Il Presidente Boccia a La Stampa: Ora serve responsabilità. Attenti a utilizzare l`UE come alibi

12 agosto 2019 | Presidente

Attenti ad usare l'Europa come alibi per la campagna elettorale o a invocare lo sforamento del deficit per fare spesa ordinaria, avverte il Presidente di Confindustria Vicenzo Boccia nella sua intervista di oggi a La Stampa. 

Chiediamo alla politica realismo e senso di responsabilità.

Questa crisi – spiega il Presidente Boccia - cade in un momento delicato per la vita economica del Paese. L'arretramento degli ordini, a partire dall'industria del Nord, è un segnale al quale occorre reagire con una politica economica coerente.

Lo spread s'impenna per la dimensione d'incertezza che porta la crisi e le indicazioni di Pitch ci invitano a fare attenzione alla tenuta del debito. Il rischio Italia potrebbe tornare se ci avviassimo a una campagna elettorale che usi l'Europa come alibi e invochi lo sforamento del deficit per fare spesa ordinaria.

Il solo dichiarare una prospettiva di questo tipo alimenta l'incertezza e la possibilità di conflitto con l'Europa.

Facciamo appello a tutti i partiti perché si muovano con realismo e responsabilità. 

Noi non partecipiamo al dibattito su elezioni sì o no, ma poniamo una questione di merito come abbiamo già fatto alla nostra assemblea annuale: occorre uscire dalla tattica e dal presentismo e domandarci che Italia vogliamo tra 5,10,20 anni.

Abbiamo davanti a noi alcune scelte importanti a partire dal la scelta del nome del prossimo commissario europeo da fare subito e che a nostro avviso dovrebbe essere alla Concorrenza o al Commercio, all'Industria o al Mercato Interno. Ci aspetta una legge di bilancio in cui occorre disinnescare le clausole di salvaguardia per evitare l'aumento dell'IVA e con risorse non elevate individuare priorità da affrontare con realismo, consapevolezza e senso di responsabilità come è anche emerso dagli incontri tra parti sociali e governo.

Quando aumenta lo spread e i titoli in Borsa scivolano verso il basso famiglie e imprese pagano di più per i loro mutui e i loro debiti. E aumenta per lo Stato il costo del debito. Ma c'è di più. I TFR dei lavoratori sono investiti in fondi i cui valori seguono anche gli andamenti della Borsa e dell'economia del Paese: incidono sul patrimonio dei cittadini.

Per quanto riguarda l’Europa, sarebbe utile che l'Italia diventasse protagonista di una nuova stagione riformista promuovendo anche una serie d'infrastrutture transnazionali da finanziare con eurobond.

Infine, la prossima legge di bilancio: serve mettere quello che è emerso a grande maggioranza dal confronto tra governo e parti sociali, associazioni d'impresa e sindacati. Tra le tante priorità, tre su tutte:

  • riduzione di tasse e contributi sui salari dei lavoratori italiani (il cosiddetto cuneo fiscale);
  • accelerare anche in Italia sulle infrastrutture realizzabili in tempi certi e con risorse già disponibili in funzione anticiclica;
  • collegare il salario minimo, al quale non siamo pregiudizialmente contrari, ai contratti collettivi delle organizzazioni maggiormente rappresentative per evitare lo si possa stabilire per legge considerandolo una variabile indipendente dall'economia del Paese.

A questo, come Confindustria, abbiamo aggiunto altre proposte tra cui un grande piano d'inclusione giovani. In sostanza, le parti sociali ai cinque tavoli con il governo hanno posto la priorità della centralità del lavoro.

Quel lavoro richiamato dal primo articolo della nostra Costituzione, elemento di coesione del Paese come ci hanno insegnato un grande presidente di Confindustria, Costa, e un grande sindacalista, Di Vittorio, quando nel Dopoguerra stabilirono di ricostruire prima le fabbriche e poi le case. Fabbriche e imprese, il luogo del lavoro.


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