgimento degli insegnanti, la finalità più ampia del programma, è il concorso alla formazione di una nuova idea di impresa, di un pensiero e di un approccio che non sia legato a stereotipi e a meri parametri economici o di fabbisogno professionale. “I libri di testo – ha sottolineato Paolo Tartaglino, Vice Presidente e Presidente Gruppo Educativo dell’AIE - costituiscono uno strumento indispensabile per l’apprendimento. Al loro interno, già a partire dai volumi per la secondaria di primo grado, i temi del lavoro e dell’impresa trovano spazio, anche se talvolta poco percepito. Si tratta di coinvolgere il mondo della scuola, e in primo luogo gli insegnanti, in un’iniziativa destinata ad approfondire queste tematiche favorendo consapevolezza e orientamento di studentesse e studenti".

Affinché un progetto di promozione di cultura possa costruire consapevolezza diffusa nel Paese, si dovrà necessariamente partire dai giovani che rappresentano l’investimento in capitale umano più importante. “Confindustria è in prima linea per promuovere un orientamento a tutto tondo per le ragazze e i ragazzi: lavoriamo affinché gli studenti conoscano le aziende da vicino, raccontando loro la grande tradizione della manifattura italiana – ha aggiunto Giovanni Brugnoli Vice Presidente Confindustria per il Capitale Umano. “È importante accompagnare i giovani nelle attività con le scuole affinché scoprano le loro attitudini, attitudini che possono diventare competenze, competenze che possono diventare opportunità di lavoro. Tra le associazioni del sistema Confindustria l’AIE è modello di riferimento in questa azione culturale, che è anche una forma di narrativa, di come le imprese si assumano la responsabilità educativa e collaborino virtuosamente con l’intero sistema scolastico.”

All’incontro, moderato da Manuela Perrone del Sole 24 Ore e realizzato con il sostegno di Eni e in collaborazione con Audi, hanno preso parte Antonio Alunni, Presidente Gruppo Tecnico Cultura Confindustria, Alessandro Rosina, Professore Università Cattolica di Milano, Antonio Calabrò, Presidente Museimpresa, Paolo Tartaglino, Vice Presidente e Presidente Gruppo Educativo AIE, Antonello Giannelli, Presidente Associazione Nazionale Presidi, Sara Loffredi, Scrittrice, Giovanni Brugnoli, Vice Presidente Confindustria per il Capitale umano e Stefano Versari, Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione del Ministero dell’Istruzione e del Merito. 


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