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Bonomi:
“L’industria italiana garantisce il proprio impegno al popolo ucraino nella
ricostruzione del Paese”
Roma, 12
gennaio 2023 – Confindustria dà seguito alla firma del Memorandum of understanding e oggi inaugura ufficialmente gli uffici di Confindustria a Kiev. Siglato il 21 giugno dello scorso anno da Confindustria e dal Governo ucraino, l’accordo prevede l’attuazione di progetti congiunti volti a ricostruire l’economia del Paese, ripristinare le infrastrutture distrutte dalla guerra, attrarre investimenti e intensificare la cooperazione economica e industriale tra Italia e Ucraina. Gli uffici della nuova sede, situati all’interno dell’Ambasciata d’Italia
, garantiranno a Confindustria ed ai propri associati una propria rappresentanza diretta volta a coordinare tutti i progetti congiunti che prenderanno avvio dal MOU.
“La ricostruzione dell’Ucraina ha una portata ed un significato che vanno ben oltre i soli interessi economici poiché si tratta di sostenere un Paese che ha visto ledere la propria sovranità territoriale e di creare basi solide per concretizzare il processo di adesione all’Unione Europea. L’importanza di questo impegno impone un approccio unitario, coordinato e coerente da parte di tutti i protagonisti e per questo Confindustria sta collaborando con il Governo nella definizione di strumenti e priorità nella logica di “fare sistema”. Così il Presidente
di Confindustria Carlo Bonomi, oggi in missione a Kiev insieme al Ministro
delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso per incontrare Andrey
Yermak, Capo dell’Amministrazione Presidenziale; Oleksandr Kubrakov, Ministro
delle Infrastrutture; Julia Svurydenko, Vice Primo Ministro e Ministro
dell’Economia e Dmytro Kuleba, Ministro degli Affari Esteri.
“L’apertura dei nostri uffici presso l’Ambasciata d’Italia in Ucraina, resa possibile dalla disponibilità del Ministero degli Esteri e personale del Ministro Tajani e dell’Ambasciatore Zazo, è una testimonianza concreta della volontà di lavorare in squadra. Si tratta di una piccola ma significativa rivoluzione nel sistema di promozione degli interessi imprenditoriali italiani all’estero, che potrebbe presto essere replicata altrove” – ha continuato Carlo Bonomi.
“L’internazionalizzazione delle imprese è al centro dell’azione di Confindustria e oggi, con la nostra rappresentanza in Ucraina, abbiamo a disposizione uno strumento in più per imprimere impulso alla competitività delle aziende italiane sullo scacchiere globale. La nostra Associazione è la prima ad aver espresso direttamente l’impegno di migliaia di imprese a sostegno del popolo ucraino e auspica che vengano ripristinate al più presto le condizioni di pace per il benessere del Paese e dei suoi cittadini e per il ruolo economico che l’Ucraina riveste nel mondo” – ha affermato il leader degli industriali che, nel corso dei colloqui ha nuovamente espresso alle autorità ucraine il proprio cordoglio per le vittime di un conflitto che Confindustria, insieme alle Istituzioni italiane ed europee, ha sempre condannato con fermezza.
“Il sistema industriale italiano, in accordo con il Governo italiano, garantisce il proprio impegno per la ricostruzione del grande patrimonio industriale ed edilizio distrutto dalla guerra, per contribuire al rafforzamento della volontà ucraina di difendere e ampliare il suo ruolo nel commercio con l’Europa e con il mondo intero e per assicurare e potenziare le sue catene logistiche e di fornitura” – ha concluso Bonomi.
Roma, 20 dicembre 2022 - Dall’analisi congiunturale dell’edizione 2022 del Check-Up Mezzogiorno, elaborato da Confindustria e SRM (Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo), emergono segnali contrastanti.
Il Mezzogiorno aveva intrapreso un difficile percorso di recupero post pandemico cui si sono aggiunte le tensioni geopolitiche, economiche e commerciali associate al conflitto in Ucraina che si sono trasferite al nostro sistema produttivo attraverso una serie di effetti che, ancora una volta, hanno evidenziato la profonda eterogeneità del nostro tessuto produttivo e le differenti esposizioni delle economie locali.
Ciò nonostante, dalle analisi emerge che l’economia meridionale sta mostrando una inaspettata tenuta, anche se su molti degli indicatori oggetto dell’analisi conserva e, anzi, a volte accresce, il divario rispetto al Centro-Nord.
L’Indice sintetico dell’economia meridionale continua a crescere dopo il crollo registrato nel 2020. La prima stima per il 2022 porta a registrare un valore pari a 503,6, oltre 27 punti in più rispetto al precedente anno. Per la prima volta negli ultimi 15 anni, si torna a superare il livello del 2007.
Tutti i singoli indicatori sono in risalita e per tutti si è colmata la perdita legata agli ultimi eventi con dei valori superiori a quelli registrati nel 2019; unica eccezione è il dato sull’occupazione, comunque prossimo al traguardo.
• Andamento dell’economia
Le previsioni sull’andamento del Pil meridionale per il 2022 convergono su un +3,2%, a fronte di un +3,8% a livello nazionale. Invece, per quanto riguarda il 2023, le stesse prospettano un rallentamento sia in Italia che nel Mezzogiorno, ma confermando anche nel prossimo anno un differenziale di crescita tra le aree del Paese. Un dato legato soprattutto alle conseguenze degli eventi geopolitici più recenti, che hanno portato ad un persistente caro-energia e ad un’inflazione record.
Al 3° trimestre 2022 le imprese attive nel Mezzogiorno sono più di 1 milione e settecentomila e in leggerissima crescita (+0,2%) rispetto all’anno precedente. Le imprese di capitali al Sud sono ormai più di 390 mila, con una crescita del 4,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, che equivale a circa 16 mila nuove imprese di capitali in più. È evidente una maggiore dinamica imprenditoriale per le imprese di capitali nel Mezzogiorno per questa tipologia di imprese, soprattutto in Campania (+5,3%) e Sicilia (+4,8%).
Nei primi 9 mesi del 2022 il Mezzogiorno ha realizzato un export totale pari a 48,6 miliardi di euro (il 10,7% del valore nazionale) e la quota principale è associata al manifatturiero (45,8 miliardi). Le variazioni tendenziali mostrano una ripresa a livello territoriale con una crescita del 31,8% a fronte di un +19,9% per il Centro-Nord. Se guardiamo al solo settore manifatturiero si registra per il Sud un +31,7% contro un +19,4% per il Centro-Nord. I settori merceologici del Mezzogiorno con le variazioni più rilevanti sono quello del coke e prodotti petroliferi raffinati (+104,3% al Sud e +92% al Centro-Nord) e quello dei prodotti chimici (+31,3% al Sud e +24,1% al Centro-Nord).
Pur con alcune differenziazioni a carattere settoriale, l’export si conferma alla base dell’attuale processo di ripresa economica.
Altalenante è l’andamento del credito erogato alle imprese del Mezzogiorno: i valori mostrano, infatti, per il Sud una lieve contrazione nell’ultimo trimestre dopo una, seppur breve, fase di crescita. Allo stesso tempo si evidenziano dinamiche differenti a livello nazionale, con gli impieghi per le imprese del Nord-Est in crescita negli ultimi due trimestri e quelli per le imprese del Centro in calo.
• Lavoro e Occupazione
Il ricorso alle varie forme di sostegno al reddito nel Mezzogiorno è aumentato in modo esponenziale a partire da aprile 2020, attestandosi su livelli mai registrati in precedenza. Per tutto il 2021 si sono registrati volumi notevolmente più alti rispetto al periodo pre-pandemico; mentre con il 2022 il trend mostra un calo verso volumi decisamente più bassi. Nel dettaglio, nei primi dieci mesi dell’anno in corso e nel complesso delle tre tipologie di ammortizzatori sociali (Cassa integrazione Ordinaria, Straordinaria e In Deroga), le ore autorizzate sono pari a meno di un terzo di quelle registrate per l’analogo periodo del 2021.
I dati sull’occupazione mostrano che nel terzo trimestre 2022 nel Mezzogiorno è concentrato il 26% dell’occupazione totale nazionale e il 22% di quella femminile, quote decisamente più basse se rapportate alla quota della popolazione che vive al Sud. Guardando all’andamento del terzo trimestre 2022 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, l’occupazione al Sud diminuisce, seppur lievemente (-0,5%), in contrasto con l’andamento delle altre macroregioni che fanno registrare una variazione positiva (soprattutto il Centro, con +2,6%).
• Politica di Coesione Europea, Nazionale e PNRR
Sono forti in questo momento le aspettative generate dalla ingente quantità di risorse messe a disposizione dai programmi europei e nazionali.
Per consolidare i dati positivi dell’economia meridionale e superare le principali criticità risulterà fondamentale fare buon uso di tutte le risorse di cui si potrà contare ora e nei prossimi anni. A partire dal PNRR e dagli investimenti complementari fino ad arrivare alla politica di coesione europea, il nostro Paese, e soprattutto il Mezzogiorno, ha a disposizione per i prossimi anni le risorse necessarie per consolidare il proprio percorso di crescita.
Con riferimento al PNRR, la maggior parte delle tappe ad oggi raggiunte è di tipo normativo ed il cambio di passo è atteso per il prossimo anno, con un incremento rilevante delle spese correlate ai nuovi progetti. Il 2023 è visto, quindi, come l’anno in cui l’attuazione del piano dovrebbe entrare a pieno regime e ci si auspica che ciò avvenga.
Per quanto riguarda la politica di coesione, invece, è necessario che tutte le risorse delle diverse fonti programmatiche (ciclo 2014-2020, 2021-2027, FSC), siano protagoniste di un processo di rapida attuazione, con un coinvolgimento di tutti gli attori coinvolti, dalle Amministrazioni titolari degli interventi ai beneficiari.
In conclusione, è necessario che tutte queste risorse vengano sfruttate programmando gli interventi in maniera sinergica tra loro e coerente con le esigenze di sviluppo dei territori, ponendo al tempo stesso una grande attenzione alla capacità attuativa degli stessi.
Scarica il Rapporto Check-up Mezzogiorno 2022 in allegato
ENERGIA,
CONFINDUSTRIA PRESENTA LA PROPOSTA DI RIFORMA DEL MERCATO ELETTRICO
Costo
dell’energia rinnovabile sganciato dalle fonti fossili. Necessario un dibattito
Europeo sul Mercato Unico
Roma 12
Dicembre 2022 -
Confindustria ha presentato oggi la sua Proposta di riforma del mercato
elettrico italiano, nell’ambito di un seminario che ha visto la
partecipazione del Ministro dell’Ambiente e della sicurezza Energetica Gilberto
Pichetto Fratin e del Presidente di ARERA Stefano Besseghini e, tra gli altri,
di Aziende e Associazioni coinvolte nella proposta, che già lo scorso 25
ottobre insieme al Presidente Carlo Bonomi era stata presentata alle Commissioni
del Parlamento europeo.
Nei prossimi anni dovremmo gestire un’accelerazione senza precedenti degli investimenti in energia rinnovabile. Questo sviluppo richiede un cambio radicale di paradigma nel mercato elettrico: in tutti i Paesi europei, sul piano strutturale, passeremo da un modello di generazione centralizzata a un modello di generazione diffusa sul territorio.
In questo contesto, Confindustria ha ritenuto necessario anticipare e proporre la riforma del mercato elettrico, ormai datato (D. Lgs. Bersani 79/99), vista la forte necessità di individuare un nuovo modello adatto alla trasformazione ecologica. La sfida più difficile dei prossimi anni sarà il percorso di transizione dalle vecchie alle nuove regole di mercato garantendo il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione senza inefficienza sul piano tecnico ed economico e garantendo al contempo la tutela della concorrenza.
La Proposta che Confindustria presenta vuole superare questi problemi: favorire lo sviluppo delle rinnovabili e il loro potenziale sul piano della competitività costruendo un modello di mercato in grado di separare la loro valorizzazione dal costo del gas.
Per realizzare tali obiettivi, è necessario:
- costruire una nuova piattaforma di mercato per lo sviluppo della produzione rinnovabile in grado di “separare” il valore della tecnologia rinnovabile dai costi opportunità della produzione di elettricità da fonte fossile
- creare un mercato dell'energia rinnovabile in grado di valorizzare tutti gli elementi di costo ancillare per rendere compatibile i profili di domanda con i profili di produzione.
“In una fase in cui, durante l’estate, il prezzo del gas ha raggiunto picchi di aumento di oltre 12 volte il prezzo del gennaio 2021 e di circa 10 per il settore elettrico, invece che solidarietà e approccio comune In Europa abbiamo assistito a una concorrenza spietata per l’acquisto autonomo di rigassificatori e soluzioni autonome per l’approvvigionamento.” - Ha commentato Aurelio Regina Presidente del Gruppo tecnico Energia di Confindustria- “In definitiva esattamente l’opposto del progetto iniziale europeo per il mercato dell’energia. La Proposta Di Confindustria – ha aggiunto- non è solo un contributo tecnico ma vuole essere soprattutto una linea di intervento strutturale per la soluzione di questa drammatica congiuntura che non possiamo demandare alla sola fiscalità generale. Riteniamo infatti che serva più Europa e un mercato unico dell’energia per garantire ai cittadini e alle imprese europee maggiore efficienza e sicurezza sul piano geopolitico.”
La Proposta di Confindustria ha anche la finalità di fornire un contributo al dibattito europeo che porterà alla proposta del nuovo Regolamento per la riforma dei mercati elettrici attraverso le consultazioni e le proposte della Commissione. Questo lavoro di approfondimento sul tema è stato coordinato dagli uffici tecnici di Confindustria con i rappresentanti di Elettricità Futura, dei Consumatori Industriali - Assocarta, Assofond, Assomet, Assovetro, Confindustria Ceramica, Consorzi Energia, Federacciai, Federbeton, Federchimica - e della Federazione ANIE) avvalendosi della società di consulenza - scelta dalle parti - AFRY. Allo studio ha preso parte anche Terna.
Leggi il rapporto sul sito di Confindustria: https://bit.ly/3WcOEJI
CONFINDUSTRIA
– MEDEF – BDI: L’EUROPA SIA UNITA E LAVORI A SOLUZIONI CONDIVISE
“Anticipare
le crisi future diventi uno degli assi portanti dell’azione europea”
Roma, 1°
dicembre 2022 –
Introdurre nuovi strumenti finanziari comuni per anticipare le crisi future,
istituire misure a breve termine e a basso costo per contenere i prezzi di gas
ed elettricità per le imprese, ridurre la dipendenza dell’Europa dall’import di
“materie prime critiche” ed evitarne carenze di approvvigionamento, avviare una
tregua normativa per rilanciare la competitività dell'Europa e disegnare una
politica fiscale che dia impulso agli investimenti pubblici. Queste sono le
direttrici principali su cui si articola la Dichiarazione congiunta siglata
oggi da Confindustria, Medef e Bdi, in occasione del quarto Business Forum
Trilaterale.
Le Confindustrie
di Italia, Francia e Germania, principali paesi manifatturieri d’Europa,
riunite oggi e domani a Roma, invitano i relativi governi e tutte le
istituzioni competenti a livello europeo, a porre la massima attenzione alle
criticità che sta affrontando l'industria europea, soprattutto quella di
piccola e media dimensione. Le previsioni per il 2023 indicano crescita bassa o
negativa e l'elevato tasso di inflazione fa sentire i suoi effetti. Per questo
occorre agire con grande senso di responsabilità, in modo graduale e
proporzionato, evitando approcci ideologici che rischiano di minare la
competitività di intere filiere industriali.
La transizione
verde è un processo ineludibile a cui l’industria partecipa attivamente ma
occorre procedere nei tempi e nei modi corretti o si corre il rischio di
perdere capacità produttiva. Gli obiettivi già concordati non possono essere
costantemente modificati, come sta accadendo con la revisione della direttiva
sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio.
Anticipare le
crisi future deve essere uno degli assi portanti dell’azione europea. Per
questo, è fondamentale introdurre strumenti di finanziamento dedicati
esclusivamente ad affrontare eventuali nuove emergenze.
L’Unione Europea
deve adottare soluzioni immediate e condivise per contenere l'aumento
vertiginoso dei prezzi dell'energia, assicurando al contempo che le politiche
europee sul clima non pregiudichino il tessuto produttivo e l’occupazione.
Inoltre, è
determinante ridurre la nostra dipendenza dall’importazione di materie prime.
Per questo, auspichiamo che la prossima proposta dell’Ue relativa alle “materie
prime critiche” sia basata su un'analisi approfondita dei fabbisogni presenti e
futuri di tali materie e del loro impatto sul settore industriale, al fine di
evitare eventuali carenze e minimizzare gli effetti negativi dovuti ai loro
costi crescenti.
Infine,
sosteniamo una riforma della governance economica europea che incoraggi gli
investimenti pubblici.
Vogliamo
un’Europa unita e solidale, capace di lavorare a soluzioni condivise
nell'interesse di tutti i suoi Stati membri.
Roma, 25 novembre 2022 – Misure emergenziali rivoluzionarie sull’energia e politiche efficaci mirate a rafforzare la competitività, la crescita e l’occupazione. Questi i principali obiettivi della dichiarazione finale siglata oggi a Stoccolma dai Presidenti delle 40 Federazioni che fanno parte di BusinessEurope, in occasione del Consiglio di Presidenza dell’Associazione. Le imprese esortano l’Europa a focalizzare urgentemente la propria azione sull’attuale crisi energetica, che sta seriamente aggravando il rischio di una deindustrializzazione a livello europeo. Secondo gli imprenditori, in prima battuta, serve evitare che forze divisive ed individualismi minino la solidarietà, uno dei valori fondanti dell’Unione Europea.
Nel corso del Consiglio di Presidenza di Business Europe sono state presentate al Primo Ministro svedese, Ulf Kristersson e al Ministro degli Affari Europei, Jessika Rosswall, le priorità che, secondo le imprese, dovranno essere in cima all’agenda politica della futura Presidenza dell’Unione Europea, che a breve sarà assunta dalla Svezia. Inoltre, insieme al Commissario Thierry Breton, i rappresentanti delle imprese europee hanno svolto alcune riflessioni sulla necessità di sostenere l’industria durante la crisi energetica salvaguardando, al contempo, il Mercato Unico.
Su impulso di Confindustria, nella dichiarazione finale è stato inserito un riferimento esplicito alla direttiva sugli imballaggi, che pregiudica il riciclo e i prodotti sostenibili su cui le imprese hanno investito miliardi di euro e rischia di scardinare i modelli di economia circolare virtuosi, come ad esempio quello italiano, che rappresenta un’eccellenza da valorizzare.
Baroni:
“Ascoltiamo i giovani per disegnare insieme il futuro”.
Roma, 18
novembre 2022 – Numeri in netta crescita per il PMI day 2022. Giunta alla tredicesima
edizione, la Giornata Nazionale delle Piccole e Medie Imprese, organizzata da Piccola Industria Confindustria insieme alle associazioni del Sistema, oggi prende il via con una serie di iniziative in simultanea in tutte le regioni.
Oltre 1000 le imprese coinvolte, un’adesione record che rispetto all’edizione
dello scorso anno segna un raddoppio netto, 600 le scuole medie e superiori
coinvolte e circa 48mila partecipanti. Altissima la partecipazione del Sistema Confindustria, con più del 97% delle Associazioni territoriali che hanno aderito all’iniziativa insieme ad Acimit, Assosistema,
Confindustria Moda, Federchimica e Federmeccanica.
Una testimonianza chiara del grande interesse da parte degli imprenditori ad avvicinare i giovani al mondo dell’impresa, attraverso incontri e visite guidate nelle aziende. Oltre agli studenti, la manifestazione coinvolge anche i loro insegnanti, le famiglie, le istituzioni locali e la stampa, per avviare momenti di confronto volti a raccontare l’impresa e il suo ruolo di attore sociale sul territorio.
Dal 2010, anno di nascita della manifestazione, le Pmi di Confindustria hanno aperto le loro porte
complessivamente ad oltre 472mila ragazzi che hanno avuto la possibilità di vedere da vicino i processi produttivi delle imprese, molte delle quali protagoniste del successo del Made in Italy. Un’iniziativa che non si è interrotta neanche durante la pandemia quando il racconto dell’impresa è stato trasmesso ai ragazzi attraverso una serie di iniziative digitali, con testimonianze video e incontri virtuali.
L’edizione 2022 ha come focus la “bellezza del saper fare italiano”, un asset e un fattore competitivo che nasce dall’attitudine alla cura delle produzioni, esprime la capacità di innovazione e la creatività ed è anche un vero e proprio patrimonio di saperi e tradizioni ispirate dalla storia e dalla cultura delle comunità e dei territori di cui le Pmi sono parte integrante.
Il presidente di Piccola Industria, Giovanni Baroni, partecipa quest’anno all’evento organizzato da Confindustria Campania presso il Centro Produzione Rai di Napoli, dove insieme agli imprenditori campani di Piccola Industria incontra gli alunni dell’ultimo anno di cinque Istituti Superiori provenienti da tutte le province campane.
A partire dal 2021 la manifestazione ha ottenuto il patrocinio del Ministero
dell’Istruzione e della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome. Una conferma dell’importanza cruciale di informare e formare allo stesso tempo i giovani, aggiornare il corpo docente - con particolare attenzione alle scuole medie – orientare i ragazzi verso percorsi scolastici idonei ad intraprendere nuove professioni e favorire un più ampio coinvolgimento delle istituzioni locali sul progetto.
Da anni,
inoltre, prosegue
la partnership in alcuni territori con Confagricoltura – Alessandria,
Bergamo, Brescia e Taranto -, per raccontare la realtà dell’impresa anche nel settore agricolo.
La
manifestazione ha anche un’impronta internazionale con la conferma, per il
quinto anno consecutivo, del patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e
della Cooperazione Internazionale. Dal 2015, infatti, il PMI day si svolge anche all’estero e quest’anno, con la collaborazione delle rappresentanze
internazionali di Confindustria Albania, Bulgaria e Serbia, ha l’obiettivo di far conoscere agli studenti locali le imprese italiane presenti sul loro territorio. Negli Usa il PMI Day è realizzato insieme alla Miami Scientific
Italian Community che organizza una serie di eventi in collaborazione con l’
Ambasciata d’Italia a Washington e la sua rete Diplomatica Consolare, ABROAD TO - the Community of Italian Companies, la California Scientific Italian Community, ODLI - The Organization for the Development of Italian Studies, RetImpresa e la Texas Scientific Italian Community. In questo modo, da diversi anni gli studenti americani hanno l’opportunità di entrare in contatto con le imprese italiane che operano negli Stati Uniti.
“Il PMI Day è una grande festa in cui gli imprenditori ascoltano i giovani. Un confronto in cui si disegna insieme il futuro” afferma Giovanni Baroni, presidente Piccola
Industria di Confindustria. “Un imprenditore rimane studente per tutta la vita, con la propensione al cambiamento, l’entusiasmo, la curiosità e l’energia che contraddistinguono i ragazzi. Sono proprio questi i fattori chiave che ogni giorno portano sui mercati globali la bellezza del Made in Italy, il tema che abbiamo scelto come focus di questa giornata. Vogliamo raccontare ai ragazzi il valore economico e sociale delle nostre imprese per le comunità e la bellezza delle nostre produzioni, perché fare impresa significa poter tracciare la propria strada. Per questo è importante che i giovani conoscano le realtà aziendali e inquadrino le nuove opportunità professionali, anche in modo da orientare il proprio percorso formativo”.
L’iniziativa, curata da Claudia Sartirani, coordinatore nazionale del Pmi Day
Piccola Industria, con il supporto di un gruppo di lavoro dedicato, è inserita nella XXI Settimana della Cultura d’impresa, organizzata da Confindustria e nella Settimana Europea delle Pmi promossa dalla Commissione Europea. “PMI DAY 2022 è un’edizione speciale, gli studenti tornano fisicamente dentro le aziende. L’esperienza che deriva dall’ascoltare i racconti dalla voce di chi li vive è fondamentale per trasmettere ai giovani i valori più profondi della cultura d’impresa, per permettere loro di conoscere le figure professionali che vi operano e quelle che il mercato richiede” commenta Claudia
Sartirani. “Scuola e impresa sono due mondi che devono correre parallelamente ed alimentarsi reciprocamente, magari proprio attraverso la bellezza. Vogliamo raccontare agli studenti quanta ce n’è nel fare ricerca, produrre con qualità, innovare, fare formazione, nell’essere comunità che lavora su visioni condivise, che crede nei giovani”.
“Individuare subito
soluzione nell’interesse di lavoratori e imprese fornitrici”
Roma, 14 novembre 2022 -
“L’improvvisa sospensione dell’operatività di 145 imprese appaltatrici da parte di Acciaierie d’Italia, ex Ilva, desta molta preoccupazione e, nel totale rispetto dell’autonomia d’impresa, Confindustria, Confindustria Puglia e Confindustria Taranto auspicano che venga individuata al più presto una soluzione nell’interesse dei lavoratori e della vasta filiera di imprese fornitrici, scongiurando gravi ripercussioni sul tessuto sociale di Taranto e della Puglia. Acciaierie d’Italia è una priorità nazionale per l’intera manifattura del Paese ed è strategico accelerare la piena difesa del ciclo integrale a caldo per l’Italia intera e per la sua bilancia commerciale. Da anni è evidente l’effetto di freno sulle scelte di Acciaierie d’Italia determinato dal percorso dilazionato e incerto del ventilato ritorno al controllo pubblico. Per questo il Sistema Confindustria si rende disponibile a contribuire alla ricerca di soluzioni da avviare in tempi rapidi, in linea con l’importanza strategica che rappresentano le produzioni, gli occupati e la filiera di Acciaierie d’Italia”.