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CONFINDUSTRIA INAUGURA LA PRIMA SEDE DI RAPPRESENTANZA IN ASIA,
A SINGAPORE
Baroni:
“supporteremo le imprese italiane a proiettarsi nel Sud-est asiatico”
Singapore, 2 maggio 2023 - Confindustria ha inaugurato oggi la sua prima sede di rappresentanza in Asia, nella città Stato di Singapore. L'obiettivo è quello di garantire una presenza stabile nel Paese ed essere l’interlocutore primario delle imprese italiane, al fianco della nostra rete diplomatica e commerciale. Sfruttando la piattaforma logistica, infrastrutturale e tecnologica offerta da Singapore, la nuova sede dell’Associazione supporterà le aziende italiane a proiettarsi nel Sud-est asiatico. La scelta di quest’area è stata elaborata tenendo in considerazione diversi fattori. Prima di tutto ha un’economia sempre più basata sulla conoscenza e sull’alto valore aggiunto, trainata da settori come quello energetico, biomedicale, delle nanotecnologie, dei beni industriali avanzati e dei beni di consumo di segmento medio-alto. Comparti, questi, su cui l’Italia sta fortemente investendo in un’ottica di transizione ecologica e digitale. Inoltre, Singapore vanta un sistema fiscale tra i più vantaggiosi al mondo e destina ingenti fondi pubblici alle infrastrutture, all’economia digitale, ed agevolazioni fiscali per le PMI che investono nello sviluppo tecnologico. Non a caso, la World Bank ha collocato quest’area al secondo posto nella classifica “Doing business” come ambiente ottimale per fare impresa.
Dopo l’apertura dell’ufficio di Kiev, oggi Confindustria dà seguito al progetto "Confindustria nel Mondo", fortemente voluto dal presidente Carlo Bonomi, che mira a rafforzare la presenza dell'Associazione all'estero ed a rilanciare la presenza delle imprese italiane nel mondo, non solo come opportunità di business ma anche come occasione culturale, e simbolo di libertà, commerciale e di pensiero.
Due i momenti principali dell’iniziativa: la cerimonia di presentazione presso l’Ambasciata d’Italia a Singapore a cui è intervenuto, tra gli altri, l’Ambasciatore Mario Andrea Vattani e il Presidente Piccola Industria e Vice Presidente di Confindustria Giovanni Baroni e l’inaugurazione dell’ufficio, presso la Camera di Commercio Italiana a Singapore alla presenza del Presidente Gionata Bosco.
“L'ufficio
che abbiamo inaugurato fornirà alle aziende italiane gli strumenti necessari
per investire in una delle regioni a più rapida crescita al mondo e assicurerà
all'Associazione una visione più approfondita e puntuale sui mercati più
promettenti di quest’area – ha commentato Giovanni Baroni, Presidente
Piccola Industria e Vice Presidente di Confindustria. “Diverse imprese
associate sono già presenti stabilmente nel Sud-est asiatico, ora il nostro
obiettivo è quello di accompagnare nella Regione un numero crescente di
aziende, di tutte le dimensioni, affinché possano cogliere nuove opportunità e
creare ulteriori partnership industriali. La nostra presenza in quest’area,
infatti, è ancora inferiore rispetto a quella di altri Paesi europei,
soprattutto in rapporto alle dimensioni dell'economia italiana. Tuttavia, con
l’apertura della nostra sede, avvenuta con la collaborazione di due tra i più
importanti attori della promozione internazionale della nostra industria, come
l’Ambasciata italiana e la Camera di Commercio italiana a Singapore, siamo
sulla strada giusta per invertire questa tendenza. Siamo convinti che la
sinergia tra il sistema pubblico e quello privato sia la soluzione vincente per
lavorare insieme ad un obiettivo comune: la crescita e lo sviluppo del sistema
economico italiano”.
Interscambio
ed opportunità per le imprese italiane
Singapore è di gran lunga il primo mercato per le vendite italiane nel Sud-est asiatico, rappresenta infatti circa il 27% del totale delle esportazioni italiane nella Regione ASEAN (dato 2022, fonte ISTAT). Nonostante la difficile congiuntura, l’export italiano a Singapore si è attestato nel 2022 a 2,4 miliardi di euro (+10,5% rispetto al 2021). Tuttavia, le quote di mercato restano ancora al di sotto delle reali potenzialità e ci sono interessanti margini di incremento per le collaborazioni industriali: l’Italia si posiziona, infatti, al 19°posto come fornitore e al 31° posto come cliente di Singapore, con una quota di mercato pari rispettivamente all’1,3% e 0,3%.
I settori industriali con maggiori opportunità per le nostre aziende sono quelli ad alto valore aggiunto: meccanica avanzata, prodotti chimici, comparti “tradizionali” del lusso, (abbigliamento, pelletteria, calzature, gioielleria, mobili, autovetture sportive, etc.), componentistica auto, componentistica elettronica, engineering, telecomunicazioni, farmaceutico e biomedicale, energie rinnovabili. Singapore, rappresenta un ‘hub’ strategico di prioritaria importanza soprattutto per le imprese italiane ad alto contenuto tecnologico, una vera e propria “piattaforma naturale” per accedere non solo ai mercati ad alto potenziale della Regione ASEAN ma anche ai più importanti mercati globali attraverso rotte commerciali preferenziali.
È importante, inoltre, ricordare a Singapore sono presenti, in particolare presso il porto e l'aeroporto di Changi, alcune Free Trade Zones in cui vige un’esenzione dai dazi di importazione e dove è possibile quindi stoccare la propria merce per la ri-esportazione nell'area e/o la vendita a terzi, senza il pagamento di tariffe doganali né della GST (IVA a Singapore).
RAPPORTO REGIONALE PMI FOCUS MEZZOGIORNO E PUGLIA
MEZZOGIORNO
A LUCI E OMBRE: PMI RESILIENTI SU FATTURATO E MOL
PEGGIORA IL
CLIMA DI BUSINESS, NEL 2022 IN PUGLIA PERSO IL 13,7% DELLE IMPRESE
Bari, 26
aprile 2023
– È stato presentato oggi il focus territoriale Mezzogiorno-Puglia del
Rapporto Regionale PMI 2022 realizzato da Confindustria e Cerved, in
collaborazione con Unicredit. Si tratta di un approfondimento sulla
performance delle PMI pugliesi e del Mezzogiorno che ha l’obiettivo di
stimolare un confronto con i vari stakeholder pubblici e privati sulle
proposte di policy.
Il
Rapporto Regionale PMI 2022 analizza gli andamenti e le prospettive delle 160
mila società italiane che - impiegando tra 10 e 249 addetti e con un giro
d’affari compreso tra 2 e 50 milioni di euro - rientrano nella definizione
europea di piccola e media impresa, e generano un valore aggiunto complessivo
pari a 204 miliardi di euro. Lo studio tiene conto del perdurare del conflitto
russo-ucraino e della persistenza dei rincari sul mercato delle materie prime.
Nell’evento
che si è tenuto a Bari, realizzato in collaborazione con Confindustria
Puglia, è emerso come la tendenza in atto sia un aumento dei divari tra
Mezzogiorno e resto del Paese, cui sembra aggiungersi una nuova divergenza tra
Italia e resto d’Europa.
L’indicatore
più importante che evidenzia questa doppia divergenza è il PIL pro capite
(dati Eurostat, confronto 2008 – 2021, valori nominali). L’Italia, nonostante
nel periodo considerato veda crescere i valori di tale indicatore, sperimenta
un impoverimento relativo rispetto agli altri paesi europei, tanto da
raggiungere nel 2021 valori inferiori alla media europea. Eurostat calcola per
il 2021 un PIL pro-capite per l’Italia di 30.100 euro, inferiore al valore
medio europeo (32.400 euro). Divergenze importanti e crescenti persistono tra
le macroaree: 37,3mila euro nel Nord-Ovest, 35,8mila euro nel Nord-Est,
31,1mila euro al Centro, 20,2mila euro al Sud e 19,3mila nelle Isole. La Puglia
fa registrare un valore di PIL pro-capite pari a 19,9 mila euro.
La
politica di coesione costituisce uno degli argini a questa doppia deriva, anche
se purtroppo sembra essere meno efficace del suo potenziale. Ma è dall’utilizzo
efficiente ed efficace delle risorse della coesione che passa molto del futuro
dei nostri territori.
Tra politica
di coesione europea e nazionale, per il periodo di programmazione 2014 –
2020, l’Italia ha potuto contare su 126 mld di euro. Di questi solo
il 59% è stato impegnato, mentre le spese rendicontate ammontano
a 43 mld, il 34%. Per i prossimi anni le principali risorse disponibili
per gli investimenti saranno proprio quelle europee: PNRR e Coesione, che
dovranno essere progettate e implementate in maniera sinergica, preservando
però allo stesso tempo le allocazioni territoriali stabilite.
In
questo scenario, che mostra un preoccupante aumento dei divari, il settore
produttivo delle PMI mostra una resilienza importante. Le stime realizzate
da Cerved evidenziano, infatti, che anche nel 2022 prosegue il trend di
crescita del fatturato e Mol delle piccole e medie imprese. I fatturati
reali, al netto dell’inflazione, crescono del 2,4% a livello nazionale e del
2,1% nel Mezzogiorno e in Puglia. Lo stesso dicasi per il Mol (+2,9%),
che registra un aumento più marcato nelle regioni del Sud (+3,7%) e in Puglia
(+3,2%).
Gli
effetti del peggioramento della congiuntura, invece, si sono manifestati in
modo più immediato su redditività netta e utili: il ROE delle PMI del
Mezzogiorno risulta in calo di quasi un punto (dal 13,0% al 12,2%), contro
una media Italia di 0,6 (dal 12% all’11,4%). In forte aumento anche la quota di
PMI che nel 2022 chiudono il bilancio in perdita (dal 9,4% al 25,4% nel
Mezzogiorno).
L’analisi
della demografia di impresa fa registrare un peggioramento del clima di
business e una sorta di inversione di tendenza rispetto alla stabilizzazione
osservata negli ultimi anni. In particolare, i tassi di natalità nel 2022
risultano in flessione del 10,6% rispetto al 2021 (-10 mila nuove imprese in
meno). A livello territoriale, il Mezzogiorno risulta l’area geografica più
colpita (-13,2%), con la Puglia al 13,7%.
Il
trend delle abitudini di pagamento delle PMI evidenzia anch’esso un
peggioramento, con la quota di fatture non saldate che ritorna a crescere negli
ultimi mesi del 2022. A dicembre 2022 la percentuale di mancati pagamenti è del
29,4% a livello nazionale, con il Mezzogiorno al 39,5% e la Puglia al 39,6%. In
aumento anche il rischio prospettico delle PMI, misurato attraverso il Cerved
Group Score: nello scenario più pessimistico la quota di PMI in classe di
rischio potrebbero passare dall’8,2% al 9,0% a livello nazionale, con un
impatto più rilevante nel Mezzogiorno (dal 10,3% all’11,6%) e in Puglia (dal
9,4% al 10,5%).
I
saluti introduttivi sono stati affidati a Vito Grassi e Sergio Fontana.
“La
frattura economica e sociale su scala territoriale rappresenta un freno alla
crescita economica complessiva, per il Mezzogiorno e per il Centro-Nord. Per
riuscire a colmare i divari che caratterizzano il nostro Paese, l’efficace
attuazione del PNRR e il rilancio della Politica di coesione rappresentano
quindi una sfida cruciale per l’Italia, sia in termini di opportunità di
crescita, sia in termini di credibilità verso l’Unione Europea - ha affermato
Vito Grassi, Vicepresidente di Confindustria e Presidente del Consiglio delle
Rappresentanze regionali e per le politiche di Coesione territoriale.
Confindustria sta facendo la propria parte nel fornire proposte e contributi,
come nelle recenti occasioni di confronto con il Ministro Fitto, che ha
illustrato l’idea del Governo di integrare PNRR e politica di coesione.
L’ipotesi di una rimodulazione, pur condivisibile nella sua ratio, - avverte
Grassi - dovrà tener conto dei criteri di allocazione territoriale e
dell’obiettivo prioritario che Pnrr e Fondi Coesione si prefiggono, vale a dire
di ridurre i divari (anche) territoriali e riallineare il Mezzogiorno su un
sentiero di crescita nazionale”.
“Le
nostre imprese hanno saputo mantenere un loro dinamismo in uno dei periodi
storici più complessi degli ultimi anni, nonostante la pandemia, il conflitto
russo ucraino e le complicazioni sorte a causa del caro energia. Nei prossimi
mesi auspichiamo una ripresa più sostenuta e duratura che si potrà consolidare
grazie all’impatto che verrà dagli investimenti finanziati dal Piano europeo
così come dai fondi di coesione per i quali ribadisco la necessità e l’urgenza
che vengano assegnati alle Regioni in ritardo di sviluppo e in grado di
spenderli bene. Per la Puglia c’è l’opportunità di spendere un miliardo e mezzo
di nuovi investimenti. Sono fiducioso che il nostro Stato e la Puglia saranno
in grado di non perdere questa occasione”. Così Sergio Fontana, Presidente
di Confindustria Puglia.
Alla
tavola rotonda sono intervenuti Emanuele Orsini, Andrea Mignanelli e Remo
Taricani.
“Le imprese italiane stanno affrontando un nuovo scenario di complessità
e incertezza, caratterizzato dal repentino rialzo dei tassi, che preoccupa le
imprese e ne peggiora la situazione finanziaria già appesantita dall’ampio
ricorso al debito necessario per rispondere alla pandemia e al caro energia e
materie prime – ha rilevato Emanuele Orsini, Vicepresidente
di Confindustria per il Credito, la Finanza e il Fisco. In questo scenario è essenziale sostenere i nuovi investimenti
delle imprese, in particolare delle PMI, che sono determinanti, insieme a
quelli pubblici, per affrontare da protagonisti le transizioni epocali in atto
e per colmare i divari di sviluppo dell’Italia, così da promuovere
competitività e crescita non solo del Mezzogiorno, ma di tutto il Paese. Per
questo – ha aggiunto Orsini - servono interventi tesi a sostenere la liquidità
e favorirne l’accesso a strumenti di finanza alternativa. Vanno sfruttate
appieno le leve strategiche rappresentate dalla politica di coesione e dal
PNRR, e si deve puntare su una riforma fiscale che favorisca gli
investimenti, preservando le misure agevolative efficaci oggi esistenti, a
partire dai crediti d’imposta 4.0 e da quelli per il Mezzogiorno e le ZES”.
“In
uno scenario economico caratterizzato da sfide strutturali e nuove incertezze,
è fondamentale intervenire nei processi strategici con decisioni data-driven –
ha detto Andrea Mignanelli, Amministratore Delegato di Cerved – Per
spingere il Paese verso la trasformazione digitale e sostenibile, Cerved mette
a disposizione algoritmi e modelli decisionali basati su un patrimonio unico di
dati, scoring e analytics.”
Infine, Remo Taricani, Deputy Head di UniCredit Italia ha spiegato: “Dal rapporto emerge come le imprese del Mezzogiorno mostrano una certa resilienza, ma sono quelle che rischiano di subire maggiormente gli effetti dell’attuale scenario geopolitico e dei rincari dei prezzi delle materie prime. Tuttavia, oggi per le imprese del Sud ci sono anche numerose opportunità da cogliere. Le banche in questo scenario giocano un ruolo rilevante per il sostegno all’economia. Noi, come UniCredit, vogliamo continuare a supportare i territori e a porci come interlocutore a sostegno del sistema produttivo locale”.
Confindustria e San Patrignano: il 13 aprile torna il Sustainable Economy Forum
4 i focus
della giornata: “Finanza sostenibile”, “Impresa”, “Energia, digitale e
innovazione”, “Agrifood e Biodiversità”
Roma, 7 aprile
2023 –
Un confronto sui temi chiave della sostenibilità e della responsabilità sociale
per trovare risposte nuove e alternative alle trasformazioni in corso. È questo
l’obiettivo del Sustainable Economy Forum, organizzato da Confindustria e San
Patrignano, che torna giovedì 13 aprile 2023. Con Intesa Sanpaolo come partner
istituzionale, la quinta edizione dell’evento si terrà in modalità mista, in
presenza nella Comunità di San Patrignano e online (iscrizione gratuita su
forum.sanpatrignano.org).
Imprenditori,
economisti, policy-makers ed esperti di primo piano si confronteranno su come
affrontare le sfide del nuovo scenario europeo e internazionale. I lavori
saranno aperti dagli interventi di Alberto Marenghi, Vice Presidente di
Confindustria, e Letizia Moratti, Cofondatrice Fondazione San
Patrignano. Due i keynote speech: del Presidente Borsa Italiana, Claudia
Parzani, e di Fabio Benasso, Presidente Fondazione Accenture.
Quattro i focus
della giornata: Finanza sostenibile; Impresa; Energia, digitale e innovazione;
Agrifood e biodiversità.
Di Finanza
sostenibile parleranno Paolo Bonassi, Executive Director Strategic
Support Intesa Sanpaolo, Emanuele Orsini, Vice Presidente per il
Credito, la Finanza e il Fisco Confindustria, Emilio Petrone,
Amministratore Delegato Mooney, Lucia Silva, Group Head of
Sustainability and Social Responsibility Generali.
Nel panel Impresa
si confronteranno Mauro Gallavotti, CEO Celli Group, Francesca
Mariotti, Direttore Generale Confindustria, Andrea Rustioni,
Direttore Generale IGPDecaux, Giovanni Sandri, Country Head BlackRock
Italia, Chicco Testa, Presidente Assoambiente, Graziano Verdi,
CEO Italcer Group, e Moses Wachira, cofondatrice e CEO The Big Thunder
Mining.
Nella tavola
rotonda dedicata a Energia, digitale e innovazione saranno presenti Cristina
Bombassei, Chief CSR Officer Gruppo Brembo, Mirja
Cartia d’Asero, AD Gruppo 24 ORE, Agostino Re Rebaudengo, Presidente
Asja Ambiente e Elettricità Futura, Roberto Sancinelli, Presidente
Montello, Sabine Stuiver, cofondatrice and Chief Marketing Officer
Hydraloop e Michele Viglianisi, responsabile Bio Refining & Supply
di Eni Sustainable Mobility.
Interverranno al
focus Agrifood e Biodiversità Nicola Bertinelli, Vice Presidente
Coldiretti, Giovanna Iannantuoni, Rettrice, Università di
Milano-Bicocca, Sergio Gallo, Direttore Generale AlberItalia, James
Nyamai, cofounder e CEO BioAfriq, Claudia Ogliastro, Team leader
Shea Matters e Marco Travaglia, Presidente e AD Nestlé Italia.
Per la prima
volta all’interno della manifestazione si terrà la premiazione del “Gian Marco
Moratti Award”, una competizione annuale istituita da E4Impact Foundation
per riconoscere il ruolo degli imprenditori africani nel generare un impatto a
lungo termine e nel valorizzare lo sviluppo sostenibile del continente. Il
Premio, giunto alla sua IV edizione, quest'anno celebra le "migliori
pratiche e soluzioni imprenditoriali sostenibili".
Il Sustainable
Economy Forum 2023 è promosso da San Patrignano e Confindustria con Intesa
Sanpaolo quale partner istituzionale. Eni, Gruppo 24 ORE e IGP Decaux sono Top
partner dell’evento; partner Asja Ambiente Italia, Celli Group, Italcer,
Montello e Mooney.
ITALIA
– USA: CONFINDUSTRIA E AMCHAM, SPINGERE COLLABORAZIONI INDUSTRIALI
Affrancare
le produzioni dalle dipendenze critiche
Roma, 23 marzo
2023 – Investimenti e standard comuni per la produzione di tecnologie
funzionali alla transizione ecologica e digitale e indipendenza su alcune
materie prime e componenti strategici all’industria. Un progetto che ha
l’obiettivo di rinsaldare le relazioni transatlantiche e di implementare la
collaborazione tra le industrie italiane e statunitensi
Di questo si è
parlato nel corso dell’evento “Verso una politica industriale
transatlantica?” organizzato da Confindustria, in collaborazione con
l’American Chamber of Commerce in Italy, che si è svolto oggi a Viale
dell’Astronomia. Ma l’iniziativa è stata anche l’occasione per svolgere una
serie di riflessioni sull’impatto che le tensioni geopolitiche in atto stanno
determinando sulle catene del valore, anche rispetto all’adozione
dell’Inflation Reduction Act (IRA) da parte degli Stati Uniti.
“In un periodo
caratterizzato da profondi mutamenti geopolitici – ha commentato la Vicepresidente
per gli affari internazionali di Confindustria, Barbara Beltrame Giacomello
– è fondamentale che l’Italia, l’Europa e gli Stati Uniti mantengano alto il
livello del dialogo. In questo modo, da un lato abbattiamo le barriere che
separano le nostre industrie, evitando di alimentare nuove spirali
protezionistiche; dall’altro, contribuiamo all’avvio di una politica
industriale comune che abbia al centro un quadro regolamentare chiaro e
condiviso, soprattutto nei settori strategici. Confindustria attribuisce
un’importanza davvero strategica alla collaborazione industriale a livello
transatlantico. Questa collaborazione può fare la differenza fra la mera
sopravvivenza di un’impresa ed il suo pieno e duraturo successo, anche a
livello globale. La sfida che abbiamo di fronte, infatti, supera la dimensione
bilaterale e l’orizzonte a cui guardare è ben più ampio e complesso”.
Il Consigliere
Delegato dell’American Chamber of Italy, Simone Crolla ha affermato “Le
transizioni ambientali e digitali che stiamo affrontando a livello europeo e
globale, necessitano di un quadro internazionale di cooperazione, di
rafforzamento delle relazioni internazionali e commerciali che garantiscano
sicurezza e competitività per la crescita sostenibile e l’occupazione in
Europa. Alla luce di questo e considerato il mio ruolo, non posso che essere,
inoltre, un convinto sostenitore del rapporto privilegiato che lega l’Italia e
l’Europa agli Stati Uniti. Una relazione fondamentale che, oggi più che mai,
deve concretizzarsi anche in una collaborazione industriale che consenta alle
eccellenze italiane ed europee di esprimere la propria competitività sul
mercato statunitense. Non si deve dimenticare che poi con gli Stati Uniti, ci
troviamo ad affrontare sfide comuni, su diversi settori per cui siamo ancora
dipendenti da potenze come la Cina. Al contempo dobbiamo favorire e sostenere
la nascita di una politica industriale dell'Unione che pur favorendo la
competitività, protegga anche le produzioni strategiche”.
Al confronto
hanno preso parte autorevoli rappresentanti istituzionali ed economici tra i
quali il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, il
Direttore della Rappresentanza della Commissione Europea in Italia, Courtney
Nemroff, Sergio Dompé, Executive President Dompé e Simone Mori, Head of Europe
ENEL.
FISCO: CONFINDUSTRIA INCONTRA IL VICE MINISTRO MAURIZIO LEO
Al centro del confronto la delega fiscale e i punti di attenzione per le imprese
Roma, 23 marzo 2023 - Il Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, On. Prof. Maurizio Leo oggi ha preso parte al Gruppo tecnico Fisco di Confindustria, presieduto dal Vice Presidente per il Credito, la Finanza e il Fisco, Emanuele Orsini.
Durante l’incontro, il Vice Ministro ha illustrato le linee di indirizzo della prossima delega fiscale, approvata dal Consiglio dei Ministri lo scorso 16 marzo e per Confindustria è stata l’occasione per mettere a fuoco i principali punti di attenzione per le imprese. Centrali la revisione dell’Ires e il superamento dell’Irap.
Più in particolare, gli imprenditori guardano con interesse ad un nuovo meccanismo di tassazione societaria che valorizzi la capitalizzazione delle imprese e gli investimenti. Per questo sarà importante la definizione dei decreti attuativi, specie nella selezione degli investimenti rilevanti e nella salvaguardia degli incentivi già esistenti.
Le imprese hanno manifestato qualche preoccupazione in relazione alla sovraimposta IRES che dovrebbe essere introdotta per superare l’abrogazione dell’IRAP.
Sul fronte delle tax expenditures, le imprese considerano certamente utile un riordino, salvaguardando le finalità meritevoli di tutela sociale (es. casa, salute, previdenza, assistenza, ambiente).
Con riferimento all’Iva, Confindustria auspica che l’ambizioso progetto di riforma contenuto nella delega, porti al superamento delle incompatibilità con la disciplina comunitaria, ad una rimodulazione delle aliquote e alle auspicate semplificazioni.
Gli industriali hanno infine richiamato l’attenzione sulla necessità che l’intero disegno di legge sia supportato da una maggiore valorizzazione degli istituti collaborativi tra Fisco e contribuenti e da una razionalizzazione dell’impianto sanzionatorio tributario.
AL
VIA “NEXT GEN DAYS” IL PRIMO PROGRAMMA DI FORMAZIONE ORGANIZZATO DALL’ADVISORY
BOARD INVESTITORI ESTERI DI CONFINDUSTRIA PER LO SVILUPPO DEI GIOVANI TALENTI
18 le
multinazionali aderenti. BASF Italia, Novartis Italia, Gruppo Nestlé in Italia
e Kering Italia le prime aziende a incontrare i giovani selezionati
Roma,
15 marzo 2023
– Al via la prima edizione di “Next Gen Days”, il programma pluriennale promosso dall’Advisory Board Investitori Esteri (ABIE) di Confindustria che mira ad accrescere le competenze professionali e di leadership dei giovani
talenti aziendali attraverso giornate di formazione e di networking con i colleghi di altre imprese. Nell’attuale contesto lavorativo sono infatti sempre di più le aziende che collaborano e condividono competenze per favorire una visione integrata e strategica. Il capitale umano, quindi, per le multinazionali è una leva decisiva per lo sviluppo del business, e per questo ritengono prioritario investire sulla formazione, soprattutto dei più giovani.
“Uno dei temi centrali trattati dall’ABIE è la crescita della competitività dell’Italia. Crescita che passa anche dall’attenzione posta allo sviluppo delle competenze delle risorse umane con riflessi che vanno ben oltre i vantaggi per le aziende stesse”, afferma la Vice Presidente per l’Internazionalizzazione di Confindustria e presidente dell’Advisory Board Investitori Esteri Barbara
Beltrame Giacomello. “Da questa idea nasce il progetto sperimentale Next Gen Days che auspichiamo possa allargare la sua sfera di azione nel tempo, coinvolgendo sempre più imprese e talenti”.
“Fin dall’inizio abbiamo creduto nel valore di fare incontrare giovani talenti provenienti dalle nostre aziende – dichiara Lorenzo Bottinelli, Vice Presidente e Amministratore Delegato del gruppo BASF in Italia e coordinatore del progetto Next Gen Days per l’ABIE - Pensiamo sia una modalità per investire sul capitale umano rappresentato dai giovani che lavorano nelle multinazionali presenti nel nostro Paese. Un’occasione di scambio di best practice, di networking e di crescita professionale dedicata ai potenziali manager del futuro. Per queste ragioni siamo orgogliosi di ospitare il primo evento nei nostri siti di Cesano Maderno e di Fino Mornasco”.
Sono 18 le aziende italiane a controllo estero riunite in ABIE che hanno aderito a “Next Gen Days” selezionando due giovani talenti tra i propri dipendenti da coinvolgere nel progetto. Ogni azienda si è, inoltre, impegnata ad ospitare a rotazione le sessioni formative. Per quest’anno sono previsti 4 incontri che si svolgeranno in BASF Italia, Novartis Italia, Gruppo Nestlé in Italia
e Kering Italia. Ogni appuntamento prevede una formazione ad hoc su quattro macroaree ritenute fondamentali per affermarsi nell'odierno contesto lavorativo: manufacturing, leadership, sustainability e business
management. Durante ogni sessione sono previsti momenti di networking e di confronto informale fra colleghi, utili a stimolare lo scambio di esperienze e best practice.
I talenti coinvolti nel progetto avranno la possibilità di sviluppare le loro competenze direttamente sul campo, con l’obiettivo di declinarle e implementarle. Allo stesso modo avranno l’opportunità di scoprire e sperimentare ambienti di lavoro in settori differenti, con colleghi esperti in funzioni diverse dalle proprie.
Le 18 aziende coinvolte sono: ABB ITALIA, ACCENTURE, COGNE ACCIAI SPECIALI S.p.A., BASF ITALIA, AVF GRUPPO BELTRAME, GRUPPO HITACHI, KERING ITALIA, GRUPPO NESTLÉ IN ITALIA, NOVARTIS FARMA S.p.A., BIRRA PERONI s.r.l., PHILIP MORRIS ITALIA, PROCTER&GAMBLE, SANOFI ITALIA, SIEMENS Spa, STMicroelectronics S.r.l, TITAGARH FIREMA S.p.A., TOYOTA MATERIAL HANDLING ITALIA, VOLKSWAGEN GROUP ITALIA S.p.A.
ECONOMIA
DEL MARE: CONFINDUSTRIA INCONTRA I VICEMINISTRI GAVA E RIXI
Lorusso:
“Settore volano di crescita per l’intero Paese. Valorizzarlo attraverso
confronto costante e rigorosa azione ci coordinamento”.
Grassi:
“Italia ponte naturale con Nord-Africa e Medioriente. Zes e Zls strumenti per
cogliere questo vantaggio competitivo”.
Roma, 14 marzo
2023 - Oggi si è riunito in Confindustria il Tavolo confederale dell’Economia del Mare, presieduto dal Vicepresidente per l’Economia del Mare, Pasquale Lorusso, alla presenza di Vito Grassi, Vice Presidente di Confindustria e Presidente del Consiglio delle Rappresentanze Regionali e per le Politiche di Coesione Territoriale di Confindustria, e composto dai rappresentanti di tutte le principali categorie coinvolte in questo settore. Alla riunione hanno partecipato il Viceministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, On. Vannia Gava, e il Viceministro per le Infrastrutture e i Trasporti, On. Edoardo Rixi, per un confronto tra il sistema industriale e le Istituzioni, in un’ottica di collaborazione tra sistema pubblico e privato. Il Vicepresidente Lorusso ha condiviso con i Viceministri il “Progetto Mare”, il documento che illustra le linee strategiche di Confindustria sull’Economia del Mare e le priorità individuate in quattro specifici ambiti: Riforme e Governance, Infrastrutture e intermodalità; Politiche industriali, Coesione territoriale.
“L’Economia del Mare è un cluster estremamente complesso e articolato, centrato sulla valorizzazione di risorse naturali come il mare e le coste. Le numerose e diffuse infrastrutture portuali di diversa dimensione, rilevanza economica, funzione e integrazione logistica e produttiva, oltre alle coste, con la loro valenza ambientale, naturalistica, paesaggistica, turistica e ricreativa, costituiscono un volano di sviluppo per tutto il Paese”, ha affermato il Vice Presidente di Confindustria per l’Economia del Mare, Pasquale Lorusso. “Infatti, si tratta di un settore che genera un impatto positivo non solo sulle attività economiche comprese nel proprio perimetro, ma si estende su tutta la filiera. Un esempio di politica industriale “dedicata” su cui puntare per la ripresa e la crescita dell’Italia. L’Economia del Mare ha un enorme potenziale che occorre liberare e sviluppare, anche grazie al sostegno delle ingenti risorse messe in campo dall’Europa per affrontare la doppia transizione ambientale e digitale e aumentare la coesione”, ha osservato Lorusso. “È quindi necessario avere una visione ampia sull’Economia del Mare, fondata sulle opportunità industriali, terziarie, turistiche e ambientali offerte dall’utilizzo e dalla valorizzazione della “risorsa mare”, che è certamente la prima leva in grado di proiettare l’Italia al centro del Mediterraneo come piattaforma logistica. In questo senso - ha concluso il Vice Presidente Lorusso - occorre ragionare in una prospettiva di medio-lungo periodo, di cui un’interlocuzione diretta e semplificata con le varie Istituzioni interessate, attraverso un confronto periodico e una costante e rigorosa azione di coordinamento tra le istanze delle diverse anime del comparto, costituisce l’asse portante”.
Per il Vice Presidente Vito Grassi, “la posizione geografica dell’Italia è un ponte naturale con il Nord Africa e con il Medio-Oriente e, di conseguenza, è al centro dell’interscambio commerciale tra “Far East” ed Europa. La natura ci ha dato un vantaggio competitivo, che ora sta a noi valorizzare per rendere il nostro Paese un hub logistico ed energetico per l’intera Europa. In questo senso, è indispensabile puntare sullo sviluppo delle Zone economiche speciali e delle Zone logistiche semplificate. Si tratta, infatti, di strumenti fondamentali per sviluppare le connessioni tra manifattura, logistica ed economia del Mare in un’ottica sia territoriale, che nazionale ed europea, e interventi di carattere più generale e, al tempo stesso, dedicati al settore”.
Roma, 7 marzo
2023 – Confindustria,
insieme ad altre sue componenti associative, Anita, e altre associazioni
dell’autotrasporto merci FAI e FEDIT, presentano appello sul giudizio di
irricevibilità espresso dal Tribunale europeo in merito al ricorso depositato
dalle Associazioni sulle limitazioni unilaterali al transito stradale di mezzi
pesanti imposte dal Tirolo lungo l’Asse del Brennero. Le Associazioni continueranno
quindi l’azione legale avviata a livello europeo ritenendo che sussistano i
presupposti giuridici per consentire ai privati di agire. In questo modo, si
porrebbe fine alla reiterata violazione da parte dell’Austria dei principi di
libera circolazione delle merci e sarebbe garantita una concorrenza equa tra i
confini dell’Unione. Le Associazioni ritengono che l’operato della Commissione
Europea in questa vicenda sia stato inefficace e, al tempo stesso, carente.
Occorre, quindi fare immediata chiarezza.
La questione del
ricorso dei privati, su cui decide il Tribunale europeo, va tenuta distinta da
quella del ricorso di uno Stato membro, che invece è di competenza della Corte
di giustizia. Va quindi chiarito che il pronunciamento è stato espresso dal
Tribunale e non dalla Corte. A nostro giudizio, inoltre, la decisione del
Tribunale si basa su criteri di giurisprudenza datati, senza tener conto delle
sentenze più aggiornate da parte della Corte, che invece avrebbero accolto
analoghe richieste da parte dei privati. Senza contare che il Tribunale non si
è espresso sulla legittimità delle limitazioni. Per questi motivi le
Associazioni presentano appello contro l’ordinanza del Tribunale che non limita
l’azione dello Stato italiano di rivolgersi alla Corte di giustizia europea per
chiedere l’apertura di una procedura di infrazione nei confronti dell’Austria.
ZES, CONFINDUSTRIA: STRUMENTO FONDAMENTALE PER
SVILUPPO SUD, NECESSARIO CONFRONTO PERMANENTE
Pronti a
collaborare con il Ministro Fitto
Roma, 23
febbraio 2023 -
Si è tenuto oggi nella sede di Confindustria l’incontro tra Vito Grassi, Vice
Presidente di Confindustria e Presidente del Consiglio delle Rappresentanze
Regionali e per le Politiche di Coesione Territoriale di Confindustria,
Pasquale Lorusso, Vice Presidente di Confindustria per l’Economia del Mare, e
Giuseppe Romano, Commissario Straordinario di Governo delle ZES Campania e
Calabria, sul tema delle Zone Economiche Speciali (ZES). Nel corso
dell’incontro c’è stata totale convergenza nel confermare che le ZES
rappresentano uno strumento imprescindibile per coniugare sviluppo produttivo e
logistico del Sud e imprimere impulso agli investimenti pubblici e privati, trasformando
il Mezzogiorno in una piattaforma logistica europea al centro del Mediterraneo.
Proprio per questi motivi e visti i risultati positivi, Confindustria auspica
che si renda permanente la collaborazione con le Istituzioni volta a
condividere esperienze e valutazioni sulle opportunità e le criticità legate al
funzionamento delle ZES. Chiediamo quindi al Ministro per gli Affari Europei,
il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, la massima
attenzione ad uno strumento così importante per lo sviluppo del Meridione,
dando seguito al dialogo già avviato.
“Le ZES
rappresentano un volano potenziale di sviluppo per il Mezzogiorno, ma anche uno
strumento che incentiva la collaborazione pubblico-privata. E’ stato proprio il
lavoro congiunto tra Istituzioni, Sistema Confindustria e Commissari
Straordinari ZES a favorire il consolidamento del quadro normativo, che rende
ormai le ZES finalmente operative e in grado di sostenere l’insediamento e lo
sviluppo delle imprese al Sud. Per questi motivi, l’auspicio di Confindustria è
di intensificare il confronto con il Ministro Fitto e proseguire nel ruolo di
affiancamento e consolidamento del ruolo delle ZES, supportarle nel fare rete
tra loro e con gli stakeholder e, in ultima analisi, contribuire in maniera
attiva e produttiva alla crescita del Mezzogiorno e alla riduzione dei divari
territoriali” – ha detto il Vice Presidente Vito Grassi.
“Le Zes
rappresentano uno strumento privilegiato per sviluppare e potenziare l’Economia
del Mare, in particolare nel Mezzogiorno che, con oltre il 45% del totale delle
imprese e un terzo del totale degli addetti, ha un ruolo strategico per la
crescita dell'intero Paese. Per ogni euro investito nell’Economia del Mare,
infatti, si arriva mediamente ad attivarne quasi il doppio, quindi è
fondamentale proseguire sulla strada già intrapresa per valorizzare al massimo
questo strumento” – ha affermato il Vice Presidente Pasquale Lorusso.
Per il
Commissario Straordinario di Governo delle ZES Campania e Calabria, Giuseppe
Romano,
"la sinergia con Confindustria è fondamentale nel percorso di attrazione
di investimenti che passa anche attraverso l'attenta opera di informazione che
congiuntamente poniamo in essere. Le autorizzazioni uniche già rilasciate nelle
diverse ZES sono il segno evidente dell'attrattività determinata dalla
semplificazione burocratica oltreché dalle agevolazioni fiscali”.