COMUNICATI STAMPA

ITALIA-ALGERIA: CONFINDUSTRIA FIRMA PARTNERSHIP STRATEGICA CON CREA

Bonomi: per le imprese italiane ruolo decisivo per lo sviluppo di relazioni economiche tra Europa, Africa e Mediterraneo

Roma, 23 gennaio 2023 - Il Presidente di Confindustria Carlo Bonomi, in occasione della prima visita ufficiale del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni in Algeria, ha firmato oggi un Memorandum di intesa con CREA - Consiglio di Rinnovamento Economico Algerino - che prevede una partnership strategica volta a favorire la cooperazione industriale tra imprese italiane e algerine. Nei primi 10 mesi del 2022 l’interscambio commerciale Italia-Algeria è cresciuto di circa il 160%, grazie anche al significativo aumento delle importazioni italiane di gas, ma la cooperazione tra i due paesi non si basa su un solo asset. Infatti, le risorse che l’Algeria ottiene dall’esportazione di idrocarburi finanzieranno ambiziosi piani di diversificazione economica che renderanno accessibili nuovi settori per esportatori ed investitori italiani, come previsto dal nuovo Codice sugli investimenti esteri varato dal Parlamento algerino. “Questo accordo rappresenta un “ponte” per favorire le relazioni economiche e sociali tra i due paesi e supportare le nostre imprese nell'espansione della propria rete in Algeria - ha affermato Bonomi. Inoltre, la sinergia tra le due comunità imprenditoriali può dare un contributo decisivo per lo sviluppo di relazioni economiche tra Europa, Italia, Algeria, le sponde del Mediterraneo e la più la vasta area dell'Africa subsahariana, mercati che da sempre Confindustria considera prioritari. Grazie alle intese raggiunte con CREA e gli altri partner locali - ha spiegato il Presidente di Confindustria - si aprono nuove opportunità di collaborazione in diversi settori che spaziano dall’agroalimentare al farmaceutico, dalla cosmetica al turismo, dall’edilizia alla meccanica, dalle infrastrutture alle costruzioni, con attenzione anche alla ricerca e sviluppo ed alla formazione tecnica e professionale del capitale umano. La nostra strategia mira a promuovere partnership in cui il sistema industriale italiano può esprimere tutte le sue potenzialità nel contesto della diversificazione economica algerina, che prevede ampi margini per una più radicata penetrazione del nostro Made in Italy e delle sue filiere produttive. L’Algeria, infatti, vede nell’Italia anche un modello di riferimento per lo sviluppo delle piccole e medie imprese. E non solo per quanto riguarda le aziende attive nei settori tradizionali - ha aggiunto - ma di realtà sempre più innovative, alla ricerca di potenziali partnership e opportunità condivise nell’ambito di due sistemi produttivi complementari con molte affinità”.



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Bonomi: “L’industria italiana garantisce il proprio impegno al popolo ucraino nella ricostruzione del Paese”


Roma, 12 gennaio 2023 – Confindustria dà seguito alla firma del Memorandum of understanding e oggi inaugura ufficialmente gli uffici di Confindustria a Kiev. Siglato il 21 giugno dello scorso anno da Confindustria e dal Governo ucraino, l’accordo prevede l’attuazione di progetti congiunti volti a ricostruire l’economia del Paese, ripristinare le infrastrutture distrutte dalla guerra, attrarre investimenti e intensificare la cooperazione economica e industriale tra Italia e Ucraina. Gli uffici della nuova sede, situati all’interno dell’Ambasciata d’Italia , garantiranno a Confindustria ed ai propri associati una propria rappresentanza diretta volta a coordinare tutti i progetti congiunti che prenderanno avvio dal MOU.  
“La ricostruzione dell’Ucraina ha una portata ed un significato che vanno ben oltre i soli interessi economici poiché si tratta di sostenere un Paese che ha visto ledere la propria sovranità territoriale e di creare basi solide per concretizzare il processo di adesione all’Unione Europea. L’importanza di questo impegno impone un approccio unitario, coordinato e coerente da parte di tutti i protagonisti e per questo Confindustria sta collaborando con il Governo nella definizione di strumenti e priorità nella logica di “fare sistema”.  Così il Presidente di Confindustria Carlo Bonomi, oggi in missione a Kiev insieme al Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso per incontrare Andrey Yermak, Capo dell’Amministrazione Presidenziale; Oleksandr Kubrakov, Ministro delle Infrastrutture; Julia Svurydenko, Vice Primo Ministro e Ministro dell’Economia e Dmytro Kuleba, Ministro degli Affari Esteri.
“L’apertura dei nostri uffici presso l’Ambasciata d’Italia in Ucraina, resa possibile dalla disponibilità del Ministero degli Esteri e personale del Ministro Tajani e dell’Ambasciatore Zazo,  è una testimonianza concreta della volontà di lavorare in squadra. Si tratta di una piccola ma significativa rivoluzione nel sistema di promozione degli interessi imprenditoriali italiani all’estero, che potrebbe presto essere replicata altrove” – ha continuato Carlo Bonomi.
“L’internazionalizzazione delle imprese è al centro dell’azione di Confindustria e oggi, con la nostra rappresentanza in Ucraina, abbiamo a disposizione uno strumento in più per imprimere impulso alla competitività delle aziende italiane sullo scacchiere globale. La nostra Associazione è la prima ad aver espresso direttamente l’impegno di migliaia di imprese a sostegno del popolo ucraino e auspica che vengano ripristinate al più presto le condizioni di pace per il benessere del Paese e dei suoi cittadini e per il ruolo economico che l’Ucraina riveste nel mondo” – ha affermato il leader degli industriali che, nel corso dei colloqui ha nuovamente espresso alle autorità ucraine il proprio cordoglio per le vittime di un conflitto che Confindustria, insieme alle Istituzioni italiane ed europee, ha sempre condannato con fermezza.
“Il sistema industriale italiano, in accordo con il Governo italiano, garantisce il proprio impegno per la ricostruzione del grande patrimonio industriale ed edilizio distrutto dalla guerra, per contribuire al rafforzamento della volontà ucraina di difendere e ampliare il suo ruolo nel commercio con l’Europa e con il mondo intero e per assicurare e potenziare le sue catene logistiche e di fornitura” – ha concluso Bonomi.

 


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Roma, 20 dicembre 2022 - Dall’analisi congiunturale dell’edizione 2022 del Check-Up Mezzogiorno, elaborato da Confindustria e SRM (Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo), emergono segnali contrastanti.

Il Mezzogiorno aveva intrapreso un difficile percorso di recupero post pandemico cui si sono aggiunte le tensioni geopolitiche, economiche e commerciali associate al conflitto in Ucraina che si sono trasferite al nostro sistema produttivo attraverso una serie di effetti che, ancora una volta, hanno evidenziato la profonda eterogeneità del nostro tessuto produttivo e le differenti esposizioni delle economie locali.

Ciò nonostante, dalle analisi emerge che l’economia meridionale sta mostrando una inaspettata tenuta, anche se su molti degli indicatori oggetto dell’analisi conserva e, anzi, a volte accresce, il divario rispetto al Centro-Nord.

L’Indice sintetico dell’economia meridionale continua a crescere dopo il crollo registrato nel 2020. La prima stima per il 2022 porta a registrare un valore pari a 503,6, oltre 27 punti in più rispetto al precedente anno. Per la prima volta negli ultimi 15 anni, si torna a superare il livello del 2007.

Tutti i singoli indicatori sono in risalita e per tutti si è colmata la perdita legata agli ultimi eventi con dei valori superiori a quelli registrati nel 2019; unica eccezione è il dato sull’occupazione, comunque prossimo al traguardo.

•        Andamento dell’economia

Le previsioni sull’andamento del Pil meridionale per il 2022 convergono su un +3,2%, a fronte di un +3,8% a livello nazionale. Invece, per quanto riguarda il 2023, le stesse prospettano un rallentamento sia in Italia che nel Mezzogiorno, ma confermando anche nel prossimo anno un differenziale di crescita tra le aree del Paese. Un dato legato soprattutto alle conseguenze degli eventi geopolitici più recenti, che hanno portato ad un persistente caro-energia e ad un’inflazione record.

Al 3° trimestre 2022 le imprese attive nel Mezzogiorno sono più di 1 milione e settecentomila e in leggerissima crescita (+0,2%) rispetto all’anno precedente. Le imprese di capitali al Sud sono ormai più di 390 mila, con una crescita del 4,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, che equivale a circa 16 mila nuove imprese di capitali in più. È evidente una maggiore dinamica imprenditoriale per le imprese di capitali nel Mezzogiorno per questa tipologia di imprese, soprattutto in Campania (+5,3%) e Sicilia (+4,8%).

Nei primi 9 mesi del 2022 il Mezzogiorno ha realizzato un export totale pari a 48,6 miliardi di euro (il 10,7% del valore nazionale) e la quota principale è associata al manifatturiero (45,8 miliardi). Le variazioni tendenziali mostrano una ripresa a livello territoriale con una crescita del 31,8% a fronte di un +19,9% per il Centro-Nord. Se guardiamo al solo settore manifatturiero si registra per il Sud un +31,7% contro un +19,4% per il Centro-Nord. I settori merceologici del Mezzogiorno con le variazioni più rilevanti sono quello del coke e prodotti petroliferi raffinati (+104,3% al Sud e +92% al Centro-Nord) e quello dei prodotti chimici (+31,3% al Sud e +24,1% al Centro-Nord).

Pur con alcune differenziazioni a carattere settoriale, l’export si conferma alla base dell’attuale processo di ripresa economica.

Altalenante è l’andamento del credito erogato alle imprese del Mezzogiorno: i valori mostrano, infatti, per il Sud una lieve contrazione nell’ultimo trimestre dopo una, seppur breve, fase di crescita. Allo stesso tempo si evidenziano dinamiche differenti a livello nazionale, con gli impieghi per le imprese del Nord-Est in crescita negli ultimi due trimestri e quelli per le imprese del Centro in calo.

•        Lavoro e Occupazione

Il ricorso alle varie forme di sostegno al reddito nel Mezzogiorno è aumentato in modo esponenziale a partire da aprile 2020, attestandosi su livelli mai registrati in precedenza. Per tutto il 2021 si sono registrati volumi notevolmente più alti rispetto al periodo pre-pandemico; mentre con il 2022 il trend mostra un calo verso volumi decisamente più bassi. Nel dettaglio, nei primi dieci mesi dell’anno in corso e nel complesso delle tre tipologie di ammortizzatori sociali (Cassa integrazione Ordinaria, Straordinaria e In Deroga), le ore autorizzate sono pari a meno di un terzo di quelle registrate per l’analogo periodo del 2021.

I dati sull’occupazione mostrano che nel terzo trimestre 2022 nel Mezzogiorno è concentrato il 26% dell’occupazione totale nazionale e il 22% di quella femminile, quote decisamente più basse se rapportate alla quota della popolazione che vive al Sud. Guardando all’andamento del terzo trimestre 2022 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, l’occupazione al Sud diminuisce, seppur lievemente (-0,5%), in contrasto con l’andamento delle altre macroregioni che fanno registrare una variazione positiva (soprattutto il Centro, con +2,6%).

•        Politica di Coesione Europea, Nazionale e PNRR  

Sono forti in questo momento le aspettative generate dalla ingente quantità di risorse messe a disposizione dai programmi europei e nazionali.

Per consolidare i dati positivi dell’economia meridionale e superare le principali criticità risulterà fondamentale fare buon uso di tutte le risorse di cui si potrà contare ora e nei prossimi anni. A partire dal PNRR e dagli investimenti complementari fino ad arrivare alla politica di coesione europea, il nostro Paese, e soprattutto il Mezzogiorno, ha a disposizione per i prossimi anni le risorse necessarie per consolidare il proprio percorso di crescita.

Con riferimento al PNRR, la maggior parte delle tappe ad oggi raggiunte è di tipo normativo ed il cambio di passo è atteso per il prossimo anno, con un incremento rilevante delle spese correlate ai nuovi progetti. Il 2023 è visto, quindi, come l’anno in cui l’attuazione del piano dovrebbe entrare a pieno regime e ci si auspica che ciò avvenga.

Per quanto riguarda la politica di coesione, invece, è necessario che tutte le risorse delle diverse fonti programmatiche (ciclo 2014-2020, 2021-2027, FSC), siano protagoniste di un processo di rapida attuazione, con un coinvolgimento di tutti gli attori coinvolti, dalle Amministrazioni titolari degli interventi ai beneficiari.

In conclusione, è necessario che tutte queste risorse vengano sfruttate programmando gli interventi in maniera sinergica tra loro e coerente con le esigenze di sviluppo dei territori, ponendo al tempo stesso una grande attenzione alla capacità attuativa degli stessi.


Scarica il Rapporto Check-up Mezzogiorno 2022 in allegato


 
Di Stefano: “Innovazione driver di crescita delle imprese. Destinare più risorse in legge di bilancio e Pnrr a questo capitolo”
 
Roma, 16 dicembre 2022 - Startup, digitale, Venture Capital e blockchain sono le parole chiave del confronto organizzato dai Giovani di Confindustria, tra imprenditori, grandi corporate e startup per presentare i risultati del programma TALENTIS e dare visibilità al mondo dell’innovazione in tutte le sue declinazioni. 

TALENTIS è il programma di Confindustria Giovani dedicato alle startup italiane costituite da meno di 5 anni, iscritte alla prima edizione tramite REGISTRY, la piattaforma tecnologica di RetImpresa che, grazie a open innovation e blockchain, permette l’accesso affidabile e sicuro a un ecosistema digitale integrato, in cui sono attive 428 imprese con 241 progetti imprenditoriali. 

Tra questi, sono ben 150 le startup che hanno partecipato a Talentis nel 2022: la maggior parte (il 25%) ha presentato  progetti connessi al settore industriale e alle tecnologie 4.0, mentre il 18% delle startup è impegnato nell’Economia circolare e nelle Smart cities, il 14% nei Servizi alla persona, l’11% nei settori delle Life sciences, del Marketing e dell’internazionalizzazione, l’8% in Cultura, svago e turismo, il 7% nella Finanza e il 6% nel Welfare aziendale. 
“Si tratta di realtà innovative provenienti dalle tre macroaree del nostro territorio: Nord 46%, Centro 17%, Sud 37%”, ha spiegato il Vicepresidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria, Andrea Marangione.
Sul tema dell’open innovation, collaborazione virtuosa tra imprese strutturate e startup individuate come forma di investimento alternativa, hanno portato la loro testimonianza 3 grandi corporate, TeamSystem, a2a e Telepass. La loro esperienza, rispettivamente con le startup SkyLab, PayDo e Wash Out, ha l’obiettivo di rendere le imprese sempre più competitive e vicine alle esigenze del mercato.
Fabio Mondini de Focatiis, Founding Partner GrowthCapital ha approfondito lo stato dell’arte del venture capital in Italia, sempre più vivo e in crescita, presentando i dati sui volumi di investimento di capitale di rischio in imprese innovative ad alto potenziale. Il manager ha fatto notare come “gli investimenti complessivi in Italia siano saliti a quota 527 milioni di euro nel terzo trimestre 2022, e superano 1,5 miliardi nei primi nove mesi dell’anno, una somma superiore agli investimenti dell’intero 2021. Un dato interessante - ha osservato - riguarda poi l’attrattività italiana rispetto agli investitori stranieri: nel 2022 gli investitori esteri hanno partecipato al 30% dei round di investimento, contro il 25% nel 2021”. 
Un’analisi dell’ecosistema innovativo italiano, con particolare riferimento agli investimenti digitali, è stata tratteggiata da Marco Gay, Presidente di Digital Magics, che ha sottolineato la capacità di investimento in tecnologie innovative dei settori più tradizionali, a beneficio anche dei parametri di sostenibilità ESG. 
“La crescita del nostro sistema industriale passa ineludibilmente dall’innovazione che, senza il coraggio e la visione degli imprenditori, diventa un concetto vuoto” – ha commentato Riccardo Di Stefano, Presidente dei Giovani Imprenditori e Vicepresidente di Confindustria. “All’Italia manca ancora una “strategia Paese” per affrontare la quinta rivoluzione industriale, che combina digitale e green. Solo con la collaborazione tra imprese e istituzioni possiamo affrontare la doppia transizione e trasformarla nella più grande occasione di sviluppo. Per questo, è importante stanziare quante più risorse possibili in legge di Bilancio e utilizzare al meglio i fondi del PNRR su questo capitolo. Ripristinare Industria 4.0, puntare sugli incentivi per ricerca e innovazione, ammodernare la Pubblica Amministrazione, sono passi necessari per cogliere appieno questa opportunità”. 
 
Approfondimento:
Le due startup vincitrici di Talentis: Adaptronics e BonusX
Adaptronics, una deep-tech startup che sviluppa dispositivi meccatronici adattivi per renderle la logistica più sostenibile sulla Terra e nello Spazio reinventando l’azione di presa robotica di oggetti di qualsiasi forma, dimensione e materiale grazie ad una tecnologia proprietaria a film sottile che diventa adesiva quando attivata elettricamente, con una densità di forza impressionante e un peso irrilevante e un consumo energetico minimo.
BonusX, una delle prime startup in Italia dedicata all’e-government. Ha sviluppato una piattaforma digitale, accessibile su bonusx.it, che semplifica la richiesta di bonus, agevolazioni fiscali e servizi finanziari. Gli utenti possono incrementare il proprio reddito netto grazie a bonus pubblici e ottimizzazione fiscale e, allo stesso, risparmiare tempo e ridurre il margine di errore su un’ampia tipologia di pratiche.
“Talentis – GI Startup Program 2022”: una serie di eventi, incontri e contest dedicati alle startup, promosso dai Giovani Imprenditori di Confindustria, in particolare dal Comitato Triregionale dei Giovani Imprenditori e dal Comitato Interregionale per il Mezzogiorno dei Giovani Imprenditori, con la partnership tecnica di RetImpresa. Talentis è un percorso che si svolge su tutto il territorio nazionale in cui le startup presentano idee di business. Durante la preselezione, una giuria di esperti seleziona le più meritevoli che si contendono la vittoria nei due contest all’interno dei grandi eventi nazionali, il Convegno di Rapallo e il Convegno di Capri.




ENERGIA, CONFINDUSTRIA PRESENTA LA PROPOSTA DI RIFORMA DEL MERCATO ELETTRICO
Costo dell’energia rinnovabile sganciato dalle fonti fossili. Necessario un dibattito Europeo sul Mercato Unico


Roma 12 Dicembre 2022 -
Confindustria ha presentato oggi la sua Proposta di riforma del mercato elettrico italiano, nell’ambito di un seminario che ha visto la partecipazione del Ministro dell’Ambiente e della sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin e del Presidente di ARERA Stefano Besseghini e, tra gli altri, di Aziende e Associazioni coinvolte nella proposta, che già lo scorso 25 ottobre insieme al Presidente Carlo Bonomi era stata presentata alle Commissioni del Parlamento europeo.

Nei prossimi anni dovremmo gestire un’accelerazione senza precedenti degli investimenti in energia rinnovabile. Questo sviluppo richiede un cambio radicale di paradigma nel mercato elettrico: in tutti i Paesi europei, sul piano strutturale, passeremo da un modello di generazione centralizzata a un modello di generazione diffusa sul territorio.

In questo contesto, Confindustria ha ritenuto necessario anticipare e proporre la riforma del mercato elettrico, ormai datato (D. Lgs. Bersani 79/99), vista la forte necessità di individuare un nuovo modello adatto alla trasformazione ecologica. La sfida più difficile dei prossimi anni sarà il percorso di transizione dalle vecchie alle nuove regole di mercato garantendo il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione senza inefficienza sul piano tecnico ed economico e garantendo al contempo la tutela della concorrenza.

La Proposta che Confindustria presenta vuole superare questi problemi: favorire lo sviluppo delle rinnovabili e il loro potenziale sul piano della competitività costruendo un modello di mercato in grado di separare la loro valorizzazione dal costo del gas.

Per realizzare tali obiettivi, è necessario:

-        costruire una nuova piattaforma di mercato per lo sviluppo della produzione rinnovabile in grado di “separare” il valore della tecnologia rinnovabile dai costi opportunità della produzione di elettricità da fonte fossile

-        creare un mercato dell'energia rinnovabile in grado di valorizzare tutti gli elementi di costo ancillare per rendere compatibile i profili di domanda con i profili di produzione.

“In una fase in cui, durante l’estate, il prezzo del gas ha raggiunto picchi di aumento di oltre 12 volte il prezzo del gennaio 2021 e di circa 10 per il settore elettrico, invece che solidarietà e approccio comune In Europa abbiamo assistito a una concorrenza spietata per l’acquisto autonomo di rigassificatori e soluzioni autonome per l’approvvigionamento.” - Ha commentato Aurelio Regina Presidente del Gruppo tecnico Energia di Confindustria- “In definitiva esattamente l’opposto del progetto iniziale europeo per il mercato dell’energia. La Proposta Di Confindustria – ha aggiunto- non è solo un contributo tecnico ma vuole essere soprattutto una linea di intervento strutturale per la soluzione di questa drammatica congiuntura che non possiamo demandare alla sola fiscalità generale. Riteniamo infatti che serva più Europa e un mercato unico dell’energia per garantire ai cittadini e alle imprese europee maggiore efficienza e sicurezza sul piano geopolitico.”

La Proposta di Confindustria ha anche la finalità di fornire un contributo al dibattito europeo che porterà alla proposta del nuovo Regolamento per la riforma dei mercati elettrici attraverso le consultazioni e le proposte della Commissione. Questo lavoro di approfondimento sul tema è stato coordinato dagli uffici tecnici di Confindustria con i rappresentanti di Elettricità Futura, dei Consumatori Industriali - Assocarta, Assofond, Assomet, Assovetro, Confindustria Ceramica, Consorzi Energia, Federacciai, Federbeton, Federchimica -  e della Federazione ANIE) avvalendosi della società di consulenza - scelta dalle parti - AFRY. Allo studio ha preso parte anche Terna.


Leggi il rapporto sul sito di Confindustria: https://bit.ly/3WcOEJI



Obiettivo è avviare un confronto con la scuola per raccontare l’impresa italiana alle nuove generazioni

Roma, 7 Dicembre 2022 - Parte da Più libri più liberi la proposta di un progetto comune di Confindustria e Associazione Italiana Editori (AIE) per una relazione più stretta tra i giovani e l’impresa già a partire dalla scuola e dai libri. E’ quanto emerso durante l’incontro dal titolo “A scuola di impresa” che si è svolto oggi alla Nuvola e che ha visto la partecipazione del Ministero dell’Istruzione e del Merito, di esponenti del mondo della scuola, autori, editori scolastici e mondo delle imprese che si sono interrogati su come avviare un percorso per migliorare in modo strutturale questa relazione. Confindustria, tramite il Gruppo Tecnico Cultura e l’Associazione Italiana Editori, intendono sviluppare un programma d’azione, che prende avvio proprio dalle aule scolastiche, per seminare una maggiore fiducia e una migliore conoscenza dell’impresa tra le giovani generazioni.

“Impresa è futuro. Quindi, progresso, innovazione, visione – Ha dichiarato Antonio Alunni, Presidente Gruppo Tecnico Cultura Confindustria - In questo momento di particolare complessità, le nostre ragazze e i nostri ragazzi hanno bisogno di vedere e di sapere che le imprese, e il mondo del lavoro in generale, sono luoghi in cui è possibile crescere e costruire il proprio sé, professionale e personale. Ma per poter guardare con positività al futuro, devono anzitutto conoscere davvero le imprese e il loro agire nella società. Per farlo, si devono sviluppare racconti e parole nuove. E quale mezzo migliore dei libri e delle scuole per avviare questa grande operazione culturale?”

Attraverso il pieno coinvolgimento degli insegnanti, la finalità più ampia del programma, è il concorso alla formazione di una nuova idea di impresa, di un pensiero e di un approccio che non sia legato a stereotipi e a meri parametri economici o di fabbisogno professionale. “I libri di testo – ha sottolineato Paolo Tartaglino, Vice Presidente e Presidente Gruppo Educativo dell’AIE - costituiscono uno strumento indispensabile per l’apprendimento. Al loro interno, già a partire dai volumi per la secondaria di primo grado, i temi del lavoro e dell’impresa trovano spazio, anche se talvolta poco percepito. Si tratta di coinvolgere il mondo della scuola, e in primo luogo gli insegnanti, in un’iniziativa destinata ad approfondire queste tematiche favorendo consapevolezza e orientamento di studentesse e studenti".

Affinché un progetto di promozione di cultura possa costruire consapevolezza diffusa nel Paese, si dovrà necessariamente partire dai giovani che rappresentano l’investimento in capitale umano più importante. “Confindustria è in prima linea per promuovere un orientamento a tutto tondo per le ragazze e i ragazzi: lavoriamo affinché gli studenti conoscano le aziende da vicino, raccontando loro la grande tradizione della manifattura italiana – ha aggiunto Giovanni Brugnoli Vice Presidente Confindustria per il Capitale Umano. “È importante accompagnare i giovani nelle attività con le scuole affinché scoprano le loro attitudini, attitudini che possono diventare competenze, competenze che possono diventare opportunità di lavoro. Tra le associazioni del sistema Confindustria l’AIE è modello di riferimento in questa azione culturale, che è anche una forma di narrativa, di come le imprese si assumano la responsabilità educativa e collaborino virtuosamente con l’intero sistema scolastico.”

All’incontro, moderato da Manuela Perrone del Sole 24 Ore e realizzato con il sostegno di Eni e in collaborazione con Audi, hanno preso parte Antonio Alunni, Presidente Gruppo Tecnico Cultura Confindustria, Alessandro Rosina, Professore Università Cattolica di Milano, Antonio Calabrò, Presidente Museimpresa, Paolo Tartaglino, Vice Presidente e Presidente Gruppo Educativo AIE, Antonello Giannelli, Presidente Associazione Nazionale Presidi, Sara Loffredi, Scrittrice, Giovanni Brugnoli, Vice Presidente Confindustria per il Capitale umano e Stefano Versari, Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione del Ministero dell’Istruzione e del Merito. 



CONFINDUSTRIA – MEDEF – BDI: L’EUROPA SIA UNITA E LAVORI A SOLUZIONI CONDIVISE
“Anticipare le crisi future diventi uno degli assi portanti dell’azione europea”


Roma, 1° dicembre 2022 – Introdurre nuovi strumenti finanziari comuni per anticipare le crisi future, istituire misure a breve termine e a basso costo per contenere i prezzi di gas ed elettricità per le imprese, ridurre la dipendenza dell’Europa dall’import di “materie prime critiche” ed evitarne carenze di approvvigionamento, avviare una tregua normativa per rilanciare la competitività dell'Europa e disegnare una politica fiscale che dia impulso agli investimenti pubblici. Queste sono le direttrici principali su cui si articola la Dichiarazione congiunta siglata oggi da Confindustria, Medef e Bdi, in occasione del quarto Business Forum Trilaterale.

Le Confindustrie di Italia, Francia e Germania, principali paesi manifatturieri d’Europa, riunite oggi e domani a Roma, invitano i relativi governi e tutte le istituzioni competenti a livello europeo, a porre la massima attenzione alle criticità che sta affrontando l'industria europea, soprattutto quella di piccola e media dimensione. Le previsioni per il 2023 indicano crescita bassa o negativa e l'elevato tasso di inflazione fa sentire i suoi effetti. Per questo occorre agire con grande senso di responsabilità, in modo graduale e proporzionato, evitando approcci ideologici che rischiano di minare la competitività di intere filiere industriali.

La transizione verde è un processo ineludibile a cui l’industria partecipa attivamente ma occorre procedere nei tempi e nei modi corretti o si corre il rischio di perdere capacità produttiva. Gli obiettivi già concordati non possono essere costantemente modificati, come sta accadendo con la revisione della direttiva sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio.

Anticipare le crisi future deve essere uno degli assi portanti dell’azione europea. Per questo, è fondamentale introdurre strumenti di finanziamento dedicati esclusivamente ad affrontare eventuali nuove emergenze.

L’Unione Europea deve adottare soluzioni immediate e condivise per contenere l'aumento vertiginoso dei prezzi dell'energia, assicurando al contempo che le politiche europee sul clima non pregiudichino il tessuto produttivo e l’occupazione.

Inoltre, è determinante ridurre la nostra dipendenza dall’importazione di materie prime. Per questo, auspichiamo che la prossima proposta dell’Ue relativa alle “materie prime critiche” sia basata su un'analisi approfondita dei fabbisogni presenti e futuri di tali materie e del loro impatto sul settore industriale, al fine di evitare eventuali carenze e minimizzare gli effetti negativi dovuti ai loro costi crescenti.

Infine, sosteniamo una riforma della governance economica europea che incoraggi gli investimenti pubblici.

Vogliamo un’Europa unita e solidale, capace di lavorare a soluzioni condivise nell'interesse di tutti i suoi Stati membri.


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Roma, 25 novembre 2022 – Misure emergenziali rivoluzionarie sull’energia e politiche efficaci mirate a rafforzare la competitività, la crescita e l’occupazione. Questi i principali obiettivi della dichiarazione finale siglata oggi a Stoccolma dai Presidenti delle 40 Federazioni che fanno parte di BusinessEurope, in occasione del Consiglio di Presidenza dell’Associazione. Le imprese esortano l’Europa a focalizzare urgentemente la propria azione sull’attuale crisi energetica, che sta seriamente aggravando il rischio di una deindustrializzazione a livello europeo. Secondo gli imprenditori, in prima battuta, serve evitare che forze divisive ed individualismi minino la solidarietà, uno dei valori fondanti dell’Unione Europea.
 
Nel corso del Consiglio di Presidenza di Business Europe sono state presentate al Primo Ministro svedese, Ulf Kristersson e al Ministro degli Affari Europei, Jessika Rosswall, le priorità che, secondo le imprese, dovranno essere in cima all’agenda politica della futura Presidenza dell’Unione Europea, che a breve sarà assunta dalla Svezia. Inoltre, insieme al Commissario Thierry Breton, i rappresentanti delle imprese europee hanno svolto alcune riflessioni sulla necessità di sostenere l’industria durante la crisi energetica salvaguardando, al contempo, il Mercato Unico.
 
Su impulso di Confindustria, nella dichiarazione finale è stato inserito un riferimento esplicito alla direttiva sugli imballaggi, che pregiudica il riciclo e i prodotti sostenibili su cui le imprese hanno investito miliardi di euro e rischia di scardinare i modelli di economia circolare virtuosi, come ad esempio quello italiano, che rappresenta un’eccellenza da valorizzare.
 


Baroni: “Ascoltiamo i giovani per disegnare insieme il futuro”.



Roma, 18 novembre 2022 – Numeri in netta crescita per il PMI day 2022. Giunta alla tredicesima edizione, la Giornata Nazionale delle Piccole e Medie Imprese, organizzata da Piccola Industria Confindustria insieme alle associazioni del Sistema, oggi prende il via con una serie di iniziative in simultanea in tutte le regioni. Oltre 1000 le imprese coinvolte, un’adesione record che rispetto all’edizione dello scorso anno segna un raddoppio netto, 600 le scuole medie e superiori coinvolte e circa 48mila partecipanti. Altissima la partecipazione del Sistema Confindustria, con più del 97% delle Associazioni territoriali che hanno aderito all’iniziativa insieme ad Acimit, Assosistema, Confindustria Moda, Federchimica e Federmeccanica.  

Una testimonianza chiara del grande interesse da parte degli imprenditori ad avvicinare i giovani al mondo dell’impresa, attraverso incontri e visite guidate nelle aziende. Oltre agli studenti, la manifestazione coinvolge anche i loro insegnanti, le famiglie, le istituzioni locali e la stampa, per avviare momenti di confronto volti a raccontare l’impresa e il suo ruolo di attore sociale sul territorio.

Dal 2010, anno di nascita della manifestazione, le Pmi di Confindustria hanno aperto le loro porte complessivamente ad oltre 472mila ragazzi che hanno avuto la possibilità di vedere da vicino i processi produttivi delle imprese, molte delle quali protagoniste del successo del Made in Italy. Un’iniziativa che non si è interrotta neanche durante la pandemia quando il racconto dell’impresa è stato trasmesso ai ragazzi attraverso una serie di iniziative digitali, con testimonianze video e incontri virtuali.

L’edizione 2022 ha come focus la “bellezza del saper fare italiano”, un asset e un fattore competitivo che nasce dall’attitudine alla cura delle produzioni, esprime la capacità di innovazione e la creatività ed è anche un vero e proprio patrimonio di saperi e tradizioni ispirate dalla storia e dalla cultura delle comunità e dei territori di cui le Pmi sono parte integrante.

Il presidente di Piccola Industria, Giovanni Baroni, partecipa quest’anno all’evento organizzato da Confindustria Campania presso il Centro Produzione Rai di Napoli, dove insieme agli imprenditori campani di Piccola Industria incontra gli alunni dell’ultimo anno di cinque Istituti Superiori provenienti da tutte le province campane.
 
A partire dal 2021 la manifestazione ha ottenuto il patrocinio del Ministero dell’Istruzione e della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome. Una conferma dell’importanza cruciale di informare e formare allo stesso tempo i giovani, aggiornare il corpo docente - con particolare attenzione alle scuole medie – orientare i ragazzi verso percorsi scolastici idonei ad intraprendere nuove professioni e favorire un più ampio coinvolgimento delle istituzioni locali sul progetto.

Da anni, inoltre, prosegue la partnership in alcuni territori con Confagricoltura – Alessandria, Bergamo, Brescia e Taranto -, per raccontare la realtà dell’impresa anche nel settore agricolo.

La manifestazione ha anche un’impronta internazionale con la conferma, per il quinto anno consecutivo, del patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Dal 2015, infatti, il PMI day si svolge anche all’estero e quest’anno, con la collaborazione delle rappresentanze internazionali di Confindustria Albania, Bulgaria e Serbia, ha l’obiettivo di far conoscere agli studenti locali le imprese italiane presenti sul loro territorio. Negli Usa il PMI Day è realizzato insieme alla Miami Scientific Italian Community che organizza una serie di eventi in collaborazione con l’ Ambasciata d’Italia a Washington e la sua rete Diplomatica Consolare, ABROAD TO - the Community of Italian Companies, la California Scientific Italian Community, ODLI - The Organization for the Development of Italian Studies, RetImpresa e la Texas Scientific Italian Community. In questo modo, da diversi anni gli studenti americani hanno l’opportunità di entrare in contatto con le imprese italiane che operano negli Stati Uniti.

“Il PMI Day è una grande festa in cui gli imprenditori ascoltano i giovani. Un confronto in cui si disegna insieme il futuro” afferma Giovanni Baroni, presidente Piccola Industria di Confindustria. “Un imprenditore rimane studente per tutta la vita, con la propensione al cambiamento, l’entusiasmo, la curiosità e l’energia che contraddistinguono i ragazzi. Sono proprio questi i fattori chiave che ogni giorno portano sui mercati globali la bellezza del Made in Italy, il tema che abbiamo scelto come focus di questa giornata. Vogliamo raccontare ai ragazzi il valore economico e sociale delle nostre imprese per le comunità e la bellezza delle nostre produzioni, perché fare impresa significa poter tracciare la propria strada. Per questo è importante che i giovani conoscano le realtà aziendali e inquadrino le nuove opportunità professionali, anche in modo da orientare il proprio percorso formativo”.

L’iniziativa, curata da Claudia Sartirani, coordinatore nazionale del Pmi Day Piccola Industria, con il supporto di un gruppo di lavoro dedicato, è inserita nella XXI Settimana della Cultura d’impresa, organizzata da Confindustria e nella Settimana Europea delle Pmi promossa dalla Commissione Europea. “PMI DAY 2022 è un’edizione speciale, gli studenti tornano fisicamente dentro le aziende. L’esperienza che deriva dall’ascoltare i racconti dalla voce di chi li vive è fondamentale per trasmettere ai giovani i valori più profondi della cultura d’impresa, per permettere loro di conoscere le figure professionali che vi operano e quelle che il mercato richiede” commenta Claudia Sartirani. “Scuola e impresa sono due mondi che devono correre parallelamente ed alimentarsi reciprocamente, magari proprio attraverso la bellezza. Vogliamo raccontare agli studenti quanta ce n’è nel fare ricerca, produrre con qualità, innovare, fare formazione, nell’essere comunità che lavora su visioni condivise, che crede nei giovani”.


“Individuare subito soluzione nell’interesse di lavoratori e imprese fornitrici”
 
Roma, 14 novembre 2022 -  “L’improvvisa sospensione dell’operatività di 145 imprese appaltatrici da parte di Acciaierie d’Italia, ex Ilva, desta molta preoccupazione e, nel totale rispetto dell’autonomia d’impresa, Confindustria, Confindustria Puglia e Confindustria Taranto auspicano che venga individuata al più presto una soluzione nell’interesse dei lavoratori e della vasta filiera di imprese fornitrici, scongiurando gravi ripercussioni sul tessuto sociale di Taranto e della Puglia. Acciaierie d’Italia è una priorità nazionale per l’intera manifattura del Paese ed è strategico accelerare la piena difesa del ciclo integrale a caldo per l’Italia intera e per la sua bilancia commerciale. Da anni è evidente l’effetto di freno sulle scelte di Acciaierie d’Italia determinato dal percorso dilazionato e incerto del ventilato ritorno al controllo pubblico. Per questo il Sistema Confindustria si rende disponibile a contribuire alla ricerca di soluzioni da avviare in tempi rapidi, in linea con l’importanza strategica che rappresentano le produzioni, gli occupati e la filiera di Acciaierie d’Italia”.      

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