COMUNICATI STAMPA

Subito revisione del sistema sanzionatorio tributario e riforma del catasto

I decreti approvati oggi dal Consiglio dei Ministri segnano una tappa importante, perché si è ripreso il percorso di attuazione della legge delega fiscale che non è un complemento o una delle tante riforme. Rifondare il sistema fiscale secondo i principi di equità, certezza e stabilità delle regole è, infatti, fondamentale se si vuole modernizzare il Paese, rendendolo normale e capace di attrarre investimenti.

 

I tre decreti attuativi contengono interventi attesi dalle imprese e sono importanti nel percorso di civiltà fiscale tracciato dalla legge delega.

 

Finalmente l’Italia si dota di una norma generale antielusiva come richiedevano, da tempo, le istituzioni internazionali: viene garantita la libertà delle imprese di scegliere tra diversi schemi negoziali messi a disposizione dalla legge e viene chiarito che all’abuso non può essere attribuita rilevanza penale.

 

E’ in linea con le richieste delle imprese di assicurare stabilità nei rapporti con il Fisco anche la nuova disciplina sul raddoppio dei termini di accertamento che si pone a presidio delle istanze di certezza, affidamento e ragionevolezza: le imprese, d’ora in poi, sapranno con sicurezza entro quando una determinata operazione potrà essere contestata.

 

Confindustria guarda con favore anche agli istituti introdotti per facilitare la cooperazione tra Fisco ed imprese: dalle forme di interpello sui nuovi investimenti, alla disciplina di ruling internazionale fino al regime di adempimento collaborativo riservato ai contribuenti di maggiori dimensioni, poiché è un segno di progresso favorire il riscontro preventivo sulla fattibilità delle operazioni economiche, anziché vederle contestate successivamente alla loro realizzazione, a distanza di anni.

 

Sono condivisibili anche gli obiettivi dello schema di decreto sulla fatturazione elettronica tra imprese che rende più efficiente la tracciabilità delle operazioni, a fronte della semplificazione degli adempimenti; ciò dovrà favorire approcci più mirati per il contrasto all’evasione fiscale.

 

Siamo soddisfatti del lavoro fatto finora. Auspichiamo che l’iter dei decreti presso le Commissioni parlamentari possa essere l’occasione per irrobustirne l’impianto, andando nella direzione di un rafforzamento dei diritti dei contribuenti e che il Governo apra subito il cantiere dei prossimi decreti attuativi, a partire dalla revisione del sistema sanzionatorio tributario e della riforma del catasto.

Roma, 17 aprile 2015 – “Sono davvero sorpreso da alcune dichiarazioni sindacali di queste ore. Confindustria non ha certo una posizione di "conservazione" sul tema della contrattazione. È vero anzi il contrario. In tutte le occasioni di dibattito di questi anni abbiamo sempre sostenuto che la via italiana alla partecipazione è, innanzitutto, nei premi di risultato. Del resto, dal 1993 le imprese più virtuose legano le retribuzioni aziendali proprio ai risultati di produttività e redditività. In questo, non c'è niente di nuovo”, cosi Stefano Dolcetta, vicepresidente di Confindustria per le relazioni industriali e il welfare.

 

“La novità di questi giorni, semmai, consiste nel fatto che FCA sembra intenzionata ad assumere i risultati aziendali quale riferimento esclusivo per fissare i salari aziendali. In questo vedo una sintonia – spiega Dolcetta – con la proposta che Confindustria ha avanzato nel documento sul lavoro del maggio 2014 e che intendiamo discutere con le organizzazioni sindacali perché diventi la regola per la contrattazione collettiva dei prossimi anni”.

 

“Le imprese che già hanno la contrattazione aziendale, proprio come vuole fare FCA – prosegue il vicepresidente di Confindustria – negozieranno solo incrementi retributivi effettivamente collegati ai risultati aziendali, mentre le imprese che non hanno la contrattazione aziendale, avranno gli aumenti fissati dai CCNL che potranno prevedere peraltro, anche l’applicazione di schemi o modelli retributivi che abbiano un collegamento con i risultati aziendali”.

 

“Sullo sfondo resta però, un nodo da sciogliere – avverte Dolcetta – il tema del salario minimo che, finora, in Italia è stato fissato dai Contratti collettivi nazionali di categoria. Confindustria continua a credere che sia preferibile affidare questo compito alla contrattazione, piuttosto che alla legge. Questo perché Confindustria tiene molto alla autonomia delle relazioni sindacali.  La difesa di questa autonomia però ha un senso se si basa su una condizione fondamentale: le relazioni sindacali, così come la contrattazione – conclude Dolcetta – devono fondarsi sul rispetto di regole condivise, che facciano fare un passo avanti a entrambe le parti e non sul mero esercizio della forza”.

L’Ambasciatore israeliano Naor Gilon incontra i Giovani di Confindustria

L’Ambasciatore israeliano Naor Gilon incontra i Giovani di Confindustria 

 

A novembre 2014 il vertice dei Giovani Imprenditori di Confindustria ospite in Israele, oggi l'Ambasciatore israeliano Naor Gilon ricambia la visita a Firenze per rinsaldare la collaborazione tra gli industriali italiani e la più grande Start up Nation.

 

Nel corso dell’incontro, ospitato dal Presidente di Aeroporto di Firenze Marco Carrai, l'Ambasciatore Gilon ha sottolineato l'anima imprenditoriale di Israele, che lo scorso anno si è confermata il Paese con il più alto numero di nuove imprese.

 

Giacomo Lucibello, presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Toscana, ha rimarcato l'importanza di "intercettare le traiettorie di sviluppo dove maggiori sono le potenzialità di crescita. Israele e i Paesi vicini sono geografie importanti per le imprese toscane, ma ancora poco conosciute".

 

A chiudere l'incontro, il presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria, Marco Gay, secondo cui “l'internazionalizzazione e l'innovazione devono essere attitudini cromosomiche per chi vuole fare impresa.

 

I Giovani Imprenditori stanno portando avanti diversi progetti per incentivare in Italia la nascita di nuova imprenditorialità, opportunità di occupazione e di crescita per tutti, e di sviluppo innovativo anche per le imprese tradizionali.

 

Prossimo tassello di questa collaborazione – spiega Gay – la visita imprenditoriale in Israele che, con il sostegno di Sace, stiamo organizzando per il mese di giugno. Obiettivo, conoscere noi l’ecosistema delle startup israeliane per replicarne i modelli di successo e far conoscere alle controparti israeliane l'eccellenza innovativa delle nostre imprese”.

Roma, 20 febbraio 2015 - I decreti approvati oggi dal Consiglio dei Ministri sono positivi, soprattutto perché confermano concretamente la volontà del Governo di far cambiare passo al Paese. La direzione è quella giusta.

 

Nel merito del Jobs Act, è positivo che il decreto a tutele crescenti non solo non è stato modificato, ma anzi, sotto alcuni aspetti tecnici, è stato migliorato. Bene, in particolare, che siano state confermate le norme anche sui licenziamenti collettivi.

 

Positivo pure il giudizio sullo schema di decreto di riordino dei contratti di lavoro che semplifica e rende più coerente il quadro delle tipologie. Anche la nuova disciplina in materia di mutamento delle mansioni coglie, rispettando i diritti fondamentali dei lavoratori, quelle esigenze di certezza normativa e di flessibilità dell'organizzazione aziendale che le imprese da lungo tempo chiedevano. Dobbiamo ora proseguire in questo percorso riformatore approvando compiutamente tutto il pacchetto di provvedimenti.

Confindustria farà la propria parte. Legalità e lotta a corruzione priorità imprese

Roma, 3 febbraio 2015 – “Confindustria ha molto apprezzato il discorso del nuovo Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la sua concretezza, la grande attenzione riservata al Paese in tutte le sue forme e condizioni”, così Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, commenta l’intervento del Presidente Mattarella.

 

“Un ringraziamento particolare va alla grande sensibilità che il Presidente ha voluto dimostrare, fin dal suo insediamento – sottolinea Squinzi – al mondo dell’industria riconoscendo a tutti gli imprenditori italiani, grandi, medi e piccoli, il coraggio di continuare a innovare e a competere sui mercati internazionali, anche in momenti di enorme difficoltà come quello che stiamo vivendo. Confindustria condivide pienamente il richiamo all’unità rivolto a tutte le forze del Paese e l’appello alla necessità di proseguire con le riforme economiche, istituzionali e sociali”.

 

“Gli imprenditori – afferma Squinzi – continueranno a fare con responsabilità la propria parte per ridare all’Italia e agli italiani speranza e dignità sociale. Oggi più che mai il Paese ha bisogno di alti riferimenti che devono essere – aggiunge il presidente di Confindustria – come la maggior parte degli italiani, concreti, laboriosi, onesti. La priorità assoluta riservata dal Presidente al rispetto della legalità e alla lotta a mafia e corruzione è anche la priorità di Confindustria. Da tempo – conclude Squinzi – siamo impegnati in questa battaglia che è per noi condizione di gravissima disparità per le imprese sane e oneste: avere al nostro fianco la Sua figura ci farà proseguire con ancora più coraggio e forza".

Avviato un progetto di sviluppo per la ristrutturazione della Federazione irachena

Avviato un progetto di sviluppo per la ristrutturazione della Federazione irachena


Roma, 28 gennaio 2015 – Le imprese irachene scelgono Confindustria come modello di riferimento per rinnovare la propria associazione imprenditoriale. Gli imprenditori italiani partecipano, in collaborazione con la DG Cooperazione allo Sviluppo del Maeci e UNIDO, a un progetto di sviluppo della Federazione imprenditoriale irachena (IFI - Iraqi Federation of Industries) mettendo a disposizione le proprie competenze. L’iniziativa è finanziata dalla Cooperazione italiana, dura un anno e prevede il supporto e la consulenza di esperti del Sistema confindustriale per assistere la Federazione irachena nel processo di ristrutturazione interna e di definizione di una strategia istituzionale. Il programma di sviluppo comprende interventi di capacity building e avvio di partenariati industriali tra imprese italiane e irachene, con sessioni di formazione in aula in Italia o direttamente in Iraq per brevi periodi, nonché la realizzazione di seminari, BtoB e study tour in Italia. Tra le iniziative, anche la creazione di un database di imprese associate all’IFI, che ad oggi sono circa 40.000, la progettazione di attività per la promozione internazionale e l’organizzazione di un Business Forum Italia-Iraq.

 

Oggi si è conclusa la prima sessione di lavori con un incontro tra Licia Mattioli, Presidente del Comitato tecnico per l’Internazionalizzazione e gli investitori esteri di Confindustria, e il Presidente dell’IFI Ali Sabeeh Al Saadi, per la prima volta in visita in Italia.

 

“Questo progetto è per noi una sfida, ma anche una grande opportunità per conoscere da vicino il nascente sistema imprenditoriale iracheno”, afferma Licia Mattioli, Presidente del Comitato tecnico per l’internazionalizzazione e gli investitori esteri di Confindustria. “Lo sviluppo di una forte associazione industriale è elemento chiave per una crescita economica stabile e affrontare le nuove sfide che attendono l’Iraq. Ringraziamo l’IFI per averci scelto come benchmark nel settore privato e ci auguriamo che questo progetto possa essere l’occasione per creare una solida collaborazione tra le nostre imprese. Confindustria – conclude Mattioli – è la prima Federazione datoriale europea a partecipare ad un’iniziativa come questa, affiancata da UNIDO, con la quale speriamo di poter collaborare in futuro su altri progetti analoghi”.

 

“Per molti aspetti questa visita è stata una rivelazione e porterà ad un rapporto di lunga durata con Confindustria e conseguenti benefici per il settore privato in entrambi i paesi”, dichiara Ali Sabeeh Al Saadi, Presidente dell'IFI.  “Spero che le imprese italiane vengano a conoscere più da vicino il mercato iracheno e le interessanti opportunità che si stanno aprendo in numerosi settori. Vogliamo rassicurarvi che stiamo vivendo un momento di grande apertura e di cambio di mentalità. Proprio per questo chiediamo la collaborazione delle Istituzioni italiane nel semplificare il più possibile le procedure burocratiche che possono rallentare i rapporti economici tra i nostri paesi”. 

Vero servitore dello Stato. Resti risorsa importante della Repubblica

Vero servitore dello Stato. Resti risorsa importante della Repubblica

 

Desidero esprimere il sentimento di grande stima ed affetto di tutti gli imprenditori italiani nel salutare il Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano. Da vero servitore dello Stato, in un momento particolarmente delicato della nostra storia, si è impegnato e sacrificato per il bene del Paese.

 

Confindustria, e io personalmente, lo ringraziamo di cuore per la sensibilità che ha più volte dimostrato in questa pesante crisi economica verso le necessità e le difficoltà dell'industria che non ha mai mancato di sostenere.

 

In questi nove anni è stato un punto di riferimento certo per tutti gli italiani, garante inflessibile sulla strada delle riforme, ha interpretato il dettato costituzionale in modo rigoroso, ma sempre attuale ai tempi. Sono convinto che ora, nella nuova veste di Senatore a vita, resti risorsa importante della Repubblica, a difesa dei valori istituzionali.

 

 

Motori al minimo, ma Sud ricco di risorse e potenzialità: per la ripresa recuperare la fiducia e rilanciare gli investimenti

Si chiude con pochissime luci e molte ombre il settimo anno di crisi per l’economia del Mezzogiorno che, anche per il 2014, fa registrare il segno meno nella gran parte degli indicatori.

 

L’Indice Sintetico del Check Up, elaborato da Confindustria e SRM-Studi e Ricerche per il Mezzogiorno  (centro studi del Gruppo Intesa Sanpaolo) è infatti ben al di sotto del dato di partenza del 2007, ed in calo ulteriore rispetto al minimo già registrato nel 2013. A deprimere l’indice sono gli investimenti pubblici e privati, stimati in calo di quasi 29 miliardi tra il 2007 ed il 2014; il PIL, stimato in calo di oltre 51 miliardi di euro; e l’occupazione, con il numero degli occupati ben al di sotto della soglia psicologica dei 6 milioni, ed un tasso di disoccupazione che ha sfondato il tetto del 20%.

 

Nei primi 9 mesi del 2014, 88 mila imprese meridionali hanno chiuso i battenti, ad un ritmo di 326 cessazioni al giorno, non compensate dalle nuove iscrizioni: il saldo del 2014 vede, infatti, 10 mila imprese in meno.  Le sofferenze bancarie sono ormai ben oltre quota 36 miliardi di euro. Le imprese che restano vedono erodere il loro fatturato (-1,8%), la loro redditività (RoI ridotto di oltre 3 punti dal 2007) e i loro margini, anche per effetto dell’aumento della pressione fiscale: le imprese in perdita nel Mezzogiorno sono circa 1/3 del totale, e il 5,5% di loro è in perdita dopo il pagamento delle imposte. Segno di margini sempre più esigui, ma anche di una pressione fiscale, soprattutto locale, sempre più opprimente: come certifica la Banca d’Italia, nel 2011-12 le entrate fiscali sono aumentate dell’1,7%  all’anno nel Mezzogiorno, dove ormai il rapporto tra gettito fiscale e PIL è ormai prossimo a quello del Centro-Nord.

 

Segnali contrastanti vengono dalle esportazioni. Nel medio lungo periodo, infatti, l’export si conferma la principale variabile positiva dell‘economia meridionale (+2,7% rispetto al dato pre-crisi del 2007) ma, nel complesso, anche questa variabile sta conoscendo negli ultimi mesi un preoccupante rallentamento, essendo fortemente influenzata dall’instabilità del pezzo del petrolio (che costituisce parte importante dell’export meridionale). Nel 2014 migliora infatti l’export dell’automotive e dell’aeronautico (+5,1% rispetto ad un anno fa), della meccanica (+4,3%) e del metallurgico (+13,9%), trainato dalla ripresa delle esportazioni dell’ILVA di Taranto: in calo invece, oltre ai prodotti della raffinazione, la chimica, la farmaceutica e la gomma e plastica. L’agroalimentare è il settore che più ha visto crescere le proprie esportazioni dall’avvio della crisi (+40,5%, con un incremento in valore di oltre 1,2 miliardi di euro).

 

Quelli legati all’export non sono i soli segnali positivi: continua a crescere il numero delle società di capitali (+4,4% nell’ultimo anno, nonostante il calo delle imprese attive), come il numero delle start up (+45,6% nella sola seconda parte del 2014); crescono le imprese in rete (oltre 2.200) e cala per la prima volta il numero medio delle società con almeno un protesto nell’anno. Soprattutto, come mostra la Banca d’Italia, la domanda e l’offerta di credito tendono a stabilizzarsi (anche grazie all’intervento della BCE), dopo un lungo periodo in cui alla crescita della domanda ha fatto riscontro un irrigidimento delle condizioni di offerta e, di conseguenza, una riduzione degli impieghi (-1,8%). 

 

Tali segnali, tuttavia, non sono ancora sufficienti ad invertire la tendenza, anche perché concentrati in alcune aree e con numeri ancora troppo esigui e, soprattutto, non supportati da una azione pubblica convintamente anticiclica, se si eccettua l’effettivo saldo di buona parte dei debiti della PA verso le imprese. Tra il 2009 e il 2013, infatti, la spesa in conto capitale nel Mezzogiorno si è ridotta di oltre 5 miliardi di euro, tornando ai valori del 1996, contribuendo alla riduzione del numero e del valore degli appalti pubblici. Di valore sempre più ridotto sono, inoltre, le gare di Partenariato Pubblico-Privato bandite al Sud, e pressoché dimezzati, rispetto all’anno precedente i mutui concessi agli Enti locali per il finanziamento degli investimenti. Si realizzano, dunque, sempre meno investimenti pubblici, sia che lo Stato li finanzi direttamente sia che li promuova indirettamente

 

E’ un Mezzogiorno con il motore al minimo, dunque, in cui economia, società e amministrazione pubblica sembrano non avere la forza per uscire dalla crisi e il clima di fiducia faticosamente risalito nei mesi scorsi, è tornato purtroppo a calare, soprattutto nella sua componente economica. Si spiega anche così il basso livello di investimenti privati nonostante la liquidità non manchi ai principali gruppi bancari, dopo l’accesso al funding agevolato della BCE.

 

Quella del Mezzogiorno, oltre che una crisi economica e sociale, sembra essere sempre più una crisi di sfiducia, in cui le imprese non investono, i giovani se ne vanno, perfino le poche risorse pubbliche per investimenti non si riescono ad utilizzare: ad un anno dalla chiusura del ciclo di programmazione 2007-13, restano infatti ancora da erogare ben 14 miliardi di euro. Cosicché, torna ad allargarsi il divario nel PIL procapite, pari a poco più del 56% di quello del Centro-Nord: in valori assoluti, pari a circa 13 mila euro in meno.

 

E’ un Mezzogiorno sfiduciato, ma ancora ricco di risorse e di imprese che hanno rinviato i loro investimenti in attesa di prospettive più chiare, e che hanno bisogno di un tessuto sociale e soprattutto istituzionale che reagisca con vigore.

 

Il recupero della fiducia appare pertanto la principale ricetta di politica economica capace di agganciare il Sud alla possibile ripresa del 2015: lo sblocco di questo stand-by può venire da uno stimolo esterno.

 

L’esclusione delle spese di investimento, in particolare di quelle finanziate da fondi strutturali europei dal calcolo europeo del deficit, appare sempre più la chiave di volta per rimettere in moto investimenti da troppo tempo bloccati e per ridare ai bilanci pubblici spazi di manovra senza i quali nessuna fase espansiva appare ipotizzabile. Il semestre di presidenza italiano ha avuto il merito di porre il tema all’ordine del giorno, e il recente Consiglio europeo ha lasciato aperto uno spiraglio, collegandone l’eventuale implementazione all’attuazione del Piano Juncker. Queste timide aperture devono essere consolidate già nei primi mesi del 2015, per poterne trasferire i benefici effetti sul Patto di Stabilità delle Regioni, ampliando gli spazi, ancora stretti, aperti dalla Legge di Stabilità.

 

La vera sfida è costituita da una selezione attenta e mirata degli investimenti pubblici e privati, in alcune aree prioritarie dal valore strategico: dalla ricerca e sviluppo alla competitività delle imprese; dalle risorse naturali e culturali all’istruzione; dall’efficienza energetica alle infrastrutture materiali e sociali (e ai servizi che tali infrastrutture utilizzano).

 

E’ la stessa sfida del Piano Juncker, sulla quale far convergere gli investimenti pubblici e privati, e su cui concentrare tutte le risorse della politica di coesione, vecchie e nuove. Una sfida da giocare prima di tutto al Sud.

Gli industriali donano alla Comunità un furgone per il trasporto degli alimenti

Confindustria accanto ai più deboli. La crisi economica ha colpito con ancora più forza le fasce sociali bisognose e gli industriali desiderano farsi parte attiva nel sostegno alle categorie più svantaggiate. Per questo, in occasione del Natale, Confindustria ha deciso di sostenere l'attività della Comunità di Sant'Egidio, donando un furgone con impianto refrigerante per il trasporto degli alimenti.

 

La cerimonia si è svolta oggi alle 12 nella sede di Viale dell’Astronomia alla presenza del direttore generale di Confindustria Marcella Panucci e del Consigliere spirituale di Sant’Egidio Monsignor Vincenzo Paglia.

 

Da sempre al fianco dei più deboli, la Comunità utilizzerà il mezzo per trasportare derrate alimentari, tra cui anche i cibi deperibili, dalla Città eco-solidale, centro di raccolta di Sant’Egidio, alle varie sedi di assistenza della Capitale.

 

 

 

L’iniziativa di oggi avviene nel solco di un'azione di collaborazione tra Confindustria e Sant’Egidio che a luglio ha visto il coinvolgimento di tutta la struttura di Viale dell’Astronomia per la raccolta di beni alimentari non deperibili.

 

"Confindustria è un ponte tra l'interesse delle imprese e quello del Paese – ha commentato il direttore generale degli industriali Marcella Panucci. In questo ruolo non possiamo prescindere da un'attenzione particolare per le fasce sociali che più necessitano del contributo di ognuno di noi. E' in quest’ottica che abbiamo deciso di sostenere l’attività che da anni la Comunità di Sant'Egidio porta avanti con grande impegno e dedizione."

 

“Ringraziamo molto Confindustria per il dono che ci fa oggi - ha dichiarato Mons. Vincenzo Paglia, Consigliere spirituale della Comunità di Sant’Egidio. Come ha detto Papa Francesco in visita alla nostra Comunità: “Solidarietà non è una parolaccia” ma una parola cristiana, segno della misericordia concreta che deve accompagnare la nostra vita. Il dono che oggi Confindustria ci consegna, è un segno di solidarietà molto concreto che ci permetterà di raggiungere e sostenere, con ciò che è più prezioso, il cibo, chi è più povero e bisognoso in questo tempo di crisi che colpisce sempre più famiglie e persone nella nostra città di Roma.  Ha scritto San Paolo che Gesù disse: “C’è più gioia nel dare che nel ricevere”. Unirci insieme nel dare e nell’essere solidali coi poveri ci rende tutti più felici e aiuta a cambiare il mondo”.

Opportunità per imprese sane. Strada giusta, pieno sostegno di Confindustria

 

Antonello Montante, delegato del presidente di Confindustria per la legalità, esprime grande apprezzamento per l’operazione condotta ieri a Roma dai Ros, sotto la direzione della Procura Distrettuale Antimafia.

 

“L’esperienza maturata negli anni dal Procuratore Giuseppe Pignatone e dalla sua squadra ha consentito di raggiungere anche nella Capitale formidabili risultati nella lotta alla criminalità organizzata – commenta Montante – In questo modo si imprimono colpi pesanti a quanti tentano di inquinare il tessuto economico, sociale e politico e si vengono a creare opportunità per le imprese che operano legalmente, nel rispetto di quei principi di correttezza e concorrenza sana, che sono gli unici strumenti di competitività.

 

Da tempo – prosegue Montante – Confindustria è impegnata in questa battaglia di civiltà contro ogni forma di illegalità: operazioni di questa rilevanza e spessore ci confermano che siamo sulla strada giusta, sulla quale le Forze di Polizia e la magistratura avranno sempre il pieno e convinto sostegno, al Sud come al Nord, di tutta Confindustria".

Dove siamo
Complementary Content
${loading}