Brugnoli al Sole24ORE: Sulla scuola uscire dall'emergenza. Servono visione e investimenti

20 agosto 2020 | Vice Presidente, Lavoro e Relazioni Industriali

 

“Siamo a meno di un mese dal ritorno in classe di quasi 8milioni di studenti, a un paio di settimane dalla riapertura degli istituti per chi è rimasto più indietro, e il dibattito sulla scuola è tutto incentrato su banchi, gel, mascherine, distanziamento. Di Istruzione, con la I maiuscola, di aspetti educativi, di competenze mai un cenno. Eppure, il danno che i giovani e il Paese rischiano di pagare è elevatissimo.”

 

In un’intervista al Sole 24Ore Giovanni Brugnoli, Vice Presidente per il Capitale umano, lancia l’allarme.

 

“Se la scuola non torna a fare, e bene, la scuola, temo, nell’immediato, un aumento della dispersione scolastica e una crescente perdita di capitale umano specie in alcune aree del Paese; e nel giro dei prossimi 3-5 anni, un mismatch dilagante. Già oggi un’azienda su tre fa fatica a trovare i collaboratori di cui ha bisogno. O perché ce ne sono pochi, è il caso dei tecnici, periti e Its, e dei laureati Stem (Science, Technology, Engineering and Mathematics, ndr); o perché i candidati, spesso, hanno profili non in linea con le richieste di un mondo del lavoro che sta cambiando, spinto dai mercati e dal  4.0.”

 

“Condivido le parole di Draghi - prosegue Brugnoli -. L’investimento in formazione, se vogliamo ripetere l’espressione dell’ex presidente della Bce, è certamente debito buono, che guarda al futuro. Le parlo da imprenditore: se non abbiamo ragazzi preparati e motivati da inserire nelle aziende avremmo tutti un danno incalcolabile, perderemo competitività e spinta all’innovazione e diventeremo un Paese in mano ai predatori.” E sull’investimento sulla scuola, 2,9 miliardi di euro complessivi annunciato dal Ministro Azzolina, Brugnoli precisa: “non vedo un progetto per il futuro. La gran parte di queste risorse servirà ad assumere nuovi docenti, in una mera logica emergenziale. Piuttosto sono anni che assistiamo a una drammatica riduzione della popolazione scolastica. A luglio sono rabbrividito leggendo i numeri diffusi dall’Istat sul minimo storico delle nascite nel nostro Paese. Se continua così, e la politica non interviene, l’Italia rischia di non avere prospettive”.

 

Sulle assunzioni e stabilizzazioni per 200 mila posti annunciati Brugnoli insiste: “parliamo prevalentemente di professori che dovranno formare e prendersi cura dei nostri figli. Mi chiedo: ma qualcuno li valuterà o saliranno in cattedra senza selezione? Perché se si torna alla smart school non possiamo non permetterci docenti specializzati, in grado di affrontare lezioni in classe e da remoto. Suggerirei questo all’esecutivo: una fetta delle risorse aggiuntive sulla scuola impegnamole subito per la formazione dei professori, in primis quella digitale”.

 

Alla domanda se dal 14 settembre la scuola ripartirà Brugnoli risponde: “non possiamo dirlo con certezza. Penso, purtroppo, che gli effetti dell’emergenza sanitaria non si esauriranno tanto a breve. Una certezza però l’abbiamo: serve un progetto per la ripresa. Occorrono investimenti e non soltanto sussidi o misure spot che colmano falle del sistema che prima o poi si riapriranno. Per questo sostengo che sull’education occorre una visione, che oggi non c’è. E sulle proteste dei presidi per la responsabilità Covid aggiunge: la norma sulla responsabilità penale in caso di contagio a scuola va rivista. Intendiamoci: la sicurezza, come lo è per tutte le nostre fabbriche, deve rappresentare una priorità, il primo obiettivo. Ma se si rispettano le regole e i protocolli sanitari, deve scattare l’esonero, la malleva, come per l’imprenditore. Al momento – conclude Brugnoli – sulla scuola regna tanta confusione. Ma alla fine, su qualcuno i costi delle mancate decisioni dovranno ricadere”.



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