L’attività oscilla in aprile (-0,5%) e maggio (+0,9%) lungo un trend di crescita. Sale l’incertezza

Indagine rapida sulla produzione industriale

La produzione industriale italiana, nonostante le oscillazioni registrate nei mesi primaverili, è in rotta per una crescita nel secondo trimestre: la variazione congiunturale acquisita è, infatti, di +0,8%, dopo la stagnazione nel primo.

L’attività ha mostrato dinamiche contrapposte nei due mesi coperti dall’indagine: il calo di aprile (-0,5%, dopo il rimbalzo di marzo) è stato più che compensato dal robusto incremento di maggio (+0,9%). Il ripiegamento degli indicatori di fiducia nei mesi primaverili non lascia intravedere un cambio di passo nel breve periodo.

In maggio il CSC rileva un aumento della produzione industriale dello 0,9% su aprile, quando è stato stimato un calo dello 0,5% su marzo. Nel secondo trimestre del 2018 si registra una variazione congiunturale acquisita di +0,8%; nel primo, i livelli di attività erano rimasti invariati rispetto al quarto trimestre del 2017.

La produzione, al netto del diverso numero di giornate lavorative, avanza in maggio del 3,7% rispetto allo stesso mese del 2017; in aprile è cresciuta del 3,2% sui dodici mesi. Il robusto incremento della produzione media giornaliera riflette una tendenza ancora favorevole dell’attività.

Gli ordini in volume aumentano in maggio dello 0,6% sul mese precedente (+3,4% su maggio 2017) e in aprile dello 0,2% su marzo (+1,2% annuo).

Gli indicatori qualitativi relativi al manifatturiero hanno mostrato un modesto e graduale arretramento nei mesi primaverili. L’atteggiamento degli imprenditori è divenuto più attendista, nell’attesa che si superi lo stallo politico sul fronte interno e che prenda una direzione chiara l’evoluzione della situazione internazionale, legata principalmente alla politica estera americana.

Nonostante il recente ripiegamento, tali indicatori restano ancora su valori relativamente elevati, coerenti con incrementi modesti dell’attività industriale; non lasciano intravedere, però, un cambio di passo nel breve periodo. In maggio l'indice di fiducia degli imprenditori (ISTAT) si è stabilizzato sui livelli di aprile (a 107,7, poco sotto la media del 1° trimestre e del 2017), interrompendo il calo iniziato a febbraio.

Sono meno positive le attese di produzione e ordini a causa del peggioramento della domanda estera, in linea con la tendenza in atto da inizio 2018. La fiducia tra i comparti produttivi è migliorata solo in quello dei beni strumentali dove anche i giudizi sugli ordini interni, un indicatore ben correlato con la dinamica degli investimenti, sono più positivi. 

Guardando oltre al breve periodo, il rischio principale viene dall’acutizzarsi della crisi politica in Italia. Se persistente, contribuirà ad accrescere l’incertezza tra famiglie e imprese generando un impatto negativo sulla domanda e, conseguentemente, sulla dinamica della produzione industriale.

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