COMUNICATI STAMPA



Roma, 14 marzo 2020 - L'accordo raggiunto oggi - e va dato atto al Governo dell'immediatezza della convocazione e della soluzione nonché del grande senso di responsabilità degli attori sociali del Paese - ci permetterà in questa fase di emergenza di comprendere e considerare le fabbriche italiane al servizio del Paese a partire dalle filiere dell'agroalimentare e del farmaceutico per garantire a tutti noi i beni primari e tutelare ogni filiera della produzione.

Dando attenzione prioritaria alla salute delle persone nei luoghi del lavoro ciò ci consentirà anche di superare questa fase delicata e prepararci alla ripresa economica appena ne usciremo.

L’industria italiana, la nostra industria, le sue imprenditrici e i suoi imprenditori, le sue lavoratrici e i suoi lavoratori, in un momento così delicato per la salute e l’economia nazionale si mettono al servizio della comunità e garantiscono una soluzione rapida e condivisa affrontando con coraggio l’emergenza sanitaria senza spegnere il motore dell'economia nella consapevolezza che insieme potremo superare ogni difficoltà.

In questo momento storico va un grazie a tutte le imprese e ai lavoratori per questo grande atto di responsabilità verso il Paese.




Roma, 13 Marzo 2020 - Da europeisti convinti, nei giorni scorsi abbiamo assistito preoccupati alla mancanza di solidarietà europea verso il nostro Paese e ci riconosciamo nelle parole espresse ieri dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Così il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia nel commentare i contenuti della conferenza stampa della presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen.

Oggi, invece - prosegue Boccia - non possiamo che apprezzare l’Unione europea per le misure annunciate dalla presidente e dai commissari esecutivi Dombrovskis e Vestager nel tentativo di fornire una prima risposta a un’emergenza che, da nazionale, si è ben presto trasformata in europea e globale, a dimostrazione che non esistono confini.

La direzione è quella giusta: iniziative per fronteggiare innanzitutto l’emergenza sanitaria e per mitigare i già devastanti effetti, sul piano economico e sociale, prodotti dalla scelta di lockdown che, con gradazioni diverse, tutti gli Stati membri stanno via via assumendo.

In particolare – continua Boccia - è di fondamentale importanza per i governi e per le imprese europee di ogni dimensione l’impegno della Commissione a ricorrere fino in fondo a tutta la flessibilità consentita dalle regole del Patto di Stabilità e Crescita e agli strumenti consentiti dal regime degli Aiuti di Stato. Ed è ancora più importante che la Commissione abbia riconosciuto la specificità italiana in questa emergenza globale, evocando misure ad hoc per il nostro sistema produttivo. 

Siamo poi soddisfatti per l’istituzione di una “Corona response investment initiative” che rappresenta un primo passo per il rafforzamento degli investimenti europei rivolti all’emergenza e per l’idea di estendere l’ambito di applicazione del Fondo di solidarietà UE.

Con questo pacchetto – prosegue Boccia - l’UE comincia ad andare nella direzione di un “whatever it takes” della politica economica europea, da noi evocato qualche giorno fa quando abbiamo parlato dell’urgenza di: 1. Massivi investimenti pubblici in infrastrutture; 2. Interventi sulla leva fiscale; 3. Credito e sostegno alla domanda; 4. Ammissibilità di aiuti straordinari e sospensione dei termini notifica; 5. Sospensione termini regolamentazione bancaria UE; 6. Riprogrammazione dei fondi strutturali. Le misure di oggi sono un primo passo importante per affrontare le criticità del breve periodo ma non sono certo sufficienti alla luce delle ripercussioni sistemiche che questa crisi sta già generando in tutto il Continente. Per questo è necessario che l’UE si muova sin d’ora con visione per disegnare un grande piano per il rilancio economico dell’Europa, finalizzato a potenziare le infrastrutture nazionali e transnazionali e a sostenere in maniera eccezionale i consumi.

È venuto il momento per l’Europa – conclude Boccia - di varare una grande stagione riformista che abbia il coraggio di adottare strumenti nuovi come gli eurobond per un’azione shock che non può valere meno di 3.000 miliardi di euro da immettere immediatamente nell’economia reale e da rimborsa a lungo o lunghissimo periodo. Dobbiamo prepararci fin d’ora, mentre gestiamo la fase dell’emergenza, a una grande reazione che ci porti al recupero dei fondamentali d’Europa. E, a questo proposito, è auspicabile che l’Unione europea intervenga con decisione per evitare decisioni unilaterali di Paesi che chiudendo le frontiere tradiscono lo spirito comunitario.



CORONAVIRUS, CONFINDUSTRIA: UE INTERVENGA SU CHIUSURE UNILATERALI CONFINI
Con blocchi non si combatte l’epidemia, ma si danneggia il mercato interno dell’Unione

Roma, 13 marzo 2020 - È estremamente importante che l’Ue detti rapidamente regole semplici e chiare, valide per tutti i 27 Stati membri, per gestire in sicurezza gli scambi commerciali all’interno dell’Unione. Le chiusure delle frontiere interne al transito delle merci, prese unilateralmente da singoli Stati membri, anche nell’Est Europa sono inutili e dannose. Così non si sconfigge il Coronavirus, ma si rischia di perdere il bene comune europeo più importante: il Mercato Interno.

Appena ieri si era almeno temporaneamente risolta la crisi dei transiti stradali del Brennero, cioè l’asse infrastrutturale economicamente più importante d’Europa, che l’Austria ha oggi chiuso il transito stradale di 47 valichi minori. E poco prima di quest’ultima decisione, si è appreso del blocco al transito stradale delle merci adottato dalla Slovenia per i mezzi diretti in Croazia e Ungheria, che a loro volta hanno chiuso le frontiere con la Slovenia. Confindustria ribadisce che i blocchi frontalieri sul trasporto delle merci non solo producono ingenti danni sull’industria, sulla distribuzione commerciale e, quindi, su tutta la collettività ma vanno anche contro lo spirito fondativo dell’Europa.



Roma, 12 Marzo 2020 - Fabbriche chiuse, supermercati vuoti, prospettive di ripresa in pericolo. Quel che si rischia chiudendo il sistema industriale italiano è, nel breve termine, di non poter garantire gli approvvigionamenti necessari per le famiglie italiane anche a seguito delle difficoltà nei trasporti con l’estero. Superata l’emergenza, il rischio è di compromettere la capacità del sistema produttivo di intercettare la ripresa economica che arriverà. Così in una nota il Centro Studi di Confindustria.

L’industria metalmeccanica costituisce, a esempio, il cuore pulsante del sistema industriale italiano, è trasversale nella struttura produttiva nazionale e realizza macchinari e beni strumentali che sono necessari all’attività di numerose imprese in svariati settori (non solo industriali). Il comparto metalmeccanico ha un peso rilevante nell’economia italiana: genera infatti il 48% del valore aggiunto manifatturiero (100 miliardi di euro), dà lavoro al 42% degli occupati manifatturieri (circa 1,6 milioni di occupati), produce il 48% delle esportazioni italiane (in valore circa 200 miliardi di euro) e il 40% delle importazioni. L’attivo del suo interscambio (60 miliardi di euro) contribuisce al totale riequilibrio della bilancia commerciale italiana, strutturalmente deficitaria nei settori energetico ed agro-alimentare.

Il suo blocco genererebbe effetti diretti e indiretti molto gravi nel sistema produttivo, certamente più ampi di quelli prodotti dall’interruzione dell’attività nel solo settore metalmeccanico poiché inciderebbe sulla continuità della catena di approvvigionamento per svariate aziende. 

Si consideri che mediamente un giorno lavorativo in meno incide per circa il 3% della produzione mensile; uno stop di 10 giorni avrebbe un impatto negativo immediato, pari a circa un terzo della produzione industriale di marzo. Inoltre, creerebbe una disruption lungo le filiere di fornitura e determinerebbe un ritardo nella consegna degli ordini già ricevuti. Questo aggiungerebbe anche un grave danno reputazionale per le nostre imprese e per l'Italia, con ricadute anche sull’attività futura.



BRENNERO: CONFINDUSTRIA, INTERVENIRE URGENTEMENTE SU GOVERNO AUSTRIACO
Blocco trasporto merci italiane illegittimo e gravemente dannoso per export e scambi europei


Roma, 12 marzo 2020 - Confindustria chiede al Governo e alla Commissione europea di intervenire urgentemente e con decisione sul governo austriaco per far cessare il blocco dei transiti stradali di merci del Brennero.

Tutti gli sforzi che le imprese italiane stanno attuando in queste settimane per continuare a produrre e a non bloccare l'economia, osservando regole ferree per la sicurezza sanitaria, vengono letteralmente distrutti da pseudo-misure di prevenzione strumentali e opportunistiche messe in atto dal governo regionale del Tirolo e avallati dal governo federale austriaco sul transito autostradale del Brennero.

Da due giorni vengono sottoposti al controllo diretto della temperatura gli autisti dei mezzi che trasportano merci italiane che devono anche solo attraversare il Tirolo per andare in Germania e in Nord Europa. Questa semplice e insensata operazione, che non ha alcuna efficacia precauzionale, ha generato code di 70-80 chilometri e costretto la notte scorsa migliaia di autisti a passare tutta la notte ai bordi dell'autostrada. La situazione odierna non è cambiata, anzi è peggiorata dal fatto che la necessaria regolazione del flusso verso il Brennero ha generato blocchi e intasamenti da Bolzano fino a Trento e Verona.

Prodotti deperibili e freschi non vengono consegnati in tempo e rischiano di essere inutilizzabili. Mancate consegne di manufatti necessari ad alimentare le catene industriali rischiano di far chiudere le imprese. Il blocco dei trasporti italiani verso il nord Europa sta causando danni incalcolabili per il nostro export e per gli scambi europei. Le nostre imprese rischiano di essere escluse dalle catene produttive europee di numerosi settori industriali e tutto questo non potrà che peggiorare ulteriormente la crisi economica generata dall'emergenza sanitaria.

In questi giorni, in queste ore, al Valico stradale del Brennero stiamo assistendo alla più sconfortante dimostrazione dell'assenza dell'Europa, che tutta insieme subisce danni incalcolabili per il comportamento ingiustificabile e vessatorio di un piccolo governo regionale.

Per Confindustria è assolutamente necessario un intervento straordinario e urgente della Commissione europea per mantenere la libertà di movimento di persone e merci e sanzionare l’Austria e qualsiasi altro Stato membro adotti misure che non hanno nulla a che fare con l’emergenza sanitaria e che appaiono palesemente dannose e discriminatorie e violano gravemente i Trattati europei.




Roma, 10 Marzo 2020 - Confindustria esprime preoccupazione per la richiesta della Regione Lombardia di esasperare le misure di contenimento del contagio fino a prevedere il fermo totale delle fabbriche e dei trasporti. Il giusto e necessario proposito di fronteggiare l’emergenza sanitaria non può e non dove aggravare l’emergenza economica che sta già piegando l’intero sistema produttivo del Paese. I provvedimenti fin qui varati dal governo, se rispettati da tutti con scrupolo e responsabilità, offrono una soluzione equilibrata alla grave situazione del momento contemperando esigenze diverse ed evitando di provocare danni che potrebbero rivelarsi irreparabili. L’immagine dell’Italia nel mondo, già fortemente compromessa, ne uscirebbe tra l’altro definitivamente distrutta con un effetto di spiazzamento per le nostre imprese che non potrà che ripercuotersi sui fatturati e l’occupazione. Con spirito collaborativo e con l’obiettivo di contrastare nel modo più efficace possibile gli effetti negativi del coronavirus in campo economico Confindustria ha inviato al governo una nota nella quale ribadisce l’urgenza d’intervenire con politiche anticicliche fondate sul rilancio degli investimenti pubblici, l’adozione di misure per garantire liquidità alle imprese, l’ampliamento dell’uso degli ammortizzatori sociali, interventi di carattere fiscale.




Roma, 8 Marzo 2020 - Questi ultimi sono stati giorni complessi e di intenso confronto e collaborazione con il governo per la gestione e il superamento dell’emergenza sanitaria e della conseguente emergenza economica. I provvedimenti assunti, in particolare il DPCM di questa mattina, prevedono rigorose misure restrittive in particolare con riferimento a una area estesa del paese, un’area densamente popolata e soprattutto ad alta intensità industriale. 

Con la scelta di derogare alle restrizioni per “comprovate esigenze lavorative” il Governo riconosce l’importanza per l’intero Paese della continuità di tutte le attività economiche, produttive e lavorative e testimonia la sensibilità verso il sistema economico e la consapevolezza della sua centralità per garantire la funzionalità del paese, delle famiglie e delle imprese. Per questa ragione ci teniamo a ringraziare il Presidente del Consiglio, i ministri, i governatori delle regioni con cui ci siamo confrontati in questi giorni. Ora occorre proseguire con l’azione di sostegno all’economia sia attraverso provvedimenti urgenti volti a gestire l’emergenza, che con le azioni (v. Documento pubblicato sul nostro sito) quali quelle che abbiamo avuto modo di illustrare al governo nell’incontro di mercoledì scorso a palazzo Chigi per compensare l’arretramento della domanda privata, seguendo la linea di un piano di convergenza nazionale in un momento delicato della vita del Paese tra parti sociali, forze politiche, governo e istituzioni territoriali. Con l’obiettivo, in questa fase delicata, di recuperare senso e spirito di comunità nel Paese. 



Roma, 07 Marzo 2020 - L’accordo tra Confindustria, ABI e le altre Associazioni di rappresentanza delle imprese, che estende ai finanziamenti in essere al 31 gennaio 2020 la possibilità di chiedere la moratoria o l’allungamento, è un tassello fondamentale della strategia per sostenere le imprese italiane danneggiate dall’emergenza epidemiologica “COVID-19”.

Così il presidente del Gruppo tecnico Credito e finanza di Confindustria, Matteo Zanetti, nel commentare l’intesa resa pubblica dall’Abi. Si tratta infatti - prosegue Zanetti - di un primo intervento essenziale per sostenere la liquidità delle imprese colpite da un’emergenza che non riguarda solo la cosiddetta zona rossa, ma che ha un forte impatto sulleimprese di tutto il territorio nazionale, incidendo con particolare intensità su alcuni settori che sono oggi seriamente penalizzati dal crollo della domanda domestica e internazionale.

Il nostro accordo - dice ancora Zanetti - ha una valenza nazionale e sottolinea come sui territori le banche potranno comunque applicare misure di maggior favore per le imprese. Va peraltro dato atto al sistema bancario di aver già mostrato ampia disponibilità in questa direzione: diversi istituti hanno infatti già annunciato la disponibilità a intervenire con misure specifiche dedicate alle imprese.

Ma tutto ciò non basta. A questa misura - continua Zanetti - dovranno necessariamente abbinarsi altri interventi che consentano a un sistema produttivo forte e sano come il nostro di guadagnare tempo nell'attesa che l’emergenza sia superata e la domanda riparta.

Per questo - spiega Zanetti - insieme all’ABI abbiamo sollecitato il Governo affinché intervenga con la massima tempestività mettendo a punto ulteriori misure. Servono, in particolare, interventi eccezionali per sostenere, anche grazie alla garanzia dello Stato e alla copertura degli interessi, la liquidità delle imprese attraverso l’accesso agevolato a linee di credito a breve termine. Occorre poi favorire la realizzazione di operazioni di allungamento di finanziamenti a lungo termine. In quest’ambito si dovrà, tragli altri interventi, ampliare l’operatività del Fondo di Garanzia per le PMI, aumentando al massimo, su tutto il territorio nazionale, la quota garantita.

Servono inoltre - auspica Zanetti - interventi per allentare alcuni vincoli derivanti dalla regolamentazione finanziaria internazionale. Con ABI ci siamo impegnati a promuovere, presso le competenti Autorità europee e nazionali, una modifica delle attuali disposizioni divigilanza riguardo il trattamento prudenziale delle operazioni sospese e allungate, necessaria per favovire la realizzazione di quelle stesse operazioni.

Oltre agli interventi urgenti per rimuovere il blocco operativo e produttivo delle imprese - conclude Zanetti - è necessario, come messo inevidenza dal documento presentato da Confindustria al Governo questa settimana, un piano di intervento massivo e straordinario che si snodi su sei grandi assi, di cui i primi tre assumono carattere di urgenza e immediatezza: rilancio degli investimenti pubblici e delle infrastrutture, come primomotore della crescita economica; grande piano di investimenti a livello europeo; misure volte a garantire liquidità alle imprese; avvio di un nuovo evasto programma di semplificazioni; incentivi all’occupazione giovanile; piano di azioni volte ad attrarre, stimolare e rilanciare gli investimenti privati.



Roma, 27 febbraio 2020 - Confindustria ha deciso di riprogrammare la seconda edizione di Connext 2020 il 4 e 5 giugno sempre nella struttura del Mico di Milano, dopo il rinvio della manifestazione inizialmente prevista per il 27 e 28 febbraio a causa dell’emergenza Coronavirus. 



COMUNICATO CONGIUNTO

ABI –  Alleanza delle Cooperative –  Coldiretti – Confagricoltura – Confapi – Confindustria –  Rete Imprese Italia (Casartigiani, CNA, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti) – Cgil –  Cisl –  Uil


Roma, 27 febbraio 2020 - Il nostro Paese sta in questi giorni affrontando una situazione di forte criticità a causa della diffusione del Coronavirus. Ciò impone a noi parti sociali, al Governo, alle Regioni, a tutte le autorità e agli esponenti della società civile di lavorare insieme, mettendo a fattor comune gli sforzi e agendo in maniera coordinata per consentire al nostro Paese di superare questa fase in maniera rapida ed efficace.

Nei giorni scorsi sono state tempestivamente assunte diverse misure per contenere il rischio sanitario a beneficio di tutti i cittadini. Gli esperti e le organizzazioni internazionali, a partire dall'OMS, ci hanno rassicurato sui rischi del virus e sulle corrette prassi per gestire questa situazione, che tutti noi siamo chiamati a rispettare.

Dopo i primi giorni di emergenza, è ora importante valutare con equilibrio la situazione per procedere a una rapida normalizzazione, consentendo di riavviare tutte le attività ora bloccate e mettere in condizione le imprese e i lavoratori di tutti i territori di lavorare in modo proficuo e sicuro a beneficio del Paese, evitando di diffondere sui mezzi di informazione una immagine e una percezione, soprattutto nei confronti dei partner internazionali, che rischia di danneggiare durevolmente il nostro Made in Italy e il turismo.

Oltre alle misure urgenti che il Governo ha adottato, o si appresta ad adottare, di necessario sostegno alle imprese e al reddito dei lavoratori, questo è il momento per costruire un grande piano di rilancio degli investimenti nel Paese che contempli misure forti e straordinarie per riportare il lavoro e la nostra economia su un percorso di crescita stabile e duratura.

Un ruolo importante dovrà essere svolto anche dalle Istituzioni europee, per creare le migliori condizioni per un rilancio economico dell'Italia nell’interesse della stessa Unione europea.


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