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La produzione industriale italiana recupera a gennaio (+1,0%), dopo la sostanziale stagnazione rilevata in dicembre (-0,1%). Nel quarto trimestre del 2020 si è avuta una diminuzione dello 0,8% sul terzo e nel 2020 dell’11,4% sul 2019 (nei dati corretti per gli effetti di calendario), un calo meno forte di quello registrato nel 2009, l’anno della crisi finanziaria internazionale (-18,7%). Alla luce dei risultati dell’indagine, risulta lievemente negativo il contributo dell’industria alla variazione congiunturale del PIL italiano nell’ultimo trimestre del 2020, diminuito del 2,0% secondo le stime preliminari dell’ISTAT. La dinamica tra fine 2020 e inizio 2021 conferma il persistere di un contesto economico debole, soprattutto a causa dell’andamento nei servizi, fortemente penalizzati dalle misure di contenimento introdotte negli ultimi mesi per frenare la crescita dei contagi da Covid-19.
ll CSC rileva un incremento della produzione industriale dell’1,0% in gennaio su dicembre, quando si è avuto un calo dello 0,1% rispetto a novembre. Nel quarto trimestre 2020 l’attività è diminuita dello 0,8% congiunturale, dopo il +28,8% rilevato dall’Istat nel terzo. La variazione acquisita nel primo trimestre è di +0,5%.
La produzione, al netto del diverso numero di giornate lavorative, arretra in gennaio del 2,8% rispetto allo stesso mese del 2020; in dicembre è diminuita del 2,0% sui dodici mesi.
Gli ordini in volume aumentano in gennaio dello 0,7% su dicembre (-4,2% su gennaio 2020), quando sono diminuiti dello 0,3% sul mese precedente (+0,4% annuo).
Il calo della produzione industriale a fine 2020 ha contribuito solo in misura marginale alla diminuzione del PIL nel quarto trimestre (-2,0%, secondo la stima preliminare diffusa oggi dall’ISTAT), nonostante il peggioramento della crisi sanitaria durante i mesi autunnali. Si va assistendo a una graduale divaricazione dell’andamento tra industria e servizi, con questi ultimi fortemente penalizzati dalle misure introdotte per contenere la diffusione del contagio da Covid-19. L’industria, per il momento, appare risentire poco della caduta dell’attività nel terziario, come confermato anche dalle valutazioni degli imprenditori nell’indagine ISTAT sulla fiducia e nelle rilevazioni IHS Markit-PMI.
L’incremento della produzione industriale rilevato in gennaio è coerente con l’andamento degli indicatori qualitativi più recenti. In particolare, l’indagine PMI sul manifatturiero ha evidenziato un’accelerazione della crescita della produzione (indice a 54,4 da 52,0 di dicembre), sostenuta da entrambe le componenti della domanda. Quella estera, in aumento da settembre (con l’unica eccezione di novembre), è stata spinta dall’afflusso di nuovi ordini soprattutto da Europa e Nord America. Anche l’indagine ISTAT sulla fiducia delle imprese manifatturiere ha mostrato un miglioramento delle valutazioni degli imprenditori sulla situazione attuale. Più favorevoli giudizi sui livelli di produzione in gennaio sono spiegati sia da un aumento degli ordini, che è stato più forte per la componente interna, che da un robusto incremento delle scorte. A fronte di un miglioramento delle valutazioni sulla situazione attuale nell’industria, gli imprenditori esprimono però forti perplessità sulle prospettive dei prossimi mesi. Le attese su ordini e produzione sono in netto peggioramento rispetto a dicembre e ciò non lascia presagire, per il breve periodo, il consolidamento di una fase espansiva.