Brugnoli al Sole 24 Ore: Misure strutturali per i giovani, l'occupazione parta dalla scuola

17 maggio 2022 | Capitale Umano, Vice Presidente

“La politica deve essere chiara: ha intenzione di far vincere i Paese, aiutando il governo Draghi a mettere in campo interventi strutturali per favorire l’occupazione dei giovani, o invece è interessata al mero dividendo elettorale, proseguendo sulla strada dei bonus e delle misure ‘di parcheggio’ temporanee, come il Reddito di Cittadinanza, che  è fondamentale contrastare la povertà, ma che per i ragazzi  si sta rivelando un disincentivo al lavoro e alla valorizzazione del loro talento?” con questo quesito Giovanni Brugnoli, Vice Presidente di Confindustria per il Capitale Umano, ha aperto il suo colloquio con il Sole24Ore in occasione degli Stati Generali dell’Orientamento. E secondo Brugnoli la risposta a questa domanda va data per almeno tre ragioni: “siamo la seconda potenza manifatturiera in Europa, la settima economia nel mondo, ma famiglie e studenti spesso neanche lo sanno, e non conoscono le opportunità di lavoro e formazione che le nostre aziende sono in grado di offrire ai giovani talenti. Secondo, perché non riusciamo a trovare ormai più del 40% delle risorse che servono alle imprese. E terzo: perché bisogna ricostruire un’alleanza tra noi imprenditori, territori e mondo della scuola, visto che solo laddove esiste questo link, dai percorsi di scuola-lavoro ai dottorati industriali, c’è occupazione di qualità e imprese competitive”.

Il Vice Presidente per il Capitale Umano ha ribadito la necessità di mettere in campo misure vere e non bandierine ideologiche: “nei primi due anni e mezzo il Reddito di Cittadinanza c’è già costato oltre 20 miliardi, e con l’ultima manovra è stato rifinanziato per altri 8. La misura è sacrosanta in chiave di inclusione e contrasto alla povertà. Ma sentire aziende che non trovano personale perché c’è un disincentivo dato dai sussidi, è intollerabile”. Mentre su quota 100 ha osservato: “c’è stato detto che a ogni uscita ci sarebbero state tre nuove assunzioni, invece ci siamo fermati a 0,4”.

Brugnoli è poi tornato sulle proposte di Confindustria: “abbiamo proposto il taglio strutturale al cuneo per 16 miliardi. Vuole dire dare ai lavoratori con 35mila di reddito 1.223 euro in più, cioè una mensilità aggiuntiva in busta e per tutta la vita lavorativa. Nessuno ancora ci ha risposto. E parlando di giovani, sento parlare di interventi in cantiere su apprendistato e tirocini curriculari, che introducono vincoli burocratici e nuovi costi. Se fosse così, lo dico con altrettanta chiarezza: uccideremo questi strumenti, allontanando per sempre formazione e lavoro, quando invece occorre rinsaldare questo legame”.

Il Vice Presidente Brugnoli si è soffermato, quindi, sul percorso che ha portato agli Stati Generali dell’Orientamento in programma oggi a Roma: “nel 2019 a Torino abbiamo fatto gli Stati generali dell’Education, facendo vedere come i principali paesi nostri competitor, Stati uniti, Cina, India, hanno in piedi da tempo programmi sulla scuola fino al 2040-2050. Oggi con gli Stati generali dell’Orientamento vogliamo far vedere la bellezza dell’Italia, che viene dalla sua industria e dalla capacità dei nostri talenti, con il giusto carattere, di creare quell’innovazione che ci rende riconoscibili in tutto il mondo. Accanto a ‘made in Italy’, come simbolo di bello, ben fatto, che resta nel cuore; propongo di aggiungere ‘Educated in Italy’ perché ogni percorso, dal liceo all’istituto tecnico, all’Its, se fatto bene, è per noi importante. Certo, le competenze Stem sono, e saranno nei prossimi anni, le più richieste dall’industria italiana. Ma è nel falso chi pensa che le imprese siano scollegate dal mondo delle humanitas, dall’arte alla letteratura. Si chiama umanesimo tecnologico, ed è presente in tutte le nostre eccellenze”.

Infine, su cosa ci si aspetta dalla scuola Brugnoli ha affermato: “dobbiamo renderla moderna e attrattiva come l’impresa. E quindi, in concreto: le riforme del Pnrr Scuola vanno subito approvate; la didattica deve cambiare, grazie a nuove tecnologie, laboratori e biblioteche 4.0. Poi servono servizi oltre che lezioni”.


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