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A proposito delle misure tese ad agevolare l’assunzione dei giovani, Confindustria ribadisce che per ottenere il forte impatto desiderato occorrerà investire risorse sufficienti a garantire la piena decontribuzione fiscale per i primi tre anni, ovviamente con i limiti che saranno utili a evitare usi strumentali e distorti.
Solo in presenza di scelte mirate e selettive sarà infatti possibile aprire le porte delle imprese a 900mila giovani nel triennio affrontando con coraggio e determinazione quello che possiamo considerare il principale problema del Paese.
Il progetto giovani di Confindustria punta a conciliare gli interessi delle imprese con quelli delle famiglie perché i giovani da assumere altro non sono che i figli delle famiglie italiane. La loro immissione nel mondo del lavoro avrà un impatto positivo sull’economia reale rendendo più competitive le imprese e spingendo i consumi e facendo ripartire la domanda.
Il presidente Vincenzo Boccia parteciperà questa sera alle 19 al dibattito su Lavoro e Persona in programma al Meeting di Rimini.
“Le imprese potranno finalmente contribuire alla crescita dei paesi meno sviluppati e al miglioramento delle condizioni di vita delle loro popolazioni”, così Licia Mattioli, Vice Presidente di Confindustria per gli Affari Internazionali, commenta il bando di gara rivolto alle imprese per finanziare e realizzare progetti di sviluppo sostenibile nei paesi partner di cooperazione.
“La nuova legge per la cooperazione internazionale – afferma Mattioli – ha impresso una svolta significativa riconoscendo alle imprese il ruolo di attori dello sviluppo, come già avveniva da anni in tutti i paesi avanzati. È stata inoltre istituita l’Agenzia Italiana per la Cooperazione Internazionale, una nuova e moderna struttura con compiti operativi che migliorerà il funzionamento della cooperazione nazionale. Una volta divenuta operativa – continua Mattioli – l’Agenzia ha iniziato a pubblicare i primi bandi e lo scorso 21 luglio è stata la volta delle imprese. Guardiamo a questo primo bando per le aziende come a una interessante opportunità per orientare al meglio i fondi pubblici e apprezziamo il lavoro svolto dal Vice Ministro Giro e dal Direttore dell’Agenzia Laura Frigenti.
Confindustria ha collaborato con l’Agenzia realizzando dei seminari informativi sul territorio che hanno riscosso grande interesse. Il termine per la presentazione dei progetti è il 26 ottobre ed entro fine anno i fondi dovrebbero essere assegnati. Sarà un sperimentazione importante – conclude Mattioli – perché le imprese impareranno a valorizzare le proprie eccellenze perseguendo obiettivi di sviluppo in un’ottica di business inclusivo”.
Per partecipare al bando: http://www.aics.gov.it/?page_id=14554
Rosario Caputo è da ieri il nuovo presidente di Federconfidi. Napoletano, classe 1958, è Amministratore Unico della IBG SpA, sede a Caserta e stabilimento produttivo a Buccino (SA). L’azienda produce e commercializza nel Mezzogiorno i brand Pepsi Cola, Gatorade, Thè Lipton, Looza, Lay's e Chinotto Neri. Dal 2000 Caputo è presidente di Ga.Fi. il Confidi confindustriale della Campania. Eletto all’unanimità da Federconfidi, che si è riunita ieri in Assemblea, resterà in carica fino al 2020.
Federconfidi, che riunisce i Confidi di area confindustriale, rappresenta 29 consorzi e cooperative di garanzia collettiva fidi distribuiti sull’intero territorio nazionale per un totale di oltre 190.000 piccole e medie imprese industriali e garantisce finanziamenti a PMI per oltre 6,7 miliardi di euro.
“Da imprenditore del Sud sono molto orgoglioso di questo incarico - dichiara il neo presidente – continueremo a fornire un valido supporto al sistema dei Confidi che rivestono un ruolo di primaria importanza nell’economia del nostro Paese e mi impegnerò personalmente perché in materia di accesso al credito ci sia il giusto equilibrio tra le esigenze delle nostre piccole imprese e le giuste regole bancarie. I Confidi sono stati e sono ancora protagonisti di una profonda evoluzione, che ha già comportato importanti processi aggregativi e di razionalizzazione. Per proseguire su questa strada - conclude il presidente Caputo - abbiamo bisogno di modernizzare il nostro ruolo e di condividere maggiormente le diverse esperienze, favorendo la diffusione delle nostre eccellenze, per generare quelle sinergie che ci possono far superare le sfide di un contesto normativo e di mercato che negli anni è profondamente cambiato”.
Il Presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini è intervenuto oggi pomeriggio alla riunione del Consiglio delle Rappresentanze Regionali di Confindustria presieduto dal Presidente Stefan Pan e da Natale Mazzuca, Presidente del Comitato per la Coesione territoriale.
Al centro del dibattito il futuro delle politiche di coesione in vista dell’apertura del negoziato sul bilancio europeo dopo il 2020.
Confindustria e Conferenza delle Regioni hanno condiviso l’esigenza di fare sistema nei confronti delle Istituzioni europee, per sostenere una politica che considerano strategica per la competitività delle imprese e dei territori, soprattutto su temi come l’innovazione, l’occupazione e il capitale umano.
L’idea comune è di proporre al Governo la costruzione di una proposta condivisa sul futuro delle politiche regionali e di coesione territoriale, in una cabina di regia aperta alle parti sociali.
“Non possiamo giocare in difesa- spiega Stefan Pan, Vice Presidente di Confindustria- dobbiamo avere la capacità di fare proposte in grado di affrontare le criticità che la politica di coesione ha incontrato finora, promuovendone una robusta semplificazione che la renda sempre più fruibile e vicina alle imprese”.
“Le Regioni, come mostrano i dati 2007-2013, hanno migliorato la loro capacità di spesa - sostiene Stefano Bonaccini, Presidente della Conferenza delle Regioni - devono ora attrezzarsi per consolidare i risultati ottenuti: l’autorevolezza del nostro Paese nel negoziato dipenderà, infatti, sia da quanto sapremo essere efficaci ed efficienti nell’utilizzo dei fondi attualmente a disposizione, sia dalla capacità del Paese di fare squadra”.
· Previsto il versamento di un importo di 30 milioni di euro nel capitale de Il Sole 24 Ore;
· Confindustria resterà azionista di maggioranza;
· Proposte misure per la modernizzazione della governance del Gruppo editoriale e a garanzia dell’indipendenza del giornale.
Il Consiglio Generale di Confindustria ha approvato oggi la proposta formulata dal Presidente Vincenzo Boccia per la partecipazione all’operazione di aumento di capitale de Il Sole 24 Ore SpA. La deliberazione prevede il versamento di un importo di 30 milioni di euro nel capitale della società, nell’ambito di una manovra finanziaria complessiva di 70 milioni di euro.
L’operazione varata dal Consiglio Generale è sostenibile dal punto di vista finanziario per Confindustria e coerente con il mandato del Comitato dei Saggi, i quali – al momento della designazione del Presidente – stabilirono che Confindustria avrebbe dovuto mantenere la maggioranza del capitale. Infatti, l’operazione permetterà alla Confederazione di detenere il controllo di diritto sulla società.
Il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, ha dichiarato: “Il Sole 24 Ore ha un ruolo centrale nella cultura economica e industriale del Paese ed è una voce indipendente e autorevole della democrazia italiana, oltre ad essere fondamentale nella missione istituzionale e statutaria di Confindustria come ponte tra le imprese e il Paese. Le misure proposte oggi dal Consiglio Generale sono rivolte al sostegno del piano industriale proposto dal management della società e alla modernizzazione del suo modello gestionale, oltre che a evidenziare l’importanza del ruolo di Confindustria in quanto azionista di maggioranza”.
All’operazione di aumento di capitale è stata affiancata la proposta di presìdi di governance per assicurare il rispetto degli obiettivi del piano industriale da parte del CdA de Il Sole 24 Ore. Tali innovazioni permetteranno, inoltre, di allineare la società alle best practice del settore a livello internazionale. Il Consiglio Generale ha infatti auspicato che venga confermata l’articolazione dei poteri attribuiti a presidente e amministratore delegato del Gruppo, abbandonando definitivamente il precedente assetto “duale” e delegando il ruolo operativo al solo amministratore delegato.
Secondo Confindustria, il CdA dovrà poi ampliare le proprie prerogative, pronunciandosi in ultima istanza su nomine, revoche ed eventuali licenziamenti delle prime linee aziendali, previo parere del Comitato per le nomine e le remunerazioni.
Infine, il Consiglio ha ritenuto strategici altri due presidi: il primo, l’attribuzione al Comitato controllo e rischi del compito di monitorare l’attuazione del piano industriale, riferendo periodicamente al CdA; il secondo, l’istituzione di un Comitato interno al CdA preposto alla verifica della mission editoriale de Il Sole 24 Ore, in coerenza con la promozione della cultura economica e industriale.
Il Consiglio Generale di Confindustria riunitosi oggi ha approvato all’unanimità il progetto di bilancio al 31 dicembre 2016, che sarà sottoposto all’approvazione dell’Assemblea del 23 maggio prossimo.
Il bilancio 2016 chiude con un avanzo della gestione operativa e finanziaria di euro 9.308 a seguito dell’attuazione di importanti azioni di razionalizzazione dei costi gestionali. Nel corso dell’esercizio sono stati realizzati progetti straordinari che genereranno una riduzione dei costi del 2017 di circa 3 milioni di euro.
Nel bilancio 2016 Confindustria, in aderenza ai principi contabili OIC 9 e OIC 21, ha eseguito l’analisi del valore della partecipazione detenuta nel Gruppo Sole 24 Ore (impairment test). Tale analisi è stata effettuata con il supporto di un advisor esterno, Deloitte Financial Advisory, che ha provveduto in aderenza ai principi contabili di riferimento ad effettuare una stima del valore della partecipazione attraverso il metodo del Discounted Cash Flows. Conseguentemente, il valore della partecipazione nel bilancio di Confindustria al 31 dicembre 2016 risulta pari a 68,9 milioni di euro.
"Dopo un percorso controverso che rischiava di minare l’efficacia di un accordo commerciale strategico per l'industria italiana, il voto di oggi rappresenta un importante traguardo per le imprese europee e canadesi". Così Lisa Ferrarini, vicepresidente per l'Europa di Confindustria, sul voto in plenaria del Parlamento Ue, che apre la strada all'attuazione dell’accordo CETA.
"Con il vento del protezionismo che soffia sempre più forte era fondamentale che l'Europa battesse finalmente un colpo in favore del libero commercio - prosegue la Ferrarini - Per la nostra industria si aprono grandi opportunità: il mercato canadese è determinante per numerosi settori. L'abbattimento dei dazi è solo il primo e più immediato risultato, perché il CETA aprirà i mercati degli appalti pubblici; abbatterà ostacoli tecnici non tariffari; assicurerà maggiore apertura agli investimenti e garantirà più tutela della proprietà intellettuale, tra cui quella specifica relativa alle Indicazioni Geografiche".
"Questo capitolo dell’accordo, in particolare, rappresenta uno dei principali successi per l'industria alimentare italiana che potrà beneficiare di adeguate garanzie nel mercato canadese - conclude la vicepresidente di Confindustria - Grazie al ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, che si è speso molto per il buon esito del negoziato e agli eurodeputati italiani che si sono mobilitati perché questo accordo, che apre importanti opportunità di collaborazione fra l'industria italiana e quella canadese, vedesse la luce".
“È stato un incontro molto interessante, che conferma il grande potenziale di una collaborazione rafforzata tra le imprese italiane e quelle tunisine”, così Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria commenta l’incontro di stamattina tra i vertici istituzionali e imprenditoriali italiani e il Presidente della Repubblica Beji Caid Essebsi in visita di Stato a Roma, accompagnato dal Ministro dello Sviluppo, degli Investimenti e della Cooperazione Internazionale, Mohammed Fadhel Abdelkefi, dal Ministro degli Affari Esteri, Khemaies Jhinaoui, e dal Ministro del Turismo e dell’Artigianato, Selma Elloumi Rekik e da una selezionata delegazione di imprenditori tunisini.
“Il mercato tunisino è centrale per le imprese italiane – spiega Boccia – anche in virtù della sua posizione strategica nel Mediterraneo. In Tunisia c’è una forte presenza imprenditoriale italiana: con più di 800 aziende, il nostro Paese occupa una delle primissime posizioni, soprattutto in termini di investimenti e di localizzazione di sedi produttive grazie anche all’elevato tasso di affinità tra le specializzazioni della Tunisia e la manifattura tipica del sistema Italia. Il dialogo tra Confindustria e la nostra omologa tunisina, UTICA, è costante e incentrato sullo sviluppo di progetti congiunti per supportare, in particolare, l’attività delle pmi. Dal lavoro comune, sostenuto dai rispettivi governi, possono scaturire due piattaforme verso l'Europa e verso il Mediterraneo, in modo da garantire mercati sempre più ampi alle nostre produzioni – conclude il presidente di Confindustria – Contro la logica dei protezionismi che mortificano gli scambi e deprimono l'economia, il nostro obiettivo è creare condizioni per allargare orizzonti e opportunità”.
All'incontro sono intervenuti i rappresentanti di diverse imprese italiane presenti sul mercato tunisino, nello specifico Leonardo, Cassa Depositi e Prestiti, Terna, Prysmian, Ansaldo Energia, Cesi, Grimaldi e Marzotto Group.
Incentivo trasparente, automatico, a impatto immediato. Ora anche Senato approvi
“L’approvazione delle modifiche al credito d’imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno è un passaggio di grande importanza per consolidare i segnali di ripartenza che si registrano nel Paese”, così il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, commenta l’approvazione in prima lettura da parte della Camera del decreto Mezzogiorno.
“Le modifiche alla misura agevolativa consentono di sfruttare tutti gli spazi e le opportunità offerti dalle regole europee, superando i vincoli che ne avevano condizionato l’operatività nei primi mesi di funzionamento. Va dato atto al Governo – prosegue Boccia – di aver modificato lo strumento in linea con le aspettative e le proposte delle imprese, e al Parlamento di averne compreso le grandi potenzialità per favorire l’attrattività di nuovi investimenti nelle regioni del Sud”.
“Le nuove caratteristiche della misura ben si conciliano con l’esigenza di un robusto e immediato sostegno al rilancio degli investimenti produttivi – spiega ancora il presidente di Confindustria – abbiamo finalmente a disposizione un incentivo trasparente che si applica solo a imprese che effettivamente realizzano investimenti e che in tal modo possono ridurre il global tax rate. Uno strumento automatico, con pochi oneri amministrativi, che supporta imprese forti e innovative, indipendentemente dai settori di appartenenza. Uno strumento a impatto immediato, che potrà favorire indirettamente anche la crescita dell’occupazione e l’attrazione di investimenti dall’esterno. Ora – conclude Boccia – deve rapidamente arrivare l’approvazione definitiva per consentire un’altrettanto rapida entrata in vigore della misura e per mettere a disposizione dei segnali di vitalità imprenditoriale che si registrano nel Mezzogiorno un nuovo, e stavolta realmente efficace, strumento di agevolazione”.