COMUNICATI STAMPA

BONOMI AL SUMMIT DELLE INDUSTRIE EUROPEE: L’UE ADOTTI UNA POLITICA INDUSTRIALE COMUNE
Il Copres Business Europe in corso a Madrid concorde sul principio di neutralità tecnologica per affrontare le transizioni
 
Madrid, 2 giugno 2023 - “Abbiamo richiamato l’attenzione sulla necessità che l’Europa adotti una politica industriale comune e abbandoni l’impostazione dirigista assunta su alcuni provvedimenti, come quello sull’automotive e sul packaging”. Questo il commento del presidente di Confindustria Carlo Bonomi in occasione del Copres Business Europe in corso a Madrid. L’associazione delle industrie europee, composta da 40 federazioni industriali europee, si è riunita in Spagna su invito della CEOE, la Confederazione degli imprenditori spagnoli, in vista dell’assunzione della Presidenza di turno dell’Ue da parte del governo iberico. “Tutti i Paesi sono pienamente concordi sul principio della neutralità tecnologica per affrontare le transizioni in atto – ha chiarito Bonomi. Inoltre, in vista delle elezioni europee del 2024 gli industriali europei ritengono necessario che l’Ue si posizioni come continente industriale, che governi adeguatamente e nei tempi corretti le transizioni ambientali e digitali e che si impegni verso una maggiore autonomia sulle materie prime e sulle tecnologie chiave, tra cui le terre rare, i semiconduttori e i pannelli solari, l’intelligenza artificiale. È fondamentale – ha aggiunto il leader degli industriali italiani - consentire un approvvigionamento energetico a prezzi competitivi e, in questo senso, l’UE deve dotarsi di un mercato dell’elettricità con investimenti a lungo termine perché su queste sfide si giocherà il futuro del nostro manifatturiero”. Tra i temi al centro della riunione tra le Confindustrie europee anche il nuovo Patto di Stabilità e Crescita che, secondo Carlo Bonomi “è cruciale che salvaguardi e favorisca gli investimenti”. 


EXPORT: ITALIA LEADER MONDIALE NEI MACCHINARI, 16 MLD DI POTENZIALE

Beltrame: necessaria una politica di sistema che accompagni le imprese sui mercati esteri

Roma, 31 maggio 2023 - Ci sono 16 miliardi di export potenziale per i beni strumentali caratterizzati da automazione, creatività e tecnologia. La possibilità di ampliare le esportazioni di questi macchinari a elevata sofisticazione è equamente distribuita tra paesi avanzati ed emergenti, per circa 8 miliardi ciascuno, suggerendo quindi alle imprese di accrescere le loro quote di mercato in entrambe le aree. Sono i dati della prima edizione di Ingenium, il Rapporto del Centro Studi Confindustria dal titolo “Il potenziale dei beni strumentali italiani nel panorama internazionale”, presentato oggi presso l’Unicredit Tower Hall e realizzato con il sostegno finanziario di Federmacchine e il contribuito, tra gli altri, di SACE per il focus nei Paesi dell’ASEAN e in particolare in Vietnam, Filippine e Thailandia, il cui mercato rappresenta un grande orizzonte di opportunità per il Made in Italy.

I macchinari che rientrano nell’analisi sono definiti grazie a tre elementi caratteristici che li contraddistinguono: automazione, creatività e tecnologia. Di qui l’acronimo ACT, che raggruppa 202 categorie di prodotto su cui l’Italia può far leva per affrontare lo scenario internazionale. Si tratta di macchinari dall’elevato grado di precisione, da una presenza dell’elettronica sempre più pervasiva rispetto alla parte meccanica, dall’agilità nell’adottare soluzioni su misura e da un crescente contenuto di servizi nell’offerta di vendita. Per molte categorie di beni l’Italia esprime un vantaggio competitivo sia in termini di prezzo applicato per la vendita, sia, a parità di prezzo, per le più elevate quantità di macchinari vendute, e non sorprende risulti leader mondiale nella produzione di molte categorie di macchinari.

“Nel quadro di un ruolo di assoluto rilievo che assume il Made in Italy nell'economia globale e nazionale quale asset fondamentale di crescita, i beni strumentali sono la robusta spina dorsale delle eccellenze italiane esportate all'estero. Senza di loro molti dei beni di consumo, che nel nostro immaginario rappresentano l'Italia nel mondo come moda, arredo e alimentare, non sarebbero realizzabili”, ha detto Barbara Beltrame Giacomello, Vice Presidente per l’Internazionalizzazione di Confindustria. “I macchinari costituiscono sempre una delle prime voci tra i prodotti venduti all'estero e rappresentano una parte significativa del nostro export. Un export che dagli ultimi dati vede dei segnali di rallentamento dopo i livelli record registrati negli ultimi anni e che ha sostenuto la competitività dell'industria italiana in un contesto internazionale reso estremamente sfidante e incerto. Un motivo in più per continuare a scommettere sul nostro Made in Italy e impegnarci a rafforzarlo senza farci spaventare. Anche perché come si vede da questi dati ci sono grandi potenzialità che dobbiamo essere in grado di mettere a terra con una vera politica di sistema che accompagni le imprese, in particolare le piccole e medie, nei mercati esteri”.

“Riconosciuto per le ottime performance, il made in Italy settoriale assicura da sempre un contributo decisivo al saldo della bilancia commerciale del paese. È infatti l’industria meccanica, nella quale rientra quella rappresentata da FEDERMACCHINE, a registrare il surplus commerciale maggiore. Ora, con il Rapporto Ingenium, le imprese del settore hanno a disposizione uno strumento in più per comprendere come e ove orientare la propria offerta, considerando i mercati a maggior potenziale, e alcune indicazioni strategiche per meglio presidiare le aree di sbocco”. Ha affermato Alfredo Mariotti, segretario generale Federmacchine.

Dal Rapporto emerge che tra i mercati avanzati, quelli che offrono un maggiore potenziale sfruttabile sono gli USA (con un potenziale di export aggiuntivo stimato in circa 1,7 mld di euro), Francia e Germania a pari merito (600mln di potenziale), poi Austria e Canada. Il potenziale aggiuntivo negli emergenti è guidato dal mercato cinese, dove è ancora sfruttabile il 52% del potenziale di export totale per un ammontare pari a circa 2 miliardi di euro. Questo potenziale in Cina è dovuto in larga parte alla dimensione del mercato. Seguono Turchia (potenziale di 700milioni) e India (600milioni), poi Messico e Brasile.

L’Italia risulta inoltre tra i primi esportatori sia per quota di mercato sia per competitività tra i fornitori internazionali di prodotti ACT. Nel 2020 l’Italia si è qualificata quinta, dietro Cina, Regno Unito, Germania e Austria. I principali importatori di macchinari ACT provenienti dall’Italia rimangono gli Stati Uniti, seguiti dalla Germania e dalla Cina.

L’export ACT vale quasi 28 miliardi di euro. Il valore delle esportazioni di macchinari italiani ACT nel mondo può essere diviso per mercati di destinazione. Quelli ad avere maggior peso sono i mercati avanzati, che insieme assorbono più di 18 miliardi di euro. Il valore delle esportazioni nei mercati emergenti è invece più limitato e registra poco più di 9 miliardi di euro. L’export di ACT è cresciuto in particolar modo nelle Americhe, tanto del Nord quanto in America Latina e nei Caraibi, così come nel continente europeo, destinazioni che hanno registrato la crescita maggiore nel corso del 2022 rispetto ai tre anni precedenti.

Il Rapporto indica anche la strada per attivare il potenziale suggerendo di intervenire su vari assi per la competitività delle imprese, come: supportare la servitizzazione (la fornitura di servizi aggiuntivi post-vendita); adottare comportamenti più sostenibili; favorire i trattati internazionali; stimolare l’innovazione.


CONFINDUSTRIA: L’ASSEMBLEA PRIVATA RINNOVA IL CONSIGLIO GENERALE E APPROVA IL BILANCIO
 


Roma, 30 maggio 2023 - L’Assemblea privata di Confindustria ha eletto 20 rappresentanti generali nel Consiglio Generale dell’Associazione per il biennio 2023-2025 e 15 Probiviri e 5 Revisori per il periodo 2023-2027.
Le candidature pervenute dal sistema sono state verificate e validate dal Consiglio di indirizzo etico e dei valori associativi e dal Collegio speciale dei Probiviri di Confindustria relativamente al possesso dei requisiti previsti dalla normativa confederale.
Per l'elezione dei venti rappresentanti generali si è proceduto attraverso due diversi collegi elettorali: grandi imprese, imprese multinazionali estere ed imprese a rete aderenti al sistema confederale con convenzione nazionale (15 seggi) e medie imprese (5 seggi).
 
Gli eletti sono: Antonioli Pierpaolo; Bertin Walter; Boschi Umberto; Bossi Stefano; Bracco Diana; Carbonato Gianfranco; Ferraris Luigi; Folgiero Pierroberto; Franceschetti Maria Chiara; Guindani Pietro; Manoukian Aram; Mona Claudia Francesca; Nieri Gina; Ottolenghi Guido; Peretti Aldo; Tripi Alberto; Tronchetti Provera Marco; Vietti Giovanni; Zanetti Matteo; Zelcher Renato Stefano.
 
La votazione è stata effettuata a scrutinio segreto, necessariamente in presenza fisica ma con modalità elettronica attraverso il supporto della piattaforma Eligo.
 
L’assemblea privata di Confindustria ha approvato inoltre all’unanimità il Bilancio 2022: si rileva un avanzo della gestione operativa e finanziaria di 2,6 milioni di euro, in miglioramento sia rispetto a quanto previsto nel Budget di periodo che al Bilancio 2021. Nel corso dell’esercizio l’Organizzazione ha continuato a porre in essere importanti azioni di razionalizzazione dei principali costi gestionali, che hanno portato a ottenere un risultato di bilancio che si concretizza in un Totale Oneri di 35,4 milioni di euro, con una riduzione rispetto al 2004, primo anno in esame, del 24%.


MEDEF-CONFINDUSTRIA: POLITICA INDUSTRIALE E COMPETIVITA’ IMPRESE SIANO AL CENTRO DELL’AZIONE EUROPEA
Bonomi: Italia e Francia insieme possono assumere un ruolo decisivo in Europa
Roux de Bézieux: le imprese francesi e italiane sono sempre state unite

 
Roma, 26 maggio 2023 – Si è svolto questa mattina a Roma, presso la sede di Confindustria, il quinto Forum Economico franco-italiano in cui i presidenti di MEDEF Geoffroy Roux de Bézieux e Confindustria Carlo Bonomi hanno riaffermato la determinazione nel proseguire e rafforzare la loro collaborazione nel solco del Trattato del Quirinale e hanno richiamato l’attenzione sull’importanza di una politica industriale europea forte ed efficace.
Al centro dei lavori la competitività del tessuto industriale rispetto al nuovo scenario geopolitico, il supporto agli investimenti necessari alle transizioni e il contributo dell’asse industriale italo-francese per un’economia europea più solida.  

Al termine del Vertice bilaterale i presidenti delle due Associazioni industriali hanno firmato una dichiarazione congiunta articolata in diversi punti. Tra i principali: avviare rapidamente un’ambiziosa riforma del mercato elettrico; prevenire gli effetti distorsivi degli aiuti di Stato sul mercato interno; sostenere il pieno utilizzo degli strumenti di difesa commerciale; istituire un Fondo per la sovranità europea a supporto della capacità produttiva industriale; semplificare il quadro normativo europeo anche attraverso studi di impatto sulle pmi per ogni nuova legislazione.

“La visione di politica industriale e la competitività delle imprese devono tornare centrali in Europa. Le sfide gigantesche che abbiamo di fronte, tra cui la transizione green e digitale, vanno accompagnate e governate agendo principalmente su tre capitoli: l’introduzione di strumenti specifici come un Fondo di sovranità europeo, adeguatamente finanziato e strutturato; la promozione di un nuovo Patto di stabilità e crescita, in cui vanno invertiti i fattori, perché è la crescita a garantire la stabilità; la semplificazione del contesto regolamentare per creare le condizioni che agevolino gli investimenti”, ha detto il Presidente di Confindustria Carlo Bonomi. “In questo quadro le relazioni tra Italia e Francia sono fondamentali e Confindustria e Medef possono ulteriormente rafforzarle continuando a collaborare, come hanno sempre fatto. I nostri due Paesi insieme possono assumere un ruolo decisivo in Europa sia per costruire un tessuto industriale ancora più solido sia per rafforzare la coesione. Solo un’Europa unita che abbia nell’industria il suo asset primario può garantire un futuro alle prossime generazioni”.

“Al di là delle turbolenze politiche tra i nostri due paesi, le imprese francesi e italiane hanno scelto la strada dell’unità e della cooperazione a favore della sovranità e della competitività europea”, ha aggiunto il Presidente di MEDEF Geoffroy Roux de Bézieux.


CONFINDUSTRIA, CGIL, CISL E UIL – INSIEME PER LA SOLIDARIETÀ PER L’EMILIA ROMAGNA. AL VIA FONDO COMUNE

Roma, 20 maggio 2023 - Confindustria e Cgil Cisl Uil, di fronte alla drammaticità degli eventi che si sono verificati a seguito dell’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna, sono vicini e esprimono la massima solidarietà alle popolazioni così duramente colpite. Per questo hanno deciso di prendere insieme un impegno concreto e di sostenere una iniziativa congiunta di aiuto ai cittadini, ai lavoratori ed al sistema produttivo profondamente ferito.
 
Stanno, pertanto, attivando un “Fondo di intervento per la popolazione dell’Emilia Romagna” nel quale confluiranno contributi volontari da parte dei lavoratori pari ad un’ora di lavoro e un contributo equivalente da parte delle imprese. 
 
Confindustria e Cgil, Cisl e Uil effettueranno una valutazione puntuale sulle modalità dell’intervento a sostegno nei modi e con le forme che ne garantiscano la certezza della destinazione e la più rapida utilizzazione.


SCUOLA, CONFINDUSTRIA: DA ITS OCCUPAZIONE RECORD. DA FONDI PNRR 19 MLD, OPPORTUNITA’DA NON PERDERE
Brugnoli agli StaDi Generali dell’Orientamento: 3 milioni di Neet, politica ha perso di vista i giovani

Roma, 17 maggio 2023 - Si sono svolti questa mattina allo stadio Benito Stirpe di Frosinone gli Stadi Generali dell'Orientamento organizzati da Confindustria. Quasi 4 mila gli studenti provenienti da tutta Italia che hanno ascoltato le testimonianze e i consigli per scegliere i percorsi di studio che offrono le maggiori opportunità di occupabilità e dunque più vicini al sistema industriale.

"In Italia ci sono tre milioni di Neet, ragazzi che non studiano e non lavorano, un abbandono scolastico stabilmente a doppia cifra, con picchi drammatici al Sud, un tasso di disoccupazione giovanile tra i peggiori a livello internazionale. Significa che in Italia un problema c'è: governi e politica, in questi anni, hanno perso di vista i giovani. E la scuola è sempre al centro dei programmi elettorali per poi essere dimenticata", ha detto Giovanni Brugnoli, Vicepresidente per il Capitale Umano di Confindustria. "Ma il nostro Paese, che è la seconda potenza manifatturiera d'Europa, non può permettersi un simile spreco di talenti. Eppure gli Its Academy sfiorano il 90% di placement. L'Italia deve quindi far decollare quella seconda gamba professionalizzante che ha fatto la fortuna di mezza Europa e puntare sulle materie scientifiche ad alto contenuto di innovazione. II Pnrr destina 19,44 miliardi di euro al potenziamento dell’istruzione. Una quantità di risorse senza precedenti che dobbiamo spendere e, soprattutto, farlo bene: sulla formazione, sull'edilizia scolastica, sui collegamenti con il mondo del lavoro. La scuola è il vero investimento sul futuro. Non sprechiamo questa opportunità".

Tra le testimonianze e i suggerimenti per intraprendere un percorso che porti a un'occupabilità di qualità e coerente con gli studi fatti, quelli di Giovanni Brugnoli, Vicepresidente di Confindustria per il capitale umano, e Francesca Mariotti, Direttore Generale Confindustria; di Marina Calderone, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuseppe Valditara, Ministro dell'Istruzione e del Merito, Cristina Grieco, Presidente Indire, Claudio Gagliardi, Vice Segretario generale Unioncamere, Giuseppe Biazzo, Vice Presidente Unindustria, Federico Visentin, Presidente Federmeccanica, e Riccardo Mastrangeli, Sindaco di Frosinone; oltre alle raccomandazioni e gli esempi raccolti dall'imprenditore Brunello Cucinelli, dallo scultore Jago, dal campione del Mondo 2006 e allenatore Frosinone Calcio Fabio Grosso e dal Presidente Settore Tecnico FIGC Demetrio Albertini, che ha presentato la Nazionale Italiana degli ITS ACADEMY stilata con il contributo di Indire

Durante la seconda parte della mattinata, nelle tribune dello stadio sono stati allestiti degli spazi di incontro e confronto con i ragazzi per fargli cogliere le opportunità di orientamento da molteplici punti di vista: con Brunello Cucinelli e Jago sui temi di creatività, bellezza, umanesimo tecnologico; con gli atleti dell'Associazione Sportiva Luiss per l'orientamento attraverso lo sport; con l'ITS Meccatronico del Lazio, ITS Lazio Digital Academy, Accademia delle Belle Arti di Frosinone e Università di Cassino e del Lazio Meridionale, in collaborazione con R-Store; con UMANA per le attività di gioco orientativo sulle soft skills e la mappa dell’orientamento; con il Museo del Risparmio di Intesa Sanpaolo per pensare al futuro con l'educazione finanziaria attraverso quiz ed esercitazioni interattive-digitali per imparare a gestire i propri budget; con la Fondazione Bracco per discutere di STEM e superamento degli stereotipi di genere; con Indire per parlare di Erasmus, delle competenze degli studenti negli ITS e le opportunità di internazionalizzazione. Una tribuna è stata poi dedicata all'esposizione e alla premiazione del progetto "Eureka! Funziona!" di Federmeccanica, dove 500 bambini della scuola primaria hanno presentato i giocattoli da loro realizzati.

Unindustria, Federmeccanica, Luiss, l'ITS meccatronico del Lazio e l'Accademia di Belle Arti di Frosinone sono Partner dell'iniziativa, realizzata con il sostegno di Intesa Sanpaolo e Umana, in collaborazione con il Museo del Risparmio, con il contributo di Fondazione Bracco, Fondazione Mai, R-Store, l'Associazione Sportiva Luiss e l'Università di Cassino e del Lazio Meridionale, insieme a Cotral, associato Agens, in qualità di Mobility Partner.
La giornata degli Stadi Generali dell'Orientamento gode del Patrocinio di FGIC, Indire e Unioncamere.


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CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA E TEAMSYSTEM ELABORANO RTT INDEX, IL NUOVO INDICATORE CHE ANALIZZA TEMPESTIVAMENTE L’ANDAMENTO DELLE IMPRESE

Real Time Turnover Index fornisce mensilmente la dinamica del fatturato del sistema produttivo italiano

Milano, 11 maggio 2023 – RTT Index è un nuovo indicatore in grado di fornire un quadro rappresentativo e tempestivo del sistema produttivo italiano, attraverso l’analisi della variazione percentuale del fatturato – in termini congiunturali – di tutti i macrosettori economici.

Elaborato dal Centro Studi Confindustria e TeamSystem, è stato presentato oggi in occasione dell’evento “Made in Italy: nuovi scenari per le imprese” organizzato insieme ai Giovani Imprenditori di Confindustria, in Assolombarda.

RTT Index sarà, ogni mese, il primo dato disponibile sull’economia reale rispetto agli indici esistenti oggi. Inoltre, offre un dettaglio per territori (quattro macroaree), settori economici (quattro macrosettori) e dimensioni delle imprese (microimprese, PMI e grandi imprese). E, per Istituzioni e aziende, è un ulteriore strumento per analizzare le dinamiche in atto.

Le stime preliminari elaborate dal CSC sul mese di aprile 2023, caratterizzato da inflazione ancora alta e da ulteriori aumenti dei tassi di interesse effettuati dalla BCE, attestano per l’RTT Index un valore di 96,4 (posto pari a 100 il valore di trend). L’indice raffigura un'economia che mostra segni di rallentamento per la prima volta dopo due mesi di crescita.

La frenata non è uniforme tra settori, aree geografiche e fasce dimensionali. Fanno meglio dell’aggregato le imprese del Mezzogiorno (117,7), quelle di medie dimensioni (98,7) e le attività industriali (98,5). 

 L’RTT Index è un’elaborazione realizzata dal Centro Studi Confindustria su un campione delle società di capitali esistenti in Italia – e rappresentativo dell’universo di imprese – costruito partendo dal patrimonio informativo di TeamSystem attraverso l’analisi aggregata di dati riferibili a persone giuridiche.



CONFINDUSTRIA E LUISS PRESENTANO IL TERZO RAPPORTO DELL’OSSERVATORIO IMPRESE ESTERE
Tra il 2019 e il 2022 le multinazionali sono rimaste in Italia a presidio delle filiere internazionali

Roma, 5 maggio 2023 - Sono 15.631 le imprese a controllo estero attive in Italia e forniscono un contributo significativo all’economia nazionale, rappresentando dei partner strategici per la crescita della competitività del paese: impiegano l’8,8% degli addetti, realizzano il 19,0% del fatturato, il 16,5% del valore aggiunto e il 26,8% della spesa in ricerca e sviluppo, il 32,3% dell’export e il 50,3% dell’import di merci. 


Sono i numeri del Terzo Rapporto realizzato dall’Osservatorio Imprese Estere di Confindustria e Luiss, in collaborazione con ISTAT, Scuola IMT Alti Studi Lucca e ICE-Agenzia, “Le imprese estere in Italia: tra segnali di ripresa e nuovi rischi globali”, presentato oggi a Roma presso The Dome – Campus Luiss in occasione del primo Annual Meeting dell’Advisory Board Investitori Esteri (ABIE) di Confindustria, dal titolo “Le imprese globali e il mondo che verrà”. Il Rapporto, oltre ad aggiornare i dati sulle caratteristiche delle multinazionali nel contesto del sistema produttivo italiano, analizza il contributo di queste realtà all’export, alle filiere di riferimento e ai territori in cui operano, alla luce della “doppia crisi” generata da Covid-19 e all’effetto combinato dell’ondata inflazionistica e delle tensioni geo-politiche.


Dal Rapporto emerge che le imprese estere che hanno investito in Italia mostrano una minor propensione a disinvestire tra il 2019 e il 2022 rispetto a quanto succede negli altri mercati globali, preferendo restare nel Paese con un presidio per lo più a valle delle filiere internazionali. La riorganizzazione delle filiere intra-gruppo al di fuori dei confini nazionali mostra come sia stata avviata una tendenza alla semplificazione, con filiere relativamente più corte e maggiormente differenziate geograficamente e infatti alcune proiezioni segnalano che, nonostante l’Italia sia stata colpita in modo importante dalla pandemia, non ci sia l’intenzione di dismettere le affiliate in Italia da parte degli head quarters. 


Inoltre, il Rapporto attesta che, rispetto al 2021, le imprese a controllo estero in Italia nel 2022 hanno registrato una crescita del 21% delle esportazioni verso i Paesi esteri, che corrisponde all’incremento più alto in rapporto a tutte le altre tipologie di imprese che operano nel Paese.

“Le imprese a capitale estero sono determinanti per la crescita del nostro paese e i lavori dell’Osservatorio consentono di individuarne con chiarezza le ragioni. La proposta che portiamo al Governo è di organizzare annualmente un incontro con i CEO globali, come avviene già in tanti altri paesi nostri competitor, per attrarre e pianificare gli investimenti strategici del prossimo futuro. Noi siamo disponibili da subito ad attivarci e collaborare all’organizzazione dell’iniziativa”, ha dichiarato la Vice Presidente per l’Internazionalizzazione di Confindustria e presidente di ABIE, Barbara Beltrame Giacomello.


“Il Rapporto dell’Osservatorio sulle imprese estere in Italia ci offre un quadro davvero interessante del fenomeno confermando la sua vitale importanza per la crescita dell’economia nazionale. Ricercare, classificare, approfondire gli aspetti che più e meglio possono contribuire a creare connessioni e collaborazioni tra aziende e sistemi industriali è un compito sfidante per una Università come la Luiss sempre più impegnata ad affermare il suo ruolo strategico di hub di formazione euromediterranea”, ha detto il Presidente Luiss Vincenzo Boccia.


“I dati del Rapporto confermano che le imprese italiane a controllo estero svolgono un ruolo sempre più cruciale per lo sviluppo dell’economia del nostro Paese. Per fornire una fotografia del comparto, nel 2020 le 15.631 imprese a controllo estero presenti in Italia hanno generato un fatturato di quasi 548 miliardi di euro e un valore aggiunto di circa 122 miliardi di euro. Nell’ultima edizione del rapporto abbiamo consolidato ulteriormente i risultati e analizzato le serie storiche che ci permettono di dire che le imprese a capitale estero, sempre più radicate sul territorio e interconnesse con le comunità locali su cui insistono, si distinguono per la loro maggiore propensione a investire e a innovare, ma anche per la capacità di portare nel Paese una nuova cultura aziendale, con benefici diffusi”, ha affermato Marco Travaglia, Coordinatore dell’Osservatorio ABIE e Presidente e Amministratore Delegato del Gruppo Nestlé in Italia.

 

L’Advisory Board Investitori Esteri (ABIE) è il gruppo tecnico di Confindustria in cui siedono i vertici delle più importanti aziende internazionali con una sede in Italia e ha tra i suoi obiettivi la valorizzazione del ruolo che le imprese a capitale estero svolgono per il nostro paese, ponendo l’accento sulla connessione esistente tra investitori esteri e mondo imprenditoriale italiano. L’ABIE, inoltre, svolge un ruolo di supporto dei policy maker e degli operatori delle strutture tecniche fornendo indicazioni sui fattori che possono contribuire alla promozione dell’Italia come primaria destinazione di business. 


Il Rapporto è scaricabile sul sito dell'Osservatorio Imprese Estere: https://impreseestere.it/

 



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CONFINDUSTRIA INAUGURA LA PRIMA SEDE DI RAPPRESENTANZA IN ASIA, A SINGAPORE
Baroni: “supporteremo le imprese italiane a proiettarsi nel Sud-est asiatico”
 

Singapore, 2 maggio 2023 - Confindustria ha inaugurato oggi la sua prima sede di rappresentanza in Asia, nella città Stato di Singapore. L'obiettivo è quello di garantire una presenza stabile nel Paese ed essere l’interlocutore primario delle imprese italiane, al fianco della nostra rete diplomatica e commerciale. Sfruttando la piattaforma logistica, infrastrutturale e tecnologica offerta da Singapore, la nuova sede dell’Associazione supporterà le aziende italiane a proiettarsi nel Sud-est asiatico. La scelta di quest’area è stata elaborata tenendo in considerazione diversi fattori. Prima di tutto ha un’economia sempre più basata sulla conoscenza e sull’alto valore aggiunto, trainata da settori come quello energetico, biomedicale, delle nanotecnologie, dei beni industriali avanzati e dei beni di consumo di segmento medio-alto. Comparti, questi, su cui l’Italia sta fortemente investendo in un’ottica di transizione ecologica e digitale. Inoltre, Singapore vanta un sistema fiscale tra i più vantaggiosi al mondo e destina ingenti fondi pubblici alle infrastrutture, all’economia digitale, ed agevolazioni fiscali per le PMI che investono nello sviluppo tecnologico. Non a caso, la World Bank ha collocato quest’area al secondo posto nella classifica “Doing business” come ambiente ottimale per fare impresa.

Dopo l’apertura dell’ufficio di Kiev, oggi Confindustria dà seguito al progetto "Confindustria nel Mondo", fortemente voluto dal presidente Carlo Bonomi, che mira a rafforzare la presenza dell'Associazione all'estero ed a rilanciare la presenza delle imprese italiane nel mondo, non solo come opportunità di business ma anche come occasione culturale, e simbolo di libertà, commerciale e di pensiero.  

Due i momenti principali dell’iniziativa: la cerimonia di presentazione presso l’Ambasciata d’Italia a Singapore a cui è intervenuto, tra gli altri, l’Ambasciatore Mario Andrea Vattani e il Presidente Piccola Industria e Vice Presidente di Confindustria Giovanni Baroni e l’inaugurazione dell’ufficio, presso la Camera di Commercio Italiana a Singapore alla presenza del Presidente Gionata Bosco.

“L'ufficio che abbiamo inaugurato fornirà alle aziende italiane gli strumenti necessari per investire in una delle regioni a più rapida crescita al mondo e assicurerà all'Associazione una visione più approfondita e puntuale sui mercati più promettenti di quest’area – ha commentato Giovanni Baroni, Presidente Piccola Industria e Vice Presidente di Confindustria. “Diverse imprese associate sono già presenti stabilmente nel Sud-est asiatico, ora il nostro obiettivo è quello di accompagnare nella Regione un numero crescente di aziende, di tutte le dimensioni, affinché possano cogliere nuove opportunità e creare ulteriori partnership industriali. La nostra presenza in quest’area, infatti, è ancora inferiore rispetto a quella di altri Paesi europei, soprattutto in rapporto alle dimensioni dell'economia italiana. Tuttavia, con l’apertura della nostra sede, avvenuta con la collaborazione di due tra i più importanti attori della promozione internazionale della nostra industria, come l’Ambasciata italiana e la Camera di Commercio italiana a Singapore, siamo sulla strada giusta per invertire questa tendenza. Siamo convinti che la sinergia tra il sistema pubblico e quello privato sia la soluzione vincente per lavorare insieme ad un obiettivo comune: la crescita e lo sviluppo del sistema economico italiano”.
 
Interscambio ed opportunità per le imprese italiane

Singapore è di gran lunga il primo mercato per le vendite italiane nel Sud-est asiatico, rappresenta infatti circa il 27% del totale delle esportazioni italiane nella Regione ASEAN (dato 2022, fonte ISTAT). Nonostante la difficile congiuntura, l’export italiano a Singapore si è attestato nel 2022 a 2,4 miliardi di euro (+10,5% rispetto al 2021). Tuttavia, le quote di mercato restano ancora al di sotto delle reali potenzialità e ci sono interessanti margini di incremento per le collaborazioni industriali: l’Italia si posiziona, infatti, al 19°posto come fornitore e al 31° posto come cliente di Singapore, con una quota di mercato pari rispettivamente all’1,3% e 0,3%.

I settori industriali con maggiori opportunità per le nostre aziende sono quelli ad alto valore aggiunto: meccanica avanzata, prodotti chimici, comparti “tradizionali” del lusso, (abbigliamento, pelletteria, calzature, gioielleria, mobili, autovetture sportive, etc.), componentistica auto, componentistica elettronica, engineering, telecomunicazioni, farmaceutico e biomedicale, energie rinnovabili. Singapore, rappresenta un ‘hub’ strategico di prioritaria importanza soprattutto per le imprese italiane ad alto contenuto tecnologico, una vera e propria “piattaforma naturale” per accedere non solo ai mercati ad alto potenziale della Regione ASEAN ma anche ai più importanti mercati globali attraverso rotte commerciali preferenziali.

È importante, inoltre, ricordare a Singapore sono presenti, in particolare presso il porto e l'aeroporto di Changi, alcune Free Trade Zones in cui vige un’esenzione dai dazi di importazione e dove è possibile quindi stoccare la propria merce per la ri-esportazione nell'area e/o la vendita a terzi, senza il pagamento di tariffe doganali né della GST (IVA a Singapore).


ITALIA-LITUANIA: OGGI IL BUSINESS FORUM IN CONFINDUSTRIA 
Pan: Spazi di collaborazione in ambito green. Bene il Net-Zero Industry Act, ma attenzione alla neutralità tecnologica
 
Roma, 28 aprile 2023 – Si è svolto questa mattina, presso la sede di Confindustria, il Business Forum Italia – Lituania “Moving towards Net-Zero Industry growth”, cui hanno partecipato oltre 60 tra aziende, banche e associazioni dei due paesi. L’incontro è stato l’occasione per le imprese italiane e lituane di approfondire la conoscenza reciproca e incrementare le relazioni commerciali bilaterali. Al Forum hanno partecipato, tra gli altri, il Presidente della Repubblica di Lituania Gitanas Nausėda, il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, il Presidente della Lithuanian Confederation of Industrialist (LPK) Vidmantas Janulevičius e per Confindustria il Delegato del Presidente per l’Europa Stefan Pan. Al termine dei lavori, tra aziende italiane e lituane si sono svolti 50 incontri di business.
 
Le relazioni economiche bilaterali tra Roma e Vilnius sono solide e in costante crescita, raggiungendo i 2,8 miliardi di euro nel 2022, oltre il 20% in più rispetto al 2021. Le esportazioni italiane, per un valore di 1,4 miliardi di euro, sono cresciute di quasi il 20% rispetto al 2021, concentrandosi nei settori dei macchinari, tessili e abbigliamento, prodotti alimentari, metalli, sostanze e prodotti chimici. L’Italia è inoltre, all'interno dell'UE, il 7° partner commerciale della Lituania, il 5° paese fornitore e il 9° paese destinatario dopo Germania, Polonia e Lettonia. Gli investimenti italiani in Lituania ammontano a 36,1 milioni di euro con una presenza di circa 50 aziende operanti in particolare nel settore manifatturiero, del commercio e dei servizi alle imprese oltre a importanti aziende del settore tessile, agroalimentare e automobilistico.
 
Tra i temi al centro del confronto, le opportunità di collaborazione in alcuni settori chiave, come l’economia circolare, l’automotive, il digitale, le energie rinnovabili e la transizione energetica. Le industrie manifatturiere hanno dedicato particolare attenzione all’ambizione dell’Europa di diventare leader globale nella creazione di un'economia Net-Zero. Un campo che può rappresentare un volano per rafforzare i rapporti economici bilaterali tra Italia e Lituania, le cui economie sono entrambe a trazione manifatturiera ed hanno un potenziale di partnership da sviluppare ulteriormente.
 
“Tra Italia e Lituania gli sviluppi delle tecnologie verdi e a energia zero, rappresentano un settore di cooperazione sfidante e promettente”, ha detto il Delegato del Presidente di Confindustria per l’Europa Stefan Pan. “In questo senso, Confindustria accoglie con favore il Net-Zero Industry Act e la sua attenzione alla costruzione di una solida base industriale per le tecnologie a zero emissioni nette dell'UE. Si tratta di un'opportunità unica per sostenere gli investimenti e aumentare la competitività industriale dell'Unione. Tuttavia, per raggiungere gli importanti obiettivi che il Piano si prefigge, riteniamo che debbano essere prese in considerazione tutte le diverse tecnologie, sulla base di criteri di efficacia dei costi e di neutralità”.  
 
“Questo Forum è un passo importante nella cooperazione commerciale lituano-italiana, che aumenta le opportunità di business e innovazione e accresce i nostri investimenti nella scienza e nella tecnologia. Sono certo che presto assisteremo a un maggiore flusso di investimenti sia dall'Italia alla Lituania che dalla Lituania all'Italia. L'Europa è sulla strada di un'economia sostenibile e circolare e possiamo accelerare questo percorso condividendo il know-how e le migliori pratiche dei nostri paesi”, ha affermato il Presidente della Lithuanian Confederation of Industrialist (LPK) Vidmantas Janulevičius.


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