Le politiche economiche europee possibili

Note dal CSC

Andrea Montanino e Ferdinando Pagnoncelli


  • Alla vigilia delle elezioni per il Parlamento europeo e il successivo rinnovo della Commissione, qual è il sentimento degli italiani verso le istituzioni europee?
  • Cosa chiedono veramente?
  • È possibile costruire un’agenda di politica economica intorno alla quale costruire un consenso presso l’opinione pubblica e non solo le élite, una volta che il Parlamento e la Commissione saranno formati?


Dalle elezioni europee le future politiche economiche

Il Parlamento europeo ha gradualmente allargato il suo ruolo e poteri. All’inizio si trattava di un’Assemblea parlamentare, composta da 142 membri scelti dagli stati all’interno dei parlamenti nazionali, con un potere esclusivamente consultivo sugli atti della Commissione. Poi c’è stata l’elezione diretta dei rappresentanti (1979) e via via un allargamento dei poteri, con il passaggio più significativo con il Trattato di Maastricht del 1992 che introduce la procedura di co-decisione. Con questa procedura, il Parlamento diventa co-legislatore in alcune materie, prettamente riguardanti il mercato unico.

Oggi, il Parlamento nomina ed elegge il presidente della Commissione, su proposta del Consiglio e la procedura di co-decisione diventa procedura legislativa ordinaria dell’UE. Il Parlamento approva ed emenda l’intero bilancio UE al pari del Consiglio europeo e ha diritto di approvazione sugli accordi internazionali. Ecco perché le scelte che i cittadini europei faranno a fine maggio sono rilevanti per definire le politiche economiche possibili per il prossimo quinquennio.

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