NOTA CSC N. 1-2014. IL FISCO GIOCA CONTRO

Note dal CSC

Il livello, la composizione e la complessità della tassazione italiana creano un contesto sfavorevole all’attività d’impresa. La comparazione europea del livello di tassazione sul reddito aziendale e sul lavoro evidenzia un ampio divario, che si traduce in minore competitività e minore attrattività del Paese per gli investimenti, non solo dall’estero.

Il divario riguarda tutte le imposte che incidono sull’attività di impresa, ma in modo particolare quelle sul lavoro. Al contrario i consumi sono meno tassati che negli altri paesi europei. Un riequilibrio appare necessario per trasferire parte del carico fiscale sui beni e servizi importati, ridurre gli oneri delle aziende italiane e aumentare le retribuzioni nette.

Se si tiene conto dell’evasione, la pressione fiscale e contributiva a carico delle imprese rispettose degli obblighi verso l’Erario, e maggiormente presenti sui mercati internazionali, è molto superiore a quel che raccontano le statistiche ufficiali. L’industria in senso stretto e il settore del credito, mediamente, presentano livelli minimi di evasione.

Gli spazi per ridurre il carico fiscale devono essere individuati nella revisione della spesa pubblica e nella lotta all’evasione fiscale e contributiva.

Anche il modo in cui viene effettuato il prelievo penalizza il fare impresa in Italia, con normative che sono molto più complesse che negli altri Paesi e che assorbono risorse e che lasciano un alea di incertezza.

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