COMUNICATI STAMPA

"Formazione e valorizzazione del capitale umano sono le leve per fare della 'fabbrica' Italia un leader europeo"

Baban: formazione e valorizzazione del capitale umano sono le leve per fare della "fabbrica" Italia un leader europeo

 

Oggi il Consiglio Centrale di Piccola Industria ha confermato alla presidenza, per il secondo mandato, Alberto Baban. Baban resterà in carica per il biennio 2015-2017, mantenendo di diritto la carica di vicepresidente di Confindustria.

 

Nel corso della riunione il Consiglio Centrale ha eletto anche la nuova squadra dei vicepresidenti composta da: Rosario Amarù, vicepresidente per Cultura d'Impresa e Legalità; Alvise Biffi, vicepresidente per Re-startup; Massimo Cavazza, vicepresidente per Cooperazione e Integrazione tra territori; Diego Mingarelli, vicepresidente per Internazionalizzazione e Rapporti Ue; Giuseppe Ponzi, vicepresidente per Finanza Strategica; Giorgio Possio, vicepresidente per Innovazione Organizzativa e Gestionale; Bruno Scuotto, vicepresidente per Education e Formazione; Gianluigi Viscardi, vicepresidente per l'Innovazione e Stefano Zapponini, vicepresidente per Cultura d'Impresa e Rapporti Ue.

 

Il presidente Baban ha, inoltre, affidato alcune deleghe specifiche a componenti del Consiglio Centrale: a Paolo Bastianello l'Internazionalizzazione; a Maria Cristina Bertellini il Welfare aziendale; ad Aldo Ferrara i Rapporti con gli Ordini professionali e Federconfidi e il Coordinamento del nuovo Comitato Scientifico Consultivo di Piccola Industria; a Salvatore Giordano l'Attuazione del nuovo Regolamento PI sui territori; a Vito Ruggieri Fazzi, il Turismo e i Beni culturali e a Simonetta Monica Talmelli, i Rapporti sindacali.

 

Confermato il Comitato di Direzione della rivista di PI L'Imprenditore, alla cui guida resta Carlo Robiglio.

 

Alberto Baban, al termine della riunione, ha ringraziato il Consiglio Centrale per la fiducia rinnovata: "Siamo cresciuti insieme in questi primi due anni di mandato - ha detto il presidente - e abbiamo ancora molta strada da fare insieme. Tutte le economie sono in forte e radicale trasformazione: l'obiettivo che ci siamo posti è quello di contribuire alla modernizzazione del nostro Sistema Paese anche attraverso una crescita culturale delle nostre PMI. Formazione e attenzione alla valorizzazione del capitale umano sono le leve per fare della "fabbrica" Italia un leader europeo. Da parte nostra c'è grande volontà ed entusiasmo e siamo convinti che insieme possiamo contribuire a costruire un futuro migliore da consegnare alle prossime generazioni. Il nostro impegno - ha concluso Baban - parte dalla convinzione che non rappresentiamo piccoli imprenditori, ma capitani coraggiosi che sfidano tante complessità per fare grandi imprese".

 

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Alberto Baban, classe 1966, è Presidente del Gruppo Tapì, impresa fondata nel 1998 e specializzata nella produzione di tappi sintetici brevettati per vino e liquori, che oggi ha 5 siti produttivi tra Italia, Messico e Argentina e una presenza commerciale in oltre 60 paesi. Baban è anche presidente e socio fondatore di Venetwork SpA, società per azioni con capitali privati di cui fanno parte 50 imprenditori veneti, che ha come obiettivo la promozione della cultura d'impresa attraverso il finanziamento e lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali ad alto potenziale.

Confindustria e Inail lanciano oggi la quarta edizione del Premio Imprese per la Sicurezza, con la collaborazione tecnica dell’Associazione Premio Qualità Italia (APQI) e di Accredia, ente italiano di accreditamento.L’iniziativa ha lo scopo di diffondere la cultura della prevenzione premiando le  aziende che si distinguono per l'impegno concreto e per i risultati gestionali conseguiti in materia di salute e sicurezza.

 

Il Premio è rivolto a tutte le imprese, anche non aderenti al sistema  Confindustria, ed è assegnato per tipologia di rischio (alto o medio-basso) e per dimensione aziendale.

 

Le imprese che intendono aderire all'iniziativa possono farlo attraverso il sito di Confindustria, cliccando sul banner del Premio, raggiungibile anche dal Canale sicurezza Inail.

 

Il termine ultimo per la compilazione dei questionari on line è l’11 dicembre 2015. Le aziende che risulteranno finaliste potranno chiedere una riduzione del tasso di premio INAIL tramite il modello OT24, secondo le modalità disponibili sul sito www.inail.it.

Alle imprese vincitrici un budget media complessivo di 500.000 euro

Assegnati oggi a Milano i premi della seconda edizione di “Parola d’impresa”, il riconoscimento al miglior progetto pubblicitario su Carta stampata e New media per le PMI organizzato da Piccola Industria Confindustria e UPA – Utenti Pubblicità Associati, con il sostegno del Sole 24 Ore e in collaborazione con “L’Imprenditore”, la rivista mensile di Piccola Industria Confindustria. La cerimonia si è svolta in Expo Milano 2015, presso l’Auditorium di Palazzo Italia.

 

Di seguito la classifica per il settore carta stampata:

 

Vincitrice del Premio Parola d’impresa Carta stampata, con la campagna “Un cuore italiano”, è Fluid-o-Tech, azienda di Corsico, in provincia di Milano, specializzata nella progettazione e produzione di pompe per la pressurizzazione e il trasferimento di liquidi. A realizzare la campagna è stata l’agenzia PicNic di Milano.

 

Il Secondo Premio Assoluto Carta stampata è andato a MASMEC, azienda di Modugno, in provincia di Bari, attiva nella progettazione e realizzazione di dispositivi per il settore medicale e biotech.  La campagna premiata è “Se c’è una via di guarigione dal tumore, i nostri sistemi aiutano a trovarla”, realizzata dall’agenzia barese CaruccieChiurazzi.

 

Il Terzo Premio Assoluto Carta stampata è stato assegnato a Di Leo Pietro, azienda di Matera attiva nella produzione e commercializzazione di prodotti da forno con la “Campagna di comunicazione a sostegno della candidatura di Matera a capitale europea della Cultura per il 2019”, realizzata dall’agenzia barese CaruccieChiurazzi. La Di Leo Pietro è stata inoltre vincitrice della prima edizione del Premio.

 

Per quanto riguarda il settore New media:

 

Vincitrice del Premio Parola d’impresa New media è CEF, azienda di Novara specializzata nella progettazione e pubblicazione di supporti didattici per la formazione professionale a distanza. “CHEFuoriclasse” è la campagna premiata, realizzata dall’agenzia milanese Lorenzo Marini Group.

 

Il Secondo Premio Assoluto New media è andato a INCOMEDIA, azienda di Ivrea che produce e distribuisce soluzioni per il web e il mobile per utenti consumer, business ed educational, con la campagna “Vittorio Brumotti – Road Bike Freestyle per Incomedia WebSite X5”.

 

Ad aggiudicarsi, infine, il Terzo Premio Assoluto New media è stata URSA ITALIA, azienda di Bondeno, in provincia di Ferrara, produttrice di pannelli termoisolanti con la campagna “#siamotuttiorsi”, realizzata dall’agenzia pubblicitaria Tribe Communication di Milano.

 

I vincitori sono stati scelti da una Giuria d’Onore che ha visionato una rosa di finalisti -  23 per il settore Carta stampata e 22 per il settore New media - precedentemente selezionati da una Giuria Tecnica nell’ambito delle oltre 100 campagne in gara.

 

Alle imprese vincitrici un budget media complessivo di 500.000 euro, che sarà suddiviso pro quota e che sarà utilizzato per pianificare la propria campagna pubblicitaria sulle testate del Gruppo 24 ORE. 

 

In allegato il testo integrale del comunicato stampa

Gay, nella Stabilità il Governo dia certezza risorse per piano banda ultra-larga

Istanbul, 10 settembre 2015 - 500 giovani imprenditori dei 20 Paesi più industrializzati del mondo hanno partecipato al Summit annuale del G20 Young Entrepreneurs’ Alliance che si è concluso ieri a Istanbul. Il network – fondato nel 2009 proprio in Italia, a Stresa – precede quest’anno l’omologo incontro dei Capi di Stato e di Governo in programma a novembre ad Antalya.

 

Marco Gay, presidente dei Giovani Imprenditori Confindustria, ha firmato per l’Italia il Final Communiqué con le raccomandazioni e le azioni prioritarie individuate dai Giovani Imprenditori, e che sarà consegnato alla Presidenza turca e ai Governi di tutti i Paesi che si riuniranno ad Antalya. Tema centrale del documento: lo sviluppo delle infrastrutture digitali, oggi sempre più determinanti per un ecosistema innovativo in cui l’interazione tecnologica consente lo sviluppo di nuovi prodotti - anche attraverso piattaforme di collaborazione - e l’accesso a nuovi mercati. Un argomento che interessa da vicino le imprese italiane e sul quale si sono concentrati i Giovani Imprenditori della nostra delegazione.

 

“Confindustria, anche nell’ambito del B20, ha focalizzato la sua attenzione sul concetto di digitalized economy, non più solo digital economy - ha spiegato al termine dei lavori il presidente Marco Gay – ma un ecosistema dove lo sviluppo delle infrastrutture digitali possa favorire quei processi di innovazione vitali in un'economia manifatturiera come la nostra, anche grazie al contributo delle start-up e delle nuove imprese. I numeri dicono che gli investimenti degli operatori privati stanno aumentando e coprono con banda ultra-larga il 34% della popolazione. Poco, rispetto al 68% della media europea, ma molto di più del 14% del dicembre 2014. Ora serve che anche il Governo faccia la sua parte – ha concluso Gay – e nella prossima Legge di Stabilità dia certezza delle risorse stanziate per l'attuazione del piano sulla banda ultra-larga approvato nei mesi scorsi”.

 

L’attenzione dei Giovani Imprenditori si è concentrata, inoltre, anche sulla necessità di semplificare le procedure di visto per gli imprenditori tra i Paesi del G20 favorendo così la mobilità internazionale, promuovere programmi d’istruzione mirati a incoraggiare l’imprenditorialità tra gli studenti, nonché di portare avanti iniziative per sostenere la collaborazione tra grandi corporation e imprese più giovani.

 

Nella tre giorni di Istanbul, la delegazione dei 51 Giovani imprenditori di Confindustria ha avuto anche una serie di incontri istituzionali, tra cui quello con il presidente della Camera di Commercio Giuseppe Alberto Moggi e la Console Generale d’Italia Federica Ferrari Bravo, per approfondire le opportunità di un mercato come la Turchia di cui l’Italia - con 20 miliardi di interscambio annuale - è il quinto partner commerciale.

  Parte il 6 luglio la missione imprenditoriale a L’Avana

 

 

71 imprese, 9 associazioni imprenditoriali, 5 gruppi bancari per un totale di oltre 140 partecipanti. Questi i numeri della missione imprenditoriale che fa tappa per la prima volta a L’Avana dal 6 all’8 luglio. Obiettivo, identificare e approfondire le reali prospettive di cooperazione che il nuovo coinvolgimento di Cuba nella comunità internazionale potrà offrire al nostro sistema industriale. 
L’iniziativa è settoriale ed è focalizzata sulle filiere che si prevede potranno contribuire maggiormente alla crescita di Cuba nei prossimi anni: Turismo, Meccanica Agricola e Trasformazione alimentare, Ambiente ed Energie Rinnovabili, Costruzioni (incluso il Restauro) e Biomedicale.

 

La missione è promossa dai Ministeri dello Sviluppo Economico e degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale ed è organizzata da Confindustria, ICE-Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, ABI, Alleanza delle Cooperative e Unioncamere. La delegazione italiana è guidata dal Vice Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda e dal Sottosegretario agli Affari Esteri Mario Giro, insieme a Licia Mattioli, Presidente del Comitato tecnico per l’Internazionalizzazione e gli investitori esteri di Confindustria, Riccardo Maria Monti,  Presidente dell’ICE - Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese, e Guido Rosa, Presidente del Comitato Tecnico per l’internazionalizzazione ABI.

 

Il programma dei lavori avrà inizio a L’Avana la mattina del 7 luglio con il Forum Italia-Cuba, alla presenza di rappresentanti delle principali istituzioni dei due Paesi, cui seguiranno sessioni di approfondimento settoriale durante le quali rappresentanti dei Ministeri economici e realtà industriali dell’Isola presenteranno i più importanti progetti di investimento in programma a Cuba nei prossimi anni. L’8 luglio è infine prevista una visita alla Zona Economica Speciale e al Porto di Mariel, un’area che si estende per oltre 400 kmq appena fuori L'Avana e che grazie ad appositi incentivi fiscali e doganali è destinata ad attrarre investimenti esteri sia nel settore petrolifero che in quello dell’industria manifatturiera. Nella stessa giornata l'Alleanza delle Cooperative Italiane, in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo Economico e delle Autorità Cubane in Italia, organizza il workshop “Il modello d'impresa cooperativa nel quadro delle relazioni tra Italia e Cuba” rivolto a istituzioni e imprese che volessero sapere di più del modello cooperativo italiano.

 

Il processo di normalizzazione delle relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti ha impresso un’accelerazione nel percorso di integrazione di Cuba nell’economia globale, spingendo le comunità imprenditoriali statunitense ed europea a guardare all’Isola come a una nuova destinazione per futuri investimenti. Già nel marzo 2014, con l’approvazione della Ley de Inversión Extranjera, il Governo cubano aveva definito l’apporto di capitali stranieri come il principale volano per rafforzare lo sviluppo economico del Paese, identificando oltre 220 progetti di investimento in diversi settori per un valore complessivo di 8,7 miliardi di USD e definendo una serie di incentivi fiscali per le società internazionali che intendano stabilire una presenza diretta a Cuba. La decisione dell'amministrazione Obama di normalizzare le relazioni diplomatiche con L’Avana ha fornito ulteriore impulso a questo processo. Inoltre le principali analisi internazionali stimano per il 2015 un sensibile aumento della crescita cubana (+4,4%), accompagnata da una rapida espansione degli Investimenti Esteri (oltre 1 miliardo di USD in base alle ultime stime).

Si rafforza sempre più il rapporto tra i Giovani Imprenditori di Confindustria e lo Stato di Israele, paese di grande interesse per la nuova imprenditoria, soprattutto quella italiana, che può mettere a disposizione delle controparti locali forte capacità industriale e creatività, in cambio di tecnologie di altissimo livello. In Israele c’è infatti la più grande concentrazione del settore hitech, con un'elevata nascita di start up innovative nel mondo del digitale.

 

5 giorni (dal 26 giugno al 1° luglio), 3 tappe (Tel Aviv, Gerusalemme, Haifa), 25 giovani imprenditori (provenienti da tutta Italia e rappresentativi di una varietà significativa di settori), guidati dal presidente Marco Gay e dal vice presidente all’innovazione e internazionalizzazione Giacomo Gellini.

 

Grazie a una proficua sinergia con l’Ambasciata d’Israele in Italia, con la nostra Ambasciata e con il Consolato di Gerusalemme è stato realizzato un fitto programma di visite presso i principali centri di eccellenza in campo scientifico, ingegneristico e tecnologico: Weitzman Institute of Science, Technion Institute of Technology, visite aziendali alla Telit (High Tech Industry) alla Strauss (Innovation Center in campo alimentare) Caesar Stone (lavorazione del Quarzo).

 

I Giovani Imprenditori hanno anche incontrato i colleghi israeliani della locale Confindustria, la Manufacturers Association of Israel, per programmare future collaborazioni su progetti finalizzati a concretizzare networking innovativi tra le due realtà giovanili. Già in calendario una missione di follow up dei Giovani Imprenditori israeliani per la firma di un Memoradum of Understanding e la visita a Expo nel mese di settembre. 
A chiusura della missione, il presidente Gay e il vice presidente Gellini hanno partecipato all’incontro con la Comunità ebraica italiana di Gerusalemme alla presenza dei Ministri degli Esteri Paolo Gentiloni e dell’Istruzione Stefania Giannini.

Proposta Presidenza UE inaccettabile e limitata, Italia lavori per includere comparti fondamentali

Proposta Presidenza UE  inaccettabile e limitata, Italia lavori per includere comparti fondamentali
 

“La proposta della Presidenza lettone per l’applicazione dell’art.7 del Regolamento sulla sicurezza generale dei prodotti, che si discuterà al Consiglio Competitività del 28 maggio, rappresenta una soluzione inaccettabile”.

 

Cosi Lisa Ferrarini Vice Presidente di Confindustria per l'Europa. “Apprezziamo molto l’impegno del governo che ha lavorato per ottenere lo sblocco del dossier, tuttavia il campo di applicazione previsto sarebbe troppo limitato in quanto prenderebbe in considerazione soltanto il settore delle calzature e parte di quello della ceramica, escludendo comparti fondamentali come le piastrelle ed almeno altri tre interi settori cruciali per l’industria italiana, come il tessile, l’arredamento e la gioielleria.

 

La proposta della Commissione europea - prosegue la Ferrarini - che è stata approvata a larga maggioranza dal Parlamento europeo, riguardava tutti i prodotti industriali destinati al consumo. Da tutti i settori, passare a poco più di uno ci sembra solo un contentino. Peraltro, lo studio d’impatto realizzato in questi mesi indica chiaramente che l’intero settore della ceramica è favorevole, cosi come quello della gioielleria, quello dei mobili e larga parte del tessile.

 

Confidiamo nella capacità della delegazione italiana di fare fronte comune con gli altri paesi favorevoli ed ottenere una proposta adeguata, cosi che le ultime fasi del dialogo interistituzionale possano partire da una base sufficiente. Oltre al restringimento dei settori - conclude - vi sarebbe anche l’ipotesi di una revisione della norma a tre anni, perciò le concessioni e gli elementi di flessibilità non mancano”. 

Confindustria valuta positivamente l'impegno giunto oggi dal Comitato interministeriale per gli affari europei sull'adesione dell'Italia al brevetto unitario. Si tratta di una buona notizia per l'industria italiana.

 

Dopo anni di tentennamenti e di sterili contrapposizioni  l'Italia decide finalmente di uscire dall'isolamento e di stare dalla parte delle imprese che innovano e investono in ricerca e sviluppo, aderendo a un sistema pensato per rendere più efficace la tutela brevettuale attraverso un unico titolo valido su tutto il territorio europeo e una tutela giurisdizionale uniforme.

 

Per Confindustria la priorità è adesso formalizzare, anche in sede europea, questa decisione. Occorrerà in seguito fare sistema per far sentire il peso dell'Italia nei negoziati in corso sugli aspetti relativi alla ripartizione delle tasse, così da incentivare ulteriormente le nostre PMI ad avvalersi del nuovo brevetto.

 

Lo stesso impegno servirà anche per portare a termine l'adesione al nuovo sistema giurisdizionale, tema su cui lo stesso Ministero degli Affari Esteri si è mostrato sensibile, così da avere in Italia la sede del nuovo tribunale unificato dei brevetti. Confidiamo pertanto che il Governo e, in particolare, il Ministero dello Sviluppo Economico proseguano lungo la linea tracciata oggi con la stessa determinazione mostrata finora.

Le vendite di prodotti “belli e ben fatti” varranno 16 mld nel 2020, +5mld in sei anni

Le esportazioni italiane di prodotti belli e ben fatti (BBF) nei trenta principali nuovi mercati raggiungeranno i 16 mld nel 2020, dagli 11 del 2014, con un aumento del 45% in sei anni (+27% rispetto ai mercati maturi). La Russia rimarrà il principale mercato emergente per le imprese italiane BBF (3,5 mld nel 2020), ma vedrà la sua crescita penalizzata dal difficile quadro macroeconomico e politico. Gli Emirati saranno il secondo mercato (3,3 mld nel 2020) e registreranno il più forte incremento dell’import (+1,3 mld). Al terzo posto la Cina (2,2 mld nel 2020), con un aumento molto consistente delle importazioni (+0,7 mld).

 

Queste le stime della sesta edizione della ricerca "Esportare la dolce vita", presentata oggi in Expo da Centro Studi Confindustria e Prometeia – con il contributo di ANFAO, ANICA, Assocalzaturifici, Confindustria Alberghi, Federalimentare, FederlegnoArredo, Federorafi e SMI – sulle potenzialità dei prodotti belli e ben fatti nei mercati emergenti dal 2015 al 2020. I prodotti belli e ben fatti (BBF) sono costituiti da beni di consumo di fascia medio-alta che si contraddistinguono per il design, la cura, la qualità dei materiali e delle lavorazioni. In particolare, “Esportare la dolce vita” si concentra sui BBF dei settori alimentare, arredamento, abbigliamento e tessile casa, calzature, occhialeria e oreficeria-gioielleria.

 

Le esportazioni italiane di prodotti BBF stanno crescendo grazie all’ampliamento della classe benestante. Nel 2020, infatti, ci saranno 224 milioni di nuovi ricchi in più rispetto al 2014. La metà di essi risiederà nei principali centri urbani di Cina, India e Indonesia, ma cresceranno anche in paesi più vicini all’Italia, come la Turchia. In tali economie le produzioni italiane rappresentano per i consumatori uno status symbol, grazie alla forza delle grandi firme, ma anche al fascino esercitato in generale dall’Italia e dal made in Italy, che costituisce un brand.

 

Grandi opportunità però non significano sempre facile accesso per le imprese italiane. Per valutare l’accessibilità a questi mercati è stato infatti costruito un apposito indice. Nel ranking dei trenta nuovi mercati gli Emirati sono in testa in tutti i settori, seguiti in molti casi dalla Malesia e dai mercati europei; Russia e Cina, fondamentali per l’export italiano di BBF, non si collocano mai tra i primi dieci paesi.

 

Turismo e prodotti audiovisivi sono importanti veicoli di promozione del BBF. Il flusso di visitatori stranieri in Italia offre l’opportunità di far conoscere direttamente il made in Italy a oltre sette milioni di turisti provenienti dai paesi emergenti, in particolare da Russia, Cina e Brasile. Un fattore di criticità è però la loro breve permanenza, spesso di passaggio all’interno di un tour europeo. Ciò accade soprattutto a causa dell’assenza di hub aeroportuali e di grandi tour operator nazionali. L’Expo rappresenta un’importante occasione per superare questo limite perché pone l’Italia per sei mesi al centro del turismo rivolto all’Europa.

 

Tra i trenta nuovi mercati la Cina offre le maggiori prospettive di sviluppo alle imprese del BBF e nel 2013 l’Italia è diventata il primo fornitore internazionale di questi beni. Per i cinesi i punti forti dei prodotti italiani sono qualità, ampiezza di gamma, design, stile, innovazione e artigianalità e il made in Italy è il target di riferimento nelle tendenze di moda cinesi. Uno dei fenomeni di maggior rilievo è poi lo sviluppo del commercio elettronico, che dal 2013 ha reso la Cina il primo mercato mondiale per valore delle vendite online. 

 

Ferrarini: “Siamo preoccupati per le intenzioni di alcuni Commissari europei di stralciare il made in dal programma di lavoro della Commissione”

“Siamo preoccupati per le intenzioni di alcuni Commissari europei di stralciare il made in dal programma di lavoro della Commissione”, cosi Lisa Ferrarini, vice Presidente per l’Europa di Confindustria a margine di una riunione tenutasi ieri a Viale Astronomia con le principali associazioni di settore interessate alla quale ha partecipato il Vice Ministro Calenda.

 

“Sappiamo che è circolata una bozza dello studio d’impatto commissionato al termine del semestre di presidenza italiano sui costi e benefici del made in e che alcune sue conclusioni potrebbero essere strumentalizzate in maniera negativa – continua la vicepresidente - ma sappiamo anche che alcuni dei settori industriali consultati nell’indagine hanno espresso parere assai positivo, perciò i risultati di questo studio andranno analizzati con imparzialità e se indicheranno che il made in beneficia soltanto alcuni settori e non altri saremo disponibili a considerare una sua eventuale applicazione selettiva.

 

Il prossimo 6 maggio ci sarà una riunione del collegio dei commissari in cui si discuterà del made in ed abbiamo chiesto al governo di attivarsi ai massimi livelli per scongiurare il rischio dello stralcio del dossier e per finalizzare un compromesso in vista del consiglio competitività del prossimo 28 maggio.

 

Sono fiduciosa che il governo interverrà con autorevolezza a Bruxelles, nonché presso alcune cancellerie europee, per evitare questo scenario ed assicurare la migliore soluzione di compromesso possibile per la discussione in Consiglio. Siamo come sempre attivi in ogni contesto, ma avvertiamo l’urgenza di sbloccare il dossier e farlo finalmente approvare”. 

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