COMUNICATI STAMPA


Roma, 19 ottobre 2023 - Con decorrenza odierna, il ruolo di Direttore Generale di Confindustria viene assunto da Raffaele Langella, diplomatico di carriera dal 1995. Durante il suo percorso professionale, si è occupato dei temi legati all’internazionalizzazione delle imprese: a Ginevra come negoziatore su servizi e proprietà intellettuale nel contesto dell’Organizzazione Mondiale del Commercio e a Delhi come consigliere commerciale. Dal 2009 al 2013 è stato responsabile della comunicazione alla Rappresentanza d’Italia presso l’Unione Europea e, dal 2013 al 2017 ha lavorato nell’Ufficio del Consigliere Diplomatico a Palazzo Chigi, concludendo questa esperienza come Consigliere diplomatico aggiunto. A dicembre del 2021 entra in Confindustria, come Direttore dell’Area Affari Internazionali. Con la sua esperienza professionale, Raffaele Langella, rappresenta una garanzia nel rapporto con gli interlocutori istituzionali di Confindustria. L’Associazione ringrazia Francesca Mariotti per il lavoro svolto e l’impegno profuso in questi anni nel ruolo di Direttore Generale.



Cyber Index PMI ha l’obiettivo di promuovere la diffusione della cultura digitale tra le piccole e medie imprese italiane
       Secondo il Rapporto, che ha coinvolto oltre 700 imprese, le PMI italiane raggiungono complessivamente un livello di consapevolezza in materia di sicurezza digitale di 51 su 100. Il 45% delle PMI intervistate riconosce il rischio cyber ma solo il 14% ha un approccio strategico in materia e la capacità di valutare il rischio cyber e di mitigarlo; il 55% è poco consapevole con un 20% che si può definire principiante
       Cyber Index PMI è l’iniziativa promossa da Confindustria e Generali con il contributo scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano e la partnership istituzionale dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale
       Continua il roadshow per diffondere la cultura del cyber risk: con la partecipazione delle associazioni industriali, delle PMI presenti su tutto il territorio italiano e la Rete di consulenti ed esperti Generali



19 ottobre, Roma. È stato presentato oggi a Roma il primo Rapporto Cyber Index PMI, l’indice che misura lo stato di consapevolezza in materia di rischi cyber delle aziende di piccole e medie dimensioni.
Cyber Index PMI, realizzato da Generali e Confindustria, con il supporto scientifico dell’Osservatorio Cybersecurity & Data Protection della School of Management del Politecnico di Milano e con la partecipazione dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, evidenzia e monitora nel tempo il livello di conoscenza dei rischi cyber all’interno delle organizzazioni aziendali e le modalità di approccio adottate dalle stesse per la gestione di tali rischi.

Giancarlo Fancel Country Manager & CEO di Generali Italia ha dichiarato: “Consapevoli della nostra responsabilità sociale in qualità di primo assicuratore in Italia, vogliamo contribuire in maniera concreta a diffondere tra le imprese la cultura della cyber sicurezza, ad accrescere la consapevolezza della vulnerabilità rispetto al rischio informatico e a sottolineare l’importanza dell’adozione di adeguate soluzioni di protezione. Lo facciamo con iniziative concrete a livello nazionale e locale: oggi, infatti, presentiamo il Rapporto Cyber Index PMI 2023 e mettiamo a disposizione delle organizzazioni aziendali le nostre competenze e la nostra esperienza in tema di identificazione dei rischi cyber. Oltre a strumenti assicurativi innovativi, ci impegniamo a far sì che nel corso del tempo le PMI italiane siano sempre più consapevoli su un tema cruciale e sfidante per il nostro Paese, la nostra economia e la nostra società”.

Bruno Frattasi, Direttore Generale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale ha dichiarato: “Promuovere l’innovazione e favorire la trasformazione digitale delle PMI italiane significa anche metterle in condizione di saper gestire il rischio derivante dagli incidenti informatici. A ciò si aggiunge anche la sfida posta dall’affermarsi di tecnologie dirompenti come l’Intelligenza Artificiale e il quantum computing, con tutte le opportunità e rischi che ne conseguono. Il rapporto presentato oggi, a cui ACN ha fornito pieno supporto, fotografa una realtà ben nota del proliferarsi e inasprirsi delle insidie digitali. Ecco perché è fondamentale fornire alle aziende italiane strumenti di autovalutazione come il “Cyber index PMI” per comprendere il grado di maturità nell’affrontare la minaccia cyber e predisporre quindi opportune misure tecnologiche e organizzative per alzare il livello di protezione e stimare il cosiddetto rischio residuo”.

Agostino Santoni, Vice Presidente di Confindustria per il Digitale ha detto: "I numeri dimostrano che la protezione dei dati è ormai un tema ineludibile. Dal 2018 al 2022 gli attacchi informatici a livello globale sono aumentati del 60% e, solo in Italia, nel corso del 2022, abbiamo registrato un incremento del 169% rispetto all'anno precedente. Nel settore manifatturiero abbiamo raggiunto la cifra record di +191,7% e la spesa in cybersecurity nel nostro Paese ha raggiunto 1.590 milioni di euro nel 2022, in costante crescita. È la dimostrazione di quanto stia aumentando la consapevolezza dei rischi legati alla sicurezza informatica, tanto che nella sfera imprenditoriale ormai è considerata un fattore strategico di competitività. Per questo Confindustria si è impegnata a sensibilizzare il proprio Sistema associativo sulla cybersecurity, con particolare attenzione alle PMI. Si tratta di un tema che l’attuale fase di transizione digitale ha reso ancora più urgente e, per gestire l’implementazione dei nuovi processi, va affrontato lavorando sulle competenze del capitale umano".

Remo Marini, Group Head of IT & Operations Risk & Security di Assicurazioni Generali ha dichiarato: “Da anni assistiamo ad una crescita rilevante degli attacchi informatici e mai come oggi, il panorama delle minacce cyber, ulteriormente aggravato dal contesto geopolitico, rende ancora più urgente la necessità per le imprese di individuare le possibili fonti di rischio cyber, stimarne l’entità e, infine, lavorare alla loro mitigazione. In particolare, proprio le piccole e medie imprese risultano essere dei soggetti particolarmente vulnerabili e per questo occorre supportarle da subito: aumentando la loro consapevolezza in materia di rischi cyber, accrescendo il loro livello di maturità e di protezione e, fornendo loro gli strumenti assicurativi utili a mitigare il rischio residuo. In questa direzione si sta muovendo da anni il Gruppo Generali e il Cyber Index PMI ne è la prova tangibile”.

Alessandro Piva, Direttore dell’Osservatorio Cybersecurity & Data Protection del Politecnico di Milano ha affermato: “Il Rapporto Cyber Index PMI evidenzia complessivamente una situazione di scarsa consapevolezza dei rischi cyber, in uno scenario dove le PMI rappresentano il motore dell’economia del nostro Paese e sono partner strategici di grandi imprese in filiere di rilevanza nazionale ed internazionale. Le difficoltà a stanziare fondi e a internalizzare figure professionali dedicate rendono complesso identificare minacce e priorità di azione e spesso l’approccio al rischio cyber è solo di tipo artigianale. Solo il 14% dele organizzazioni si può considerare maturo, con un approccio strategico alla materia e in grado di mettere in campo le corrette leve di attuazione con iniziative che riguardano persone, processi e tecnologie.”

Quattro livelli di maturità per le PMI italiane: è quanto emerge dal Rapporto Cyber Index PMI 2023

Il dato principale che emerge dal Rapporto è la necessità di una maggior diffusione e promozione della cultura dei rischi cyber tra le organizzazioni aziendali di piccole e medie dimensioni. Le 708 PMI coinvolte nel Rapporto raggiungono complessivamente un valore di medio di Cyber Index a 51 su 100 (il livello di sufficienza è 60 su 100).
Cyber Index PMI è derivato da una valutazione su tre diverse dimensioni: l’approccio strategico, la capacità di comprendere il fenomeno e le minacce (identificazione), l’introduzione di leve per mitigare il rischio (attuazione). Il Rapporto evidenzia come, seppur vi sia una crescente attenzione sulla materia, manchi un vero e proprio approccio strategico che preveda la definizione di investimenti e la formalizzazione di responsabilità da parte della popolazione aziendale italiana, con un punteggio medio di 54 su 100. Sebbene le leve di attuazione siano maggiormente sviluppate, con un valore di 56 su 100, le PMI hanno difficoltà nello stabilire priorità, perché mancano le azioni di identificazione corrette che permettano di approcciare il tema in maniera più oculata e consapevole, punteggio medio di identificazione 43 su 100.
I rispondenti, rappresentativi dell’intera popolazione di PMI italiane, possono essere raggruppati in 4 livelli di maturità:
       il 14% è considerato maturo: ha un approccio strategico alla materia, è pienamente consapevole dei rischi ed è in grado di mettere in campo le corrette leve di attuazione con iniziative che riguardano persone, processi e tecnologie
       il 31% può essere definito come consapevole: è in grado di comprendere le implicazioni dei rischi cyber, ma con una capacità operativa spesso ridotta per poter mettere in campo le corrette azioni
       il 35% è informato: non pienamente consapevole del rischio cyber e degli strumenti da mettere in atto, si approccia al rischio cyber in modo «artigianale»
       il 20% può essere definito principiante: poco consapevole dei rischi cyber e con una quasi nulla implementazione delle misure di protezione
Il Rapporto non registra rilevanti differenze territoriali mentre il livello di maturità delle imprese è correlato con la dimensione aziendale: da un valore medio di 43 per le micro-imprese, a uno di 53 per le piccole e fino a 61 per le medie.
Il 58% delle PMI manifesta un’attenzione concreta attraverso un budget stanziato per la sicurezza informatica della propria azienda: tuttavia, nella maggior parte dei casi rientra nel più ampio investimento destinato all’IT, solo il 17% ne prevede uno ad hoc. In termini di mitigazione del rischio, il 57% ha una dotazione tecnologica per il monitoraggio delle anomalie; il 41% prevede contromisure per limitare l'esposizione degli utenti aziendali a rischi informatici, attraverso un’azione sul fattore umano, ovvero tramite policy comportamentali o iniziative di formazione degli utenti; infine, il 17% delle aziende intervistate ha già sottoscritto una soluzione assicurativa dedicata, mentre il 29% non è a conoscenza delle possibilità di copertura del rischio cyber.

Continua il roadshow di Confindustria e Generali per diffondere la cultura della cyber sicurezza tra le piccole e medie imprese italiane

Se è vero che parte delle PMI italiane hanno ben compreso l’importanza della sicurezza informatica e si stanno dunque attrezzando per affrontare uno scenario in continua evoluzione, le aziende che hanno dimensione ridotta complicano il percorso nel suo insieme. Vi è ancora, infatti, una quota significativa di aziende che faticano a gestire il rischio in maniera oculata e che ne sottovalutano i potenziali impatti. È necessario dunque un cambio di mindset rispetto alla gestione dei rischi cyber che deve essere interpretata come fattore abilitante della trasformazione digitale. Inoltre, valutando la centralità assunta dalla materia nel contesto sociale e globale in cui viviamo e con l’obiettivo di rendere resiliente l’economia del Paese, si sente il bisogno di un approccio sistemico in cui intervengano anche le istituzioni per definire opportunità di investimento comuni e rafforzare le infrastrutture aziendali.
Nell’ottica di aumentare la conoscenza su temi di rischi cyber e di attacchi informatici per le imprese, sono previsti incontri di formazione e workshop su base territoriale. Gli esperti di Generali e la rete agenziale coinvolgeranno, con la loro consulenza di valore, le imprese associate a Confindustria, per garantire una maggior consapevolezza dei rischi legati alla crescente digitalizzazione e per proteggere le imprese dal crimine informatico. La seconda tappa dell’iniziativa, dopo quella di Venezia Mestre, sarà il 26 ottobre a Parma e, nel corso dei mesi, proseguirà nel corso dell’anno coinvolgendo Firenze, Torino, Genova, Milano, Perugia e Bologna.  
Per promuovere la cultura del cyber risk al grande pubblico, a partire da novembre sarà inoltre pubblicato sulle principali piattaforme audio il primo podcast di Generali Italia a tema Cybersecurity. Composto da 4 episodi, il podcast fa parte di “Semplice Come”, il progetto audio di Generali Italia lanciato nel 2017 per semplificare argomenti complessi.




Roma, 6 ottobre 2023 - I Presidenti di Confindustria Carlo Bonomi e di BDI Siegfried Russwurm esprimono il sostegno degli industriali italiani e tedeschi al rafforzamento della compagine azionaria di Ita Airways per implementare gli investimenti.

"Da sempre l'industria guarda positivamente alla privatizzazione di Ita Airways, quindi non possiamo che affermare che l'operazione da parte di Lufthansa vada nella giusta direzione, rappresentando un passo fondamentale verso il rafforzamento dell'industria aerea italiana. È essenziale che questa transizione sia gestita con determinazione e lungimiranza per garantire che la nuova compagnia mantenga e accresca il suo valore sul territorio italiano, a beneficio dei cittadini e di tutta la comunità imprenditoriale", ha affermato il Presidente di Confindustria Carlo Bonomi.

"L'imminente consolidamento del trasporto aereo europeo deve rafforzare l'industria nella concorrenza internazionale, ridurre l'influenza dello Stato e garantire la resilienza dell'UE in questo campo. La domanda dinamica del settore e le sfide strutturali richiedono aziende ben finanziate e di successo in grado di gestire i principali investimenti nella protezione del clima. Con un'offerta migliore e più rispettosa del clima, i consumatori europei ne trarranno beneficio", ha dichiarato Siegfried Russwurm, presidente BDI.


FORNIRE UN SUPPORTO CONCRETO ALLE PMI: LO SME ROADSHOW DI BUSINESSEUROPE FA TAPPA A ROMA

L'evento ha visto gli interventi di Roberta Metsola, Presidente del Parlamento europeo, e di Thierry Breton, Commissario UE per il Mercato interno

Bruxelles/Roma, 4 ottobre 2023 - Confindustria ha ospitato oggi nella sua sede di Roma il secondo SME Roadshow di BusinessEurope, l’associazione europea delle imprese di cui Confindustria è membro fondatore. La discussione si è concentrata sul percorso delle PMI verso la duplice transizione verde e digitale, nel contesto del pacchetto di misure di supporto per le PMI recentemente annunciato dalla Commissione europea. 

 Fabrice Le Saché, presidente della Entrepreneurship & SME Committee di BusinessEurope, ha dichiarato:

"Le proposte della Commissione per semplificare le procedure e ridurre i requisiti di rendicontazione per le PMI possono svolgere un ruolo importante durante la transizione verde e digitale. BusinessEurope chiede inoltre un impegno politico costante, da parte di tutta la Commissione, per migliorare ulteriormente lo strumento ‘SME test’ e valutarne regolarmente l'efficacia. Inoltre, la limitazione dei termini di pagamento nelle transazioni B2B potrebbe contribuire ad aumentare il flusso di cassa delle PMI e consentire maggiori investimenti nelle due transizioni, ma la protezione della libertà contrattuale è un elemento chiave dell'attuale direttiva e deve essere mantenuta.

Giovanni Baroni, Presidente Piccola Industria Confindustria, ha aggiunto:

“Siamo orgogliosi di aver ospitato a Roma la seconda tappa dell’SME Roadshow di BusinessEurope. È stata un'occasione preziosa per condividere proposte e definire sinergie su una priorità strategica fondamentale per l'Europa: la competitività delle PMI. Le PMI europee sono impegnate a garantire la transizione sostenibile dell’Europa. Ecco perché è importante continuare a sostenerle con stimoli agli investimenti anche nell'integrazione dei criteri ESG e garantire loro l’accesso a una forza lavoro qualificata. L’Italia ha il maggior numero di PMI in Europa, che generano il 64,3% del nostro valore aggiunto nazionale e quasi il 77% dei posti di lavoro. Le nostre PMI hanno bisogno di una rapida semplificazione normativa a livello Ue soprattutto nel campo della sostenibilità”.

La posizione completa di BusinessEurope sul pacchetto di misure di supporto per le PMI proposto dalla Commissione europea è disponibile qui.



Aperto a tutte le imprese il bando scade il prossimo 3 novembre. Alle aziende finaliste anche la possibilità di riduzione del tasso di premio Inail

Roma, 3 ottobre 2023 - Prende il via oggi l’VIII edizione del premio “Imprese per la sicurezza”, l’iniziativa promossa da Confindustria e Inail con l’obiettivo di contribuire alla diffusione della cultura della prevenzione di infortuni e malattie professionali, dando visibilità alle aziende che si distinguono per il loro impegno e per i risultati gestionali raggiunti in materia di salute e sicurezza. Il concorso, realizzato con la collaborazione tecnica dell’Associazione premio qualità Italia (Apqi) e di Accredia, ente italiano di accreditamento, è aperto a tutte le imprese.

La valutazione delle candidature adotta un approccio innovativo globale, che consente di misurare il livello di sicurezza in tutte le fasi del processo produttivo. La partecipazione, in particolare, offre l’opportunità di ottenere un check-up approfondito sulla sicurezza aziendale e di ricevere un report che consente di conoscere non solo il proprio posizionamento rispetto alle altre imprese partecipanti, ma anche quali sono le aree di forza e quelle in cui è possibile migliorare.

Per partecipare è necessario compilare e inviare, entro le ore 14:30 del prossimo 3 novembre, i questionari online disponibili sul sito di Confindustria al link https://www.confindustria.it/home/appuntamenti/iniziative-progetti/dettaglio-evento/Premio-imprese-per-la-sicurezza-viii-edizione

I riconoscimenti saranno assegnati per tipologia di rischio e dimensione aziendale. Le aziende finaliste, inoltre, potranno richiedere la riduzione del tasso di premio Inail, con le modalità descritte sul sito dell’Istituto.


INTELLIGENZA ARTIFICIALE: IL MERCATO IN EMILIA-ROMAGNA SUPERA I 30 MILIONI DI EURO NEL 2022,
CON UNA PROSPETTIVA DI CRESCITA FINO A 51 MILIONI NEL 2024.
A CESENATICO SESTA TAPPA DEL ROADSHOW DI PICCOLA INDUSTRIA E ANITEC-ASSINFORM



Nel 2022 il mercato dell’Intelligenza Artificiale in Emilia-Romagna ha superato i 30 milioni di euro, con una prospettiva di crescita fino a 51,6milioni di euro nel 2024. Il mercato digitale della regione ha superato i 6 miliardi di euro nel 2022, con una crescita dell’1,8% rispetto al 2021.
La percentuale di imprese emiliano-romagnole con almeno un livello base di digitalizzazione è cresciuta attestandosi al 70,5% nel 2022 rispetto al 63,4% del 2021, con un incremento di oltre 7 punti percentuali.
Ancora poche le imprese italiane che utilizzano sistemi di Intelligenza artificiale ma il mercato è in forte sviluppo: la percentuale delle piccole imprese italiane si attesta oggi al 5,3, contro il 24,3% delle grandi imprese, ma gli ultimi dati ISTAT disponibili si riferiscono al 2021.



Cesenatico, 21 settembre 2023Sesta tappa a Cesenatico, con Piccola Industria Confindustria Romagna per il ciclo di incontri “Intelligenza artificiale e PMI: esperienze da un futuro presente”, organizzato da Piccola Industria Confindustria e Anitec-Assinform, in collaborazione con la rete dei Digital Innovation Hub, con la partnership di Audi e la media partnership de L’Imprenditore. Si tratta di un roadshow che in due anni toccherà tutte le regioni italiane, con l’obiettivo di sensibilizzare e informare le piccole imprese associate a Confindustria sulle opportunità offerte dall’intelligenza artificiale. Sono le stesse imprese a raccontare le proprie esperienze e strategie di impiego dell’IA in azienda, grazie alla presentazione di casi concreti e al confronto diretto con i partecipanti.  


L’intelligenza artificiale, di cui si discute da oltre 70 anni, è oggi al centro del dibattito politico-economico. Big data, elevate capacità computazionali e algoritmi più performanti ne permettono un impiego diffuso, capace di incidere nella vita quotidiana di imprese e individui in maniera ancora più profonda rispetto alle innovazioni precedenti. Tuttavia, nonostante le sue potenzialità, l’IA rimane ancora scarsamente utilizzata dalle imprese italiane, in particolare quelle di minori dimensioni: secondo dati Istat del 2021, solo il 6,2% delle imprese con almeno 10 dipendenti ha dichiarato di utilizzare sistemi di Intelligenza artificiale, contro una media dell’8% nell’Unione europea. In particolare, la percentuale di piccole imprese italiane si attesta al 5,3%, contro il 24,3% delle grandi imprese. Un gap da colmare, perché numerose ricerche certificano un crescente divario nell’incremento della produttività dovuto alla digitalizzazione tra le poche imprese di frontiera e le molte più in ritardo. (FIGURA 1). L’Italia recupera parzialmente nell’industria: nel 2021 la percentuale di imprese più avanzate nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale era superiore alla media europea (1,4% contro 1,3%). Rimane però ancora lontana dai paesi capofila: Danimarca a 5,3% e Paesi Bassi al 3%.


Per quanto riguarda l’Emilia-Romagna, le imprese con almeno un livello base di digitalizzazione sono il 70,5% nel 2022 rispetto al 63,4% del 2021, con un incremento di 7 punti percentuali (FIGURA 2). La Regione è la prima tra le tre italiane a essere state individuate come “Strong Innovator” nel Regional Innovation Scoreboard 2023 della Commissione europea, a fronte di una media nazionale definita “moderate innovator”.


Secondo Anitec-Assinform, l’Associazione che in Confindustria raggruppa le aziende ICT, in Italia per il mercato dell’Intelligenza artificiale nel 2022 ha raggiunto un volume di circa 435 milioni di euro (+32,4%) ed è previsto che l’IA raggiunga i 1.200 milioni nel 2026, con un tasso di crescita medio annuo del 28,9% (cfr. Rapporto Anitec-Assinform “Il Digitale in Italia 2022” v.2). (FIGURA 3)


L’Intelligenza artificiale, insieme ad altri abilitatori del mercato (Digital Enabler) come ad esempio Cybersecurity, Big Data e Cloud, sarà un elemento di traino straordinario per lo sviluppo del mercato digitale italiano. Nonostante le prospettive positive, in Italia il mercato dell’IA resta meno sviluppato rispetto agli altri Paesi più industrializzati: per questo è fondamentale avere una visione strategica che consenta di accelerare e potenziare gli investimenti delle imprese, rafforzare le competenze digitali dalla scuola al mondo del lavoro e acquisire maggiore consapevolezza e conoscenza delle potenzialità dell’IA.

 
Analizzando i dati regionali si evidenzia come nel 2022 il mercato dell’Intelligenza Artificiale in Emilia-Romagna abbia superato i 30,5 milioni di euro, con una prospettiva di crescita del 30% medio nel biennio 2022-2024, anno in cui arriverà a toccare, secondo le previsioni, i 51,6 milioni di euro. Se guardiamo al mercato digitale nel suo complesso nel 2022 l’Emilia-Romagna raggiunge i 6 miliardi di euro nel 2022, con una crescita dell’1,8% rispetto al 2021 (Fonte: Rapporto Anitec-Assinform “Il Digitale in Italia 2022”). (FIGURA 4 - 5).

Mentre portavamo avanti il nostro percorso informativo e formativo sui territori” - ha ricordato Giovanni Baroni Presidente Piccola Industria Confindustria -  “sia a livello europeo sia nazionale sono stati compiuti molti passi avanti sull’intelligenza artificiale e sulla sua componente hardware principale: i chip. Guardiamo con interesse alle innovazioni del IA Act e del Chips Act, così come, rimanendo in Italia, a quelle introdotte dal Decreto Omnibus in materia di semiconduttori. Nel nostro Paese manca, però, una strategia strutturata e coerente, sia nelle risorse sia nella visione, che possa affiancarsi a quella europea e competere con i programmi statunitensi, cinesi, sud coreani, o anche solo con quelli tedeschi e francesi. La tradizione italiana nella ricerca in questi campi ha una lunga storia e conserva una grande eccellenza: sarebbe importante porre oggi le basi per il futuro, sia nella R&S sia nella produzione manifatturiera”.

 
“Anitec-Assinform si impegna a promuovere l'Intelligenza Artificiale come catalizzatore per la crescita e l'innovazione nel panorama industriale italiano. Come Associazione vogliamo ispirare le piccole e medie imprese ad abbracciare l'IA e le nuove tecnologie digitali. Il nostro obiettivo è rendere il digitale il fulcro della nostra crescita, consolidando la posizione di leadership dell'industria italiana nel mercato globale e contribuendo a raggiungere un futuro di innovazione e successo” ha affermato Paolo Maggioli, Vice Presidente Anitec-Assinform.
 
“Ci sono ancora ampi margini di miglioramento e un grande potenziale da sprigionare in un settore di innovazione continua come l'AI, ma questi dati confermano la vocazione dinamica del tessuto industriale romagnolo, nonostante tutte le difficoltà e le variabili imprevedibili, ultima tra tutte l'alluvione. Davvero le piccole imprese stanno facendo, insieme, un'impresa grandissima, dimostrando di essere l'ossatura portante su cui si tiene il sistema produttivo territoriale” ha sottolineato Danilo Casadei, Presidente Comitato Piccola Industria Confindustria Romagna.
 

“L’indagine conferma – ha affermato Maurizio Minghelli, Presidente Comitato Piccola Industria Confindustria Emilia-Romagna – che il nostro territorio è molto vivace sui temi legati all’innovazione e alle nuove tecnologie. Le sfide da affrontare sono tre: l’utilizzo dei dati per un’intelligenza diffusa a disposizione delle imprese e della società, le competenze digitali, la trasformazione digitale dei settori produttivi e dei servizi. Con il nostro Digital Innovation Hub, di cui fanno parte tutte le Associazioni territoriali dell’Emilia-Romagna, abbiamo realizzato più di 200 assessment e più di 300 incontri one-to-one con le imprese sulle tecnologie avanzate, dal digital twin alla blockchain fino all’intelligenza artificiale”.




CONFINDUSTRIA CONFERISCE IL “PREMIO IXI” A 12 IMPRESE TOP IN R&I
De Santis: promuovere la partnership pubblico e privato per un Sistema nazionale integrato di ricerca, sviluppo e innovazione



Roma, 21 settembre 2023 - Confindustria ha assegnato oggi il “Premio Imprese per Innovazione” a 12 aziende che hanno investito con successo in Ricerca e Innovazione.

Le vincitrici di questa edizione sono: Argotec, Chiesi Farmaceutici, Cosberg, Farmalabor, Fluid-o-Tech, Masmec, Sanofi, Sogei – per la categoria AWARD; Diasen, Flash Battery, Teleperformance – per la categoria PRIZE; Bit4id - per la categoria FINALISTE.

Assegnate anche sei menzioni speciali: sul tema della formazione alle imprese LMA e Sogei; sulle scienze della vita premiate Fluid-oTech e Masmec; la menzione per le imprese guidate da under 40 va a 3D4MEC e AGC Biologics.

“L’Italia è un bacino di imprese che riescono ad essere protagoniste nella creazione di benessere diffuso e occupazione investendo in Ricerca e innovazione, i veri pilastri su cui costruire lo sviluppo delle imprese e del Paese” - ha commentato Francesco De Santis, Vicepresidente di Confindustria per Ricerca e Sviluppo. “Le imprese industriali rappresentano il motore dell’innovazione tecnologica, fattore indispensabile per rispondere alle sfide sociali ed economiche e per aumentare la competitività sui mercati. Il Premio è un riconoscimento alle imprese che in un contesto di investimenti si sono distinte per la qualità dell’innovazione. È necessario, quindi, - ha aggiunto De Santis - un impegno Paese per accompagnare questo processo e rendere il Sistema nazionale di ricerca, sviluppo e innovazione sempre più integrato. Per questo serve promuovere la partnership pubblico e privato e aumentare così la ricerca di eccellenza e la capacità di applicare i risultati. È proprio la sfida a cui può rispondere il PNRR e che noi dobbiamo sostenere”.

Il Premio Imprese per Innovazione, istituito da Confindustria, è giunto alla XIII edizione: si tratta di un percorso di analisi e di crescita nel campo dell’innovazione a 360 gradi in cui l’impresa è guidata a realizzare un’autoanalisi del livello di innovazione e beneficia alla fine del percorso di un rapporto dettagliato sul suo stato di innovazione e sulle possibili strade per migliorarlo.

Il Premio IXI è il primo in Europa ad aver adottato i parametri dell’European Foundation for Quality Management (EFQM) ed è stato realizzato in collaborazione con La Fondazione Giuseppina Mai e Audi, con il sostegno di Fondimpresa e Il Sole 24 Ore, con il contributo di Prima Sole Components e con il supporto tecnico dell’Associazione Premio Qualità Italia (APQI).

Il Premio “Imprese per Innovazione” partecipa, per la categoria Industria e Servizi, al Premio dei Premi, riconoscimento istituito dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri su mandato del Presidente della Repubblica e la cui cerimonia si terrà nel corso del 2023.



ENERGIA: CONFINDUSTRIA, BENE AZIONE TERNA SU DISPACCIAMENTO

Regina: “Auspichiamo si prosegua nella riduzione dei costi in bolletta”

 

Roma, 18 settembre 2023 – “I costi del dispacciamento elettrico in bolletta continuano la discesa, come conferma l’aggiornamento di Terna che evidenzia per il 4° trimestre 2023 un uplift a 0,81 €/MWh, contro i 0,85 € del trimestre precedente, attestandosi, quindi, su valori molto contenuti e sotto la soglia di 1 €/MWh” - afferma Aurelio Regina Presidente del Gruppo Tecnico Energia di Confindustria.

“Si tratta di un ulteriore minimo storico ed è il terzo trimestre consecutivo che Terna mantiene sotto 1 euro/MWh il costo del servizio. Come consumatori industriali, apprezziamo il lavoro fatto da Terna per contenere i costi di una voce della bolletta elettrica, fino a qualche anno fa rilevante e che oggi è molto più contenuta” – commenta Regina.

“Secondo i dati Terna, infatti, la media dei valori uplift tra 2016 e il 2021 è stata pari a 8 euro/MWh. Nel 2022, quando il prezzo dell’energia era aumentato 6 volte rispetto al 2019, il valore dell’uplift era rimasto sostanzialmente stabile rispetto allo stesso anno – ha continuato. Nel 2023, laddove i prezzi dell’energia sono oltre il doppio (2,5 volte) di quelli del 2019, il valore dell’uplift medio è meno di un quarto.  Auspichiamo che si prosegua in questa direzione – conclude Aurelio Regina - per rendere il costo della bolletta energetica delle aziende, ancora molto alto, meno impattante sul sistema produttivo delle aziende”.


ITALIA-ARABIA SAUDITA: CONFINDUSTRIA FIRMA ACCORDO CON ACWA POWER PER LA PRODUZIONE DI IDROGENO VERDE

Beltrame: “Grandi opportunità per le aziende italiane su progetti idrici ed energetici”

Roma, 12 settembre 2023 – La Vice Presidente di Confindustria per l’internazionalizzazione, Barbara Beltrame, in occasione del Forum Italo-Saudita 2023 sugli investimenti che si è svolto lo scorso 4 settembre a Milano, ha firmato un Memorandum di intesa con ACWA Power, azienda leader nella produzione di energia, di acqua desalinizzata e di idrogeno verde, presente in Medio Oriente, Europa, Asia centrale e Africa. L’obiettivo dell’accordo è avviare collaborazioni tra ACWA Power e le aziende del Sistema Confindustria operanti in questi settori. L’azienda saudita - società per azioni quotata di cui il Fondo per gli Investimenti Pubblici è azionista di maggioranza - mira a diventare uno dei più grandi produttori globali di idrogeno verde e ha già allo studio importanti progetti in diverse località tra cui quello di NEOM, la smart city a zero emissioni di carbonio in costruzione nel deserto arabo.

Oltre alla fornitura di idrogeno verde, il Memorandum d’intesa prevede una collaborazione strategica per nuovi piani di desalinizzazione dell’acqua, con attività di ricerca e sviluppo di tecnologie di disinfezione/purificazione avanzate e progetti di generazione di energia, sia da fonti rinnovabili sia convenzionali, con il potenziale coinvolgimento di fornitori nel campo dei sistemi di “inseguitore solare“ (una tecnologia che permette di orientare i pannelli nella direzione con maggiore luce), di inverter fotovoltaici, di meccanismi di accumulo di energia in batterie, di pulizia dei moduli fotovoltaici azionati da veicoli e fornitori per apparecchiature per sottostazioni.

L’Area del Golfo ha assunto una rinnovata centralità nell’attuale scenario internazionale – ha affermato la Vice Presidente di Confindustria Barbara Beltrame - e, in questo contesto, i rapporti tra Italia e Arabia Saudita si stanno saldando e rafforzando a tutti i livelli, come testimonia l’ampia adesione all’Italian-Saudi Investment Forum. Confindustria, con la propria partecipazione al Forum italo-saudita sugli Investimenti di Ryadh di giugno 2022, con la costituzione e co-presidenza del Saudi-Italian Business Council e con i rispettivi Forum di Roma e Milano dello scorso maggio, sta partecipando attivamente a questo processo” - ha aggiunto Beltrame. “La firma del memorandum con ACWA Power rappresenta per le nostre imprese una grande opportunità di cooperazione congiunta per entrare nel mercato saudita in settori strategici come quello dell’energia, della desalinizzazione delle acque e dell’idrogeno verde in una fase in cui l'Arabia Saudita sta compiendo sforzi straordinari per diversificare la sua economia e rafforzare la propria base industriale. Le relazioni commerciali tra l’Italia e l’Arabia Saudita sono in un momento di importante sviluppo, con previsioni incoraggianti per il 2023 in virtù della complementarità tra le due economie e delle loro rispettive ambizioni in termini di attrazione di nuovi investimenti vantaggiosi per entrambi i Paesi” - ha concluso la Vice Presidente di Confindustria.



 

Roma, 11 settembre 2023 – La formazione è una delle più importanti leve attivate dalle imprese estere per attrarre nuovi talenti. L’89% delle imprese a capitale straniero, infatti, investe su questo aspetto in percentuale maggiore rispetto alle altre realtà imprenditoriali presenti in Italia, affiancando alle attività formative tradizionali anche il training on the job, la partecipazione a convegni, workshop e seminari e attività di auto-apprendimento.

È quanto emerso oggi dall’evento “Nuove Generazioni, imprese globali e la sfida della competitività” promosso dall’Osservatorio Imprese Estere di Confindustria e Luiss e la Scuola IMT Alti Studi di Lucca, con il contributo di Fondirigenti.

L’evento che si è svolto oggi a Lucca presso la Scuola IMT Alti Studi - scuola di dottorato e centro di ricerca nell'ambito dell'analisi dei sistemi culturali, economici, sociali e tecnologici -, è stato l’occasione per affrontare a tutto tondo il tema della formazione, centrale per la sfida della competitività del sistema industriale: dalla formazione del capitale umano in Italia, alla collaborazione tra il mondo dell’università e quello delle imprese estere e all’individuazione delle competenze necessarie a proiettare le aziende nel futuro.

Come emerge dagli studi dell’Osservatorio Imprese Estere (Vol. III, “Le imprese estere in Italia: tra segnali di ripresa e nuovi rischi globali”) quasi tutte le realtà a capitale estero svolgono attività di formazione (9 su 10) a differenza delle altre imprese residenti (meno del 70%). Inoltre, il tasso di partecipazione è molto elevato: 700 dipendenti su 1.000 sono interessati a queste attività di formazione, mentre nelle altre imprese non superano i 500. Non solo, le attività di formazione hanno un focus molto specifico sulle capacità gestionali e manageriali, due competenze fondamentali per lo sviluppo delle carriere e per la gestione degli scenari complessi in cui operano le multinazionali.

“I dati parlano chiaro: le imprese italiane a capitale estero danno una grande rilevanza agli asset intangibili nelle loro strategie di crescita e, in particolare, le analisi testimoniano l’attenzione delle imprese estere alla qualità e alle competenze delle risorse umane.” ha dichiarato la Vice Presidente per l’Internazionalizzazione di Confindustria e Presidente di ABIE, Barbara Beltrame Giacomello. “I talenti ad alto potenziale hanno bisogno di un’offerta di formazione che gli permetta di sviluppare le loro qualità per poi metterle a disposizione dell’azienda. Per questo l’Advidory Board Investitori Esteri di Confindustria, insieme alle nostre imprese associate, ha elaborato un progetto formativo dedicato a manufacturing, leadership, sustainability e business management, rivolto ai loro talenti”.

"Nonostante le incertezze a livello globale, le imprese a controllo estero in Italia – ha spiegato Armando Rungi, professore di Economia alla Scuola IMT - hanno continuato a investire proprio su quel fattore - il capitale umano - che ci consentirà di governare la trasformazione industriale già in atto, che è digitale e ambientale allo stesso tempo. In un'ottica di filiere produttive globali sempre più complesse, occorre pensare a migliorare le condizioni per una collaborazione locale tra imprese domestiche e imprese estere, per trarne i maggiori benefici anche in termini di formazione di capitale umano".

“Quella della formazione del capitale umano è una questione globale che non può essere affrontata senza considerare l’importanza delle connessioni tra territori in un sistema più ampio di quello nazionale e persino europeo. In Italia l’impatto del mismatch è del 48%, ciò significa che le imprese non trovano metà delle risorse che cercano. E senza risorse preparate non si può competere”, ha detto Giovanni Brugnoli, Vice Presidente per il Capitale Umano di Confindustria. “Proprio per questo bisogna allargare gli orizzonti e mettere in campo strategie innovative per importare nuove competenze, andando ad esempio a formare in modo strutturato risorse all’estero, per poi attrarre talenti nel nostro Paese. Abbiamo già una riconosciuta capacità internazionale di tante nostre università e di sempre più ITS che dobbiamo valorizzare. Dobbiamo fare, appunto, sistema e il contributo delle imprese a capitale estero è e sarà sempre più determinante”.

“Le competenze della forza lavoro sono tra i principali elementi considerati nelle scelte localizzative degli investitori esteri: competenze tecniche specializzate, essenziali in un contesto caratterizzato dalla doppia transizione (digitale e sostenibile) e capacità manageriali adeguate a gestire il cambiamento”, ha aggiunto Marco Bodini, Presidente di Fondirigenti. “Gli investitori esteri svolgono, in questo senso, un ruolo decisivo, alzando l’asticella degli standard e facendo da traino per tutto il sistema delle PMI. Rafforzare il ruolo della formazione continua, a partire da quella manageriale, è dunque la strada maestra per migliorare il posizionamento del nostro sistema economico in termini di attrattività”.

L’Advisory Board Investitori Esteri (ABIE) è il gruppo tecnico di Confindustria in cui siedono i vertici delle più importanti aziende internazionali con una sede in Italia e ha tra i suoi obiettivi la valorizzazione del ruolo che le imprese a capitale estero svolgono per il nostro Paese, ponendo l’accento sulla connessione esistente tra investitori esteri e mondo imprenditoriale italiano. L’ABIE, inoltre, svolge un ruolo di supporto dei policy maker e degli operatori delle strutture tecniche fornendo indicazioni sui fattori che possono contribuire alla promozione dell’Italia come primaria destinazione di business.

Le pubblicazioni dell’Osservatorio Imprese Estere sono consultabili sul sito: https://impreseestere.it




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