COMUNICATI STAMPA


ITALIA – USA: CONFINDUSTRIA E AMCHAM, SPINGERE COLLABORAZIONI INDUSTRIALI
Affrancare le produzioni dalle dipendenze critiche
 
Roma, 23 marzo 2023 – Investimenti e standard comuni per la produzione di tecnologie funzionali alla transizione ecologica e digitale e indipendenza su alcune materie prime e componenti strategici all’industria. Un progetto che ha l’obiettivo di rinsaldare le relazioni transatlantiche e di implementare la collaborazione tra le industrie italiane e statunitensi
 
Di questo si è parlato nel corso dell’evento Verso una politica industriale transatlantica?” organizzato da Confindustria, in collaborazione con l’American Chamber of Commerce in Italy, che si è svolto oggi a Viale dell’Astronomia. Ma l’iniziativa è stata anche l’occasione per svolgere una serie di riflessioni sull’impatto che le tensioni geopolitiche in atto stanno determinando sulle catene del valore, anche rispetto all’adozione dell’Inflation Reduction Act (IRA) da parte degli Stati Uniti.  
 
In un periodo caratterizzato da profondi mutamenti geopolitici – ha commentato la Vicepresidente per gli affari internazionali di Confindustria, Barbara Beltrame Giacomello – è fondamentale che l’Italia, l’Europa e gli Stati Uniti mantengano alto il livello del dialogo. In questo modo, da un lato abbattiamo le barriere che separano le nostre industrie, evitando di alimentare nuove spirali protezionistiche; dall’altro, contribuiamo all’avvio di una politica industriale comune che abbia al centro un quadro regolamentare chiaro e condiviso, soprattutto nei settori strategici. Confindustria attribuisce un’importanza davvero strategica alla collaborazione industriale a livello transatlantico. Questa collaborazione può fare la differenza fra la mera sopravvivenza di un’impresa ed il suo pieno e duraturo successo, anche a livello globale. La sfida che abbiamo di fronte, infatti, supera la dimensione bilaterale e l’orizzonte a cui guardare è ben più ampio e complesso”.
 
Il Consigliere Delegato dell’American Chamber of Italy, Simone Crolla ha affermato “Le transizioni ambientali e digitali che stiamo affrontando a livello europeo e globale, necessitano di un quadro internazionale di cooperazione, di rafforzamento delle relazioni internazionali e commerciali che garantiscano sicurezza e competitività per la crescita sostenibile e l’occupazione in Europa. Alla luce di questo e considerato il mio ruolo, non posso che essere, inoltre, un convinto sostenitore del rapporto privilegiato che lega l’Italia e l’Europa agli Stati Uniti. Una relazione fondamentale che, oggi più che mai, deve concretizzarsi anche in una collaborazione industriale che consenta alle eccellenze italiane ed europee di esprimere la propria competitività sul mercato statunitense. Non si deve dimenticare che poi con gli Stati Uniti, ci troviamo ad affrontare sfide comuni, su diversi settori per cui siamo ancora dipendenti da potenze come la Cina. Al contempo dobbiamo favorire e sostenere la nascita di una politica industriale dell'Unione che pur favorendo la competitività, protegga anche le produzioni strategiche”.
 
Al confronto hanno preso parte autorevoli rappresentanti istituzionali ed economici tra i quali il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, il Direttore della Rappresentanza della Commissione Europea in Italia, Courtney Nemroff, Sergio Dompé, Executive President Dompé e Simone Mori, Head of Europe ENEL.


FISCO: CONFINDUSTRIA INCONTRA IL VICE MINISTRO MAURIZIO LEO

 Al centro del confronto la delega fiscale e i punti di attenzione per le imprese 

 

Roma, 23 marzo 2023 - Il Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, On. Prof. Maurizio Leo oggi ha preso parte al Gruppo tecnico Fisco di Confindustria, presieduto dal Vice Presidente per il Credito, la Finanza e il Fisco, Emanuele Orsini.

Durante l’incontro, il Vice Ministro ha illustrato le linee di indirizzo della prossima delega fiscale, approvata dal Consiglio dei Ministri lo scorso 16 marzo e per Confindustria è stata l’occasione per mettere a fuoco i principali punti di attenzione per le imprese.  Centrali la revisione dell’Ires e il superamento dell’Irap.

Più in particolare, gli imprenditori guardano con interesse ad un nuovo meccanismo di tassazione societaria che valorizzi la capitalizzazione delle imprese e gli investimenti. Per questo sarà importante la definizione dei decreti attuativi, specie nella selezione degli investimenti rilevanti e nella salvaguardia degli incentivi già esistenti.

Le imprese hanno manifestato qualche preoccupazione in relazione alla sovraimposta IRES che dovrebbe essere introdotta per superare l’abrogazione dell’IRAP.

Sul fronte delle tax expenditures, le imprese considerano certamente utile un riordino, salvaguardando le finalità meritevoli di tutela sociale (es. casa, salute, previdenza, assistenza, ambiente).

Con riferimento all’Iva, Confindustria auspica che l’ambizioso progetto di riforma contenuto nella delega, porti al superamento delle incompatibilità con la disciplina comunitaria, ad una rimodulazione delle aliquote e alle auspicate semplificazioni.

Gli industriali hanno infine richiamato l’attenzione sulla necessità che l’intero disegno di legge sia supportato da una maggiore valorizzazione degli istituti collaborativi tra Fisco e contribuenti e da una razionalizzazione dell’impianto sanzionatorio tributario.


AL VIA “NEXT GEN DAYS” IL PRIMO PROGRAMMA DI FORMAZIONE ORGANIZZATO DALL’ADVISORY BOARD INVESTITORI ESTERI DI CONFINDUSTRIA PER LO SVILUPPO DEI GIOVANI TALENTI
 
18 le multinazionali aderenti. BASF Italia, Novartis Italia, Gruppo Nestlé in Italia e Kering Italia le prime aziende a incontrare i giovani selezionati
 

Roma, 15 marzo 2023 – Al via la prima edizione di “Next Gen Days”, il programma pluriennale promosso dall’Advisory Board Investitori Esteri (ABIE) di Confindustria che mira ad accrescere le competenze professionali e di leadership dei giovani talenti aziendali attraverso giornate di formazione e di networking con i colleghi di altre imprese. Nell’attuale contesto lavorativo sono infatti sempre di più le aziende che collaborano e condividono competenze per favorire una visione integrata e strategica. Il capitale umano, quindi, per le multinazionali è una leva decisiva per lo sviluppo del business, e per questo ritengono prioritario investire sulla formazione, soprattutto dei più giovani.
 
“Uno dei temi centrali trattati dall’ABIE è la crescita della competitività dell’Italia. Crescita che passa anche dall’attenzione posta allo sviluppo delle competenze delle risorse umane con riflessi che vanno ben oltre i vantaggi per le aziende stesse”, afferma la Vice Presidente per l’Internazionalizzazione di Confindustria e presidente dell’Advisory Board Investitori Esteri Barbara Beltrame Giacomello. “Da questa idea nasce il progetto sperimentale Next Gen Days che auspichiamo possa allargare la sua sfera di azione nel tempo, coinvolgendo sempre più imprese e talenti”.
 
“Fin dall’inizio abbiamo creduto nel valore di fare incontrare giovani talenti provenienti dalle nostre aziende – dichiara Lorenzo Bottinelli, Vice Presidente e Amministratore Delegato del gruppo BASF in Italia e coordinatore del progetto Next Gen Days per l’ABIE - Pensiamo sia una modalità per investire sul capitale umano rappresentato dai giovani che lavorano nelle multinazionali presenti nel nostro Paese. Un’occasione di scambio di best practice, di networking e di crescita professionale dedicata ai potenziali manager del futuro. Per queste ragioni siamo orgogliosi di ospitare il primo evento nei nostri siti di Cesano Maderno e di Fino Mornasco”.
 
Sono 18 le aziende italiane a controllo estero riunite in ABIE che hanno aderito a “Next Gen Days” selezionando due giovani talenti tra i propri dipendenti da coinvolgere nel progetto. Ogni azienda si è, inoltre, impegnata ad ospitare a rotazione le sessioni formative. Per quest’anno sono previsti 4 incontri che si svolgeranno in BASF Italia, Novartis Italia, Gruppo Nestlé in Italia e Kering Italia. Ogni appuntamento prevede una formazione ad hoc su quattro macroaree ritenute fondamentali per affermarsi nell'odierno contesto lavorativo: manufacturing, leadership, sustainability e business management. Durante ogni sessione sono previsti momenti di networking e di confronto informale fra colleghi, utili a stimolare lo scambio di esperienze e best practice.
 
I talenti coinvolti nel progetto avranno la possibilità di sviluppare le loro competenze direttamente sul campo, con l’obiettivo di declinarle e implementarle. Allo stesso modo avranno l’opportunità di scoprire e sperimentare ambienti di lavoro in settori differenti, con colleghi esperti in funzioni diverse dalle proprie.    
 
Le 18 aziende coinvolte sono: ABB ITALIA, ACCENTURE, COGNE ACCIAI SPECIALI S.p.A., BASF ITALIA, AVF GRUPPO BELTRAME, GRUPPO HITACHI, KERING ITALIA, GRUPPO NESTLÉ IN ITALIA, NOVARTIS FARMA S.p.A., BIRRA PERONI s.r.l., PHILIP MORRIS ITALIA, PROCTER&GAMBLE, SANOFI ITALIA, SIEMENS Spa, STMicroelectronics S.r.l, TITAGARH FIREMA S.p.A., TOYOTA MATERIAL HANDLING ITALIA, VOLKSWAGEN GROUP ITALIA S.p.A.
 


ECONOMIA DEL MARE: CONFINDUSTRIA INCONTRA I VICEMINISTRI GAVA E RIXI
Lorusso: “Settore volano di crescita per l’intero Paese. Valorizzarlo attraverso confronto costante e rigorosa azione ci coordinamento”.
Grassi: “Italia ponte naturale con Nord-Africa e Medioriente. Zes e Zls strumenti per cogliere questo vantaggio competitivo”.
 
 
Roma, 14 marzo 2023 - Oggi si è riunito in Confindustria il Tavolo confederale dell’Economia del Mare, presieduto dal Vicepresidente per l’Economia del Mare, Pasquale Lorusso, alla presenza di Vito Grassi, Vice Presidente di Confindustria e Presidente del Consiglio delle Rappresentanze Regionali e per le Politiche di Coesione Territoriale di Confindustria, e composto dai rappresentanti di tutte le principali categorie coinvolte in questo settore. Alla riunione hanno partecipato il Viceministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, On. Vannia Gava, e il Viceministro per le Infrastrutture e i Trasporti, On. Edoardo Rixi, per un confronto tra il sistema industriale e le Istituzioni, in un’ottica di collaborazione tra sistema pubblico e privato. Il Vicepresidente Lorusso ha condiviso con i Viceministri il “Progetto Mare”, il documento che illustra le linee strategiche di Confindustria sull’Economia del Mare e le priorità individuate in quattro specifici ambiti: Riforme e Governance, Infrastrutture e intermodalità; Politiche industriali, Coesione territoriale.
 
“L’Economia del Mare è un cluster estremamente complesso e articolato, centrato sulla valorizzazione di risorse naturali come il mare e le coste. Le numerose e diffuse infrastrutture portuali di diversa dimensione, rilevanza economica, funzione e integrazione logistica e produttiva, oltre alle coste, con la loro valenza ambientale, naturalistica, paesaggistica, turistica e ricreativa, costituiscono un volano di sviluppo per tutto il Paese”, ha affermato il Vice Presidente di Confindustria per l’Economia del Mare, Pasquale Lorusso. “Infatti, si tratta di un settore che genera un impatto positivo non solo sulle attività economiche comprese nel proprio perimetro, ma si estende su tutta la filiera. Un esempio di politica industriale “dedicata” su cui puntare per la ripresa e la crescita dell’Italia. L’Economia del Mare ha un enorme potenziale che occorre liberare e sviluppare, anche grazie al sostegno delle ingenti risorse messe in campo dall’Europa per affrontare la doppia transizione ambientale e digitale e aumentare la coesione”, ha osservato Lorusso. “È quindi necessario avere una visione ampia sull’Economia del Mare, fondata sulle opportunità industriali, terziarie, turistiche e ambientali offerte dall’utilizzo e dalla valorizzazione della “risorsa mare”, che è certamente la prima leva in grado di proiettare l’Italia al centro del Mediterraneo come piattaforma logistica. In questo senso - ha concluso il Vice Presidente Lorusso - occorre ragionare in una prospettiva di medio-lungo periodo, di cui un’interlocuzione diretta e semplificata con le varie Istituzioni interessate, attraverso un confronto periodico e una costante e rigorosa azione di coordinamento tra le istanze delle diverse anime del comparto, costituisce l’asse portante”.
 
Per il Vice Presidente Vito Grassi, “la posizione geografica dell’Italia è un ponte naturale con il Nord Africa e con il Medio-Oriente e, di conseguenza, è al centro dell’interscambio commerciale tra “Far East” ed Europa. La natura ci ha dato un vantaggio competitivo, che ora sta a noi valorizzare per rendere il nostro Paese un hub logistico ed energetico per l’intera Europa. In questo senso, è indispensabile puntare sullo sviluppo delle Zone economiche speciali e delle Zone logistiche semplificate. Si tratta, infatti, di strumenti fondamentali per sviluppare le connessioni tra manifattura, logistica ed economia del Mare in un’ottica sia territoriale, che nazionale ed europea, e interventi di carattere più generale e, al tempo stesso, dedicati al settore”.



 
 
Roma, 7 marzo 2023 – Confindustria, insieme ad altre sue componenti associative, Anita, e altre associazioni dell’autotrasporto merci FAI e FEDIT, presentano appello sul giudizio di irricevibilità espresso dal Tribunale europeo in merito al ricorso depositato dalle Associazioni sulle limitazioni unilaterali al transito stradale di mezzi pesanti imposte dal Tirolo lungo l’Asse del Brennero. Le Associazioni continueranno quindi l’azione legale avviata a livello europeo ritenendo che sussistano i presupposti giuridici per consentire ai privati di agire. In questo modo, si porrebbe fine alla reiterata violazione da parte dell’Austria dei principi di libera circolazione delle merci e sarebbe garantita una concorrenza equa tra i confini dell’Unione. Le Associazioni ritengono che l’operato della Commissione Europea in questa vicenda sia stato inefficace e, al tempo stesso, carente. Occorre, quindi fare immediata chiarezza.
La questione del ricorso dei privati, su cui decide il Tribunale europeo, va tenuta distinta da quella del ricorso di uno Stato membro, che invece è di competenza della Corte di giustizia. Va quindi chiarito che il pronunciamento è stato espresso dal Tribunale e non dalla Corte. A nostro giudizio, inoltre, la decisione del Tribunale si basa su criteri di giurisprudenza datati, senza tener conto delle sentenze più aggiornate da parte della Corte, che invece avrebbero accolto analoghe richieste da parte dei privati. Senza contare che il Tribunale non si è espresso sulla legittimità delle limitazioni. Per questi motivi le Associazioni presentano appello contro l’ordinanza del Tribunale che non limita l’azione dello Stato italiano di rivolgersi alla Corte di giustizia europea per chiedere l’apertura di una procedura di infrazione nei confronti dell’Austria.



ZES, CONFINDUSTRIA: STRUMENTO FONDAMENTALE PER SVILUPPO SUD, NECESSARIO CONFRONTO PERMANENTE
Pronti a collaborare con il Ministro Fitto
 
 
Roma, 23 febbraio 2023 - Si è tenuto oggi nella sede di Confindustria l’incontro tra Vito Grassi, Vice Presidente di Confindustria e Presidente del Consiglio delle Rappresentanze Regionali e per le Politiche di Coesione Territoriale di Confindustria, Pasquale Lorusso, Vice Presidente di Confindustria per l’Economia del Mare, e Giuseppe Romano, Commissario Straordinario di Governo delle ZES Campania e Calabria, sul tema delle Zone Economiche Speciali (ZES). Nel corso dell’incontro c’è stata totale convergenza nel confermare che le ZES rappresentano uno strumento imprescindibile per coniugare sviluppo produttivo e logistico del Sud e imprimere impulso agli investimenti pubblici e privati, trasformando il Mezzogiorno in una piattaforma logistica europea al centro del Mediterraneo. Proprio per questi motivi e visti i risultati positivi, Confindustria auspica che si renda permanente la collaborazione con le Istituzioni volta a condividere esperienze e valutazioni sulle opportunità e le criticità legate al funzionamento delle ZES. Chiediamo quindi al Ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, la massima attenzione ad uno strumento così importante per lo sviluppo del Meridione, dando seguito al dialogo già avviato.
 
“Le ZES rappresentano un volano potenziale di sviluppo per il Mezzogiorno, ma anche uno strumento che incentiva la collaborazione pubblico-privata. E’ stato proprio il lavoro congiunto tra Istituzioni, Sistema Confindustria e Commissari Straordinari ZES a favorire il consolidamento del quadro normativo, che rende ormai le ZES finalmente operative e in grado di sostenere l’insediamento e lo sviluppo delle imprese al Sud. Per questi motivi, l’auspicio di Confindustria è di intensificare il confronto con il Ministro Fitto e proseguire nel ruolo di affiancamento e consolidamento del ruolo delle ZES, supportarle nel fare rete tra loro e con gli stakeholder e, in ultima analisi, contribuire in maniera attiva e produttiva alla crescita del Mezzogiorno e alla riduzione dei divari territoriali” – ha detto il Vice Presidente Vito Grassi.
 
“Le Zes rappresentano uno strumento privilegiato per sviluppare e potenziare l’Economia del Mare, in particolare nel Mezzogiorno che, con oltre il 45% del totale delle imprese e un terzo del totale degli addetti, ha un ruolo strategico per la crescita dell'intero Paese. Per ogni euro investito nell’Economia del Mare, infatti, si arriva mediamente ad attivarne quasi il doppio, quindi è fondamentale proseguire sulla strada già intrapresa per valorizzare al massimo questo strumento” – ha affermato il Vice Presidente Pasquale Lorusso.
 
Per il Commissario Straordinario di Governo delle ZES Campania e Calabria, Giuseppe Romano, "la sinergia con Confindustria è fondamentale nel percorso di attrazione di investimenti che passa anche attraverso l'attenta opera di informazione che congiuntamente poniamo in essere. Le autorizzazioni uniche già rilasciate nelle diverse ZES sono il segno evidente dell'attrattività determinata dalla semplificazione burocratica oltreché dalle agevolazioni fiscali”.


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SOSTENIBILITA’: RICHIESTI 4 MILIONI DI LAVORATORI CON GREEN SKILL ENTRO IL 2026

Un’impresa su due sta investendo in processi di trasformazione sostenibile. Al via il progetto di Confindustria, Federmanager e 4.Manager.

Venezia, 10 febbraio 2023 – Parte oggi a Venezia, Capitale mondiale della Sostenibilità, il progetto di Confindustria e Federmanager, promosso con 4.Manager, incentrato sulla figura strategica del Sustainability Manager. L’iniziativa ha l’obiettivo di rilevare il fabbisogno delle imprese di competenze manageriali specifiche, evidenziando le skill di questa professionalità emergente e strutturando un percorso di formazione ad essa dedicato. L’azione punta anche a sensibilizzare territori e istituzioni sulla necessità di introdurre politiche di incentivazione a supporto delle imprese che si dotano di competenze manageriali nel campo.

Secondo i dati dell’Osservatorio 4.Manager, che ha sondato un panel di oltre 4.000 imprese, il nostro sistema industriale ha aumentato del 5% ogni anno la richiesta di manager dotati di competenze sempre più precise nel settore green, oltre che qualificati in materia di criteri ESG, un mercato che dal 2021 è cresciuto del 19%. Complessivamente, le aziende prese in esame hanno dichiarato di aver acquisito nel corso degli ultimi 3 anni: competenze manageriali (64%); competenze scientifiche (45%); competenze tecniche (73%). A tale riguardo, il Rapporto rivela che oltre il 50% delle Grandi e Medie imprese sta elaborando una strategia di trasformazione in funzione della sostenibilità, cercando professionisti in grado di comprendere tutti i processi aziendali, migliorando al contempo la pianificazione e la gestione.

La maggior parte delle imprese, incluse quelle scarsamente orientate all’innovazione, sono consapevoli che solo la trasformazione sostenibile eviterà limiti operativi di accesso ai mercati e al credito. Entro il 2030 le aziende non sostenibili rappresenteranno la parte residuale di un mercato nel quale beni e servizi “sostenibili” saranno la norma.

Dai dati raccolti su LinkedIn, nell’ultimo anno si osserva in Italia la costante richiesta e crescita di alcune qualifiche professionali dell’area sostenibilità, tra cui il ruolo di Responsabile sostenibilità (+52%), seguito dal ruolo di Sustainability Specialist (+43%) e dal ruolo di Consulente sostenibilità (+34%). Le principali tre città che registrano la più alta concentrazione di questi professionisti sono: Milano, Roma e Torino.

Tra il 2023 e il 2026, tanto le imprese quanto la PA avranno necessità di circa 4 milioni di lavoratori con competenze green di alto e medio profilo.  In tale contesto, diviene fondamentale l’inserimento in azienda di una figura profes­sionale dotata di competenze trasversali in materia di ESG.

Per questo, Confindustria, Federmanager e 4.Manager hanno individuato e profilato nel dettaglio le caratteristiche e le competenze delle figure manageriali per la sostenibilità emergenti: sustainability manager, environmental manager, social manager, governance manager (si veda Sintesi allegata).


“Per rendere la transizione una grande opportunità di sviluppo e innovazione, il fattore competenze svolge un ruolo fondamentale” – ha affermato Katia Da Ros, Vicepresidente di Confindustria per l’Ambiente, la Sostenibilità e la Cultura, in occasione della prima tappa odierna. “Potenziare le competenze dedicate alla sostenibilità vuol dire anche agevolare lo sviluppo e l’inserimento di figure dedicate in azienda, come quella del sustainability manager, che possono rivestire un ruolo strategico per le imprese, anche in funzione dei criteri ESGs. La sostenibilità è l’unica dimensione possibile per continuare a crescere. Per questo siamo impegnati a supportare il nostro Sistema in questo percorso – ha aggiunto Da Ros –, con l’obiettivo di potenziare le competenze e migliorare le strategie di comunicazione, e capitalizzare così gli sforzi compiuti finora per rendere e far percepire l’industria sempre più consapevole del valore di essere sostenibile. Per accompagnare le imprese in questo cambio di paradigma del fare impresa, dove il concetto di industria 4.0 – principalmente orientato all’innovazione – sta evolvendo verso una soluzione 5.0 e dove l’innovazione si fonde con le componenti della transizione sostenibile, è assolutamente necessario avviare un nuovo, ambizioso piano di politica industriale che valorizzi e incentivi gli investimenti dedicati alla transizione verde e sostenibile, includendo gli aspetti della formazione e delle competenze”.

“La crescita della domanda di competenze manageriali con green skill e di figure come il Sustainability Manager dimostra non solo che innovazione e sostenibilità sono intrinsecamente connesse ma soprattutto che la sostenibilità ha assunto un ruolo strategico per lo sviluppo del Paese, anche in risposta alle esigenze del mercato energetico e degli investimenti del PNRR”, ha commentato Stefano Cuzzilla, Presidente 4.Manager e Federmanager. “Per questo è importante che le istituzioni sostengano, anche sotto forma di incentivazione, tutte le aziende che inseriranno al loro interno figure specializzate in temi di ESG che, grazie al loro know-how, saranno in grado di traghettare il nostro Paese verso un'economia della sostenibilità non solo ambientale ma anche economica e sociale”.

Ospite della giornata il Vice Ministro della Transizione ecologica On. Vannia Gava che ha detto: “La transizione ecologica può e deve essere una opportunità di crescita economica e di sviluppo dentro il solco della sostenibilità. Tuttavia, il raggiungimento degli obiettivi green è possibile solamente governando nella maniera corretta il processo di transizione che stiamo vivendo, che deve sicuramente essere affrontato con le giuste tempistiche ma anche, e soprattutto, con strumenti adeguati. I risultati che siamo riusciti a raggiungere sono anche il frutto dello stimolante confronto tra Istituzioni e i vari stakeholders, tra tutti il Sistema industriale rappresentato da Confindustria. Tale confronto – ha continuato Gava - ha incentivato il dialogo, lo scambio di informazioni e la sinergia tra le parti, mettendo a fuoco le innovazioni che maggiormente contribuiranno all’evoluzione in chiave sostenibile del nostro Paese. L’auspicio è quello di riuscire a mantenere e continuare questo dialogo sano e leale che si è andato a consolidare nel tempo e portare avanti azioni condivise per il raggiungimento di obiettivi comuni. La direzione intrapresa, vale a dire quella della interlocuzione, infatti, è il modo corretto per portare avanti la sostenibilità, non solo ambientale, ma anche sociale ed economica” ha concluso il Vice Ministro.

L’evento è stato ospitato da Confindustria Veneto Est, rappresentato da Vincenzo Marinese, Vicepresidente Vicario di Confindustria Veneto Est delegato per Venezia e
Walter Bertin, Vicepresidente di Confindustria Veneto Est delegato ESG
che affermano: “Il successo dei progetti di sostenibilità nelle aziende richiede sempre più un capitale umano con le giuste competenze, a partire da specifiche figure manageriali. Almeno tre quarti delle assunzioni programmate dalle imprese del Veneto richiedono competenze green, e in una percentuale significativa figure con alta specializzazione in questo ambito. Al tempo stesso, rimane elevata la difficoltà di reperimento. In Confindustria Veneto Est investiamo da anni nella relazione con le scuole e le università per avviare specifici programmi sulla sostenibilità e diffondere un sapere condiviso che poi diventi parte del bagaglio di competenze dei giovani che entrano nel mondo del lavoro. E c’è grande bisogno di figure manageriali dedicate che affianchino gli imprenditori nei complessi processi di transizione alla sostenibilità in cui le aziende stanno investendo, per sviluppare consapevolezza all’interno, comunicare verso gli stakeholder, costruire un piano strategico sostenibile. Una fase di trasformazione nelle aziende e nelle comunità, che è impegnativa e al tempo stesso necessaria, per la quale il capitale umano è la risorsa essenziale”.


Infine, Cristina Bombassei, presidente del Gruppo Tecnico Responsabilità Sociale d’Impresa di Confindustria, promotore dell’intero progetto ha commentato: Negli ultimi anni il contesto in cui si sono mosse le imprese è profondamente mutato e, con esso, sono cambiati anche i bisogni e le richieste delle aziende, che si sono fatte via via più complesse e articolate. In questo scenario, abbiamo una missione importante da svolgere: dobbiamo sensibilizzare le imprese sui mutamenti in corso e orientarle verso percorsi innovativi. Questo processo – ha aggiunto Bombassei – richiede anche un diffuso e radicale rinnovamento delle competenze manageriali, sia nelle imprese impegnate nella trasformazione dei loro modelli di produzione, sia in quelle interessate ad operare nei business direttamente collegati alla green economy. Si tratta di sviluppare non solo competenze di tipo tecnico, ma anche, e soprattutto, di tipo gestionale e di networking, per poter interconnettere opportunamente tutte le realtà che si interfacciano con le logiche di sostenibilità, fornendo valore aggiunto al processo produttivo. Promuovere le competenze in materia di sostenibilità, assume, inoltre, un valore strategico soprattutto per le piccole e medie imprese, che dovranno integrare sempre di più questi aspetti nelle proprie strategie di crescita anche in funzione dei criteri ESGs e degli standard e certificazioni sempre più richiesti anche per operare in filiera”.


INTELLIGENZA ARTIFICIALE: MERCATO CRESCE DEL 22% ANNUO, VARRA’ 700 MILIONI NEL 2025. AL VIA ROADSHOW DI PICCOLA INDUSTRIA E ANITEC-ASSINFORM SUL TERRITORIO

Solo il 6,2% delle imprese italiane utilizza sistemi di Intelligenza artificiale, contro una media Ue dell’8%. La percentuale di piccole imprese si attesta al 5,3%, contro il 24,3% delle grandi imprese. 


Verona, 9 febbraio 2023 – Prima tappa a Verona, con Confindustria Veneto e Confindustria Verona per il ciclo di incontri “l’Intelligenza Artificiale a servizio delle PMI: use cases e ambiti di sviluppo”, organizzato da Piccola Industria Confindustria e Anitec-Assinform, in collaborazione con la rete dei Digital Innovation Hub. Si tratta di un roadshow che in due anni toccherà tutte le regioni italiane con l’obiettivo di sensibilizzare e informare le piccole imprese associate a Confindustria sulle opportunità offerte dall’intelligenza artificiale. Saranno le imprese stesse, a raccontare le proprie esperienze e strategie di impiego dell’IA in azienda, grazie alla presentazione di casi concreti e al confronto diretto con i partecipanti.  

L’intelligenza artificiale, di cui si discute da oltre 50 anni, è oggi al centro del dibattito politico-economico. Big data, elevate capacità computazionali e algoritmi più performanti ne permettono un impiego diffuso, capace di incidere nella vita quotidiana di imprese e individui in maniera ancora più profonda rispetto alle innovazioni precedenti. 
Tuttavia, nonostante le sue potenzialità, l’IA rimane ancora scarsamente utilizzata dalle imprese italiane, in particolare quelle di minori dimensioni: secondo dati ISTAT del 2021, solo il 6,2% delle imprese ha dichiarato di utilizzare sistemi di Intelligenza artificiale, contro una media dell’8% nell’Unione europea; in particolare, la percentuale di piccole imprese si attesta al 5,3%, contro il 24,3% delle grandi imprese. Positivo però l’aumento che, secondo dati OCSE, continuano a registrare gli investimenti in capitale di rischio, la ricerca e il numero di talenti riferiti all’intelligenza artificiale, pur se, anche in questo caso, molto inferiori a paesi limitrofi come Germania o Francia.
 
Secondo Anitec-Assinform, l’Associazione che in Confindustria raggruppa le aziende ICT, in Italia il mercato dell’Intelligenza artificiale ha raggiunto nel 2022 un volume di circa 422 milioni di euro (+21,9%) e, tra il 2022 e il 2025, è previsto che l’AI raggiunga i 700 mln nel 2025 con un tasso di crescita medio annuo del 22% (cfr. Il Digitale in Italia 2022 v.2). L’Intelligenza artificiale, insieme ad altri abilitatori del mercato (Digital Enabler) come ad esempio Cybersecurity, Big Data e Cloud, sarà un elemento di traino straordinario per lo sviluppo del mercato digitale italiano. Nonostante le prospettive positive, in Italia il mercato dell’IA resta meno sviluppato rispetto agli altri Paesi più industrializzati: per questo è fondamentale avere una visione strategica che consenta di accelerare e potenziare gli investimenti delle imprese, rafforzare le competenze digitali dalla scuola al mondo del lavoro e acquisire maggiore consapevolezza e conoscenza delle potenzialità dell’IA.

“L’intelligenza artificiale applicata all’impresa, nell’immaginario comune, è spesso associata ad attività legate ai giganti del settore tech” ha dichiarato Giovanni Baroni, presidente Piccola Industria di Confindustria. “È invece importante comprendere come questa disciplina sia alla portata di tutte le imprese. Infatti, può essere applicata in ogni realtà industriale, a prescindere dalla dimensione, e assicurare benefici in termini di minori costi e maggiore efficienza, contribuendo anche al raggiungimento di criteri ESG sempre più richiesti dal mercato e dagli investitori. Per cogliere questa opportunità è necessario però supportare le nostre Pmi nella transizione digitale – ha osservato il leader delle PMI. Si tratta di un processo complesso, elaborato attraverso tecnologie interdipendenti e soprattutto competenze, attitudine mentale e capacità di trasformarsi. In questo quadro, poi, il ritardo italiano in termini di professionisti e studenti in materie STEM è un gap che non possiamo più permetterci e che rischia di pesare sempre di più sullo sviluppo e la crescita del Paese, sottraendo alle imprese il capitale umano necessario per essere competitive”.  

Marco Gay, Presidente di Anitec-Assinform, ha commentato: Gli investimenti negli abilitatori di trasformazione digitale, come l’Intelligenza Artificiale, sono vitali per l’innovazione, per sostenere la resilienza delle imprese e abilitare nuovi modelli di business nonché trasformare filiere ed ecosistemi in tutti i settori. I Digital Enabler, da un lato, consentono alle imprese di conoscere e monitorare al meglio i processi e, dall’altro, di produrre prodotti evoluti e con nuove funzionalità grazie a una profonda integrazione tra fisico e digitale. Le PMI rappresentano il 99% del nostro tessuto imprenditoriale, ma investono ancora troppo poco nel digitale, con una crescita inferiore rispetto ad altri segmenti business: dobbiamo cogliere questo momento e le opportunità del PNRR per spingere l’acceleratore sull’innovazione, per recuperare punti di produttività, rafforzare le nostre filiere industriali e restare leader industriali nel mondo. Siamo convinti che partendo dal territorio, dal confronto diretto e concreto tra e con le piccole e medie imprese si possa fare la differenza e incoraggiare un’adozione consapevole dell’IA”.


ENERGIA: CONFINDUSTRIA, GOVERNO INTERVENGA SU PREZZI DI RIFERIMENTO PREVISTI DA “ELECTICITY RELEASE”
E’ cambiato lo scenario, i prezzi di mercato sono scesi

Roma, 8 febbraio 2023 - Tra soli tre giorni per le imprese italiane scadrà il termine per sottoscrivere il contratto di cessione, una misura volta a ridurre il costo dell’energia, prevista dall’“Electricity Release”, introdotta dal Governo Draghi e pubblicata lo scorso ottobre. 
Il provvedimento sulle assegnazioni di energia rinnovabile a prezzi calmierati, rappresenta per l’industria un importante strumento per l’anno 2022 e prevede un costo di cessione di € 210 Mwh, stabilito però nel momento in cui il prezzo di mercato oscillava tra i 350 e 400 Euro. Oggi lo scenario è profondamente cambiato e il mercato ha già registrato un forte ribasso. Il provvedimento, inoltre, prevede anche la possibilità di ridurre il prezzo di cessione a € 180 a Mwh, non appena sia entrato in vigore il meccanismo di CAP al prezzo delle rinnovabili previsto dal Regolamento europeo n. 1854 del 2022.
Confindustria auspica quindi che il Governo intervenga con urgenza per modificare il prezzo di riferimento, rendendo la misura coerente con gli impegni previsti dal provvedimento e in linea con i prezzi previsti dai Regolamenti europei.


MARINA MILITARE E CONFINDUSTRIA SIGLANO UN PROTOCOLLO D’INTESA

Al centro dell’accordo l’innovazione, la ricerca scientifica, la formazione e l’occupazione.

Civitavecchia, 25 gennaio 2023 - Si è tenuta nella mattinata di oggi, a bordo della nave Caio Duilio, la firma dell’accordo di collaborazione tra la Marina Militare e Confindustria. A siglare l’intesa il capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio di squadra Enrico Credendino, e il presidente di Confindustria, dottor Carlo Bonomi.
L’accordo testimonia la collaborazione tra le parti per l’affermazione di una cultura d’impresa attraverso progetti di ricerca, sviluppo e innovazione soprattutto nell’ambito del Piano Nazionale di Ricerca Militare (PNRM) con particolare attenzione alla Cyber Defence, alla cantieristica, all’innovazione tecnologica, alle Emerging & Distrupting Technologies, con specifico riferimento a quelle subacquee.
L’intesa si pone anche un importante obiettivo sociale ed economico: quello dell’orientamento e del ricollocamento di militari congedati, attraverso l’implementazione di sportelli informativi di Forza Armata presso i Comandi Marittimi e una piattaforma dedicata denominata “Sistema Informativo Lavoro Difesa” (SILDifesa), realizzata per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro.
L’ammiraglio Credendino ha sottolineato che “Questa intesa rappresenta un passo importante per rafforzare la nostra identità di Paese marittimo: c’è bisogno di investire in maniera sinergica e concreta per sviluppare una visione congiunta che, attraverso la valorizzazione di idee e progetti condivisi, consentirà all’industria di contribuire allo sviluppo capacitivo dello strumento marittimo del Paese”.
“Questo accordo con la Marina Militare italiana, orgoglio delle nostre forze armate, va nella direzione auspicata da Confindustria, che vede nel “fare sistema” il valore aggiunto per sostenere e implementare la crescita del Paese. A maggior ragione in un settore dalle enormi potenzialità come quell’economia del mare, in cui le nostre imprese sono leader a livello mondiale. Siamo convinti che la collaborazione con la Marina Militare rappresenti un’importante occasione per mettere a fattor comune le rispettive competenze e sviluppare sinergie in particolar modo sulla formazione, sull’innovazione e sulla sicurezza” - ha dichiarato il presidente di Confindustria Bonomi.


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