Di Stefano ad Avvenire: Servono investimenti di lungo periodo per la ripresa

07 aprile 2021 | Giovani Imprenditori



“Crediamo nel nostro Paese, vogliamo contribuire concretamente a un piano di rilancio economico ed essere partecipi del Piano Ue che sinora ci ha visto protagonisti solo sulla carta. Essere "giovani" imprenditori può davvero significare essere protagonisti di una grande svolta: sociale, economica, imprenditoriale”. Così Riccardo Di Stefano, presidente dei Giovani Imprenditori e vicepresidente di Confindustria, in un’intervista ad Avvenire, ha commentato i risultati del sondaggio IMPatto Giovani, il progetto che riunisce 13 sigle under 40, che contano oltre 100mila tra imprenditori, professionisti e manager.

 

“Dalla survey è emerso che per ripartire le imprese italiane hanno bisogno di investire in formazione, innovazione tecnologica e digitalizzazione. Per far ripartire l'Italia, invece, attraverso i l Recovery Plan servirebbe agire sulla riduzione del costo del lavoro, finanziare servizi e strutture sanitarie, implementare i processi di efficienza energetica e sviluppare quelli sulle energie rinnovabili”. Il minimo comune denominatore della ripartenza è uno: investire, per generare benefici di lungo periodo.

Le opportunità – ha osservato Di Stefano - ci sono per chi la sa vedere e cogliere. La pandemia ha alzato il velo sui molti annosi problemi irrisolti: dall'incapacità di riformare PA e Giustizia, alla lentezza nel dotarci di infrastrutture, ma anche il pluriennale disinvestimento nella ricerca e nel sistema che la rende remunerativa. E’ evidente come queste criticità siano un intralcio effettivo nella corsa alla ripresa, quindi è ora di risolverle definitivamente”.

 

E sui giovani che sembrano tornati al centro del dibattito, il Presidente degli under 40 ha detto: “Quel debito generazionale che ha consegnato alle nuove generazioni un'Italia fragile, diseguale, indebitata e poco aperta al futuro è finalmente diventato un tema dell'agenda politica. Confido che ci sia spazio per dar vita a un'Italia per cui i giovani siano un asset e non un sottoprodotto delle campagne elettorali. Siamo lenti e conservativi, abbiamo una delle popolazioni più anziane del mondo e forse per questo abbiamo poca propensione ad innovare e, quando lo facciamo, procediamo con lentezza. L'unica cosa che pratichiamo con costanza è l'instabilità politica. Ecco, queste sono proprio le condizioni più sfavorevoli per chi fa impresa” – ha fatto notare Di Stefano, che ha ricordato i progetti presentati da Confindustria per il Next Generation EU: “formazione dei giovani e delle donne, economia del mare ed economia circolare. A questi vanno affiancati – ha spiegato il presidente dei Giovani Imprenditori – un innesto di nuova energia e spirito imprenditoriale; il reinserimento dei giovani e le donne che si stanno allontanando dal mondo del lavoro; una campagna vaccinale capillare, veloce e diffusa per la quale oltre 7mila imprese si sono messe a disposizione, perché la salute pubblica è uno dei beni più importanti di un Paese”.


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